martedì 3 aprile 2012

Burocrazia e mala-politica siciliana: ovvero l'arte del sottosviluppo


Cari agricoltori lettori vi propongo, di seguito, una mail inviata da Sergio Pollina,  ex Capo dell’Ispettorato Provinciale dell’Agricoltura di Siracusa, di Catania e di Ragusa (uno che la sa lunga e conosce l'apparato dall'interno), al blog di Corrado Vigo, decano dei blogger agricoli siciliani.

Mentre qui un articolo di Repubblica-Palermo nel quale si fanno molti nomi sulla chiamata alle armi del governatore Lombardo, che conferma quanto riportato da Pollina.
Vi potrete fare una idea del sistema "do ut des" che sinora ha retto la Sicilia.
In teoria visti i risultati disastrosi raggiunti da questa Amministrazione in campo agricolo, apparirebbe veramente difficile che un agricoltore andasse a votare per i congiunti dei principali responsabili. Però evidentemente a qualcuno di noi, magari con qualche progetto milionario finanziato o in corso di finanziamento, la situazione attuale fa comodo. 
Qualche malizioso potrebbe pensare che i fondi europei del PSR, servano per procacciare voti, ma io lo smentisco fermamente: si tratterebbe, infatti, di metodi propriamente mafiosi.
Ed il Governatore Lombardo è notoriamente avulso da questa mentalità, oppure no?



Caro Vigo, non ci sentiamo da tempo, ma io continuo a seguire con attenzione, e anche con divertimento il suo blog. Quarant'anni di professione lasciano un segno profondo e per questo continuo a tenermi al corrente, grazie a lei, anche se con un pò di distacco. Poiché so che lei è seguitissimo in Assessorato e in periferia, ritengo che possa interessarle quanto appresso le scrivo, anche se mi rendo conto che darvi diffusione potrebbe crearle qualche fastidio, quindi decida lei. La saluto con la cordialità e la stima di sempre, Sergio Pollina.
Credo che nessuno degli addetti ai lavori ignori che quando nel 2000 fu emanata la legge regionale n. 10, essa sanciva un principio che mai è stato più disatteso: quello della separazione della politica dalla burocrazia. Chiunque viva in Sicilia (e nel resto d'Italia) sa benissimo che esse sono strettamente intrecciate e che i burocrati, dai più alti giù giù a scendere, sono quotidianamente ricattati dalla politica se vogliono mantenere i loro incarichi; si tratta di una subordinazione così avvilente e umiliante che soltanto gente con lo stomaco rivestito di folto pelo come i dirigenti della pubblica amministrazione possono impunemente digerirla. A tal riguardo, una notizia contenuta in un articolo di Emanuele Lauria su Repubblica del 1° aprile mi ha fortemente incuriosito. (Ar)raffaele Lombardo, il nostro inimitabile presidente ha stabilito che, in vista delle prossime elezioni, tutti i dirigenti generali si impegnino attivamente in campagna elettorale; ha quindi chiesto loro  di indicare un nome da mettere in lista. Dice Lauria che questo è "un modo  per incoraggiare i burocrati nella caccia al voto, ma anche per "pesarli" sul piano elettorale. E così fra i candidati dell'MPA ecco la figura di Francesca Barbato, figlia del capo dipartimento dell'agricoltura Rosaria Barresi". Ignoriamo quali siano le doti fino ad ora ben nascoste di esperienza politica, amministrativa, di specchiata onestà, di integrità morale indubbiamente possedute da questa candidata, sì da indurre la sua illustre genitrice a proporre proprio il suo di nome; e di certo non è per sudditanza politica al Capo che proviene questa scelta, e se qualcuno la pensasse diversamente, credo che sarebbe appropriato per stigmatizzarlo il motto della casa regnante d'inghilterra "Omni soit qui mal y pense". Così come siamo anche certi che nessun titolare delle centinaia di aziende agricole, grandi e piccole che gravitano intorno all'Assessorato delle Risorse Agricole, penserà anche solo per un istante di sostenere questa candidatura, proponendola anche ad amici e conoscenti in vista di uno sguardo di favore per gli eventuali contributi, sussidi, agevolazioni e interventi vari che essi attendono, a volte anche da anni. Siamo anche sicurissimi che non ci sarà nessuna convocazione a Palermo dei nove Ispettori Provinciali dell'isola per renderli edotti dell'iniziativa e per chiedere loro di operare di conseguenza nel loro territorio di competenza. Di certo, sotto il regno di Lombardo non avverrà mai quello che avveniva con Cuffaro, il quale, a quel tempo assessore dell'agricoltura, mi fece pervenire, in vista dell'imminente campagna elettorale e tramite un suo uomo di fiducia una borsa piena di "santini" elettorali da distribuire  ponendoli in bella vista sulla mia scrivania e che io distrattamente feci cadere nel cestino della carta straccia. Così come sono sicuro che il nostro presidente non farà mai come quell'assessore all'agricoltura che anche lui in vista della campagna elettorale obbligò i suoi funzionari a fargli avere gli elenchi delle aziende agricole partecipanti al POR 2000 - 2007 per le quali era stato appena emanato il decreto di finanziamento, sì da poter far sapere a ciascuno dei titolari delle imprese che era grazie al suo personale interessamento che i loro diritti erano stati rispettati. Tutto questo è storia passata e sotto il regno illuminato di Lombardo nessuno si sognerebbe mai di agire così, tanto meno l'integerrima responsabile del Dipartimento Interventi Strutturali.
Per chiudere ci viene, chissà perché, facile un'analogia fra nord e sud del Paese. In Lombardia gli elettori si sono ritrovati fra le personalità più insigni della giunta lombarda il preclaro nome del Trota Bossi che tanto lustro da' alla politica meneghina; i loro compatrioti siciliani vuoi vedere che si ritroveranno con una bella sarda palermitana, magari da fare a beccafico!
Cordiali saluti, Sergio Pollina.


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