Terzo giorno di protesta.
Mi sono recato nella parte interna della provincia di Palermo, in uno dei cuori della protesta nella Sicilia Occidentale, ed in effetti rispetto a Palermo, qui la musica è diversa.
Sulla Palermo-Sciacca all'altezza dei paesi di S. Giuseppe J. e S. Cipirrello vi sono almeno tre blocchi di agricoltori. Due, formati da centinaia di persone, sono posti agli svincoli ed impediscono, almeno apparentemente, l'accesso, ai suddetti paesi, anche alle automobili. Il terzo invece, posto su una corsia della Scorrimento Veloce, è formato da una lunga fila di trattori e camion che costringono al rallentamento le pochissime auto (vista la mancanza di carburante) che transitano sulla strada. Lì sono presenti dei giovani (si, esistono anche in Sicilia, a quanto pare, non stanno tutti davanti Playstation e Facebook) che distribuiscono manifesti e provano a sensibilizzare gli automobilisti. Situazione tranquilla in tutti e tre i blocchi, le poche forze dell'Ordine sorvegliano discretamente a debita distanza.
Mi sono fermato a parlare con loro, sono brave persone normali, agricoltori per lo più. I Forconi sono organizzati soltanto in alcune aree, in molti comuni la protesta è frutto di comitati spontanei che si rifanno al Movimento.
Cosa dicono? Si sentono munti ed abbandonati dallo Stato e dalla politica. Non chiedono la Luna, vorrebbero essere messi nelle condizioni almeno di sopravvivere, perché nelle aree interne agricole di questo oramai si tratta.
Da quello che mi raccontano alcuni amici, uno dei fronti veramente caldi della protesta sarebbe Gela, dove la recente crisi commerciale del carciofo (sul quale si basa tutta l'economia della Piana di Gela) ha creato grandi difficoltà a tantissimi produttori. Così mi raccontano di scontri all'ingresso del Petrolchimico, e di una situazione generale di elevata tensione sociale.
Palermo, intanto, vi assicuro non solo è fredda di fronte alla protesta, ma ne è addirittura infastidita. Molti Palermitani del tutto ignari sono in coda davanti ai distributori di carburante (anche quelli chiusi) ed attendono non si sa bene cosa. Altri invece si lamentano apertamente di questa protesta che tanto disordine sta portando nelle loro tranquille e sicure vite da impiegati (magari regionali).
Al mercato ortofrutticolo di Palermo, intanto, durante la notte, arriva frutta e verdura locale che potrà rifornire gli ambulanti per le vie della città.
I canali della Grande Distribuzione invece sono bloccati, frutta e verdura spariti, come i latticini ed i generi alimentari più deperibili. Nei grandi Supermercati sta sparendo quasi tutto, a ritmo crescente.
Il traffico nelle strade è molto minore del normale. E' tutto molto strano.
La sicilia è spaccata in due, da una parte chi lavora e produce protesta contro la manovra del governo, la malapolitica e la corruzione, dall'altra chi prende lo stipendio e consuma, ritiene lesi i propri diritti dalle agitazioni in corso, ed a breve potrebbe chiedere una risposta forte da parte dello Stato.
Non so se qui si fa la Storia, però almeno si fa qualcosa!
Chi prende lo stipendio e consuma,non riesce a capire che a produrre sottocosto,o smetti tu o ti fan smettere i creditori, è solo questione di tempo.
RispondiEliminaNon devi preoccuparti,a breve lo capiranno e come.La Grecia è molto vicina...
EliminaUna nazione che molla il settore primario perde la serie A,poi magari la B e magari si finisci nei dilettanti.Poi dicono che i rating sbagliano...
Questo è un paese che produce solo carta...
Bisogna andare verso la fisiocrazia
RispondiEliminaIl PIL è dato da chi produce veramente.Agricoltura e materie prime sono la sua base.Tutto il resto non esisterebbe.Bisogna andare verso il pensiero della fisiocrazia.
RispondiEliminaPalermo è una città che vive di burocrazia dal più alto in grado fino all'ultimo dipendente pubblico (compresi i sindacati e politici ) che non si preoccupa di come si "producono" i soldi ma pensa solamente a come spenderli e a come ......... non farli spendere
RispondiEliminaquesta forza, purtroppo per chi lavora privatamente, è una casta.
Tempo addietro ebbi umilmente a stilare un decalogo dove fondamentalmente si parlava di perequazione economico-sociale ovvero: il Menager, l'alto buracrete, il politico, il magistrato, il Sindacalista d'apparato, i pensionati d'oro per fare un esempio come Giuliano Amato e Umberto Dini, etc., etc. per capire l'operaio, il pensionato al minimo, il cassintegrato, l'AGRICOLTORE, l'AUTOTRASPORTATORE, i produttori dei beni primari o meglio dei beni essenziali, dovrebbero prendere uno stipendio massimo equivalente a cinque volte la pensione sociale di un pensionato, ovvero 2000 Euro. Se questo primo punto del decalogo, da domani per decreto legge diventasse operativo, realizzeremmo economie di bilancio stratosferiche che consentirebbero di abbassare il costo dei carburanti agricoli e non, di fare una politica di sostegno per i beni di prima necessità, di fare una politica sociale per i ceti meno abienti, per i disabili, per i giovani, per la ricerca, per la scuola, per la sicurezza, per l'economia in generale etc. etc. ... Tutto questo potrebbe realizzarsi solo e semplicemente se a capo del governo non vi fosse un uomo di alta finanza come mario Monti, ma semplicemente un pensionato sociale al minimo, un precario della scuola, un cassintegrato, un imprenditore agicolo, un autotrasportatore, etc. etc., magari un pò esperto in economia socio-economico produttiva.
RispondiEliminaTempo addietro ebbi umilmente a stilare un decalogo dove fondamentalmente si parlava di perequazione economico-sociale ovvero: il Menager, l'alto buracrete, il politico, il magistrato, il Sindacalista d'apparato, i pensionati d'oro per fare un esempio come Giuliano Amato e Umberto Dini, etc., etc. per capire l'operaio, il pensionato al minimo, il cassintegrato, l'AGRICOLTORE, l'AUTOTRASPORTATORE, i produttori dei beni primari o meglio dei beni essenziali, dovrebbero prendere uno stipendio massimo equivalente a cinque volte la pensione sociale di un pensionato, ovvero 2000 Euro. Se questo primo punto del decalogo, da domani per decreto legge diventasse operativo, realizzeremmo economie di bilancio stratosferiche che consentirebbero di abbassare il costo dei carburanti agricoli e non, di fare una politica di sostegno per i beni di prima necessità, di fare una politica sociale per i ceti meno abienti, per i disabili, per i giovani, per la ricerca, per la scuola, per la sicurezza, per l'economia in generale. ... Tutto questo potrebbe realizzarsi solo e semplicemente se a capo del governo non vi fosse un uomo di alta finanza come mario Monti, ma semplicemente un pensionato sociale al minimo, un precario della scuola, un cassintegrato, un imprenditore agricolo, un autotrasportatore, etc. etc., magari un pò esperto in economia socio-economico produttiva.
RispondiEliminaW Anonimo Presidente!!!!!!!!!!!!
EliminaGiustizia sociale per le categorie che portano avanti questo paese.
RispondiEliminaTroppi parassiti ci stanno portando alla morte.