sabato 15 dicembre 2012

PAC, dove stiamo andando? (aggiornato 2)


Ieri a Catania si è svolto un importante Convegno dal titolo "La PAC oltre il 2013", alla presenza del Commissario Dacian Ciolos, il Ministro Mario Catania e l'on.le Giovanni La Via. E' intervenuto anche Corrado Vigo, l'agronomo blogger, con il quale spesso cambio opinioni ed al quale mi sono ispirato per la nascita di questo blog. In attesa di conoscere il contenuto del suo intervento, che  lui stesso annunciava come eclatante per le proposte che avrebbe avanzato, vi riporto uno stralcio dell'intervento fuori programma (che condivido molto) di un protagonista (a torto o a ragione) dell'agricoltura siciliana degli ultimi anni: Mariano Ferro, leader dei Forconi siciliani.

...paradosso o addirittura contraddizione chiedere a questa Unione Europea di svolgere un ruolo di “primo intervento” in questo momento drammatico di crisi internazionale? Perchè i cittadini Europei devono pagare le tasse in questa fantomatica comunità se poi nessuno si azzarda a difenderli?  I fondi Europei ? Denaro nostro che da molti anni avrebbe dovuto spingere gli investimenti che però se non accompagnato da un mercato “normale” ha spesso portato indebitamento delle aziende ed impoverimento dei territori.  Ed il nostro governo centrale che ha coniugato rigore e pressione fiscale in un momento di recessione come pensa di farci uscire da questo avvitamento gravissimo? Sorvoliamo sugli effetti devastanti ed incontrollati dell’euro, ma almeno in questa globalizzazione, giusta per molti versi, si possono chiedere regole che rimettano in equilibrio le distanze tra i costi di produzione dei vari paesi ?   In momenti come questo non si possono applicare norme giuste per i periodi migliori, nei momenti straordinari non si possono non applicare regole straordinarie. E quali sarebbero i provvedimenti che si stanno mettendo in campo per contrastare una crisi che registra un tasso di disoccupazione preoccupante, la peggiore dal dopoguerra, quando si fermava all’8% ?    I governi regionali e soprattutto i paesi in grande difficoltà dell’area Euro, quale è l’Italia,a quali soluzioni vogliono pensare per venire fuori da questo moderno sterminio della dignità di intere generazioni?  E’ un’eresia pensare a deroghe alle norme comunitarie ?  Che senso hanno le conferenze per  vomitare fiumi di parole se poi non si riesce a incidere minimamente sulla rotta del parlamento europeo.Il denaro è un ottimo ricostituente, ma non basta, oggi è come somministrato ad un malato  da portare in sala di rianimazione, l’accostamento sarà duro ma la realtà è quella a cui tutti stiamo assistendo e cioè la desertificazione di interi territori che giorno dopo giorno si impoveriscono inesorabilmente. O i fondi destinati alla PAC si utilizzano in funzione del momento o non ha senso cercare di salvare il malato con una cura assolutamente inefficace. Una burocrazia asfissiante, norme da togliere il fiato che riescono a produrre solo lavoro da scrivania per inginocchiare chi produce. Si dovrebbe nella teoria dare una mano agli investimenti ed allo sviluppo e ci si ostina a non voler semplificare ed essere efficaci. Vogliamo dare un’occhiata ai risultati? Ovviamente non sulla carta, ma nei territori, ascoltando, se dovesse servire quest’ulteriore passaggio, il perchè del malessere degli operatori. Certo Bruxelles è così lontana o forse potrebbe essere così vicina, ma a cosa è servita questa macchina internazionale, distante anni luce dalla realtà, se nonostante quella gran mole di denaro che si è spostata a favore, il settore è letteralmente in ginocchio, potrebbe esserci stato qualche errore di valutazione, potrebbe essere che la politica è in grave ritardo nei confronti di una realtà che vede crescere la depressione,ma guai a definire populimo o demagogia il grido dall’allarme degli operatori,o quando un quarto degli italiani è a rischio povertà. Sarà possibile chiudere gli occhi per i prossimi anni e continuare ad assistere a quantità abnormi di prodotto incontrollato che ci sommerge giornalmente, in arrivo dal nord Africa o dai paesi orientali, passando dai porti di tutta Italia o dai vari passi di frontiera, che viene poi puntualmente spacciato per prodotto siciliano o nazionale? Cosa serve dunque perchè questa classe politica nazionale ed anche questo parlamento europeo si accorgano di questi nuovi schiavi delle campagne? Sarebbe esagerato chiedere le dimissioni immediate da quei posti pagati a peso d’oro,dei presidenti delle associazioni di categoria visto che non rispondono più agli interessi dei loro iscritti? La si smetta con le elemosine, con gli aiuti, o con le pezze. Si affrontino i problemi attrezzandosi a dovere per contrastare la situazione di emergenza drammatica, a meno che non si pensi che  questa tensione sociale latente possa essere sopita da un miracolo. La venuta di Ciolos e del Ministro Catania voluta dall’onorevole La Via, crediamo che in questo momento sia inopportuna ma sapremo cogliere l’occasione per un caloroso vero e proprio ultimatum. Ancora una volta ci troveremo di fronte a chi, senza ombra di dubbio ha ,ovviamente insieme ai predecessori, pesantissime responsabilità sul disastro strisciante  in questo mondo agricolo del mezzogiorno d’Europa. E noi, vittime di una ipocrisia istituzionale senza precedenti, che siamo un colabrodo ed abbiamo aperto la porta all’illegalità che arriva in silenzio dall’Africa , siamo tra i primi a pagare un prezzo altissimo. Basta solo ricordare che fitofarmaci ritenuti legali in altri continenti, in Europa non sono consentiti da anni semplicemente perchè cancerogeni. Con i nostri costi di produzione, i costi del trasporto, la nostra burocrazia, il costo del denaro,noi dovremmo fare la concorrenza al Marocco,per menzionare solo l’ultima ratifica europea contro gli europei? O dobbiamo programmare la nostra vita tentando la fortuna, aspettando il momento in cui gli altri paesi non hanno produzione?  E’ difficile comprendere  l’Europa.  E l’Italia?  E’ una questione di presunzione, di incapacità, di sottomissione o di imbecillità ? O è una intera categoria di caproni che non hanno capito come muoversi?Dobbiamo trasferirci tutti nel nord Africa?  Forse il tempo darà una risposta. Non possiamo fermarci al fatalismo, vorremmo appigliarci a qualcosa,ma ci si diano e con urgenza segnali concreti. Magari ci rivediamo l’estate prossima dopo l’insediamento del nuovo governo italiano, e da quello che si prospetta non sarà molto meglio, ma forse basta non far morire la speranza. Di sicuro una domanda c’è già oggi : dove stiamo andando

