Ebbene si, sono arrivato a questa conclusione che già maturava in me da qualche giorno. No, non ho trovato la sfera di cristallo, ho semplicemente continuato a leggere con attenzione i report, sempre più allarmati, provenienti dal Nord –America.
Quindi le cose sono due: o quei diabolici Nord-Americani pubblicano notizie infondate allo scopo di fare impazzire un povero blogger di una sperduta provincia dell’Impero ed i suoi disgraziati lettori, oppure in effetti il problema che si sta configurando è veramente grave, non ancora chiaramente definibile, ma potenzialmente dirompente per l’agricoltura mondiale legata al grano duro. La partita è difficile, ma decisiva, chi la saprà affrontare continuerà il suo percorso, ma come in tutte le fasi storiche complicate, i meno attrezzati potrebbero soccombere.
La parte finale dell’articolo riguarda specificatamente i riflessi sul mercato della pasta, ed un più generale l’impatto sull’inflazione di questi aumenti dei prezzi. Chi sarà interessato a questi argomenti specifici potrà approfondire personalmente.
Quindi le cose sono due: o quei diabolici Nord-Americani pubblicano notizie infondate allo scopo di fare impazzire un povero blogger di una sperduta provincia dell’Impero ed i suoi disgraziati lettori, oppure in effetti il problema che si sta configurando è veramente grave, non ancora chiaramente definibile, ma potenzialmente dirompente per l’agricoltura mondiale legata al grano duro. La partita è difficile, ma decisiva, chi la saprà affrontare continuerà il suo percorso, ma come in tutte le fasi storiche complicate, i meno attrezzati potrebbero soccombere.
Proverò in dettaglio (con una traduzione libera ma spero puntuale nei contenuti) a descrivervi la situazione che viene rappresentata nell’illuminante e densissimo articolo (non va persa una singola riga a mio avviso) su Bloomberg; se qualche anglofilo vorrà aggiungere qualcosa, che è sfuggito, alla mia traduzione, il suo contributo sarà il benvenuto (in corsivo troverete le mie note esplicative aggiunte al testo originario):
"Piogge incessanti, durante gli ultimi mesi, hanno tagliato le superfici seminate a grano duro in Nord-America al livello più basso da oltre 50 anni, determinando la corsa all’approvvigionamento di granella da parte dei mulini, ed un consistente aumento della pasta al consumatore negli USA.
In North Dakota, che generalmente produce 2/3 di tutto il grano USA, al 19 giugno soltanto il 44% delle superfici destinate a duro erano state seminate. Mentre storicamente la semina era già stata completata. Da ora in poi, secondo Frayne Olson, economista agricolo nella North Dakota State University di Fargo, la semina sarebbe inutile, visto che la raccolta andrebbe a cadere in un periodo troppo avanzato per quei territori così freddi, praticamente nel gelo invernale. La superficie investita a duro così dovrebbe attestarsi sui 552.000 ha, il livello più basso dal 1959. Secondo il National Weather Service, le precipitazioni nell’ultimo mese, in North Dakota ed in Montana (il secondo stato per coltivazione di grano duro negli USA) sono risultate il triplo del normale. Le quotazioni del duro sono aumentate del 52% nell’ultimo mese, ed il prezzo della pasta sempre nell’ultimo mese ha fatto registrare il maggior aumento record di sempre.
Dice Jim Kulp, direttore generale della Filadelfia Maccheroni (che tra le altre cose produce una pasta ad alfabeto molto famosa per Campbell Soup Co.,” la vendita di grano duro negli USA si è spenta, se sei possessore di grano duro in questo momento non ha senso venderlo” ed aggiunge “Se siete in possesso di grano duro è come l’oro, perché venderlo?”.
L’articolo ricorda anche che il duro è l’unica fonte possibile di grano per la pasta ( e rappresenta appena il 5% delle produzioni totali grano USA), le altre sigle e tipologie di grano (soft, red and hard, red winter wheat) non possono sostituirlo come materia prima per la pasta.
L’USDA aggiornerà la stima della superficie destinata a duro, negli USA, il 30 giugno (report importantissimo ai fini delle quotazioni ndr).
Forniture sottili
Continua Kulp, il grano duro negli USA sta diventanto scarso, ed in Canada è già salito il suo valore del 46% dalla fine di Maggio. La troppa pioggia anche in Canada, il più grande esportatore al mondo di duro, può ridurre i rifornimenti in tutto il Nord-America.
