martedì 28 maggio 2013

Semente certificata ed evoluzione varietale del grano duro, gli ultimi dati

Questo post è stato realizzato grazie ai dati inviatimi da un nostro assiduo lettore, Roberto Angileri, CEO della Proseme, che ci ha segnalato alcuni interessanti dati pubblicati dall'Ense e ne ha fornito altri disaggregati che solitamente rimangono nella cerchia degli addetti ai lavori.



Per dovere di ospitalità e per evitare di innescare una polemica senza fine (come già avvenuto in passato in vari post) manterrò un distacco (quasi) asettico nella presentazione dei dati, che ritengo estremamente significativi e che dovrebbero fare riflettere quanti continuano ad attivare sistemi coercitivi che impongono l'uso della semente cartellinata in Italia.

I primi dati riguardano l'ammontare della semente certificata di grano duro in Italia nell'ultimo anno e nei precedenti:

Annosemente cartellinata (q)
2012 2.035.848
2011 1.652.179
2010 1.473.341
2009 2.344.992
2008 2.947.022
2007 3.048.897

Come possiamo notare nel 2012 a seguito della reintroduzione dell'obbligo (per l'art.68) la quantità di semente cartellinata è aumentata di 383.669 q, rispetto al 2011.
L'impatto dell'obbligo tuttavia è stato inferiore alle aspettative, infatti il consumo di semente cartellinata in Italia prima della liberalizzazione (2007 e 2008) era intorno ai 3.000.000 di q.
Rispetto al plafond di quegli anni dunque l'uso di semente cartellinata si è ridotto di circa 1/3 (sono sicuro più di qualche produttore ha sacrificato parte consistente del Premio PAC)!! 
Tutto ciò, dobbiamo riportare per correttezza, a fronte di un calo delle superfici a duro tuttavia molto più modesto (circa il 12%), 1.439.231 di ettari nel 2007, contro i 1.257.575 nel 2012 (dati Istat).


Qui sotto invece in una tabella modificata inviatami dalla Proseme, sono presentati di dati disaggregati sulla evoluzione delle certificazioni delle prime 10 varietà di grano duro in Italia nell'ultimo biennio. Gli stessi dati li trovate pubblici nel sito dell'Ense.

Giustamente Proseme, con spirito aziendalista, evidenzia in giallo l'aumento molto netto di Simeto (+87%) e Core (188%), sue varietà,  rispetto all'anno scorso.
Mentre altre varietà importanti  non mostrano di trarre particolare beneficio dall'obbligo, alcune addirittura sono in calo.



Sebbene non siamo in possesso dei dati ufficiali regionali, anche discutendo con Angileri che ovviamente conosce i suoi dati aziendali, possiamo desumere che la crescita netta delle varietà Proseme sia legato all'aumento del consumo di cartellinato in Sicilia (molto più delle altre Regioni). 

Giusto per non essere troppo ingessato aggiungo quanto opportunamente mi ha ricordato Angileri:
PROSEME è l'unica società privata a riversare alla Stazione di Granicoltura di Caltagirone parte delle royalties sul SIMETO.
Sarebbe interessante, a tal proposito, sapere a quanto ammontano le Royalty di Simeto (ingenti ed in netto aumento visto le vendite di cartellinato) versate dai produttori (tramite Proseme), da 25 anni circa (neanche la Monsanto pretende tanto, estinguendosi i diritti di brevetto dopo 20 anni), ad un ente pubblico come la Stazione di Granicoltura di Caltagirone...della quale, personalmente non ricordo particolari contributi alla granicoltura moderna, qui in Sicilia, negli ultimi decenni. 
Dietro ai sementieri, che bene o male affrontano dei rischi d'impresa, va infatti ricordato che esiste un oscuro sottobosco pubblico, di varia natura, che lucra, con scuse pseudo-scientifiche, sul lavoro dei produttori, senza fornirgli in cambio tangibili servizi.

Ma tornando alla cruda realtà statistica ancora Angileri ci invia insieme a molti altri dati che non pubblico per non appesantire troppo il post (chi è interessato può scrivermi), i risultati di certificazione delle prime 20 varietà italiane negli ultimi 10 anni con una suddivisione nelle varie categorie di riproduzione.




Questi dati peraltro si accordano con quanto già pubblicato dal blog nel 2012, nel post Panorama varietale del duro 2012, quando prendemmo in considerazione le superfici controllate dall'Ense.


