lunedì 21 gennaio 2013

Intensiva vs Estensiva

Si è acceso un costruttivo dibattito sui costi colturali con Walter, agricoltore del Centro Italia. Si tratta della solita questione che riguarda l'approccio alla coltivazione: cosa conviene di più, un approccio intensivo o estensivo? O in altri termini spendere tanto per raccogliere tanto, o spendere meno per raccogliere meno?

Personalmente non credo ci possa mai essere una risposta definitiva a questo annoso dilemma, la bontà di questa scelta dipende da troppe variabili che esulano da questioni meramente agro-economiche, ma sconfinano in ambiti ambientali, logistici, filosofici, sociali, caratteriali etc.... 
Dal canto mio faccio parte della schiera dei "picca spese, picca guadagno" o per dirla in termini più raffinati di quelli che puntano ad una modello agricolo sostenibile, ecologicamente intensivo, ma a basso input!
Si tratta di una scelta ponderata, sulla base delle condizioni in cui opero e delle esperienze che hanno formato il mio modus operandi. Escludo tuttavia si tratti della scelta più remunerativa, ma probabilmente è l'unica che mi consente di essere qua oggi seduto a scrivere questo post.

Sul calcolo dei costi molti avranno da ridire certamente, ma sottolineo che trattasi di meri costi colturali che escludono tante voci di costi aziendali (ammortamenti dei fabbricati, assicurazione, spese varie, affitti, tasse ed imposte, interessi, contributi previdenziali,  etc...).

1) Iniziamo con la tecnica ed i costi di Walter (intensivo dal Centro-Italia), altri dettagli li trovate nei commenti qui:

Descrivo la mia tecnica colturale anche per fare due conti:

escludendo i terreni irrigui dove faccio prevalentemente mais, tutti i terreni collinari sono divisi in tre parti, in rotazione frumento duro, seguito dal tenero o da orzo poi il terzo anno colza o girasole.

Inizio con l'aratura, leggera 25 max 30 cm, appena tolto il raccolto, interro anche la paglia trinciata direttamente dalla mietitrebbia. Fine settembre estirpatura, fine ottobre semina con combinata, 200-220 kg/ha di seme da me prodotto + 1 ql/ha di fosfato biammonico localizzato.

Fine febbraio 3 ql/ha di nitrato ammonico, metà-fine marzo primo trattamento fungicida + diserbo, solo per foglia larga. Se il grano si presenta troppo rigoglioso aggiungo 2 litri di cycocel (nanizzante), dopo circa una settimana 2 ql/ha di urea.

In fioritura, 10-15 maggio, secondo trattamento fungicida, uso una miscela di procloraz + tebuconazolo + zolfo (questa anche per il primo trattamento), 10 kg/ha di urea zootecnica miscelata nella botte. Quest'anno penso che aggiungerò anche un insetticida, costo meno di 10 euro, l'anno passato ho notato un massiccia presenza di cimici. 

Costo di produzione, compresa trebbiatura e ammortamenti, 600 euro circa. Aspetto la tua tecnica.
Produzione media poco più di 60 q/ha. Proteine intorno a 13,5%.

Le foto di Walter dell'anno passato, subito dopo la spigatura prima dell'ultimo trattamento su Iride.









2) A questo link, invece, troverete un post intero di Mimmo (Maestro del grano proteico) che appartiene anche lui agli intensivi. I costi sono belli alti (una volta me li postò ma non li trovo), produzione media (se non ricordo male, ma lui ci aggiornerà certamente) intorno a 45 q/ha, e soprattutto proteine sino al 16-17 % che gli consentono di spuntare un super prezzo a livello canadese!


3) Ora gli sparagnosi di seguito io, siculo:

Rotazione con leguminose sempre.Preparazione del terreno divisa in tre:1/3 aratura con trivomere immediatamente dopo il raccolto della leguminosa, 1/3 ripper o aratro a dischi dopo le prime piogge in autunno, 1/3 coltivatore quando spuntano le erbe (sono in alternativa, eh).La scelta della prima lavorazione dipende dal terreno, dalla necessità di interrare residui colturali della leguminosa, della necessità di dividere il lavoro in periodi diversi dell'anno.Poi un solo ripasso con coltivatore leggero, salvo dove preparo il terreno direttamente con il coltivatore.Semina da metà novembre a metà dicembre con 220-240 kg/ha autoprodotto, salvo obblighi di legge.Unica concimazione in copertura con nitrato ammonico o urea.Dosi variabili da 25 a 90 kg di N x ha.La dose e il timing (da metà Gennaio ad inizio Marzo) dipendono da vari fattori.Diserbo con Atlantis (dove serve)+ tribenuron metile + 2,4 D (dove serve) dopo la copertura. Quest'anno aggiungerò dell'urea zootecnica per provare che effetto fa.Costo di produzione, compresa trebbiatura ed ammortamenti effettivi 300 euro circa (con ammortamenti completi 350 €/ha).
P.S.: La paglia del grano prende misteriosamente fuoco, dopo il 15 agosto, quasi sempre ogni anno, per consentirmi una minima lavorazione a basso costo sulla leguminosa che seguirà. Miracoli della natura...

