I costi di produzione del grano, come di qualsiasi altra colture estensiva e largamente meccanizzata, sono fortemente connessi al costo del gasolio. Esso condiziona la nostra attività sia direttamente come combustibile per le macchine agricole, che indirettamente influenzando i costi per l'approvvigionamento di mezzi tecnici voluminosi (sementi, concimi) ed il prezzo di vendita delle nostre produzioni.
Naturalmente in un territorio isolato, per definizione, come la Sicilia, e provvisto di una rete stradale da paese sottosviluppato, il costo di trasporto può rappresentare una aliquota corposa del prezzo complessivo della merce.
Negli ultimi anni, tranne brevi periodi, si è assistito ad un aumento costante del costo gasolio, in parte dovuto all'aumento internazionale del prezzo del barile di petrolio (al momento intorno ai 100$), in parte alla recente svalutazione dell'Euro, ed infine al recentissimo aumento voluto dal governo Monti delle accise (+ 0,112 €/l esclusa IVA).
Tutto questo, insieme di fattori, ha provocato un aumento del gasolio alla pompa e del gasolio agricolo a livelli mai raggiunti prima. A titolo di esempio il gasolio agricolo quotato alla Borsa Merci di Modena (una delle poche che riporta un valore ufficiale) è arrivato a 1,12 €/l (Iva eslusa!!).
Un vero salasso, tenendo conto che circa 2 anni e mezzo fa, valeva la metà.
Ed i nostri conti aziendali, naturalmente ne risentono e ne risentiranno ancor di più nell'immediato futuro mettendoci in condizioni molto difficili.
A questo punto ho pensato, ma i nostri competitori internazionali quanto lo pagano il gasolio agricolo? Sono soggetti a costi simili ai nostri?
Perché sapete come si dice: "Mal comune mezzo gaudio!"
Perché sapete come si dice: "Mal comune mezzo gaudio!"
Vediamo un pò:
USA
Gli Stati Uniti hanno storicamente una politica di tassazione bassa sui carburanti, tanto che il costo del gasolio stradale al momento è, in media, pari a 3.8 $/gallone pari a 0,78 €/l. Il Gasolio agricolo addirittura quota circa 3.4 $/gallone pari a circa 0,7 €/l.
Stati del Canada
Esenzione totale di tasse ed accise sul gasolio per gli agricoltori.
UK
Il gasolio agricolo (red diesel) al momento quota 0,7 sterline/l pari a circa 0,85 €/l.
Francia
Il gasolio agricolo (gazole non routier) al momento quota in media 0,96 €/l (tasse e trasporto compreso). Ed è aumentato di recente il peso delle accise anche lì.
Spagna
Il gasolio agricolo (gasoleo agricola B o rojo) quota in media 1,05 €/l. Sebbene la Spagna abbia problemi finanziari simili ai nostri.
Come si evince in tutti i paesi U.E. ed extra U.E. riportati, il costo del gasolio agricolo medio è sempre inferiore a quanto da noi pagato in Italia. Il prezzo alla pompa del gasolio stradale, come facilmente potrete riscontrare sui media principali, lo stesso.
Ora, visto che il costo della materia prima (il barile di petrolio greggio) è sempre uguale per tutti, le differenze di quotazione, tra i vari paesi, sono imputabili principalmente alle accise che i vari governi caricano sui prezzi di vendita finali.
In Italia sul gasolio alla pompa gravano circa 60 €cent/l di accisa più l'IVA che si aggira intorno ai 30 €cent/l. Sul gasolio agricolo pur gravando solo una aliquota delle accise (circa il 22%) comunque si raggiungono prezzi elevatissimi sempre superiori agli altri paesi.
In Italia sul gasolio alla pompa gravano circa 60 €cent/l di accisa più l'IVA che si aggira intorno ai 30 €cent/l. Sul gasolio agricolo pur gravando solo una aliquota delle accise (circa il 22%) comunque si raggiungono prezzi elevatissimi sempre superiori agli altri paesi.
Di seguito una lista sintetica (tratta da wikipedia) ma significativa sulle ragioni che hanno implementato il peso delle accise sul gasolio:
- 1,90 lire (0,00103 euro) per il finanziamento della guerra di Etiopia del 1935-1936;
- 14 lire (0,00723 euro) per il finanziamento della crisi di Suez del 1956;
- 10 lire (0,00516 euro) per il finanziamento del disastro del Vajont del 1963;
- 10 lire (0,00516 euro) per il finanziamento dell'alluvione di Firenze del 1966;
- 10 lire (0,00516 euro) per il finanziamento del terremoto del Belice del 1968;
- 99 lire (0,0511 euro) per il finanziamento del terremoto del Friuli del 1976;
- 75 (0,0387 euro) lire per il finanziamento del terremoto dell'Irpinia del 1980;
- 205 (0,106 euro) lire per il finanziamento della guerra del Libano del 1983;
- 22 (0,0114 euro) lire per il finanziamento della missione UNMIBH in Bosnia Erzegovina del 1996;
- 0,020 Euro per il rinnovo del contratto degli autoferrotranvieri del 2004;
- 0,0073 Euro in attuazione del Decreto Legge 34/11 per il finanziamento della manutenzione e la conservazione dei beni culturali, di enti ed istituzioni culturali.
- 0,040 Euro per far fronte all'emergenza immigrati dovuta alla crisi libica del 2011, ai sensi della Legge 225/92.
- 0,0089 per far fronte all'alluvione in Liguria ed in Toscana del novembre 2011.
- 0,112 Euro sul diesel e 0,082 Euro per la benzina in seguito al Decreto Legge 6 dicembre 2011 n. 201 "Disposizioni urgenti per la crescita, l’equità e il consolidamento dei conti pubblici" del governo Monti.
Dal 2013 peraltro, già previsto un nuovo aumento delle accise, oltre che un probabile aumento dell'IVA di 2 punti percentuali.
Il governo italiano ha dunque deciso, sia nell'immediato che nel prossimo futuro, di utilizzare un necessario e non sostituibile mezzo tecnico di produzione per tante categorie di produttori (agricoltori, autotrasportatori, pescatori etc.) come bancomat per risolvere i problemi legati alla cattiva gestione delle finanze pubbliche.
Ma noi produttori, ipotizzando di vendere il nostro prodotto al prezzo, generalmente basso, dei nostri competitori internazionali (nel libero mercato globale almeno in teoria così dovrebbe avvenire), come facciamo a far quadrare i conti aziendali ed a competere, se siamo costretti a subire dei costi di produzioni elevatissimi e molto superiori ai nostri agguerritissimi concorrenti?
Il governo italiano ha dunque deciso, sia nell'immediato che nel prossimo futuro, di utilizzare un necessario e non sostituibile mezzo tecnico di produzione per tante categorie di produttori (agricoltori, autotrasportatori, pescatori etc.) come bancomat per risolvere i problemi legati alla cattiva gestione delle finanze pubbliche.
Ma noi produttori, ipotizzando di vendere il nostro prodotto al prezzo, generalmente basso, dei nostri competitori internazionali (nel libero mercato globale almeno in teoria così dovrebbe avvenire), come facciamo a far quadrare i conti aziendali ed a competere, se siamo costretti a subire dei costi di produzioni elevatissimi e molto superiori ai nostri agguerritissimi concorrenti?
P.S.: più tardi raggiungerò uno dei presidi della manifestazione di protesta in corso in tutta la Sicilia. Riporterò quanto prima le mie impressioni.
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