Dunque non possiamo che ringraziare Roberto Angileri della Proseme, che ha contribuito con dati statistici inediti all'approfondimento del tema varietale del Duro in Italia ed in Sicilia. A questo punto non possiamo però evitare di chiedergli del famoso studio di Horta "Impiego del seme certificato nei cereali autunno vernini e cereali minori nel Centro-Sud Italia e possibilità di riduzione dell'impatto ambientale" commissionato dalle Associazioni di Categoria dei Sementieri. Anche noi produttori, vorremmo visionare questo studio (sinora negato).
Se è vero che seminate un futuro migliore, come dice il vostro slogan, perché sinora ce ne è stata negata conoscenza!?!



28 commenti:

  1. Direbbe la Mara Maionchi di X factor: si, bene, bravo, ok,......ma per me e' NOOO!!
    Il nocciolo della questione?
    Lo vogliamo togliere questo legame "insano" tra contributo che ci spetta di diritto e seme certificato???????
    L'unico dato evidente che emerge e' che senza certificazione nel 2010 hanno perso il 30% di mercato.
    L'altro dato e' che comunque qualche collega agricoltore ci ha smenato il contributo...magari anche per non essere stato informato di questo metti e togli e metti il cartellino....!
    Ma attenzione.....guardate un po'che regalino ci sta preparando assosementi per il futuro nel link seguente.http://www.sementi.it/comunicato-stampa/265/riforma-sicurezza-catena-alimentare-sementi.
    Pare stiano lavorando per imporre tramite la commissione europea il seme certificato aggirando l'ostacolo e immolandosi quali paladini difensori del Consumatore!!!!!.
    Vi riporto un breve estratto:
    ......Il pacchetto di riforma della disciplina europea sui materiali vegetali e le sementi conferma l’obbligo per gli agricoltori di utilizzare sementi di varietà iscritte nei registri ufficiali, certificate e controllate dalle Autorità preposte. Una scelta che salvaguarda l’attività di ricerca ed il commercio delle sementi in Europa, così come la sicurezza dei prodotti agroalimentari che giungono sulla tavola del consumatore finale.....
    Adesso pero' li anticipiamo noi agricoltori.....
    non gli bastera' un'altra Horta!
    Ciao
    DA Siena e' tutto
    Passo

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  2. basterebbe far approvare un decreto con il quale l'agricoltore che acquista un certo quantitativo di seme di prima riproduzione puo'
    riprodurre per la sua azienda un quantitativo moltiplicato per un dato coefficiente di seme aziendale.

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    1. già, si sono sempre opposti a questa soluzione di tipo francese.
      Ma la furbata dei sementieri italiani consta nel fatto che siano riusciti a fare passare l'idea che l'utilizzo del seme cartellinato rivesta un interesse generale...

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  3. ma scusate.........ho letto da qualche parte che lENSE è stato accorpato al CRA.........cioè uno dei casi in cui il controllato controlla e dirige il controllore.
    Infatti il CRA è costitutore di numerose varietà di frumento duro,tenero, avena riso, erba medica, trifoglio etc etc

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    1. va bé dai, siamo in Italia....te ne dico un altra...le associazioni di sementieri siedono nel Consiglio di Amministrazione di Ense
      http://www.ense.it/documenti-sopr/L%20161%20Lettera%20ASSEME%20al%20Presidente%20on.%20BERLUSCONI%20%20%20ENSE-%20D.%20Legge%2031.5.10%20%20n.%2078%20.pdf

      I controllori controllati dai controllandi

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    2. certo.....ma quella del CRA che controlla totalmente l'ENSE è' un fatto gravissimo. Quando l'anno scorso l'Ense fu affidato all'Ente Risi ci fu una levata di scudi per bun possibile conflitto di interessi.....ora nessuno ha fiatato.
      In Spagnq esistono esistono le varietà pubbliche e sono pubbliche in Italia sono "degli amici degli amici".
      Le varietà del CRA (duro,tenero,avena,orzo,erba medica,favino) sono gestite dalla Fondazione Bolognini e da poche società private.
      Si parla di sottobosco e di sementieri......in verita' si deve parlare di BOSCO e di pochi Costitutori che gestiscono il sistema e la rete.
      Le varieta' del CRA sono gestite anche da PROSEME-APSOVSEMENTI-SIS-ISEA.
      Vi siete mai chiesto come mai la varietà Arcangelo è stata messa fuori mercato in modo coatto ed illegale?
      eppure era tra le più coltivate in Sicilia.
      Cito una frase letta e riferita da un uomo di potere "non temiamo i Governi e i Politici.....perché li compriamo....temiamo invece i consumatori!",
      Si protesta contro le ditte sementiere che sono solo l'ultimo anello della catena....mentre i veri manovratori sono pochi e stanno dietro le quinte ma sono ben individuabili.