Il Canada ha dichiarato ieri che la superficie a duro dovrebbe (e sottolineo dovrebbe ndr) interessare complessivamente 1.770.000 ha circa, contro una previsione del mese di Aprile pari a 2.040.000 ha circa. Ma dovrebbe comunque essere superiore ai 1.274.805 ha del 2010 (ricordate la fiammata di gennaio 2011, era dovuto proprio a questo problema canadese ndr). Inoltre al 31 Marzo 2011 le scorte canadesi di grano duro ammontano a 2871 milioni di t, ben il 40% in meno rispetto ad un anno prima (ahi, ahi! scarsa produzione con scorte limitate, sono solitamente un connubio diabolico per i mercati ndr ).
Prezzi in aumento
In North Dakota, gli elevators (i centri di ammasso ndr) comprano dai farmer a 14.40$/bushel (pari a 37,3 €/q) contro i 9.50 $/bushel di un mese fa. La quotazione può raggiungere e superare i 23$/bushel record del febbraio 2008, (penso ricordiate tutti quel periodo ndr) se i problemi legati al tempo aumenteranno, dice sempre Olson.
I prezzi del durum wheat, crescono rispetto alle quotazioni future del Chigago Board of trade (sarebbe la quotazione nella tabella a destra del mio blog, denominata “grano” ndr), che registra essenzialmente le variazioni di prezzo della varietà invernale soft-red (SRWV) coltivata nel Midwest.
La parte finale dell’articolo riguarda specificatamente i riflessi sul mercato della pasta, ed un più generale l’impatto sull’inflazione di questi aumenti dei prezzi. Chi sarà interessato a questi argomenti specifici potrà approfondire personalmente.
Mi limito a riportare soltanto questo:
Dal mese di maggio, nei supermercati USA al cambio attuale la pasta ha avuto un valore commerciale medio di 1,91€/Kg (espresso in $/libbra nell'originale ndr), il prezzo più elevato dal 1980, secondo l’Ufficio di Statistica del Lavoro (Bureau of Labor Statistics).”
Chiusura dell’articolo con la storia personale di:
Louis Kuster, un farmer di quinta generazione, di Stanley del North Dakota, ha dichiarato di aver seminato soltanto il 15% dei suoi 2000 ha, solitamente seminati a duro, peraltro negli unici tre giorni di campi praticabili in tutta la stagione di semina. Sull’85% di terreno non seminato, si limiterà a riscuotere l’assicurazione contro i rischi delle avversità atmosferiche(molto diffuse giustamente in areali così ostili ndr), ormai è troppo tardi per seminare! I farmer hanno messo via le attrezzature per la semina, dice Kuster, mai vista in vita mia tanta pioggia!"
Aggiornamento quotazioni 24/06/2011 ore 21:30
Nord-America= durum wheat al 13% di proteine... mi spiace sono troppo stanco, non riesco ad aspettare il dato americano che esce alle 22:30, domani mattina presto, lo troverete nei commenti;
Parigi blé dur 24/06/2011=34€/q; stabile rispetto al giorno precedente;
Piazze locali:
Camera Commercio di Catania: finalmente aumenta a 26€/q (ben svegliati!)
Ismea Palermo 23/06/2011: categoria fino 28,0-28,5 €/q;
Ismea Catania 21/06/2011: categoria fino 27,5-28,0 €/q;
Ismea Bari 21/06/2011: categoria fino 32,5-33,0 €/q.
Cari lettori, oggi credo di avere dato molto al blog (commutare il sistema metrico anglosassone in quello metricodecimale è fastidioso anche per me che mastico numeri e dati con una certa dimestichezza), da domani ricomincio a lavorare in campagna (Primum vivere, deinde philosophare), soltanto aggiornamenti essenziali o fatti clamorosi potrò offrirvi. Un saluto a tutti e meditate...
P.S.: Attendo sempre buone nuove da Riesi!
P.S.: Attendo sempre buone nuove da Riesi!
penso che hai ragione, anche se non avrei troppa fretta a vendere neanche il tenero...
RispondiEliminaGiordano, mi conforta la tua opinione sul possibile aumento del duro, ancor di più sapendo della tua ottima conoscenza della lingua inglese.
