mercoledì 4 aprile 2012

Scenari Agricoli Futuri

Ettore Pottino, che ringrazio per la considerazione riservata a me ed a tutto il blog, solleva degli interessanti quanto complessi interrogativi sul futuro più o meno prossimo dell'agricoltura Italiana e Mondiale.
Eccovi il testo della sua mail, in successione esporrò il mio punto di vista, nella speranza di risultare all'altezza delle aspettative.
Ciao ,desidero condividere con te alcune riflessioni scaturite nella  3 giorni della president academy di Taormina di Confagricoltura. Negli scenari che si aprono al 2050 ..... sta emergendo una scuola di pensiero  che ha fatto capolino in due tre interventi  che ha una sua logica  e un fondamento ma che non mi convincono ...chiaramente queste tesi non sono quelle di Confagricoltura ma provengono dalla circolazione autorevole del pensiero.Olivier De Schutter  rapporteur speciale dell'ONU sul diritto al cibo in un video ha condiviso la sua visione di una crescita al 2050 della domanda di cibo mondiale e della necessità per l'agricoltura di farvi fronte  con una superficie  agricola in diminuzione. Di fronte ad un aumento di quasi 2 miliardi di popolazione e al cambiamento  dei consumi alimentari dei paesi emergenti (dai cereali alla carne) dovuti all'aumento del benessere economico  ,l'agricoltura mondiale,considerata un unicum  dovrà necessariamente far fronte. Visione simile è stata prospettata da Mario Manaresi ,Basf,Sustainable Agricolture manager  Crop protection South Europe, a cui è seguito un video   http://www.youtube.com/watch?v=WUHT3HZXhgk&feature=share .  A me sembra difficile ipotizzare che l'agricoltura del mondo ricco possa rispondere ai bisogni dei paesi emergenti  ,anzi ritengo che rimarranno per molto tempo ancora 2 sistemi quasi stagni  per una serie di motivi economici ma non solo.Nei vecchi schemi di Paese ricco e Paese povero già da tempo è stata abbandonata l'immissione di cibo tal quale perché si è capito che ciò inibiva lo sviluppo locale con un'azione di dumping sulle produzioni autoctone . Quindi si è preferito immettere degli starter che rendessero possibile in loco la crescita delle produzioni.Con la crescita di alcune economie di forte impatto come quella indiana e cinese ,un po’ di cose sono cambiate  . Infatti si affaccia sul mercato una mole impressionante di nuovi consumatori  rivolti non più solo alla sussistenza quindi al consumo di cereali ma alle proteine animali .  Quindi ,si dice dobbiamo far fronte a questo mercato in modo massiccio e univoco con la nostra agricoltura....... Ed ecco le mie riflessioni dissonanti ... ok i nuovi consumatori ci saranno ma fino a che le loro economie saranno competitive  in virtù del loro differenziale  economico  rispetto a quelle  occidentali  come faranno a sopportare i prezzi determinati nell'area ricca del globo e le agricolture ricche potranno mai riuscire ad abbassare i costi in modo  da colmare questo gap?  tutto questo senza affossare definitivamente la propria agricoltura?  Altro aspetto tecnico economico  il cambio dei consumi alimentari  di questi Paesi .. Chiaramente è impensabile pensare di immettere le carni prodotte da noi ,sicuramente il mercato si aprirà alle proteine necessarie ai nuovi insediamenti zootecnici in loco .Ma il monopolio americano continentale da cui L'Europa ed grandemente l'Italia dipendono  riuscirà a sua volta a diminuire il costo  in maniera così importante da essere sostenibile per questi nuovi consumatori?  A queste domande è difficile rispondere ma non è un caso che  La Cina stia acquistando una parte importante della superficie agricola africana per crearsi un'autonomia, alternativa a quanto prospettato, in linea con la propria scala economica. Ritengo abbastanza improbabile che Paesi così rilevanti possano affidarsi nel loro sviluppo  alle produzioni agricole del mondo occidentale per loro assolutamente fuori mercato.
Premetto subito che giungerò alla medesima conclusione di Ettore, anche se con argomentazioni parzialmente coincidenti.