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    3. interessante...ti andrebbe di scrivere un testo articolato sulla vicenda? Puoi scrivermi alla mail privata, anche sotto anonimato...

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    4. scusami Granduro.....che informazioni ti interessano?
      non ho alcun problema a fornirtele.....apprezzo molto la tua onestà intellettuale e i tuoi giudizi critici ma purtroppo a volte ci sono molte verità nascoste

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    5. non è meglio, se mi scrivi alla mail?...che già qualcuno comincia ad innervosirsi e mi fai capire meglio...granodurosicilia@gmail.com

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  4. Caro Blogger, non conoscendo il suo nome mi rivolgo a Lei così.
    Mi sento direttamente coinvolto dal suo commento riguardo la certificazione delle sementi di frumento duro e in particolare del Simeto, varietà costituita dalla Stazione Sperimentale di Granicoltura per la Sicilia, in qualità di ricercatore dell'Ente sin dal 1983 ed oggi Direttore dello stesso.
    Mi risulta difficile comprendere come Lei che dovrebbe sapere navigare su internet, non conosca le attività dell'Ente, infatti da una semplice visione del nostro sito istituzionale www.granicoltura.it potrà verificare una parte delle nostre attività e notare come abbiamo contribuito al successo dei produttori di frumento duro siciliani e non solo.
    Le faccio notare che, quando negli anni 50 la produzione media del frumento in Sicilia era di circa 10-12 q.li ad ettaro,la Stazione costituì il Capeiti che rivoluzionò la granicoltura isolana portando le medie produttive a circa il doppio. Il Capeiti era molto produttivo e non si allettava come tutte le altre varietà. Più recentemente il Simeto e molte altre varietà di leguminose da granella e da foraggio hanno consentito produzioni di buona qualità oltre che ottima quantità.
    Le Royalties sono una parte dei costi di produzione che non influenzano il reddito finale dei produttori, anzi assicurano una qualità certificata della semente impiegata che sicuramente supera e ripaga abbondantemente l'investimento o le spese dei produttori.
    I soldi dall'Ente percepiti come Royalties consentono a questo Ente, che ha una storia di circa 1 secolo, di continuare a servire l'agricoltura isolana e in particolare quella che non vede investimenti ne pubblici (progetti di ricerca) ne tanto meno privati.
    Io ritengo che le royalties siano un piccolo contributo a servizio di tutti.
    Caro Blogger si documenti prima di fare affermazioni che rasentano la diffamazione di un Ente e dei suoi lavoratori che in silenzio e con passione conducono un lavoro che solo la passione ripaga e non certo i proventi delle Royalties.
    Cordialità
    Il Direttore della
    Stazione Sperimentale di Granicoltura
    Gianfranco Venora
    PS.invito Lei e tutti coloro che lo desiderano a visitarci non solo virtualmente nel nostro sito ma anche nella nostra Sede a Borgo Santo Pietro Caltagirone.

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    1. Ho inserito il link della Stazione nel testo del post (in azzurro alla frase "Stazione di Granicoltura di Caltagirone") come faccio sempre quando cito le fonti, già prima del vostro intervento, chi vuole poteva già agevolmente controllare il vostro operato, se è così semplice percepirlo.
      Ho anche invitato il Commissario Straordinario della Stazione Giuseppe Li Rosi a pubblicare sul mio blog (e ne posso fornire prova), i risultati della vostra attività (come mi sarei dovuto documentare meglio di così?). Non ne ho avuto alcun riscontro, se non oggi questa vostra simpatica diffida.
      Avete una strana idea del servizio all'agricoltura, ma tant'è...