Produzione media poco meno di 40 q/ha. Proteine medie 11,5%.

4) Ed un altro risparmiatore, Toni dal Centro Italia, che mi ha mandato il seguente specchietto:

Su Rinnovo di medica

Seme obbligatorio
Kg. 180x0,58
105
Seme mio
30x0,28
9
Concime urea
150x0.46
70
Gasolio
Credo che 60 litri avanzino
60
Totale costo
244
Sono ottimista, quest’anno non avrò gelate q/ha 50 (244/50)               costo q.le     5,00
Invece gela q/ha 40                                                                                           e vado a     6,00
Trebbiatura
Euro 3,00 al q.le


Su ringrano

Seme
210x0,28
60
Micro artigianale
20x0.60
12
Urea
300x0.46
138
Gasolio
50 litri
50
Logran (dovrebbe bastare)

11  altrimenti 65
Totale costo (le produzione dovrebbero equivalersi -10% dalle punte massime). I ritorni di freddo sembrano colpire meno i ringrani ma i 40 si fanno
               271                  325
   -          6,80                 8,10

A questi conti vanno aggiunti 20-30 €/ha di ammortamenti. 
Notare il concime micro-artigianale di cui Toni ha il brevetto. Il CentroStudi del blog è in attesa di valutare i risultati.
Produzione media 45 q/ha circa, proteine non pervenute (ahi, ahi ...anche al Centro Nord, dunque, producono tranquillamente grano non proteico e sembrano guadagnarci).

Le sue foto per dimostrare che esiste (scherzo, ci segue spesso):






Chi volesse dire la sua è il benvenuto. Ma per favore non mi parlate di disciplinari di produzione, altrimenti (se trovo un posto) mi impiego in fabbrica...sarebbe meno alienante.





11 commenti:

  1. Mi iscrivo anche io al club dei risparmiatori-estensivi, ho una metodica abbastanza simile a quella di Toni (per quanto noi ci troviamo invece a Foggia).
    Uniche differenze:
    -niente seme mio, non ho né spazio né tempo (devo dire, purtroppo), quindi mi limito ai 180 kg di seme certificato imposto dal sistema.
    - non disponendo del concime micro-artigianale, mi accontento di semplice fosfato biammonico in presemina (1 quintale ad ettaro solo su ringrano, che comunque ceco di evitare il più possibile).
    - diserbo ormonico e/o logran, in casi eccezionali aggiungo un graminicida all'occorrenza.

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  2. Orzo, premetto che frequento il blog da poco più di un anno e i primi commenti li ho firmati come “Dilettante” quale io sono, in quanto, rispetto agli altri frequentatori, coltivo poco più di un orto e solo per pura passione. L’idea del micro mi è venuta leggendo la composizione di alcuni microgranulari presenti sul mercato. Nulla, vedendo che praticamente hanno gli stessi titoli dei normali concimi come ad esempio il 18/46 non ho fatto altro che “macinare” questo e aggiungerlo in tramoggia a mo di conciante al seme.
    Avevo deciso di sperimentare metà tramoggia con, e metà senza, ma il giorno della semina sembrava venisse la fine del mondo che poi è arrivata, difatti molti hanno seminato malissimo e solo pochi giorni fa grazie ad una parentesi di tempo mite. P.S. Le foto le ho messe perché per la mia zona ho il grano migliore.

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  3. Caro Toni, premesso che sono anche io un dilettante, ti dirò che la tua idea non è affatto malvagia.
    Anche io è da un paio di anni che sto cercando di capire questa storia dei microgranulari.... non li ho ancora usati ma mi incuriosiscono molto....
    Effettivamente i titoli non sono affatto stratosferici (sicuramente non da giustificare il prezzo da gioielleria), probabilmente come fai tu è un buon compromesso tra le due cose...
    Magari poi ne riparliamo con calma prima della prossima semina (se mi concedi la licenza, ovviamente ;-)

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    1. Scusate, mi ha appena scritto la Microgranulates Corporation, informandomi che: dalla prossima campagna, sarà vietato prodursi il microgranulato aziendale.
      Ciò per garantire la tracciabilità del prodotto finale, consentire di mantenere le caratteristiche qualitative superiori dalla granella, e finanziare la ricerca sui microgranulati. Sarà così obbligatorio acquistare microgranulato certificato presso i rivenditori provvisti di opportuna micro-licenza.

