Sta tenendo banco in questi giorni nei paesi euromediterranei, il dibattito sull'accordo commerciale Agricolo tra Unione Europea e Marocco, che potrebbe essere approvato domani dal Parlamento Europeo. In pratica si tratterebbe di eliminare o ridurre fortemente i dazi per molte produzioni agricole scambiate tra Europa e Marocco.
Tenendo conto delle produzioni agricole marocchine a basso costo direttamente concorrenti delle nostre produzioni ortofrutticole Mediterranee, questo accordo sta destando grande preoccupazione nel Mondo Agricolo. Così i sindacati agricoli appaiono molto decisi nel denunciarne i rischi per la nostra agricoltura.
“E’ noto – scrive Guidi di Confagricoltura – e ribadito anche da atti del Parlamento Europeo, che il costo del lavoro in Marocco è molto più contenuto di quello medio europeo, ed in particolare di quello italiano, e che nel Paese l’applicazione dei diritti fondamentali ha ancora molte lacune e non ci sono garanzie che la sicurezza alimentare sia basata su principi e procedimenti del tutto analoghi ai nostri”.
Da più parti, in Italia, ci si appella agli europarlamentari italiani perché votino contro il trattato, in vista della seduta plenaria di domani.
Dando una occhiata alla notizia sulle fonti internazionali, ci si rende conto, che questo accordo con il Marocco è osteggiatissimo da Spagna e Portogallo (che se lo trovano molto più vicino) ed in parte anche dalla Francia, dove Bovè, il celebre agricoltore no-global, guida una crociata contraria, insieme alle associazioni di piccoli agricoltori francesi. In Spagna addirittura vi sono state manifestazioni di piazza di agricoltori andalusi che hanno inondato di pomodori, l'ufficio del Parlamento europeo, a Madrid.
Insomma uno schieramento contrario abbastanza nutrito. Ma allora perché questa decisione così contraria agli interessi di tanti agricoltori europei potrebbe andare in porto? Chi la sostiene?
Da qualche parte ho letto che favorirebbe le importazioni dei paesi continentali di prodotti Mediterranei. Potrebbe essere, ma allora perché il nostro Governo, almeno a leggere la nota di Confagricoltura, si è sinora dimostrato espressamente favorevole (ebbene si!) al trattato? "Per non creare un incidente diplomatico" si giustificano i nostri cari tecnici. Ma dobbiamo credergli? E che sarà mai questo Marocco, una potenza nucleare!
Poi leggo una intervista congiunta Bové-Muscardini, dove l'europarlamentare italiana centrista, si fa addirittura portavoce europea delle ragioni dell'accordo al grido: "Investimenti e sostegno finanziario Europei in Marocco".
Ma ancora non basta per giustificare una scelta così deleteria per l'economia agricola italiana. Così cercando ancora, ma nel campo marocchino questa volta, si trova la candida lettera che, il presidente dell’Istituto marocchino di relazioni internazionali (IMRI), Jawad Kerdoudi, invia a Bovè per giustificare le ragioni marocchine dell'accordo:
Le Maroc a scrupuleusement respecté ses engagements vis-à-vis de l’Union européenne, et c’est ainsi que le 1er mars 2012, tous les produits industriels européens entreront sur le marché marocain en franchise de droits de douaneOvvero:
Il Marocco ha scrupolosamente rispettato i suoi impegni nei confronti dell'Unione europea, e così dal 1 ° marzo 2012, tutti i prodotti industriali europei potranno entrare nel mercato marocchino, liberi da dazi doganali.
Insomma è stato fatto uno scambio anche se nessuno lo dice apertamente: gli industriali Europei potranno liberamente esportare i loro prodotti così come giustamente il Marocco potrà rispettivamente esportare i suoi prodotti agricoli senza restrizioni doganali. Purtroppo noi, come agricoltori europei ed italiani in particolare, ci troviamo nella antipatica condizione di essere le vittime sacrificali del processo di globalizzazione in atto. Faccio mio l'appello di Guidi:
"si abbia quanto meno il coraggio di dichiarare apertamente che l’agricoltura non è un settore economico strategico per lo sviluppo del nostro Paese".
Risparmieremmo un sacco di tempo e di bile!
P.S.: Qualche giorno dopo la stesura frettolosa di questo post, ho trovato questo link, sul ruolo diplomatico attivo del governo Monti nella preparazione dell'accordo con il Marocco. E' datato peraltro 2 Febbraio 2012, precedente dunque alle inevitabili polemiche politiche che annacquano il dibattito attuale sulla vicenda.
P.S.: Qualche giorno dopo la stesura frettolosa di questo post, ho trovato questo link, sul ruolo diplomatico attivo del governo Monti nella preparazione dell'accordo con il Marocco. E' datato peraltro 2 Febbraio 2012, precedente dunque alle inevitabili polemiche politiche che annacquano il dibattito attuale sulla vicenda.
Evidentemente ci saranno stati investimenti in Marocco da parte di gruppi che detengono un forte potere decisionale nel nostro governo.