Fonte 

Io non sono andato naturalmente, c'è da sistemare un muro della mia casa in campagna. Cemento, sabbia e cazzuola, altro che convegni ed amenità varie.

Sul futuro pratico della Pac vi propongo questo articolo "

Pac, si fa strada l'ipotesi del regime transitorio"


Di seguito il video battagliero dell'intervento, molto difforme dalla nota scritta che ho riportato sopra. A quanto pare siamo prossimi alla guerra Civile.



Felice Floris dei Pastori Sardi (molto appassionato), ed ha ragione: loro della PAC, sinora, hanno visto le briciole:



Qui il video dell'intervento di Corrado Vigo. Ottimo nella forma, ma Catano-centrico nei contenuti. L'agricoltura siciliana è molto eterogenea. Un granicoltore, difficilmente potrà avere benefici da una impostazione del genere.

Spero di aggiornare il post con gli interventi di Ciolos, Catania e La Via, al più presto. Comunque abbiate fede, se tutto va bene, siamo rovinati!!!

Una breve sunto della manifestazione, con un ottimo La Via:



Ed ancora Mariano Ferro sulla situazione agricola e politica siciliana. QUI.





1 commento:

  1. Per chi auspica una più equa ripartizione delle risorse, consiglio di ascoltare La Via.

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