RispondiEliminaSul tenero, che seguo soltanto ed inevitabilmente per ragioni economiche-finanziarie, però sarei cauto. Purtroppo da quello che noto l’estrema finanziarizzazione del grano tenero, ha determinato che le variazioni delle sue quotazioni nel breve periodo appaiano del tutto slegate dall’ortodosso rapporto domanda-offerta.
Ho la sensazione, e non solo io invero, che il suo prezzo sia troppo facilmente condizionato da interessi politici, diplomatici ed addirittura militari. Penso che anche un analista finanziario serio, quale io non sono, avrebbe difficoltà a darti la direzione del prezzo del tenero da qui a fine anno.
Il mercato del duro, per quanto globale, è ancora legato alle antiche regole dello scambio, che un apprendista economista agrario, con lo zappone in mano, come me, ancora riesce a cogliere.
Signori lettori, per chi non lo sapesse, Giordano Masini è un brillante giornalista-agricoltore (anche se questa annata il grano duro non lo ha seminato, se non sbaglio) dell’alto Lazio. In particolare è l’autore-gestore del blog, anche agricolo, “Valle del Siele” che potrete trovare nella mia colonna a destra in alto. In realtà, il mio rapporto con Valle del Siele è di odio-amore, molte volte sono in sintonia, altre profondamente contrario al modo in cui vengono affrontate certe tematiche. In ogni caso interessante, per chi vuole sapere anche “altro“, del mondo agricolo.
Masini, ti ricordo della vicenda Agromyza mobilis, pericolo reale o solita bufala? Sei l’unico che può dirimere il dubbio amletico.
Per quanto riguarda la quotazione Nord-America di ieri sera, posso tranquillamente affermare che mai nessuna mia ipotesi, anche ardita, è stata smentita in maniera così rapida. Tranquilli, sto esagerando, però ieri un frazionale ribasso è stato registrato:
Nord-America= durum wheat al 13% di proteine: 14,9-15 $/bushel. Ha perso 0,1$ sul prezzo massimo. Quasi una inezia, però così è andata.
Nulla è mai scontato sul mercato. Non fidatevi troppo, neanche delle dimostrazione più convincenti.
Non sono un analista quindi non potrei dire nulla di quello che tu brillantemente hai scritto sull'andamento del duro,per cui un povero piccolo AGRICOLTORE foggiano si limiterà a dirti GRAZIE per il tempo che dedichi a questo blog, sei davvero un amico prezioso.
RispondiEliminaNon sono un analista di mercato, ma le mie impressioni sono queste: chi specula sui derivati scommette sull'andamento della domanda e dell'offerta, e finché le stime continuano ad indicare un gap tra produzione e consumi, le scommesse tenderanno al rialzo. Se è vero che la speculazione ha qualche influenza sui prezzi dei prodotti (cosa della quale non sono troppo convinto) allora non potranno che confermare la tendenza rialzista, salvo scossoni. per quanto riguarda gli interessi politici e strategici, mi sembra che i governi non possano che intervenire sul mercato limitando la libera circolazione delle merci, e facendo questo non faranno che suggerire al mercato una minore disponibilità nell'offerta. Non vedo come possano intervenire in senso contrario (è vero, potrebbero abolire tutte le tariffe, ma non mi sembra aria...).
RispondiEliminaComunque è vero che nei reports dell'IGC la distanza tra domanda e offerta si sta assottigliando, ed era anche prevedibile, ma anche nel 2008 il saldo finale comunque fu positivo e i prezzi arrivarono dove arrivarono...
In ogni caso ho l'impressione che le categorie di interpretazione dell'andamento dei prezzi alle quali siamo stati abituati per decenni stiano andando allegramente a farsi benedire, non so se sia un bene o se sia un male (per esempio sono uno che non crede che la volatilità sia necessariemente un fattore negativo) ed è uno dei motivi per cui giudico il tuo lavoro di analisi particolarmente prezioso.
Aggiornamento sul prezzo del grano duro: Barrafranca(EN) 26-27 €/q. 2 giorni fa. in un centro ammasso. alla domanda: ma lei la quotazione da dove la prende? la risposta è stata: dalla piazza. dalla piazza? e quale piazza? la piazza. senza parole!!