RispondiEliminaL'industria poi è ormai l'unico settore che è tenuto in conto anche quando si tratta di erogare contributi agli agricoltori; infatti ormai i psr servono solo a comprare trattori nuovi, e non più ad adeguare o implementare le trutture per la conservazione, la lavorazione e la commercializzazione dei prodotti agricoli da parte degli agricoltori
bravo GranBio ti condivido, è la storia è troppo lunga per essere raccontata. lo sanno anche le pietre ma fa comodo a molti
RispondiEliminaalberto
gli accordi commerciali fioccano in questo periodo.
RispondiEliminaAccordo USA-UE sul biologico stavolta.
http://www.liberoquotidiano.it/news/936069/Agricoltura-tra-Ue-ed-Usa-storico-accordo-per-prodotti-bio-certificati----.html
approvato! 369 sì, 225 no e 31 astensioni
RispondiEliminahttp://ansamed.ansa.it/ansamed/it/notizie/rubriche/economia/2012/02/16/visualizza_new.html_99646547.html
Ed il governo Monti ne è stato uno degli artefici principali!
RispondiEliminahttp://www.meridianionline.org/2012/02/02/parte-dal-marocco-il-tour-diplomatico-dellitalia-di-monti/
Incredibile, il Marocco grande importatore mondiale di cereali, potrà continuare ad utilizzare i dazi per controllare le importazioni di grano tenero e grano duro.
RispondiEliminaMa neanche mezzo vantaggio per l'agricoltura europea da questo trattato!
http://www.reuters.com/article/2012/02/16/eu-morocco-trade-idUSL5E8DG4SY20120216
Può un piccolo imprenditore agricolo delocalizzare in marocco?nò!
RispondiEliminaPuo una multinazionale industriale delocalizzare in marocco?si!
Sii? be allora facciamoli questi accordi e andiamo a sfruttare i marocchini,tanto gli agricoltori italiani ed europei prendono i sussidi pac.Ma sè coltivano ,con questa cocorrenza vanno in perdita!ebbe?chi glie lo ha ordinato di coltivare il medico?no!ma si presume chè un agricoltore lavori la terra ovunque esso si trovi,e poi le nostre aziende sono capitali importanti e strategici per il paese:paese?cosa vuoi chè c entri il paese ,noi puntiamo al profitto,è l europa chè cè lochiede,non lo vedi lo spred?,Noi andiamo dove lo possiamo realizzare,nel minor tempo possibile e con il minor sforzo possibile.Ma cosi il paese s impoverisce?veramente?sii!be allora vuoldire chè quando questo accadra si potrà investire anche in questo paese,tanta manovalanza a basso costo.
Ma questa è una ingiustizia,è antietico immorale,è comportarsi da delinquenti.
Smettila di blaterare,chè sono questi discorsi eversivi da estremista bolscevita,chè cosa ti sei messo in testa di contraddire le tue istituzioni governative?governative?ma voi cosi facendo pensate solo ai fatti vostri!
Senti,sè non la finisci di incitare la gente alla rivolta con queste tuoi ragionamenti contorti e arcaici,ti faccio manganellare dalla polizia,il tuo attegiamento è eversivo,e noi non possiamo permetterlo,siamo un paese democratico.
Dopo il marocco ,sotto a chi tocca...
Non ci ho capito molto.Ma sono quasi d'accordo, se non fosse che i bolscevichi praticavano le delocalizzazioni di massa.
RispondiEliminaChe strano temporale : lampi denigratori contro agricoltura e agricoltori
RispondiEliminae una fitta grandinata di provvedimenti fiscali e accordi commerciali a loro sfavorevoli.
Hey ragazzi, ho avuto un'idea!
RispondiEliminaPer protesta paralizziamo la sicilia, facciamo chiudere con la forza tutti gli esercizi commerciali, lasciamo marcire i nostri prodotti nelle serre e frantumiamo le ultime macerie di economia locale sopravvissuta.
In questo modo faremo vedere ai marocchini e a quelli di Bruxelles che facciamo sul serio!!! Che siamo dei veri duri!!!!!
Anonimo provocatore, tu sostanzialmente (con un fine umorismo di cui ti prego di non farmi più partecipe) , stai criticando lo sciopero come strumento di rivendicazione sociale. Non capisco perché lo scrivi sul mio blog, piuttosto che a qualche leader sindacale.
RispondiEliminaTu che vivi probabilmente nell’agiatezza e nella mollezza al riparo di comode rendite di posizione, non lo sai, ma ti informo che qualsiasi sciopero di qualsiasi categoria determina una perdita di reddito per chi lo fa, una perdita di produzione per l’azienda che lo subisce, ed una ricaduta negativa sull’economia generale. Eppure viene fatto lo stesso (anche se non è detto che produca risultati), anzi è un diritto costituzionale.
Sarà controproducente come tu dici, anche se non offri alternative, ma temo che dovrai fartene una ragione (ed anche del fatto che siamo duri, naturalmente).