domenica 17 giugno 2012

Rapporto Banca d'Italia 2011: Sicilia, i numeri del disastro

Va molto male in Sicilia nel 2011, lo certifica anche la Banca d'Italia. PIL, Occupazione, Esportazioni, Consumi delle famiglie, Prestiti bancari, Scolarizzazione, va tutto giù ed al di sotto della media del Mezzogiorno. 
Unica voce positiva il turismo, ma dopo tre anni di calo, mentre gli occupati in agricoltura rimangono stabili (l'agricoltura starebbe meglio degli altri, pensate un po')! 



Il Governatore tiene comunque a farci sapere, nel suo post (del 28-05-2012) riepilogativo dell'attività del suo Governo, prossimo all'epilogo, che;
Sono stati anni entusiasmanti ma anche sofferti e faticosi. Si è chiusa una fase e se ne apriranno altre.
Chissà da cosa derivi tanto entusiasmo? Forse dalla partita di Taclè, commercializzata con successo, secondo un suo racconto riportato nei commenti di un post precedente.
Perché io faccio fatica a scorgere qualche buon motivo per tale entusiasmo.

Comunque non è finita qui, già Lombardo preannuncia ulteriori fasi, e la situazione economica del 2012 appare ancora peggiore della precedente. Temo meno entusiasmo (del Governatore), ed ancora più sofferenza e fatica (per noi siciliani, naturalmente) nel prossimo futuro.


P.S.: I Forconi dunque non avevano tutti i torti quando cercarono, senza troppi salamelecchi, di smuovere la Sicilia dal suo torpore!



Sicilia: Bankitalia, maggiore disoccupazione minore scolarizzazione

14 Giugno 2012 - 18:52

(ASCA) - Palermo, 14 giu - Rallenta la ripresa economica e aumenta la disoccupazione. Sono due tra i principali fattori che rendono sempre piu' lontana la Sicilia dal resto d'Italia. E' quanto emerge dalla relazione annuale sull'economia siciliana della Banca d'Italia presentata oggi nella sede di Palermo. ''Il 2011 e' stato un anno a due facce - ha detto Giuseppe Arrica, direttore della filiale regionale - nel primo semestre si e' registrata una parziale ripresa, mentre nella seconda parte dell'anno, a causa della crisi del debito a livello europeo, si sono creati problemi a livello nazionale che hanno avuto pesanti ripercussioni anche sulla Sicilia''. Il rapporto evidenzia che nel primo trimestre del 2011, il tasso di disoccupazione nella regione e' passato dal 15 per cento al 19,5 per cento dei primi mesi del 2012.

Nel dettaglio, secondo gli ultimi dati Istat, in Sicilia il calo dell'occupazione e' arrivato al 2,9 per cento, facendo scendere il numero di occupati di 41mila unita' rispetto allo stesso trimestre del 2011. Per la prima volta il numero di lavoratori nell'Isola e' inferiore al milione e 400 mila. ''Il calo ha interessato tutti i settori, escludendo l'agricoltura - ha aggiunto Arrica - un comparto che pero' spesso assorbe i lavoratori con caratteristiche di precariato''. Maggiormente penalizzati i lavoratori nel settore delle costruzioni (-7,1 per cento), e del commercio, alberghi e ristoranti (-6,4 per cento).

I cittadini in cerca di occupazione si sono ridotti del 3 per cento e il calo ha riguardato sia quelle persone con precedenti esperienze lavorative sia quelle in cerca di prima occupazione.

Il tasso di attivita' e' sceso per il sesto anno consecutivo, raggiungendo il 49,5 per cento.

E ancora: la percentuale delle imprese che hanno chiuso l'esercizio in utile si e' ridotta, rispetto al 2010, di circa 9 punti percentuali, al 52 per cento.

Per quanto riguarda gli scambi con l'estero, nel 2011 le esportazioni siciliane sono aumentate del 15,5 per cento dopo la forte ripresa del 2010. L'andamento riflette una tendenza positiva registrata nel primo semestre dell'anno, a cui e' seguita, invece, una variazione negativa nell'ultimo semestre.

Ma al netto dei prodotti petroliferi raffinati, che incidono per oltre il 70 per cento sul totale, le esportazioni siciliane sono diminuite dell'1,4 per cento, a fronte di un incremento sia a livello nazionale (11,3 per cento), sia nel Mezzogiorno (9 per cento).