RispondiEliminaAll'amico foggiano: grazie a te per le belle parole. Fino a Dicembre, temo dovrete sopportarmi.
RispondiEliminaA Giordano Masini: spero in futuro di affrontare meglio il mio punto di vista sui derivati applicati ai generi di prima necessità.
Sull'analisi che ho fatto, posso dirti che essa sarà preziosa soltanto se a Dicembre il valore del grano duro sarà maggiore di quanto quota adesso. Altrimenti si rivelerà l'ennesima beffa dannosa per gli agricoltori che mi hanno voluto seguire.
Al lettore di Barrafranca: ottimo contributo conciso ed essenziale, se ti va continua a tenerci aggiornati.
Granduro: è utile analizzare, cercare di capire e condividere le proprie impressioni. Indovinare è roba da indovini. Tempo fa un broker mi diceva che l'economia spiega il presente e il passato, ma per il futuro ci vogliono comunque visioni ed intuizioni, anche perché i modelli economici escludono di per sé una bella fetta di realtà, dato che cercano di dare una forma geometrica al caos. Poco male se a dicembre non ci hai preso, l'importante è che si cominci a ragionare, anche nel nostro piccolo mondo antico, guardando oltre la borsa merci e il meteo regionale, ed è quello che in qualche modo proviamo a fare...
RispondiEliminaSi, sono d'accordo con quanto dici in generale. Ma io sono particolarmente esigente con me stesso e con il mio lavoro, e poi sono parte in causa, ho molto grano da vendere, se quest'anno la "inserto" mi cambia parecchio la situazione economica. Sono un agricoltore sostanzialmente, ricordalo. Se fosse possibile mi piacerebbe soltanto dedicarmi alla mia azienda. Purtroppo per una serie di ragioni, sono stato costretto a mettere su questa baracca, ed a discettare di economia e finanza. Ma ne farei volentieri a meno, credimi.
RispondiEliminacomplimenti a Granduro per l'impegno,è notevole,soprattutto nei periodi di punta,in cui si lavora 15/16 ore al giorno..il che sarebbe gia sufficiente,per dedicare le rimanenti,al riposo,e alla famiglia ,e invece occorre anche fare altro...se tutti facciamo qualcosa..la faccenda diventa sostenibile ed efficace...e si allegerisce un po la fatica di quelli come Granduro
RispondiEliminaMasini la volatilità non è un problema se ci guadagni,ma se ci perdi o ti ritrovi con qualche centinaio di tonnellate quando il prezzo è crollato,la maledisci.NOn sarà il caso del grano duro e di quest'anno.ma .nel 2008 con il mais a 200 euro/tonn te ne offrivano 180 ,e la gente non vendeva..e entravano vagoni di mais e grano estero ( ungheria,ucraina romania) a 220. Tutti a chiedersi come mai gli acquirenti non compravano il nostro mais a 200 per comprare all' estero a 220( tra l'altro di pessima qualità, nonostante i "controlli".su cui occorrebbe vigilare..e il mazzo che si fa a noi su fumosine e aflatossine etc)
lo..si è capito a fine stagione quando molti(privati e cooperative) han dovuto vendere a 110 quello che non han venduto a 180...
e si è anche capito che con il ns prodotto abbondantemente sotto le soglie ( trattato,in rotazione,diversificato con varetà piu sane,si corregge quello proveniente dall'est europeo stoccato all'aperto..che si può importare convenientemente anche in anni difficili..
@franco, quel che dici è vero, ma ho l'impressione che in generale l'alternativa sia tra prezzi volatili e prezzi bassi, e vedo comunque più opportunità nella prima ipotesi. Dalle mie parti sono diffusi i trifogli da seme, in alternanza coi cereali a paglia, soprattutto squarroso ed incarnato. Il loro prezzo è stato sempre molto volatile da un anno all'altro, 15/20 anni fa lo squarroso (che conosco meglio) si vendeva tra le 100 e le 300mila lire a quintale, con sbalzi dal minimo al massimo da un anno all'altro. eppure lo abbiamo sempre seminato tutti, e con soddisfazione, anche in periodi in cui spruzzare un po' di colza con lo spandiconcime senza neanche trebbiarla rendeva un reddito stabile di circa un milione l'ettaro, e i trebbiatori per i trifogli non si sono mai sognati di farsi pagare ad ettaro, continuando a chiedere il 30% del raccolto o giù di lì, nonostante il rischio di incorrere in annate magre. Qualcosa vorrà dire...
