domenica 30 dicembre 2012

PAC e Farm Bill, una corsa al ribasso?

Se Atene piange, Sparta non ride! Ebbene si, se la cara vecchia Europa non è ancora riuscita a mettersi d'accordo sul budget europeo dei prossimi anni, e di conseguenza sulle disponibilità finanziarie della prossima politica agricola comunitaria (PAC), gli Stati Uniti d'America si trovano in una posizione analoga, se non peggiore.


Negli USA infatti il mancato accordo sul cosiddetto Fiscal Cliff (baratro fiscale) tra Repubblicani e Democratici non ha consentito di promulgare il prossimo Farm Bill (la Pac americana) già scaduta lo scorso settembre.

Se volete avere una idea sul Fiscal Cliff vi consiglio questo articolo.
Sinteticamente si tratta di questo: gli Usa sono profondamente indebitati, il loro livello di debito al contrario del nostro non può superare un tetto massimo stabilito per legge.
...il ministro del Tesoro Timothy Geithner ha diffuso una lettera in cui ha spiegato che il tetto massimo del debito pubblico statunitense, stabilito per legge a 16.394 miliardi di dollari, sarà raggiunto il 31 dicembre 2012 e non nel 2013, come era stato previsto mesi fa.
Se dovesse essere sforato il debito senza coperture, gli USA si troverebbero tecnicamente in default. Per ovviare allo sforamento vi è la possibilità di stabilire un nuovo tetto per il debito (evento avvenuto almeno una 50ntina di volte negli ultimi decenni) oppure di aumentare il carico fiscale come di tagliare le spese per riequilibrare i bilanci.
Il grosso ostacolo al raggiungimento di uno di questi obiettivi è generato dal fatto che dal 2010 negli Stati Uniti il Senato è a maggioranza democratica mentre la Camera è repubblicana, e l'eventuale accordo per l'entrata in vigore deve essere votato nella stessa forma da entrambi i rami del Congresso. 

In questo contesto dovrebbe essere varata la nuova Farm Bill. Da un buon articolo del New York Times tradotto dal giornale della Coldiretti vi riporto alcuni passaggi salienti:
La Farm Bill, che viene ridiscussa ogni cinque anni e che finanzia centinaia di programmi, tra cui l'assicurazione del raccolto e i buoni pasto, e' scaduta il 30 settembre. La maggior parte degli agricoltori non hanno avuto alcuna ripercussione immediata, perche' il disegno di legge, approvato nel 2008, copre la maggior parte delle sovvenzioni e dei programmi di prestito per la prossima stagione di semina, che inizia in primavera. A giugno il Senato ha approvato un Farm Bill da 969 miliardi di dollari, con un risparmio di 23 miliardi di dollari in dieci anni, attraverso i tagli a varie sovvenzioni agricole e ai programmi per l'alimentazione, di questi circa 4,5 miliardi vengono dai tagli al "Food Stamp Program" [programma per i buoni alimentari]. La legge dovrebbe eliminare ulteriori 5 miliardi dei cosiddetti pagamenti diretti che vengono erogati agli agricoltori e ai proprietari di terreni, indipendentemente dal fatto che coltivino o meno. La commissione agricoltura della Camera ha approvato la propria versione del disegno di legge, che permetterebbe di risparmiare ancora di piu': circa 35 miliardi di dollari in 10 anni. 16 miliardi di risparmi verrebbero dai tagli al "Food Stamp Program". Anche la versione della Camera eliminerebbe 5 miliardi di dollari dai pagamenti diretti.Ma a causa dei disaccordi tra i Repubblicani sulla questione se i tagli siano abbastanza profondi, il disegno di legge non e' stato approvato per un voto.
Alcuni settori agricoli hanno goduto di una proroga, atri invece no:
 In ottobre, il Congresso ha approvato una misura provvisoria di spesa per assicurare che i programmi come quello per i buoni alimentari e l'assicurazione delle colture continuino con il livello attuale di finanziamenti fino a marzo 2013.Ma molti programmi, compresi quelli che forniscono assistenza ai produttori di latte, di carne e di pollame, si sono interrotti perche' il loro finanziamento e' finito quando la Farm Bill e' scaduta
La confusione legislativa e la stratificazione delle norme non è un nostro problema  esclusivo a quanto pare:
...un problema piu' grande e' rappresentato dal fatto che il primo gennaio molti programmi agricoli torneranno a dover far riferimento ad una legge  agricola del 1949, l'ultima Farm Bill permanente. Tutte le successive leggi agricole sono state rettifiche di quella piu' antica.La vecchia legge, reintrodurrebbe  superiori sostegno dei prezzo di mais, riso, grano e altre colture da parte del governo, cosa che potrebbe far aumentare i prezzi al consumo e la spesa federaleSe un nuovo Farm Bill non e' attivo, i prezzi sostenuti dal governo per il latte sarebbero circa quattro volte superiori a quelli dell'attuale legge e circa il doppio rispetto ai prezzi correnti di mercato.
d'altro canto altri settori potrebbero risultare molto penalizzati dalla legge del 1949:
La legge del 1949 non forniva una copertura al sostegno dei prezzi per colture come soia, arachidi o zucchero, non supportava programmi che incoraggiassero una maggior produzione di frutta e verdura, ne' aiutava i mercati degli agricoltori, o forniva assistenza agli agricoltori piu' piccoli. Questi programmi sono attualmente senza finanziamenti perche' erano autorizzati dalla Farm Bill scaduta.
Ed il rischio che non si trovi l'accordo sul Farm Bill, è talmente elevato che già molti giornali (qui e qui) paventano un aumento immediato dei prodotti lattiero caseari dai primi giorni di Gennaio.