La tesi di partenza, veicolata sia dall'Onu che dalla Basf, possiamo sintetizzarla brutalmente così: la popolazione Mondiale sta crescendo esponenzialmente, il terreno agricolo si riduce, dobbiamo aumentare la produttività per soddisfare le richieste dei mercati emergenti. 
Questa visione del futuro, a mio modesto avviso, potrebbe materializzarsi soltanto in uno scenario puramente teorico, edulcorato della ben più articolata e spietata realtà storica che purtroppo stiamo attraversando.
Vediamo perché:

Vero, alcuni paesi emergenti soprattutto i BRICS (Brasile, Russia, India, Cina, Sud-Africa) stanno aumentando il livello dei loro consumi, ma ciò si tradurrà in una proporzionale aumento delle nostre esportazioni alimentari verso di loro?
Tendo analiticamente ad escluderlo, il Vice-Primo Ministro Cinese  Hui Liangyu, ha dichiarato più volte che la Cina (ma si tratta di una strategia mutualistica messa in atto da tutti i Bric) intende implementare una politica di autosufficienza alimentare, perseguendo l'obiettivo, con mandarina lucidità, attraverso l'acquisizione, in varie modalità, di terreni agricoli in Africa a ritmi crescenti.

Inoltre mi rende pessimista anche un altro aspetto: la penetrazione dei prodotti alimentari italiani in Cina, al momento, è estremamente difficoltosa sia in termini numerici (soltanto 44 milioni di € in totale per gli alimenti nell'ultimo dato specifico del 2009, una vera inezia) che simbolici come le vicende della Barilla e dell'olio extravergine.

Bisogna purtroppo prendere atto della situazione, a mio modo di vedere, questa sbandierata apertura dei mercati globali, almeno per l'agricoltura italiana, in generale, è una strada a senso unico (e noi purtroppo procediamo contromano), sia per motivi prettamente politico-sociali come quelli Cinesi che per ragioni meramente economiche.
In molti casi, le nostre produzioni non risultano competitive sia con i paesi in via di sviluppo, che con quelli americani ben più sviluppati, e non tanto per il costo elevato della nostra manodopera come spesso si  denuncia (perché arriveremo, anche in Italia, al punto che la gente lavorerà per un tozzo di pane) quanto perché l'attività agricola (ed in generale imprenditoriale) è oppressa dal peso di uno Stato che fornisce servizi scadenti, espone le produzioni sul mercato globale senza alcun supporto, riserva alle imprese una pressione fiscale (ma non solo) senza pari,  costringendoci così a produrre con costi troppo elevati e margini indegni. 
Anche a voler sposare l'ipotesi liberista, come potrà mai la famosa mano invisibile del mercato globale, risolvere le sperequazioni, se chi opera sul territorio italiano ed affronta il mercato (grande  o piccola che sia la sua azienda) è costretto a competere facendosi carico delle zavorre più pesanti del Mondo?
Non mi sembra un caso che una delle aziende agro-industriali più importanti d'Italia, la Ferrero, abbia acquistato recentemente 3000 ettari di terreno agricolo in Georgia per adibirli alla produzione di nocciole (ed avrebbero deciso di investire proprio in Georgia perché lì la politica fiscale è accettabile, come loro stessi dichiarano).

Insomma invece di pensare a sfondare su improbabili mercati dall'altro capo del Mondo e di aumentare la produttività grazie agli ultimi più o meno discutibili ritrovati biotecnologici, noi italiani dovremmo molto più semplicemente provare a difendere, con le mani e con i denti, il nostro mercato alimentare interno che è molto grande (lo riusciamo a soddisfare per circa la metà al momento), e sta rapidamente scivolando verso l'estero.
Come fare? Con l'unico sistema che ha sempre funzionato e che ci ha regalato decenni di prosperità: il protezionismo.
Qualche anno fa, qualcuno molto più autorevole di me lo aveva già capito, non fu ascoltato e/o si convinse del contrario. Bene, oggi il nostro Primo Ministro è costretto ad andare in Cina a cercare acquirenti per il nostro rischioso debito pubblico, e spero non li trovi perché, se li trovasse, vorrà dire che avremo perduto qualche altro gioiello di famiglia o avremo rinunciato ulteriormente alla nostra sovranità.

Il mio pensiero è dunque questo: non siamo in grado di sfondare sui mercati emergenti, per svariate ragioni, proviamo almeno a salvare il mercato interno (l'autosufficienza alimentare, come i Cinesi hanno ben capito, consente di muoversi sui mercati con maggiore sicurezza senza timore della speculazione finanziaria internazionale come di pressioni politico-diplomatiche esterne) .
Ancora qualche altro anno di globalizzazione selvaggia a senso unico, accompagnata (la peggiore combinazione possibile) da Statalismo ottuso contrario alla libera attività imprenditoriale agricola (e non solo), e l'immagine del BelPaese la ritroveremo soltanto nelle cartoline da collezione o al massimo in qualche enoteca frequentata dall'Alta finanza e uomini d'affari asiatici.

