giovedì 23 febbraio 2012

Il succo d'arancia parla americano?

Tempo fa mi occupai nel post "La saga siciliana del succo di arancia" del succo di arancia, appunto, una delle materia prime agricole più rilevanti nei mercati finanziari.  Oggi è rimbalzata dall'Aduc la notizia, incredibile almeno per uno come me che non si occupa di questi mercati direttamente, che in Europa l'80% del succo consumato sarebbe di provenienza Statunitense e Brasiliana.  

Il motivo di queste massicce importazioni sarebbe collegato alle specie di arance coltivate dai produttori del continente americano, che ben si adattano alla lavorazione industriale, mentre in Europa le arance appartengono a cultivar più idonee al consumo fresco. 
Nel frattempo negli ultimi mesi il succo ha anche toccato quotazioni record, di cui a ben vedere, i produttori mediterranei non sembrano avvantaggiarsi, visto le quotazioni spesso infime del prodotto fresco.
Tutto ciò, in un mercato in piena crescita visto che negli ultimi due anni il consumo di succo è quasi raddoppiato.
Negli USA intanto (del 19/01/2012): 
Le squadre di investigatori della Agenzia per gli alimenti e i medicinali degli Stati Uniti (US Food and Drug Administration – FDA) stanno controllando le importazioni di succo d'arancia provenienti dal Brasile dopo il rilevamento, a fine dicembre, della presenza di modeste quantità di un fungicida (il cabendazim) in un lotto. Tale sostanza attiva è utilizzata su alberi d’arancio in Brasile per combattere la muffa, ma  negli Stati Uniti ne é vietato l'impiego sugli agrumi.
Per ora le importazioni di succo d'arancia negli Stati Uniti sono state bloccate, almeno fino a quando la Fda avrà completato l'indagine, mentre le ispezioni nei supermercati si stanno concentrando sulle aziende americane che importano maggiormente dal Brasile. 

E le importazioni in USA sono ancora bloccate visto che i produttori brasiliani sono molto preoccupati (13/02/2012). 
E da noi in Europa, e specificatamente in Italia, qualcuno sta valutando la possibilità di bloccare qualche importazione di succo brasiliano con residui di fungicidi? Non sembrerebbe.
Eppure se prendessimo a modello i nostri scafati concorrenti, che per qualche partita di prodotto non a norma determinano il blocco di tutte le importazioni sine die, vedi il blocco dell'olio d'oliva in Cina (e qui), forse potremmo dare qualche boccata d'ossigeno ai nostri produttori.
Ma a quanto pare in Europa e soprattutto in Italia le frontiere sono sempre aperte per le importazioni di prodotti agricoli esteri.




4 commenti:

  1. Ti dò solo un dato: le arance per industria, le nostre arance rosse, vengono pagate, posto fabbrica, a 8-9 centesimi al chilo. Mediamente per fare un litro di spremuta occorrono 2,6 chili di arance .... fai tu i calcoli ...

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  2. Non è facile fare i conti
    Il contratto future al momento quota 1.85 $/libbra.
    Ogni libbra equivale a 0.4536 Kg, al tasso di cambio attuale circa 3 €/kg. Soltanto che si tratta di succo concentrato congelato.

    http://www.spectrumcommodities.com/education/commodity/oj.html


    Si, ma se le dogane rompessero un pò le scatole, facendo controlli ed analisi (facendo i "pillicusi", si dice da noi), come quelli che subiamo quando vogliamo esportare, almeno gli renderemmo la vita un po' più difficile, a tutte 'ste importazione.

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  3. Comunque la Coca Cola si è organizzata in Calabria, a quanto pare paga 7 cent/kg.

    http://attualissimo.it/coca-cola-migranti-ridotti-in-schiavitu-per-raccogliere-le-arance-destinate-alla-fanta/

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  4. pure scandaloso è che si sono piantate,e continuano a piantirsi cultivar che producono mediamente arance di calibro piccolo destinabili solo alla fabbrica...roba da pazzi,pensando ai soloni,professori qualificati e ai professionisti che gravitano nel settore,...tutti un pugno di pazzi per aver consentito cio.

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