Le ultime notizie comunque danno per probabile una breve estensione dell'attuale Farm Bill, un semplice espediente per prendere tempo ed evitare il salto nel buio del ritorno al Farm Bill del 1949.

In ogni caso il potente Consiglio dei Cereali Statunitensi (l'organizzazione per l'esportazione dei cereali) esprime il proprio sconforto, vista la prolungata incertezza, sulla situazione attuale:
The year is almost over and Congress has not completed a farm bill. It's a bad situation for everyone in agriculture - even the U.S. Grains Council. USGC Chairman Don Fast says there's no allocation for funding for the Market Access Program and Foreign Market Development Program - so the Council will have to use what reserves it has.
Tempi duri, anche per i nostri solitamente molto agguerriti concorrenti yankee (osteggiati comunque da una opinione pubblica che spesso li avversa, vedi vignetta a lato); l'agricoltura occidentale si trova ad un bivio in seguito alle vicissitudini legate all'indebitamento degli Stati, niente di strano che USA e UE alla disperata ricerca di tagli e risparmi, alla fine si mettano d'accordo e riducano entrambi i budget agricoli, a tutto vantaggio delle economie emergenti o quantomeno di chi delocalizza ed investe capitali in queste aree geografiche.

Aggiornamento

Gli Stati Uniti seguono con apprensione i negoziati al Congresso per evitare il 'fiscal cliff', ovvero i tagli alla spesa e l'aumento delle imposte che, se non dovesse essere trovato un accordo, scatterebbero il primo gennaio. Ma a lanciare l'allarme su un altro precipizio in cui il Paese rischia di finire è Tom Vilsack, il segretario all'Agricoltura.Se il Congresso non approverà una nuova 'farm bill', il settore agricolo rischia di essere devastato e le conseguenze ricadrebbero su quasi tutti gli americani. "I consumatori rischiano di dover pagare 7 dollari per un gallone (quasi 4 litri, ndr) di latte", praticamente il doppio, è stato l'allarme lanciato da Vilsack in un'intervista rilasciata alla Cnn. Senza una legge che rinnovi o sostituisca il 'Food Conservation and Energy Act' del 2008, che scadrà alla fine dell'anno,  tornerebbe in vigore un provvedimento del 1949 che calcolava il prezzo sulla base di costi di produzione molto alti. 

7 commenti:

  1. Ma la forza dei prodotti agricoli americani, ossia la loro appetibilità sui mercati globali è dato anche dagli incentivi che hanno in patria. Grazie a questi gli agricoltori riescono a tenere prezzi bassi. Una loro drastica diminuzioni renderebbe alcune coltivazioni non più remunerative ai prezzi attuali e quindi per noi può essere anche un vantaggio. No?

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    1. Auguri di Buon Anno a tutti!

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    2. Si, per noi sarebbe un vantaggio.
      Però è probabile che ad una riduzione del Farm Bill corrisponderà una ridimensionamento della PAC, o viceversa. Storicamente si sono condizionate a vicenda le politiche agricole atlantiche.

      Ricambio ed estendo gli auguri

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  2. Gli aiuti drogano il mercato della libera concorrenza delle merci,la mia domanda è "non è meglio toglierli a tutti"?
    Buon Anno a tutti
    Vincenzo

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    1. Se togliessero prima le zavorre, perchè no?

      Se tolgono gli aiuti mantenendo l'attuale sistema, i produttori si troverebbero, a scontrarsi con competitori dei paesi in via di sviluppo , capaci di produrre con costi molto inferiori ai nostri (e non per demerito nostro).
      Siete voi contribuenti Europei che giustamente pretendete che noi produttori rispettiamo normative ambientali, paesaggistiche, igienico-sanitarie, del lavoro, della sicurezza etc...molto rigorose.
      E' chiaro che tutto ciò ha un costo ed i nostri prodotti costano più cari molto spesso o i nostri margini sono inferiori all'estero.

      Toglierli a noi, semplicemente, condannerebbe una bella fetta dell'agricoltura a scomparire. Per alcuni si tratterebbe di un processo virtuoso di razionalizzazione determinato dalla concorrenza, per me, solamente un alto tradimento dello Stato e di quanti non ci consentono di competere ad armi pari con gli altri.

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  3. skandiski. Buon anno a tutti.

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  4. vi consiglio di leggere questo articolo-http://www.comedonchisciotte.org/site/modules.php?name=News&file=article&sid=11264&mode=&order=0&thold=0- in modo particolare l ultima frase in neretto-

    penso che ormai in occidente si sia preso coscienza di quello che si deve fare,ma come al solito pilato se ne lava le mani,aspettando che sia la folla a prendere la decisione-

    cercheranno in tutti i modi di esasperare i popoli,per farli insorgere,a quel punto si tornerà a parlare di sovranità nazionali ,confini,dogane,dazi etc etc etc...

    ci vorra un pò di tempo ma è li che andremo a parare-

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