Sotto a chi tocca, con le ipotesi...





10 commenti:

  1. Questi economisti al servizio delle multinazionali ci porteranno alla schiavitu',le cose da fare sono il contrario di quello che stanno facendo.Uscire dall'euro blocco delle merci cinesi,blocco dell'immigrazione,vietare l'importazione delle merci di chi delocalizza,perseguire il lavoro nero,pene certe anche per il piu' piccolo reato,controlli ferrei sulla speculazione di qualsiasi tipo,chi vuole il made in italy,lo viene ha comprare direttamente in italia

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  2. Avrei molto da dire su questo argomento,e non è detto chè non lo faccia,non appena trovo la calma per farlo,tuttavia la pancia è una cosa ,il cervello è un altro,a questo punto cè una sola cosa che ci puo aiutare veramente e in tempo reale,una vera e propria guerra monetaria,bisogna che dollaro e euro,inizino un percorso comune di svalutazione per avvicinarsi il più vicino possibile alle valute dei bric,gli strumenti cè li abbiamo,ma fino a quando le banche continueranno a usare queste monete per speculare nei paesi emergenti e sulle commoditis,questo non avverrà.
    La parità tra E-$ sarebbe gia un passo importante,e le mosse della germania vanno proprio in questo senso,e solo che gli usa a loro volta sono nei guai,e tentano di non farsi agganciare.
    ebbene sapere che i prodotti dei bric,sono concorrenziali solo grazie al cambio monetario nei confronti di E-$,ridotto questo differenziale,tutto finisce,i dazi oggi verrebbero aggirati con il contrabbando,poiche le merci si muovono in tutte le direzioni e quindi molto difficili da controllare.
    Tutto ciò che si narra sul futuro a mio avviso è solo una barzelletta,cosa ne sarà dell umanità,quando le risorse energetiche si esuriranno?perchè nulla dura in eterno,torneremo nella preistoria?senza l utilizzo di tecnologie moderne a causa della mancanza di energia,torneremo ad essere vittime di pestilenze,carestie e altre disavventure?in vista del loro esaurimento si scatenerà una guerra mondiale,senza esclusione di colpi,che rischierà di far estinguere il genere umano?i potenti si metteranno d accordo per scatenare nuove malattie,pestilenze e chi sà quale altra diavoleria nei paesi poveri,per tenere sotto controllo la popolazione mondiale,e razionalizzare il più possibile le risorse della terra?avremmo scoperto un nuovo pianeta simile alla terra,ma vergine, dove emigrare e continuare a vivere come facciamo quaggiu?
    Chi ha impedito a Tremonti di andare in commissione europea,di dire la sua ,e in mancanza di una risposta minacciare l uscita dall europa,facendo crollare tutto il sistema?avrebbe avuto il mio appoggio e quello di tutti gli italiani.
    Invece ricordo di quando disse che era giusto impegnarsi la casa per andare a mangiare la pizza,benvengano i ripensamenti,ma Tremonti e i suoi colleghi euromondiali sono stati la causa di questo sfracello,bastonarono i no global nelle piazze,favorirono il debito al consumo,adottarono politiche economiche dedite alla contrazzione di stipendi e salari,hanno depotenziato la democrazia occidentale,in poche parole lui e quelli come lui ci hanno ridotto in queste condizioni,e adesso lo vedo tenere lezioni su come si dovrebbe fare per uscire dai guai(stronzo),.Quest altro beccamorti di monti che va in cina ad elemosinare,perchè non ha detto ai cinesi che sè salta l euro,salta il dollaro,e di conseguenza le loro casse si ritroveranno piene di carta straccia(dollari=debito pubblico usa),quindi di darsi da fare non ad acquistare debito italiano,ma a rivalutare lo juwan(si scrive cosi?booo)muoia sansone con tutti i filistei,noi torniamo alla lira e lo facciamo valere 1/4 della lora valuta,poi vediamo dove se lo mettono il loro prodotto ,siamo amministrati da autentici delinquenti,.mi fermo prima che perda il controllo.
    PS i consumatori dei paesi emergenti non acquistano nostri prodotti,tranne qualche riccone sfondato,essi alimenteranno invece il mercato interno,che allo stato attuale è una componente che ha permesso ai bric di superare l enorme crisi mondiale,poichè le loro esportazioni nei nostri confronti si sono ridotti proprio grazie alla crisi che ci attenaglia,ma l autoconsumo li ha messi al riparo dalla crisi.

