martedì 29 gennaio 2013

Le proposte agricole di PD e Sel


A quanto pare, più grandi sono i partiti, più elevate sono le possibilità di Governo, ed ancor più vaghe sono le informazioni fornite ai potenziali elettori. Già rimpiangiamo, infatti, il puntuale programma agricolo di FID. In questa occasione, dopo appunto FID e Agenda Monti, ci occuperemo del programma dei partiti della coalizione "Italia, bene comune".



Ieri importante, quanto vago, Forum del PD, dal titolo affabulante "L’Italia giusta mette l’Agricoltura al centro", una breve sintesi di seguito ed il video ufficiale della manifestazione.

Per i nostri lettori pugliesi una buona notizia, la loro agricoltura sarà addirittura al centro del centro (QUI).
In pratica il bersaglio ideale nel caso che la prossima politica agricola nazionale si risolva in un aumento del carico fiscale ai danni dei soliti noti senza via di fuga (gli agricoltori). Auguri...scherzo dai, il PD agricolo parla pugliese, avranno un occhio di riguardo.

Il Pd candida, per così dire, "l'agricoltura e l'agroalimentare fra i settori della innovazione e della specializzazione competitiva del sistema Paese". Un concetto che viene sintetizzato da Enzo Lavarra, presidente del Forum Politiche agricole del Pd, alla prima assemblea nazionale del partito sull'agricoltura che si è tenuta a giugno."L'agricoltura italiana è al centro di un mutamento profondo di ruolo e di funzione. Non più settore funzionale ad un unico modello economico dominante (serbatoio di mano d'opera per lo sviluppo industriale e fornitore di materia prima per l'industria alimentare)ma settore che vive un mutamento interno che tende a caratterizzarlo come elemento dinamico di un nuovo paradigma produttivo. Un mutamento che mette al centro la figura dell'agricoltore moderno che "non è più solo produttore di beni alimentari; è anche soggetto essenziale nella valorizzazione del territorio e delle risorse naturali, promotore della coesione sociale dei territori rurali, garante della qualità, della sicurezza alimentare e del patrimonio di civiltà delle mille contrade del Bel Paese". Di qui l'attenzione alla multifunzionalità "parliamo di agricolture come diversificazione fra modelli, e come evoluzione verso modelli mutifunzionali".





La proposta di Sel invece mi sembra già più centrata ed oltre al solito elenco delle buone intenzioni, avanza anche qualche proposta interessante ed innovativa.
Il partito di Nichi Vendola annuncia un "progetto strategico rivolto all'agricoltura" che consiste, prima di tutto, in un piano nazionale per contrastare l'abbandono delle campagne. I punti principali del piano dovranno essere per Sel, "una franchigia fiscale totale per i giovani agricoltori che si insediano nelle aree demaniali in stato di abbandono; una moratoria del consumo di suolo agricolo, obiettivo che si persegue con una legge urbanistica nazionale che fissa un tetto inderogabile e decrescente al consumo del suolo; difendendo il reddito degli agricoltori, burocrazia e in primo luogo del credito, principale causa dell'indebitamento che sta strangolando la nostra agricoltura".

Ma il vero "salto di qualità dell'agricoltura italiana" per Sel si chiama cooperazione, aggregazione e integrazione delle imprese agricole, tracciabilità delle produzioni agroalimentari ed eticità delle tecniche di produzione, trasparenza delle informazioni sulla formazione dei prezzi, promozione della filiera corta, tutela delle risorse idriche".

Spostando l'orizzonte sul piano europeo Sel concentra la sua attenzione su due battaglie: etichette di origine e lotta agli ogm. "Occorre portare a compimento la battaglia per l'etichettatura di origine degli alimenti e portare l'Italia nel gruppo dei Paesi Ogm free, - si legge scorrendo il programma - valorizzando così l'enorme patrimonio enogastronomico di cui disponiamo attraverso la garanzia dell'assenza di organismi geneticamente modificati nell'intero settore agroalimentare".


Complessivamente tantissimi punti oscuri, ambigui ed irrisolti, come è tipico del resto, di chi andrà ad affrontare responsabilità di Governo. 
Mi insospettisce un passaggio, se ascoltate il video PD, "l'agricoltura al centro", diviene ad un certo punto "agroalimentare al centro", che non è esattamente la stessa cosa, anzi in alcuni casi può anche contrastare gli interessi degli agricoltori italiani. Oltre ad un riferimento "alla estrazione di risorse" che non prefigura nulla di buono.
Dopo FID ed Agenda Monti, direi che anche PD e Sel non mi convincono.
Vuoi vedere che la scelta più furba è quella di non dire nulla?



Nessun commento:

Posta un commento