RispondiElimina@Franco, una giornata di quelle da 16 ore, in più mentre trasportavo grano presso un centro di ammasso, nell'attraversamento di un gregge, ho arrotato (sfortunatamente, soprattutto per lei) una pecora con il rimorchio. Copioso versamento di sangue sull'asfalto. Fossi un antico Romano direi che si è trattato di un presagio. Spero non negativo, in ogni caso mi toccherà pagare il danno ovino.
RispondiEliminaLa volatilità fa selezione spietata. Per gli iperliberisti è un bene, io che amo vivere tranquillo la eviterei possibilmente.
Giordano, ma per seminare il trifoglio, dovrebbero bastare pochi Kg per ha(almeno da me è così) quindi il costo della semente incide relativamente poco rispetto al complessivo costo colturale.
'notte
Masini
RispondiEliminaforse non parliamo delle stesse cose,tu ragioni nell'immediato ,io in una arco di tempo piu ampio.condizionato dall'esperienza degli anni passati..
Per chi semina commodities ,indifferenziate,soggette al" mercato "globalizzato(mais,grano ,soia,)
non vendere di fretta alla raccolta , , mi pare sensato,in un momento come questo, ma non privo di rischi..di cui giustamente granduro non vuole la responsabilità
In seguito,però, occorrerà trovare un equilibrio ,tra la necessità di approvvigionamento costante nell'anno.da parte degli utilizzatori (industrie,molini,mangimifici) e l'esigenza/pretesa del produttore di vendere,( compatibilmente con le proprie esigenze di cassa e capacità di stoccaggio), possiblmente al momento di maggior prezzo.con garanzia di solvibilità,data di pagamento ,ritiro .Questo per non restare con il cerino in mano ,di merce invenduta,non ritirata,non pagata, venduta troppo presto o troppo tardi, a prezzo che non copre i costi.
Si potrebbe obbiettare che si dovrebbe vendere al prezzo remunerativo..quando si riesce a spuntarlo.ma vi è sempre chi vuole il massimo.magari per rifarsi in quel modo, di perdite precedenti..e magari succede come negli anni passati, che arriva prima il nuovo raccolto, del prezzo remunerativo.
L'equilibrio si trova più facilmente ,nel conferimento a consegna scaglionata e prezzo medio,oppure vendita a date stabilite in una finestra temporale,in forma consociata o direttamente con l'utilizzatore.cosa che se ho ben compreso non è frequente al centro sud..non so se vi può consolare, ma non è frequente e facile nemmeno al nord..
Molte cooperative ,e stoccatori han dovuto,, limitare il conto deposito ,al solo ritiro per autoconsumo aziendale,altrimenti succede che per rispettare i contratti ,si è costretti a vendere a prezzo borsa merci di riferimento .della quindicina di consegna,.mentre i conferenti pretendono di vendere al momento di picco di prezzo (che non si conosce)..lasciando periodi scoperti e periodi con eccesso di offerta.. Se lo sbalzo è notevole ,i conti non quadrano più e se si dovesse vendere secondo quei criteri gli acquirenti si rifornirebbero altrove.(senza nemmeno la remora ,di farlo per speculazione)
Si può anche continuare a navigare a vista,se non si amano molto le forme consociate i contratti,se si pensa di essere piu bravi,piu furbi,e piu fortunati di tutti...e se si hanno le spalle coperte per correre tutti quei rischi..
teniamo conto che i produttori sono tanti e disorganizzati.. si fa una fatica boia ad avere notizie certe dell'andamento dei mercati,clima , dati produttivi,andamento di stock e consumi..etc....mentre i grossi acquirenti (quei dati li hanno probabilmente prima e piu sicuri). sono attrezzati meglio , con mezzi più "potenti"
per affrontare ogni evenienza..Questo per dire che concordo con"meglio la volatilità ,dei prezzi che non coprono i costi",ma potremmo e dovremmo fare di più,perchè la volatilità prevede periodi di prezzi bassi che a qualcuno comunque toccano e abbassano le medie di conferimenti e contratti..
Chi l'avrebbe detto, che l'attività agricola stimola così tanto la capacità di analisi economica.
