giovedì 5 aprile 2012

Il Vinitaly visto da un produttore siciliano

Appena tornato dall'ultimo "trionfale" Vinitaly (qui alcune foto dell'evento), almeno a leggere numerosi resoconti dei soliti media ovattati, Tannico mi ha inoltrato un post con le sue personali considerazioni sull'evento. Lucido, pragmatico ed essenziale come è nel suo stile, ci accompagna in un rapido giro tra gli stand. Cin...



Da pochi giorni si è concluso Vinitaly , la più importante vetrina sul mondo del vino italiano. Questa edizione (la 46a) si è presentata in una nuova forma con una diversa distribuzione delle date rispetto agli altri anni, non più dal giovedì al lunedì, ma dalla domenica al mercoledì. Certo più breve di un giorno, ma col medesimo esborso per gli espositori ed un biglietto più caro per i visitatori.

In termini di volume di afflusso di pubblico, la presenza è stata enorme, i parcheggi immensi, intorno all'area fieristica, infatti già alle 9:30 erano saturi.

Raccontato cosi sembrerebbe un Vinitaly della ripresa e dei superaffari, vediamo però in dettaglio cosa è successo e quale tipo di pubblico ha partecipato.

Girando per i corridoi è apparso subito chiaro che c'erano tre tipologie di avventori:
1) gli eno-appassionati ed i turisti curiosi in gran numero ma decisamente poco utili agi aspetti commerciali;
2) moltissimi enotecari e ristoratori alla ricerca di buoni vini a prezzi stracciati (sembrava quasi l'assalto ai saldi di fine stagione)
3) e per ultimi gli importatori , tedeschi, giapponesi e brasiliani in particolar modo.
Questi ultimi, naturalmente, sono stati per i produttori i partner più ambiti.
Il prodotto che cercavano era soprattutto bollicine e rosati , vini facili e piacevoli, ottimi per la distribuzione nei wine bar e per gli aperitivi...attualmente, infatti, è questa la richiesta di mercato dall'estero.
Naturalmente la Sicilia ha potuto offrire abbastanza poco in merito a questi prodotti, la "magna pars" è stata appannaggio di Veneto, Piemonte e Lombardia con discreti apprezzamenti per prodotti Trentini e Friulani.
Oltre al settore affari e business c'era un pubblico di giornalisti particolarmente folto, durante la fiera, infatti, ci sono state mille iniziative e presentazioni tra libri, guide, blog ed eventi vari.
Grattando la patina argentata, come spesso accade, si cerca di reagire alle crisi comunicando con maggiore forza e tirando sempre fuori nuove idee per richiamare l'attenzione del pubblico.
Certo c'è da capire quanto il pubblico potrà essere interessato, tenendo conto della concreta realtà di un portafogli sempre più leggero almeno in l'Italia e la capacità di promozione di Argentina, Cile e Sud-Africa all'estero.
Di sicuro mi aspetto una situazione di riassetto globale, molte, peraltro, erano le assenze di espositori a questo Vinitaly, rispetto alle edizioni precedenti e molte altre saranno il prossimo anno nella pessima prospettiva di sopravvivenza.
Piacevole nota in controtendenza è stata l'attenzione alla parte enoturistica. Stanno fioccando, infatti, le richieste degli operatori sia del settore vino, sia turistico per incrementare le visite in azienda come nuova forma di promozione ed educational.
Gli importatori stanno prevedendo di fare delle visite nelle cantine con i propri acquirenti top per fare toccare con mano la nascita e la gestione del prodotto. 
Ergo, chi svolge il proprio lavoro con passione diventa stimolato nel proporre la propria azienda.


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