venerdì 23 marzo 2012

Trattamenti Fungini sul grano: Acanto, nuovo prodotto testato in Sicilia

Grazie all'intervento di Edoardo Finocchiaro, tecnico Du Pont, che mi ha inviato la sua bella presentazione sulla difesa dalle malattie fungine sul grano ed i risultati di una prova sperimentale qui in Sicilia, proviamo a re-introdurre l'argomento "trattamenti fungicidi" sul blog. 

Onestamente la mia esperienza sul campo è limitata (successivamente ve la riporterò), e personalmente sono in una fase (perplessa) di indagine nel settore. 
Naturalmente la Du Pont, è interessata alla presentazione del suo nuovo prodotto fungicida: Acanto. E noi siamo qui appunto per cercare di capire se si tratta di uno strumento realmente utile per migliorare le perfomance non solo produttive, ma soprattutto economiche del frumento duro, nei nostri areali. 
Di seguito ho riportato alcune slide della presentazione, davvero completa. Pigiando su ciascuna di esse si dovrebbero ingrandire. Se vi fossero incomprensioni o mal funzionamenti vi invito a segnalarmeli.





































































Di seguito la mail che mi ha inviato sulla prova sperimentale in Sicilia:

Ecco qui alcuni dati della prova condotta da un Centro di Saggio siciliano a Piazza Armerina. La prova è sta condotta sulla varietà di grano duro “Simeto” . La densitá di semina era di 250kg/ha,
lo scopo della prova era quello di individuare il periodo più idoneo di applicazione. Sappiamo benissimo che l`ideale sarebbe fare due applicazione durante l’intero ciclo di produzione. Ma sappiamo altrettanto bene che è inutile in Sicilia andare a proporre 2 trattamenti fungicidi. Nei nostri areali non essendo tutti molto produttivi, potrebbe essere inutile anche il singolo trattamento fungino. Quindi non si puó generalizzare dicendo che il trattamento fungino occorre sempre. Bisogna fare, come sempre, un piano economico. Vedere quali sono le potenzialità produttive delle varie parcelle, esposizioni, concimazioni e poi valutare costi/benefici.
Tornando alla prova, guardando alcuni dati possiamo dedurre che il trattamento T1 (3/3/2011)  fatto a BBCHY 30-32 (inizio levata) è servito a ben poco.
L`anno scorso l’attacco di septoria è stato molto forte ma si è manifestato molto in ritardo, da metà aprile in poi .
Per questo motivo il singolo trattamento in T2 (22/4/11) alla fine spigatura, ha sortito effetti molto buoni (tesi 5) 

  • Tesi 1,2,3 applicazione T1
  • Tesi 5 solo T2
  • Tesi 6 T1 + T2
  • Tesi 8 - Non trattato




















Ringraziando Edoardo (i cui recapiti sono in basso) per tutto il materiale fornitoci,  vi rimando ai commenti per le vostre eventuali considerazioni, domande e curiosità. 

Saluti











4 commenti:

  1. Non mi sono letto tutta la presentazione, ma quando vedo istogrammi come quelli della slide numero 17 rimango sempre molto perplesso... io personalmente li considero pubblicità subliminale ingannevole.
    Ma in proposito non aggiungo altro, è il mio parere personale.

    Comunque l'argomento merita un certo interesse. Si sa qualcosa sui costi?

    RispondiElimina
  2. Credo che quella slide si riferisca ad una media di risultati su grano tenero e duro in areali del Centro-Nord Italia.
    Al Nord, almeno per quello che leggo, l'intervento con il fungicida è prassi, probabilmente nelle loro condizioni climatiche determina differenza produttive sostanziose.