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  3. troppo grande è la dipendenza politico/economica dell'italia dai veri poteri, quelli atlantici. non dimentichiamoci che siamo un paese a sovranità limitata, e con l'arrivo dell'amerikano monti sempre più limitata. pertanto nutro parecchi dubbi sulla possibilità di smarcare l'agricoltura italiana dai grandi interessi/progetti delle multinazionali alimentari e della grande finanza che si è messa a giocare anche sulle commodities. il nostro destino -spero di sbagliarmi- sarà quello di barcamenarci e di sopravvivere, il tanto da consentire alle multinazionali dei semi e chimiche di guadagnare sul nostro lavoro. deve ancora nascere un ministro dell'agricoltura o un presidente del consiglio capace di riacquistare un minimo di autonomia di scelte strategiche. quel tanghero di berlusconi, c'era riuscito con il gas (putin) e il petrolio Gheddafi), ma visto il personaggio squallido e ricattabile che era, gli hanno fatto fare la fine che meritava. e prima di lui personaggi di ben altro profilo mattei, moro, per la loro politica mediorientale (leggasi: autonomia energetica). quanto vorrei sbagliarmi....
    intanto continua a non piovere.

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  4. Anonimo
    Ma tra la globalizzazione selvaggia e la chiusura a riccio, ci potrà pur essere una ragionevole via di mezzo, io credo.

    Mimmo
    Tremonti espresse chiaramente questa posizione almeno dal 2003, e fu sbeffeggiato a destra come a sinistra. Non ebbe l’appoggio di nessuno se non dei leghisti. Si ritirò in buon ordine, vista l’unanime presa di posizione di tutta l’intellighenzia italiana e di Confindustria. Il popolo nel frattempo crapulava, ottenebrato dalla diatriba pro-anti Berlusconi.
    http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2003/10/18/la-ricetta-anti-cina-di-tremonti-dazi-per.html
    Nel 2004, fu addirittura costretto a dimettersi da Ministro dell’economia, sostituito da Siniscalco, in seguito alle forti divergenze con il “globalista” Fini.
    Io, anche alla luce di ciò che sta succedendo adesso, penso che Tremonti sia stato uno delle poche persone di buon senso che abbiano provato a governare l’Italia in questa ultima fase. Ma con ciò non voglio mica farne una icona rivoluzionaria.

    Adamenzo
    Già, neanche io sono ottimista sulla possibilità di riappropriarci della nostra sovranità (al momento soltanto formale). Veicolare idee contrarie all’attuale andazzo, in tutti le categorie sociali, però può essere un primo passo per affrancarci un giorno (in fondo anche i nostri tutori hanno i loro problemi, chissà che non siano costretti ad allentare la morsa).

    Nella mia zona una settimana fa 12 mm di pioggia, che sono stati manna dal cielo. Sabato e Domenica, previste pioggie sparse nella Sicilia Occidentale, sarà anche questione di fortuna.

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  5. Vi segnalo un reportage sulla crisi agricola in Italia http://www.youtube.com/watch?v=zEpk-RGgWTw&feature=relmfu
    Mi sembra consono all'argomento trattato.
    Per riappropriarci del mercato interno occorre una completa ristrutturazione logistica sul territorio. Intendo una distribuzione che sfrutti canali dedicati ai soli prodotti agricoli regolamentati dallo stato su scala nazionale che permetta quindi rapidità, sicurezza, garanzia nei trasporti e di conseguenza una riduzione della filiera. Educazione al consumo di prodotti di stagione e locali da inserire nei programmi scolastici. Inserire anche qui un tetto alla concentrazione in poche mani del mercato. Combattere i monopoli!

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  6. il trio gheddafi -berlusconi-putin faceva paura agli USA,e nel giro di alcuni anni sotto la presidenza Obama sono stati eliminati,o resi innocui.....a dimostrazione che il gendarme del mondo è ancora l'USA...e cmq lo spessore dei tre personaggi del triumfirato non lasciava sperare chissà quali sviluppi futuri...
    Per quanto riguarda la glogalizzazione della nostra economia,fin dagli ultimi anni 90 non sono mai mancate critiche autorevoli all'apertura(l'onorevole Martino del pld non lo ha mai nascosto in molti articoli di giornale),perche ha tavolino,conti alla mano gli economisti hanno sermpre saputo che il nostro sistema è perdente su tutti i fronti:perche si sia accettata la sfida della globalizzazione non lo si è mai spiegato fino in fondo?quale sarebbe staTO l'esito finale del percorso intrapeso invece lo si è tenuto sempre nascosto...un disegno c'è,ma propio perche di dimensioni epocali e perche tenuto nascosto,ci deve solo lasciar presagire disgrazie e amare verità...