      A questo punto, per evitare che il vostro intervento rimanga infruttuoso, vi chiedo nuovamente e pubblicamente, di mettere a conoscenza degli utenti del blog, l'attività recente della Stazione in favore dell'agricoltura siciliana dalla costituzione del Simeto (oramai 30 anni fa) ad oggi (tralasciando la costituzione del Capeiti ed altre varietà del Dopoguerra, che francamente possiamo anche consegnare ai libri di Storia Agronomica, se consentite).

      Sarebbe anche interessante sapere a quanto ammontano le Royalty della Stazione relativamente al Simeto, giusto per essere trasparenti nei confronti dei contribuenti e per capire quanto piccolo sia il contributo richiesto al servizio di tutti.

      Sinceramente
      Granduro
      Redattore del Blog"Duro di Sicilia"
      P.S: Invito lei a venirci a trovare più spesso sul blog, per tenerci aggiornati sulle vostre attività agronomiche, finanziate con pubblico denaro (se ve ne sono).

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    2. Questo commento è stato eliminato da un amministratore del blog.

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    3. Anonimo (un nick, please).
      credo che la Granicoltura ce la avesse con il post del blog (l'articolo prima dei commenti)...naturalmente, prima del tuo ultimo commento...

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  5. Il problema si risolve con 3 semplici parole:

    Prelievo....minimissimo sulle transazioni
    Sostegno....alla ricerca/no ai semplici moltiplicatori
    Meritocrazia......solo a chi dimostra di meritarlo

    I soldi vanno elargiti come se ogni volta si premiasse un Nobel!
    E non a pioggia ai fancazzisti e scaldaseggiole, raccomandati.


    La piu' importante societa' sementiera di cereali francese pare abbia ricevuto nel 2012 un premio dallo Stato pari a 9 ml di euro, relativi al prelievo volontario obbligatorio.
    E noi stiamo qui a discutere....del nulla!
    Sveglia, o tra un po' chiudete tutti, anche i pochi buoni ricercatori rimasti.
    Fate sta legge del minimo prelievo e avanti chi merita!
    ....dubbio atroce?Non e' che poi fate la legge e lasciate pure l'obbligo del certificato?!!!
    Saluti a tutti









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  6. Rispondo ulteriormente, veniteci a trovare.
    Non intendo continuare questo inutile ping-pong.
    Noi lavoriamo e i frutti del nostro lavoro sono visibili, documentate a chi ci controlla.
    Tanto dovevo
    Il direttore

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    1. "veniteci a trovare", sembra la pubblicità di un villaggio vacanza o di un museo...un tempo era la Granicoltura ad andare incontro agli agricoltori, in campo, e senza peraltro richiedere Royalty in cambio del suo contributo....ahinoi ora nell'epoca dell'informazione via web, siamo noi produttori che impegnati in mille adempimenti, la maggior parte generati vessatoriamente da una struttura Statale sprecona, dobbiamo recarci presso la Sede della Granicoltura per conoscerne l'attività.
      Grazie del significativo contributo.


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  7. Noi non ci nascondiamo dietro una pagina web.
    Mi chiami per telefono affronti il confronto a viso aperto, Noi non abbiamo nulla da nascondere ne temiamo critiche che rasentano la diffamazione.
    Si identifichi con nome cognome e telefono come ho fatto io.
    La saluto
    Certamente questo blog non credo che contribuisca alla soluzione dei problemi dei produttori cerealicoli.
    Saluto tutti i lettori eli invito a verificare le parole con i fatti.

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    1. nessuno ha mai diffamato qualcuno qui ma chiesto solo informazioni sacrosante edovute da un ente pubblico
      peraltro in risposta ad un affermazione che non era stata neppure sollecitata.
      E' stato affermato che l'Ente pubblico riceve "parte" delle royalties incassate da una societa' privata.
      Allora sorge spontanea la domandaper conoscere l'entita' di quanto ritorna all'Ente e quanto al privato.
      E non credo ci sia da offendersi per una richiesta legittima
      atteso che peraltro i bilanci e la documentazione di un ente pubblico deve essere a disposizione di tutti

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    2. A me sembra che chi sfugge il confronto a viso aperto è lei...preferendogli una bella telefonata amichevole al riparo da padiglioni auricolari indiscreti.

      Se lei vuole rispondere pubblicamente alla domande che le ho posto (che penso abbiano una loro validità a prescindere dalla identificazione della mia persona), lo può fare tranquillamente via web. Le darò tutto lo spazio di cui necessità.