    I risultati della prova siciliana li trovo in linea con la mia esperienza, tenendo conto anche dell'annata passata caratterizzata da piogge tardive.
    Ovvero intervenire ad inizio levata (magari insieme al diserbo) è praticamente inutile (personalmente ho provato con Sphere della Bayer in annata piovosa), al contrario un intervento in fase più avanzata (botticella forse potrebbe già andar bene) in relazione all'andamento climatico può dare risultati significativi.
    Alcuni miei vicini, lo fanno oramai da alcuni anni e sono soddisfatti dei risultati
    Va rilevato che i risultati sono condizionati oltre che dalle condizioni meteo, dallo stadio fenologico e vari fattori, anche dal tipo di concimazione azotata e dall'esposizione (nelle ultime annata piovose, trovo sempre maggiori incidenza di attacchi fungini nei versanti a scirocco).
    Ma soprattutto dalla varietà, almeno per quello che vedo da alcuni anni, il Simeto, infatti, è diventato incredibilmente sensibile, soprattutto a Septoria e Fusariosi. Io ho smesso di coltivarlo in luogo di varietà più precoci e resistenti ed i risultati sono eclatanti (a favore di queste ultime) per la mia esperienza.
    Ho suggerito infatti ad Edoardo, nel caso in cui ripeta la prova, di inserire anche qualche varietà più resistente alle patologie fungine.
    Sul Simeto i risultati della prova di Piazza Armerina non mi stupiscono affatto e li trovo assolutamente verosimili.

    Tenete conto che un intervento tardivo, però presuppone anche una attrezzatura idonea, tipo trattore con ruote strette, perché altrimenti si rischia di determinare un danno sul campo non indifferente.
    Insomma l'intervento va valutato nella sua complessità. Cominciando appunto dal costo del prodotto.
    Ma siam qua per cercare di capire...

    RispondiElimina
  3. Questo argomento,è un pò particolare,cè chi osanna questi tipo di trattamento e cè chi li defisce inutile,naturalmente in entrambi i casi parliamo di sperimentazioni eseguite.
    Da canto mio posso dire,chè l utilizzo di varietà resistenti è il primo passo,e forse l unico fattore incisivo veramente,la concimazione azotata è altrettanto importane,negli areali umidi ebbene avere una crescita parsimoniosa e lenta della foglia,l utilizzo di zolfato ammonio aiuta,una semina rada,garantisce una buona aereazione tra le piante e sia il terreno che le foglie tendono ad asciugare prima,ebbene ricordare chè un campo malato può produrre oltre il 50% in meno,quindi non importa se si danneggia con un trattore normale,la perdita sarebbe ben superiore.
    Io su alcune varietà tipo l aureo,sono costretto ad intervenire:
    ultimamente concimo a dicembre con qt4 di zolfato ammonio,poi insieme al diserbo distribuisco kg6 di zolfo bagnabile ad ettaro,sè necessario ripeto dopo 15gg (operazione fastidiosa poichè esso và prima diluito a parte e poi filtrato,ma il costo è molto basso,circa 10E)in passato ho usato prodotti specifi,alcuni senza risultato,altri talmente invasivi da far ingiallire l intera pianta,lo zolfo funzionando per contatto bisogna darlo almeno con l aspettativa di un paio di giorni asciutti e soleggiati,ma ripeto molto conveniente e poco invasivo
    in ogni modo potendo scegliere,opterei per le varietà resistenti,sono una garanzia in più.
    PS
    su di un appezzamento di 2 ht,ho seminato -duilio,aureo,catervo,iride,quadrato,alternandoli a più riprese,il duilio non presenta neanche una foglia macchiata,il piu colpito è stato l aureo,purtroppo lo uso per il contratto barilla,è ho dovuto imparare a curarlo spendendo poco,queste sono le mie esperienze in materia,almeno per il mio areale,e aggiungo che questi problemi li abbiamo solo sui terreni esposti alle intemperie,poichè dalla parte opposta,il problema è minimo se non addirittura inesistente,(dicasi anche per l aureo).

    RispondiElimina
  4. interessante il campo sperimentale con le varietà, dopo la trebbiatura sarebbe interessante un tuo resoconto.

    RispondiElimina