sabato 18 maggio 2013

Le semine di mais condizionano il mercato dei cereali

Oggi ci occupiamo anche di mais. Un amico di Padova infatti ci ha mandato alcune foto sullo stato delle semine in Nord-Italia ed un breve testo che rappresenta la situazione. Negli USA invece le semine di mais procedono a spron battuto, tanto da determinare un calo delle quotazioni future a Chicago.




il testo della mail:
un paio di foto sullo stato dell'arte delle semine in alcune aree della pianura padana, Padova in particolare, anche se le altre province non sono messe meglio, compreso il basso Friuli, ti allego un paio di foto.

L'anno scorso in alcuni areali perdite per siccità vicine se non addirittura il 100% tondo.
Quest'anno al 17 di maggio terreni assolutamente impraticabili per pioggia, pioggia che sarà prevista ad intermittenza fino a fine maggio.  Con terreni di questa natura, le semine che di solito vanno fatte a marzo/aprile per raccolto pieno, quest'anno se tutto va bene si andrà alla fine della prima decade di giugno!
Italia divisa in due quindi: al Sud caldo (in Sicilia stiamo praticamente in estate) mentre al Nord le piogge continuano a non dare tregua con danni sempre più seri nei confronti dell'agricoltura.

Nel contesto globale tuttavia, gli eventi italici hanno un impatto relativo. 

Un impatto consistente sui mercati globali lo stanno avendo invece le semine primaverili negli USA. L'ultima settimana, nel Corn Belt, è stata all'insegna del bel tempo e si è proceduto alla semina di superfici a mais molto estese, tanto che molti analisti prefigurano per quest'anno il record di semine assoluto negli USA.
Negli ultimi giorni quotazioni di mais e wheat sono andate giù a Chicago, anche se la chiusura del mais alla fine della settimana è stata in rialzo. Mentre quotazioni della soia sono state in crescita.
Al momento sui mercati vi è un contrasto molto forte tra i prezzi cash elevati per il prodotto fisico in esaurimento (con scorte molto basse) e quotazioni dei future in calo, viste le prospettive molto ottimistiche, sui prossimi raccolti di wheat e mais.

Il duro intanto rimane stabile più o meno su tutte le piazze mondiali; facile, che in Italia, perdurando questa situazione, perda qualche cent/kg ad inizio trebbiatura.

In Canada nel Saskatchewan le semine sono iniziate seppure in ritardo (8% contro il 16 % della media storica).


Mentre in N.Dakota il ritardo cumulato dal duro è notevole (11% vs 74%dell'annata precedente).



Infine ho dato una occhiata ad Altamura, e proprio oggi il duro ha avuto uno scivolone di 0,5 €/q. Brutto segnale! Quasi quasi comprerei un future di Casillo se fosse una opzione praticabile e stessi in Puglia.

3 commenti:

  1. Ciao Granduro
    Quello che più preoccupa sui prezzi è il concomitante surplus del 5% di grano soprattutto grazie alle aree del Mar Nero e della Russia che è a destinazione foraggera, che sommato a quanto pare alle ottime semine di mais nel corn belt americano potranno sicuramente dare più di qualche problema sui prezzi.
    Unica speranza a cui agrapparci è che la stagione è ancora lunga per il mais e lo storno dei futures sulle materie prime sono dovuti a fattori esterni quali il tracollo dei metalli di inizio maggio che ha costretto forzatamente buona parte degli operatori ad alleggerire le posizioni. Il fatto che tra i futures ed il fisico ci sia una differenza lascia aperta la porta a qualche speranza di tenuta dei prezzi.
    Non da ultimo non dimentichiamo una certa forza del dollaro 1.29 in linea con l'anno scorso ma molto più forte di anni più addietro quando ci furono punte fino ad 1.60, questo contribuirà alla tenuta delle quotazioni da noi.
    Proprio per questo ultimo fatto e per il fatto che il duro ha un mercato di nicchia esclusivamente food, io riterrei che non ci saranno grandi scossoni.

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  2. gino agricoltore pugliese18 maggio 2013 alle ore 18:43

    quasi sempre i prezzi del duro sotto la trebbiatura sono scesi, il mercato di fine maggio è un po falsato. Forse le scorte di duro sono fra le più basse degli ultimi anni, i mulini aspettano il grano siciliano con impazienza, se le produzioni dovessero confermarsi abbondanti potrebbero fare dei buoni affari all'inizio, visto che in giro c'è poca liquidità. Comunque alla fine non conviene a nessuno che il prezzo del duro crolli in maniera netta!!!

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  3. d'accordo sia con gino che con anonimo. per il grano siciliano credo sarà una buona annata, però non illudetevi di incassare più di 26 euro/q.le, ci sono anche il greco e lo spagnolo nello stesso periodo a prezzi più bassi.

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