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    3. Bisogna ammettere che in questo modo la protesta rimane sterile. Ci vogliono proposte serie e concrete.
      Mi chiedo..... quanti sono realmente i durogranicoltori capaci ed attrezzati realmente per autoprodurre seme aziendale?
      Se invece si vuole acquistare dai sementieri seme non certificato quanto costa meno da quello certificato?

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    4. ricordo che la legge prevede il ricorso alla pulitura per conto terzi presso gli stessi sementieri ed è molto diffusa questa pratica a prezzi molto concorrenziali.

      Oggi esistono macchine pulitrici a prezzo modico, finanziabili da PSR che personalmente ho visto acquistare da alcuni agricoltori negli anni di liberalizzazione.

      Non ci fosse stato l'obbligo, era pronta a sbarcare in Sicilia, una ditta specializzata per la pulizia della semente in azienda con macchine specializzate, esattamente sul modello Francese.

      Direi che oggi, per un agricoltore moderno farsi il seme è un obbligo per contenere i costi. Se non ne è capace meglio che cambi mestiere.

      Acquistare seme non certificato è illegale...dovrebbe rivolgere questa domanda ai sementieri eventualmente, più che a me.


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  8. Mi sembra che l'ultimo post sia il più sensato.
    Io non voglio telefonare a nessuno al riparo da nulla, sono abituato a relazionare pubblicamente in congressi nazionali e internazionali quindo non ho assolutamente paura di nulla e di nessuno,ma certamente tu ti nascondi dietro il web e attacchi e sentenzi.
    Allora l'ammontare delle Royalties è di circa 70 mila euro per l'anno 2011, io sono direttore da Novembre 2012 questo è l'unico dato che conosco. Questa è una cifra che può sembrare molto o poco a seconda dei punti di vista.
    Per ottenere una varietà di frumento duro occorrono 12-14 anni di lavoro, senza sapere se essa sarà una varietà come il simeto che ha avuto un successo strepitoso, se si fa il conto dell'investimento che ci è voluto per ottenerla, personale ricercatori, tecnici,operai terreni etc, spese generali ed amministrative lascio a voi concludere che 1,5 euro a quintale di semente certificata viene dato come royalties cioè il 2%, questo costo in più credo che giustifichi il lavoro svolto dalla Stazione e contribuisca alsuo sostentamento.
    Ribadisco quanto detto nel mio primo commento la ricerca oggi non è sostenuta dal pubblico come ricerca ma solo come sostentamento di alcuni stipendi.
    Forse i soldi pubblici sarebbero meglio spesi se la ricerca ricevesse un impulso veramente sostanziale e no pochi spiccioli.
    Il nostro fondo di funzionamento, cioè i soldi che riceviamo dalla Regione sono circa 150 mila euro,se non avessimo le royalties cioè il frutto del nostro lavoro, potremmo chiudere i battenti.
    Invece di fare demagogia i produttori dovrebbero pretendere una qualità della semente certificata che assicuri un'ottima germinabilità,una purezza della semente elevata e seme con ridotte quantità di fungi capace di fornire elevate rese,maggiori della semente riprodotta in aziende che non hanno i mezzi tecnici per produrre adeguatamente seme di frumento o di altre specie vegetali.
    Le sementiere anche se private debbo fornire un servizio al produttore il quale deve avere gli strumenti e il BLOG potrebbe essere utile, per eventualmente presentare contestazioni sulla qualità della semente.
    Il resto sono parole, oggi è molto importante avere seme tecnico in una granicoltura in cui le piccole percentuali possono fare la differenza di reddito.
    Comunque ribadisco che il blog e i post a me personalmente non piacciono perchè non riesco ad esprimere precisamente i concetti e le idee che potrei con altri mezzi di comunicazione.
    Saluti a tutti,
    Desidererei conoscere in ogni caso il blogger, consideratoche iosono identificato e identificabile Lui NO.

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    1. Prendiamo questi dati per buoni, pur non disponendo di una fonte originale e certificata (chiunque potrebbe spacciarsi per il Direttore della Stazione in fondo).

      Interessante rilevare che per una varietà brevettata costituita magari con sforzi biotecnologici costosi ed avanzati, una ditta privata abbia diritto soltanto a 20 anni di Royalty, mentre la Stazione ancora ricavi Royalty da una varietà pubblica costituita con mezzi relativamente a basso costo, circa 30 anni fa.