RispondiElimina@ Franco
Concordo con te, pressoché su tutto, sembra siamo stati allattati dalla stessa nutrice.
Se fossi un durogranicolo, potresti tranquillamente scrivere al posto mio.
Cari lettori, domani sera se tutto va bene proverò a produrre qualcosa per il blog.
RispondiEliminaIntanto, vi posso solo dire che ho notato uno squallido tentativo di condizionare, a livello locale, il prezzo del grano al ribasso.
Purtroppo tante volte più puerili sono le manovre, meglio riescono.
Domani mattina vi aggiornerò con un breve commento sulle quotazioni Nord-Americane.
Parigi stabile.
Mercato Nord-Americano del duro ancora in calo, seppur meno lieve del giorno precedente. Le quotazioni si aggirano tra i 14,5 ed i 14,75 $/bushel, circa -1,5% rispetto alla chiusura della scorsa settimana. A mio avviso, si tratta di spostamenti fisiologici, sino a 14 $/bushel non mi preoccuperei più di tanto. Tuttavia due considerazioni meritano di essere fatte:
RispondiElimina1) In qualsiasi corso ascendente delle quotazioni,si attraversano fasi di consolidamento o addirittura di breve calo. Potremmo trovarci in una di queste fasi; mai visto, del resto, un progresso continuo e costante dell’andamento dei prezzi;
2) Qualsiasi analista o apprendista tale, che elabora una analisi o enuncia una tesi, irrimediabilmente si innamorerà di essa difendendola sino a che essa non apparirà palesemente errata, se intellettualmente onesto. Nei casi più patologici, egli addirittura arriverà a smentire ciò che aveva scritto, accusando magari il lettore di aver capito male.
Con ciò voglio dirvi sostanzialmente, valutate bene ed in piena autonomia. Dopo aver ricevuto tanti complimenti per l’iniziativa del mio blog, non vorrei ricevere altrettanti insulti. Come ho dichiarato più volte, io amo vivere tranquillo (anche se purtroppo non sempre mi riesce).
Arrivederci a stasera (salvo imprevisti)
@franco, non credo che parliamo di due realtà diverse. Condivido tutto quel che dici, è ho sempre sostenuto la necessità di fare sistema per superare quella che forse è la difficoltà maggiore dell'agricoltura italiana, ovvero l'eccessiva parcellizzazione aziendale e l'impossibilità di fare economie di scala adeguate ai tempi. Poi, è ovvio che se tiri troppo la corda col grano in magazzino, rischi di più, ma è una regola economica quella che fa corrispondere a maggiori opportunità di guadagno maggiori rischi. Quello che volevo dire sulla volatilità è che di questi tempi se ne parla come se fosse il male assoluto, qualcosa su cui intervenire ad ogni costo (ci hanno provato anche al G20), mentre invece la (mia) esperienza indica che sappiamo cogliere anche le opportunità che derivano dalla volatilità, allo stesso modo in cui sappiamo difenderci dalla medesima facendo sistema, e dovremmo farlo di più. A questo proposito mi sembra che il sistema dei sussidi, concepito com'è per tutelare lo status quo, incoraggi di per sé gli agricoltori ad andare in ordine sparso, un problema che bisognerebbe trovare il modo di superare.
RispondiEliminaCaro amico granduro, il piccolo AGRICILTORE foggiano ti dice di stare tranquillo e nessuno può permettersi di dire male ,per quello che dici tutti noi dobbiamo agire in piena autonomia, il mercato è così lo si può analizzare come si vuole ma nulla è garantito, per cui per quel mi riguarda ti rinnovo il mio grazie è sè mi girano stasera chiudo i conti a €33 è chi se visto se visto anche se vorrei aspettare la quotazione di domani che esce a Foggia. Un caro saluto.
RispondiEliminaCaro amico foggiano, è sempre un conforto leggerti. Purtroppo in Sicilia il 33 ce lo sogniamo. A quel prezzo venderei anche io (almeno una parte) senza troppe perplessità.