      Occhio dunque alla Microgranulazione aziendale, potreste compiere una azione illegale.

      Cosa vi ricorda questa storiella?

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  4. ahahaha
    Be' dai, sui concimi abbiamo ancora la massima libertà, no? Almeno per adesso....

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  5. Si, per adesso la Microgranulates Corporation eviterà di adire le vie legali, grazie anche alla intercessione del blog, ma chissà in futuro...comunque Toni si era quasi preoccupato!

    Ciao

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  6. Volevo fare una domanda: per risparmiare tempo (e anche denaro) qualcuno utilizza la semina con lo spandiconcime e poi il ripasso con il vibrocoltivatore?
    Se si con quali differenze di resa rispetto alla semina a righe con seminatrice universale o pneumatica?

    Grazie
    Marco

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    1. Si, in Sicilia in alcune zone molto diffusa.
      Ma non si risparmia tempo, secondo me. Il vantaggio sta nel costo inferiore delle attrezzature (e del trattore perchè hai bisogno di meno cavalli), nella possibilità di operare in condizioni di maggiore umidità ed in terreni più difficili.
      Svantaggi principali: il seme rischia di rimanere scoperto in caso di eventi piovosi imminenti, a meno che non lavori con più mezzi ed operatori. Maggiore consumo di seme. E qualche altro dettaglio particolare.

      Se spandi uniformemente il seme non hai nessun calo di resa.
      In teoria una disposizione sparsa potrebbe anche darti una risposta produttiva migliore.
      Devi aumentare leggermente la dose di seme, perchè una parte potrebbe rimanere scoperta, ma dipende dalle condizioni operative.
      Nessuno studio comparativo è mai stato compiuto ufficialmente perché per la scienza agronomica trattasi di usanza arretrata. In realtà ha una sua logica in certe condizioni.

      Mentre su leguminose ed in generale semi grossi, la seminatrice fa la differenza e notevole.

      Io comunque ora semino con seminatrice, principalmente perché opero individualmente ed appunto le leguminose vengono molto meglio, oltre al fatto che si evita o limita l'effetto colombo-formica.

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    2. Io non ho grandi superfici e con l'attrezzatura che ho impiego parecchio tempo. Al momento , però, non mi conviene comprare una seminatrice pneumatica combinata con vibro,anche se le ho viste lavorare e sono una gran bella cosa. Farò una prova l'anno prossimo su un ettaro, per vedere la differenza di resa. Comunque anche secondo me, se fatto bene, in modo uniforme, potrebbe portare dei vantaggi. Grazie per i consigli.

      Marco da prov FG

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  7. Da me in alto Piemonte,capita che piove parecchio..in epoca di semine .
    Su terreno lavorato non ho mai provato spandiconcime piu vibro Avevo un vibro con una seminatrice pneumatica accord in combinata...Lo usavo a seminar cereali e soia e avanzavo il passaggio con lo spandiconcime.
    Ho provato a seminare colza e cereali ,con passaggio con spandiconcime pneumatico sui residui della coltura precedente o su un sovescio ,con successivo passaggio con il trincia stocchi per ricoprire,ma funzionava bene solo su terra non troppo asciutta ,non troppo bagnata .Sul troppo bagnato ovviamente un disastro ..Sul troppo asciutto in assenza di successive piogge, le emergenze in periodi ancora caldi erano scalari ritardate per scarso attecchimento, e si amplifica l'effetto colombo-formica come dice Granduro,.
    Ora utilizzo una seminatrice da sodo.che incide e depone nel terreno .se è tanto asciutto trincio residui sovesci dopo la semina .con una trincia con rullo liscio .se piove lascio stare.Cosi funziona.Sui residui a volte trinciarli e allargarli prima di seminare, in condizioni umide,consente, su terreno assodato, di avere un materasso di residui asciutti su cui si può seminare..

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    1. da noi su terra molto bagnata funziona meglio, perchè il lavoro viene effettuato con piccoli cingolati (che galleggiano quasi), ed hai costipamento del terreno minimo.
      Ma naturalmente il terreno deve essere privo di residui colturali.

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