      Continuo a non avere chiaro la vostra attività di miglioramento genetico sul grano (ma non vi chiamate Granicoltura?)dopo il Simeto...ma non importa.

      Continuo a non capire quale sia la rilevanza di conoscere la mia identità...ma dovrà farsene una ragione...temo..LUI non è tenuto a rivelare alcunché...

      Continuo a non capire perché è intervenuto se non apprezza questo blog ed in generale lo scambio di informazioni via web...

      Rilevo che la Granicoltura sinora è l'unico soggetto che abbia ravvisato estremi diffamatori in questo blog (non chiarendo peraltro quali sarebbero state le frasi lesive della sua onorabilità), seppure noi ci siamo occupati di un numero elevato di Enti pubblici e privati.

      Intravedo una idea molto vaga della attività agricola reale, le consiglio di continuare a relazionarsi in Convegni Nazionali ed Internazionali, dove è improbabile che possa venire catapultato nella cruda realtà agricola.

      Grazie lo stesso e Buon lavoro

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  9. ho preferito eliminare un commento anonimo che alludeva ad una persona che non poteva evidentemente difendersi...non so se è stato opportuno....ma anche i blogger si fanno qualche scrupolo...

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  10. Al Nord,dove l'art.68 non prevede l'acquisto di seme certificato, il cambiamento e' gia' in atto.
    Ho partecipato a una riunione organizzata da Coldiretti a Ferrara con una ditta, pare sia la prima in Italia, che fa servizio aziendale di selezione e concia a domicilio in tutto il Centro Nord-Italia.
    Risultato:hanno detto che visto l'ostruzionismo e le velate minacce di ritorsione ricevute, propongono agli agricoltori, (perche' si mettano al riparo da qualsiasi rischio di denuncia per aver riutilizzato una determinata varieta', senza pagare le royalty)di acquistare varieta' R1 di costitutori che hanno accettato di vendere con una minima royalti ricaricata sul prezzo.
    Quindi io agricoltore compro 200kg di R1(per seminare 1 ettaro) che mi produrranno 5000kg di R2 che mi servira' per seminare 25 ettari e il gioco e' fatto.
    Quali sono i costitutori? Al momento molti esteri hanno aderito....ma a breve, sull'onda del cambiamento saranno costretti anche i "nostrani" se non vorranno morire....per mancate vendite.
    Il sig. Granicoltura e' lontano anni luce dalla realta' se pensa
    che non siamo in grado di riprodurci con qualita' le sementi risparmiando!
    Ci mancava solo la concia ed ora possiamo, tramite quella ditta.....visto che la legge italiana vieta...chissa' per quale motivo...(vedi etichette dei piu' comuni concianti)l'utilizzo diretto da parte dell'agricoltore!


    Morale: l'Italia e la Sicilia di piu' ancora, e' sempre stata
    invasa da conquistatori che di volta in volta si inventavano una nuova tassa.
    Direi che Darwin aveva ragione: e'l'adattamento che determina la sopravvivenza di una specie.
    Ci siamo adattati a difenderci e abbiamo piu' capacitaà di altri popoli di reagire a vessazioni d'altri tempi!
    Ciao a tutti dal Presidente Napolitano....o forse no!
    Il Blog e' bello anche per questo.


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    1. Bella testimonianza, grazie!

      No, Presidente...se lo faccia dire da un siculo puro sangue, oggi i nemici della Sicilia sono quasi tutti siculi...e porteranno l'Isola alla rovina sperando di salvare i privilegi sino all'ultimo istante.

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  11. Credo che abbia già perso pure troppo tempo a rispondere.
    Pensatela come volete.
    L'Ente svolge il suo dovere e anche di più.
    Lascio a voi perdere tempo qui io faccio cose concrete.
    Saluti

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    1. se vuoi fare una cosa concreta...fai un confronto sperimentale tra la resa di un ettaro di una varietà cartellinata contro la stessa varietà ottenuta dal reimpiego aziendale della R1 (pulita a dovere). Poi ci fai sapere i risultati e quanto il tuo famoso "seme tecnico" produce di più.
      Certo non è facile che i vostri abituali finanziatori, sponsorizzino uno studio del genere.




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