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    1. Toni

      Certo, ci vuole organizzazione nella filiera.
      Però non basta, perché anche le altre estere lo sono e lo saranno sempre di più. Serve qualche barriera, a casa nostra il campo di gioco almeno lo dovremmo scegliere noi, o no?

      Concordo sui prodotti di stagione, ma riguarda un aspetto di generale sostenibilità

      Concordo tantissimo sul contrasto ai monopoli, ma purtroppo non mi sembra che ci si stia muovendo su questa strada.


      Maestro

      già, in effetti non si capisce come possa non finire male tutta questa fase storica, ma che ci sia un disegno a tavolino io non sono ancora sicurissimo, pur non escludendolo. Certo tu, con il tuo nick, dovresti avere le idee chiare sull'argomento.

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    2. Una buona idea per accorciare la filiera ci viene dalla pesca. http://www.nostrano.info/it/index
      Tramite la rete si vende direttamente dalla barca il pescato che poi viene consegnato direttamente a casa al cliente finale che l'ha comperato!

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  7. La globalizzazzione?la piu grande truffa della storia dell uomo.perchè?
    Bisognava distruggere il modello sociale occidentale creato sulla democrazia,era un cattivo esempio e pergiunto ideologismo di rivoluzione sociale che avrebbe potuto espandersi su tutto il globo,mettendo a dura prova se non addirittura azzerare i poteri forti,le oligarchie e i vari potentati di turno,quella classe sociale predominante ben definita da MARX.
    In qualche modo bisognava tornava a schiavizzare e ad impoverire i popoli occidentali,grazie ad una manovra iniziato negli usa nei primi anni 70,si è completato con la caduta del muro di Berlino,poi perfezzionato con invenzioni finanziarie che vanno ben oltre la fantascienza,ma tutto cio lo si è reso possibile solo e grazie alla corruzzione delle classi dirigenti che hanno governato e continuano a governare l occidente negli ultimi 30 anni.
    L unico uomo che si oppose alla liberalizzazione delle banche commerciali in banche d affari fù JFK,e si continua ancora a fantasticare dietro la sua morte,ma il vero motivo era quello e basta.
    Si gli scenari che addavenire sono catastrofici per noi,oggi alcuni autorevoli intellettuali,industriali e politologhi,cominciano a dire a parole chiare chè in giro per il mondo si parli apertamente di scenari catastrofici per noi europei,forse persino monti si è accorto che sarebbe meglio per lui che i partiti lo caccino e si riprendino in mano la patata bollente,e certe sue dichiarazione vanno proprio in questo senso.
    Il nostro sistema non è un sistema perdente,ma è un sistema vincente poiche basato sulla solidarietà tra individui(stato sociale)il guaio è che un cancro (corruzzione)ne sta divorando la linfa vitale(democrazia),noi europei abbiamo gia vissuto un era senza democrazia e libertà individuali,e non parlo solo del nazifiscismo,ma si può tornare indietro nel tempo per mill enni,ecco cosa ci aspetta se non cacciamo questi ladri corrotti e corruttori dalle nostre case,dalle nostre terre ,dalle nostre patrie.Tuttavia l abbiamo fatto in passato,e sappiamo anche come farlo oggi,occorre solo che il popolo prenda coscienza della sua situazione.
    Spero tanto che sull imu si stia fantasticando,(anche perche sembra abbastanza difficile calcolare il vero importo)altrimenti questa volta potrebbe veramente accadere l irreparabile.

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  8. Bravi tutti, scrivete cose condivisibili. Per quanto riguarda le trasformazioni globali dell'economia e le degenerazioni della finanza iniziate negli anni '60/ ' 70 ( come ben dice Mimmo ) , sono state anche e soprattutto sorprendentemente assecondate da politici di "sinistra" , tra gli altri Mitterand e Clinton per finire ai nostri Amato e Prodi. E addirittura, in questa corsa, e contrariamente a quanto si pensa, i politici europei hanno superato quelli statunitensi. Queste cose me le ha spiegate Luciano Gallino nel suo bel libro "Finanzcapitalismo" Einaudi 19 eur. Lettura da alternare alla visione o meglio al tatto di donne nude ( o uomini secondo i gusti ), per non deprimersi troppo. Quanto a Tremonti e Berlusconi, gli è capitato di dire e fare cose giuste, ma sempre per via obliqua, con un colpo al cerchio e uno alla botte e senza perdere di vista i loro interessi personali: infine irrilevanti.

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