mercoledì 29 febbraio 2012

Se questa è l'Europa...

Ogni giorno che passa la UE sembra contraddire sempre più, gli ideali di unità, solidarietà ed armonia tra i popoli europei cui, lei stessa, asserisce di ispirarsi.
Sebbene l'Unione Europea, infatti, appaia sempre molto sensibile alle esigenze economico-finanziarie di banche e grandi industrie del continente perennemente in difficoltà, la stessa generosità non si riscontra, purtroppo, verso i cittadini più deboli e poveri dell'Unione. 

Ieri la Commissione Ue, infatti, ha approvato, nel corso del Comitato di gestione OCM Unica del 28 febbraio 2012, il piano di ripartizione per il 2012 dello stanziamento complessivo di 500 milioni per distribuire aiuti agli indigenti che vivono nell'Unione Europea. Una dotazione finanziaria pari, per fortuna, a quella registrata negli ultimi anni. 
Se, però, ci prenderemo la briga di osservare con maggiore attenzione il percorso tormentato a cui è stato sottoposto questo stanziamento, ci renderemo conto di quali siano le reali intenzioni ed il modus operandi dei  nostri principali partner europei.

Nel 1987 nell'ambito della Politica Agricola Europea la Commissione Europea sotto la presidenza Delors istituì il programma europeo di aiuti alimentari (poi divenuto PEAD). Nel 2009, il PEAD era arrivato a distribuire alimenti  per quasi 500 milioni di euro, che consentivano di fornire pasti a circa 13 milioni di indigenti in 19 dei 27 paesi della Ue, in particolare in Italia, Polonia e Francia. Mentre nel 2012 il numero di cittadini  europei interessati dal programma, si stima essere pari a 18 milioni
Inizialmente il cibo gratuito proveniva dalle scorte d'intervento della PAC, man mano però che le eccedenze alimentari europee si andavano riducendo (soprattutto a causa di una poco realistica politica agricola europea), così come andava aumentando il  numero di cittadini europei in difficoltà in seguito alla crisi economica globale, il programma di aiuti alimentari era costretto ad affidarsi ad acquisti di alimenti, direttamente sul mercato.
Questo mutamento operativo, tuttavia, innervosiva il nostro alleato Germanico che presentava ricorso alla Corte Europea di Giustizia, ritenendo che il PEAD, non avendo più la finalità di smaltire le scorte agricole in eccedenza, non soddisfacesse più gli obiettivi della PAC, e che quindi non dovesse essere più finanziato in tale ambito.
Nel mese di aprile 2011, la Corte europea di giustizia, dando ragione al ricorrente, stabiliva che il programma di aiuti, si sarebbe dovuto basare su derrate alimentari provenienti dalle scorte d'intervento. In assenza di tali eccedenze, i finanziamenti per il sistema di aiuti sarebbero stati ridotti a 133 milioni di € nel 2012, dai 500 milioni di € del 2011.
Il 20 settembre peraltro la Germania insieme a  Regno Unito, Svezia, Olanda, Danimarca e Repubblica Ceca, si opponevano al tentativo del Consiglio Agricoltura Ue di ripristinare gli aiuti europei a favore dei cosiddetti ‘banchi alimentari’. I sei paesi formando una "minoranza di blocco" (prevista dal trattato di Lisbona) riuscivano a bloccare la proposta di ripristino degli aiuti.
Il  rappresentante della Germania in Commissione Agricoltura, il sottosegretario Robert Kloos, affermava con teutonica  intransigenza che ”in linea di principio l’aiuto ai poveri e’ una buona cosa, ma e’ un dovere che spetta ai governi nazionali”, sostenendo che quindi tali fondi dovrebbero essere forniti ”dai bilanci nazionali e non dal budget della politica agricola 

Successivamente in seguito alle pressioni di Francia, Belgio ed Italia in testa, con il Commissario agricolo europeo Ciolos molto determinato nel voler ripristinare gli aiuti, la Germania, in una riunione del Consiglio dei Ministri Europei del 14 Novembre, ammorbidiva la sua posizione e dava il via libera (poi ratificato ieri) ad un programma di aiuti biennale sino al 2013 senza alcuna riduzione di budget.
Qui una dichiarazione soddisfatta del nostro Ministro dell'Agricoltura Catania.

Tuttavia si potrebbe trattare di una vittoria di Pirro, ancora il Ministro dell'Agricoltura tedesco Ilse Aigner sull'argomento:
 In futuro l'Unione Europea non deve più finanziare le politiche sociali" ha dichiarato stamane il ministro dell'agricoltura tedesco. "Bisogna essere molto chiari dal primo gennaio 2014 non ci sarà politica sociale a livello europeo". 
Uhm, ma allora questa Europa per cosa sarebbe nata? L'unica finalità chiara e coerente, al momento, sembrerebbe quella di garantire, gli investimenti, in titoli di Stato, del grande capitale internazionale. Siamo sicuri che sia questa, l'Europa che abbiamo in mente?







3 commenti:

  1. Il trattamento riservato alla grecia spiega molte cose,oggi la bce ha dato oltre 500 miliardi di euro alle banche,e sono 1000,servono a mettere al sicuro le banche tedesche e francesi esposti con i titoli pigs,tempo un paio di anni ,il tempo per ammortizzare e sbarazzarsi di quei titoli e l europa si spaccherà in 2-Nord-Sud e i pigs saranno il sud,e cosa nè sarà di noi nessuno lo sà,poichè una italia chè conservi l attuale sistema produttivo seppur in stato confusionale,con una moneta propria, sarebbe un terribile competitor per il nord,se quello è il loro progetto cercheranno di annientarci il più possibile,e questi accordi di libero scambio con i paesi del nord africa sono un ulteriore grimaldello contro la nostra economia,alla faccia della solidarieta europeista,questi hanno già deciso chè con noi non hanno più niente da spartire,neanche un tozzo di pane,che non si nega neanche a un cane figuriamoci ad una persona caduta in disgrazia.
    E si piu andiamo avanti,più mi convingo che cè una unica soluzione.!

    RispondiElimina
  2. Puoi dirlo forte prima usciamo da questa europa meglio sara' per noi,epoi fare il contrario di quello che fanno loro.Possibile che nessuno capisce che questo sistema ci porta alla poverta',e alla schiavitu'.E pensare che prima Berlusconi e ora Monti,girano intorno alla Merchel come lacche'che vergogna.

    RispondiElimina
  3. http://www.youtube.com/watch?NR=1&feature=endscreen&v=5bT2GsaK9k4

    RispondiElimina