RispondiEliminaAuguri
granduro
RispondiEliminati chiedo scusa per occupare cosi tanto il tuo blog
non ho nessuna intenzione e mezzi per rubarti la scena.
purtroppo ho visto tardi il tuo post su la valle del siele e non ho fatto in tempo a coommentarlo prima che fosse chiuso..ne approfitto per continuare qua il dialogo con masini..
masini
ovvio ,che le esperienze condizionano il nostro modo di pensare
personalmente aderisco, ove possibile a forme conosociate organizzate ,di acquisto mezzi tecnici,e conferimenti di mais differenziati(questa è prevalentemente zona maidicola)
e ad altre forme consociate spontanee con i 5 o 6 colleghi ,che fan rotazione per le altre colture, sempre differenziate ,per le quali non esistono forme consociate organizzate.Questo ci permette di seminare sapendo con sufficiente certezza entità del premio di differenzazione,data ritiro merce,acconti e saldi..in questo modo eliminiamo molti rischi , fastidiosi contenziosi, perdite di tempo e soldi...tipo quello dell' acquirente che non rispetta il contratto perchè il prezzo è sceso, non paga,non ritira la merce..ed è gia qualcosa..
,ed è pur vero che con i premi qualcosa in piu prendi,per il lavoro di differenzazione ..e qualcosa risparmi con l'acquisto consociato di mezzi tecnici..Questo è tutto quello che si puo ottenere adesso facendo sistema
Dato che la base son sempre i prezzi delle borse merci... se quelli non sono remunerativi,se vivi di solo reddito da lavoro agricolo,stai in piedi perchè lavori come 2 cinesi ( per dirla alla granduro), fai sistema e percepisci gli aiuti..hai limitato all'osso le spese.,senza intaccare la produttività e un anno su 3 o un anno su dieci ,se ti va bene riesci a ripagarti le perdite o gli investimenti di ventanni..sfruttando la volatilità.o l'aumento dei prezzi sulla scia di speculazioni o politiche miopi..che sono le stesse che ti han fatto perdere soldi e lavorare gratis o in perdita gli anni precedenti..
sono daccordo che esiste anche il problema dei costi della terra, dei canoni irrigui ,della parcellizzazione,,i miei 80 ettari( di cui 45 in affitto) sono in 52 appezzamenti,con circa 80 confinanti.(di cui ti puoi immaginare l'età e la zucca). Ogni tanto nasce una strada,un opera pubblica ,un area industrializzata spesso poco utili se non inutilizzate e tutta la fatica e spese per accorpare e sistemare,spietrare
terreni, mantenere siepi vanno a farsi benedire..
In campagna si liquida spesso in malo modo chi non è operativo.. ma la gente in campagna crede a quello che vede ... quelli che son arrivati
con l'aurea di "adesso vi faccio vedere io come si fa" han mollato ,fallito dopo aver fatto danni anche ad altri ,facendo lievitare prezzi di affitti e terreni che non ribassano più....altri ci metteranno anni ad andare in malora e avranno il tempo di fare ulteriori danni...
per molti l'azieda agricola è una copertura..occorerebbe non farsi accecare da simili sirene per far valutazioni della realtà.
sono talmente tanti e diversificati i problemi ,locali ,nazionali e anche globali..e talmente lontani dalla realtà, quelli che propongono soluzioni,che l'unico risultato ,se non ci svegliamo sarà ,di trovarci con soluzioni che garantiscono i privilegi di chi le propone.come è sempre stato ..e riusciranno pure a farci credere ,che di meglio non si poteva fare e per colpa nostra..
@Franco
RispondiEliminai tuoi interventi come quelli di Masini, sono sempre preziosi. Continuate pure, no problem.
A tutti gli altri lettori, invece comunico, che l'aggiornamento mattiniero sulle quotazioni NordAmerica, verrà pubblicato su:
Monitoraggio duro, passo passo: Il momento è delicato!
Sino a prossimo post sull'argomento.
Lasceremo questo spazio a chi vorrà confrontarsi su temi più generali.
Saluti
NEL FRATTEMPO LE QUOTAZIONI DELLA BORSA DI FOGGIA SONO CALATE DI 1€/ QUINTALE...........SPERIAMO BENE PER LA PROSSIMA SETTIMANA......PERCHè IO CREDO NELLA PROSPETTIVA CHE HA CONFIGURATO GRANDURO.....SALUTI A TUTTI
RispondiEliminain linea con le piazze siciliane.
RispondiEliminaGli ultimi aggiornamenti li trovi nei commenti
del post:
Monitoraggio duro, passo passo: Il momento è delicato!
Ciao