Sempre secondo la relazione della Banca d'Italia, in Sicilia diminuiscono anche i consumi delle famiglie: dal 2007 al 2010 la spesa media mensile si e' ridotta di circa il 9 per cento, raggiungendo il valore minimo dal 2002. Tale contrazione, superiore a quella registrata nella media italiana (-4 per cento), ha portato a un ampliamento del divario tra la Sicilia e il resto del Paese. A partire dal 2008 tutte le principali voci di spesa hanno registrato una contrazione. Il calo e' stato particolarmente intenso per i trasporti, l'abbigliamento, i ristoranti e gli alberghi.

Unici segnali positivi quelli che provengono dal turismo, settore nel quale si e' registrata una ripresa dei pernottamenti degli stranieri con un aumento della spesa ad essi associata, dopo tre anni di calo. Il peggioramento della congiuntura, invece, si e' riflesso anche nella debolezza della domanda di credito, in concomitanza con un inasprimento delle condizioni di offerta da parte degli intermediari bancari. Ne e' derivato un rallentamento dei finanziamenti bancari all'economia regionale che si e' manifestato a partire dalla seconda parte del 2011, decelerando sia i prestiti alle famiglie, sia quelli destinati ai settori produttivi. Il tasso di interesse sui prestiti a breve termine e' salito nel corso dell'anno di 1,4 punti percentuali, attestandosi a dicembre al 7,4 per cento.

Peggiorano anche le condizioni sui nuovi finanziamenti a medio e a lungo termine.

Nel primo trimestre 2012 i tassi di interesse sui prestiti sono ulteriormente aumentati. Ristagna il credito al consumo delle famiglie. Nel clima di incertezza economica sono lievemente diminuiti i depositi bancari, in particolare quelli detenuti dalle imprese nella forma tecnica dei conti correnti. Le esigenze di contenimento dei costi e la difficile congiuntura economica hanno frenato anche la diffusione degli sportelli bancari sulla rete territoriale, stimolando piuttosto canali alternativi di interazione con la clientela, come i punti operativi automatizzati e i servizi di 'home' e 'corporate banking'. Non va meglio nel credito alle imprese, settore nel quale anche i mutui (che rappresentano i tre quarti dei finanziamenti totali alle aziende) hanno rallentato. Secondo l'indagine della Banca d'Italia nel 2011 solo la meta' delle imprese che hanno richiesto nuovi finanziamenti ha ottenuto l'intero importo, rispetto ai due terzi nel 2010. La debolezza della dinamica del credito ha riguardato in particolare il comparto delle costruzioni, riflettendo un ulteriore peggioramento congiunturale soprattutto nell'edilizia residenziale.

A dicembre i finanziamenti alle imprese edili si sono ridotti del 3,5 per cento rispetto allo stesso mese dell'anno precedente. Maglia nera alla Sicilia, inoltre - sempre secondo il rapporto della Banca d'Italia - anche per quel che riguarda l'istruzione.

Nell'isola si registra una bassa scolarizzazione. Il numero di diplomati e laureati e' inferiore alla media nazionale e quella del Mezzogiorno. In base ai dati Istat, nel 2010 l'incidenza dei laureati tra i residenti in Sicilia di 25-64 anni era del 12,3 per cento, rispetto al 14,8 per cento della media nazionale. La quota dei residenti della stessa classe di eta' con almeno un titolo di studio secondario era del 46,1 per cento, una delle piu' basse fra le regioni italiane.

Fonte



Sicilia, corte dei conti: aumentano di 2 miliardi i debiti della Regione



http://www.gds.it/gds/sezioni/economia/dettaglio/articolo/gdsid/203402/

2 commenti:

  1. Copi incollo da sora -"Ma al netto dei prodotti petroliferi raffinati, che incidono per oltre il 70 per cento sul totale, le esportazioni siciliane sono diminuite dell'1,4 per cento, a fronte di un incremento sia a livello nazionale (11,3 per cento), sia nel Mezzogiorno (9 per cento)."-
    Attenzione questo è allarmante. Nelle Marche a Falconara (AN) dal 1/1/2013 verrà chiusa una raffineria anzi la raffineria Api. Perchè, a quello che so io, arriverà prodotto finito dai soliti paesi emergenti (più conveniente). Attenzione quindi a chi vive sulla raffinazione perchè pure questo mondo sembra alla fine.

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  2. si, stanno chiudendo un sacco di raffinerie in Europa.
    In Sicilia, lavorano a mezzo ritmo, tanti operai in cassa integrazione (senza ritorno, temo).

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