mercoledì 27 giugno 2012

E via così, rapidi verso il declino...o il collasso!

Gli effetti della crisi economica riducono sostanzialmente i consumi (anche alimentari). Oramai non è più teoria, ma realtà. E purtroppo per noi, l'Italia è uno dei casi più eclatanti in cui avviene questo fenomeno. A parte le molteplici implicazioni personali, dal punto di vista dell'economia del produttore agricolo credo che il calo dei consumi, in buona parte del Sud Europa, avrà il suo peso sul mercato dei prodotti agricoli dei prossimi anni.



(AGI) - Roma, 26 giu. - Crollo record per le vendite al dettaglio ad aprile. L'indice, segnala l'Istat, ha registrato una riduzione dell'1,6% su base mensile, per un calo tendenziale del 6,8%. L'arretramento congiunturale e' il piu' ampio da maggio 2004, mentre quello su base annua e' il peggiore dall'avvio delle serie storiche nel genaio 2001.

Nel confronto con marzo 2012, le vendite diminuiscono dell'1,5% sia per i prodotti alimentari sia per quelli non alimentari. Rispetto ad aprile 2011, invece, le vendite di prodotti alimentari diminuiscono del 6,1% e quelle di prodotti non alimentari del 7,1%. Le vendite per forma distributiva mostrano, nel confronto con aprile 2011, una marcata contrazione sia per la grande distribuzione (-4,3%), sia per le imprese operanti su piccole superfici (-8,6%).

Nei primi quattro mesi del 2012, rispetto allo stesso periodo del 2011, l'indice grezzo diminuisce dell'1,6%. Le vendite di prodotti alimentari segnano una flessione dello 0,2% e quelle di prodotti non alimentari del 2,2%. (AGI) .
Il calo ha interessato maggiormente prodotti freschi (frutta e verdura), pesce, e vino. Mentre pane e pasta, in quanto alimenti relativamente economici, hanno resistito meglio.
Il mito del prodotto di qualità sembra infrangersi davanti alle difficoltà economiche del consumatore medio, così nell'ambito della GDO (in media -4,3%), i discount sono quelli che hanno subito una minore flessione (-3%), mentre i piccoli esercizi commerciali autonomi tracollano con un -8,6%.
Qui il testo integrale del rapporto dell'Istat.

Ma l'aspetto ancora più pernicioso del dato sul calo dei consumi è rappresentato dal fatto che le vendite al dettaglio funzionano spesso come indice predittivo del PIL. Su vari siti internazionali infatti è riportato il grafico sotto, nel quale all'andamento delle vendite al dettaglio italiane ed alla fiducia dei consumatori è associato (in basso) il dato del Pil nazionale.
Penso sia inutile commentarlo, mi sembra incredibilmente preoccupante.
Se si verificherà un prossimo calo del Pil proporzionale al calo dei consumi, ciò provocherà un maggiore rischio insolvenza del nostro debito nazionale, ulteriore aumento del tasso di interesse (già elevato), nuove tasse per sostenerlo ed infine un ulteriore stimolo alla spirale recessiva.
ù
Va male, molto male, la scorsa estate ero convinto fossimo già alla frutta, ma questa si sta prospettando molto peggio. Qualche spicciolo sotto il materasso, converrà tenerlo, perché un evento economico traumatico non può escludersi a prescindere, mentre l'italiano medio si crogiola sotto l'ombrellone.





Ma non è solo il mercato interno che cede, anche le esportazioni agricole italiche vanno a picco.

L'export agricolo non solo non riesce a ripartire, ma anzi è crollato del 14,4 per cento  nei primi quattro mesi del 2012... 
Secondo la CIA: il punto centrale della questione resta l'aumento costante dei costi di produzione, spinti in alto dal caro-carburante, e il parallelo calo delle quotazioni all'origine. 

Insomma siamo sempre più poveri, e sempre meno competitivi sul mercato globale. 
L'uomo chiamato a salvarci dal baratro si sta dimostrando, come qualcuno aveva sospettato, un incapace o un venduto.
Declino o Collasso, scegliete voi, ma non ci sono alternative, a questo punto.

6 commenti:

  1. Mamma mia.. queste notizie manco le voglio leggere piu per quanto mi lascino sconcertato. Che macello. L italiano medio che prende lo stipendio, fin quando, poco o tanto lo incasserà andra benino per lui, perche puo contare su un entrata fissa. Per il produttore non è cosi. Inizi l autunno e non sai ora che la stagione del raccolto, se e quanto raccoglierai, e sopratutto quanto verrà valutato il prodotto, rischiando, e allo stesso tempo ritrovarsi indebitato a fine campagna, per gli esosi costi di gestione non coperti dagli incassi. In italia si è persa la politica industriale e del lavoro, un piano produttivo nazionale che dia lavoro e benessere un po per tutti. Io il signor monti non l ho mai considerato il salvatore della patria. Dietro di lui ci sono una clamorosa scia di fallimenti, ben celati dallo stesso monti. Figuriamoci se riesce a governare e a riformare una nazione come la nostra ingessata e bloccata da secoli. Non ero assolutamente pro- berlusconiano, ma certo non ero tra gli stolti che il giorno delle sue dimissioni erano a far festa, convinti che era tutto risolto. Io personalmente sono sfiduciato, non voglio avere piu aspettative ne vane speranze da un qualche politico o da qualche altro ciarlatano. Prego Dio per la salute mia e della mia famiglia. Del resto, non m' importa piu. Tanti auguri a tutti per l avvenire

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  2. E' un periodo storico difficile, ma non è certo ne il primo ne il peggiore dell'Uomo su questa Terra. Va affrontato e le difficoltà momentanee che insorgono non ci devono impedire di pensare ad un futuro migliore (anche se non immediato) per noi, per i nostri figli e per la nostra comunità.
    Suvvia un po' di ottimismo.

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    1. Concordo, ottimismo!! guardate cosa sta succedendo in usa, stimavano ottime produzioni per il mais, mentre ora rischiano di dimezzare il raccolto!! punte di otre 45 gradi in buona parte degli stati e le previsioni non mostrano cambiamenti per almeno 10 giorni, molto mais è in fioritura, tutto arrosto!!!
      Poi c'è anche il canada che non la racconta giusta sulle stime di semina primaverile, perchè sembra che molti agricoltori non hanno seminato duro ma soia e colza!! vediamo venerdi il rapporto usda cosa dice!!

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  3. Che la situazione era lontana dal risolversi si era capito bene, così come della necessità di grandi sforzi per salvare l'Italia. Piuttosto la sensazione attuale è quella che nonostante i grandi impegni presi dal paese, sia sul fronte interno che su quello più importante dei mercati, essi risultino vani costringendo semestre dopo semestre a nuove e ulteriori manovre correttive che lentamente strangolano il paese. Inoltre al momento sembra proprio che si stia raggiungendo lo stallo in un paese dove la pressione fiscale, già alta, è arrivata alle stelle, e dove la stessa sta sovralimentando la recessione; Monti al momento pare dire "noi tutto quello che potevamo fare l'abbiamo fatto, di più è impossibile" per questo cerca altre scappatoie e un "piano B" che possa uscire in sede comunitaria con l'aiuto della Francia e della Spagna. Il meeting di domani è di fondamentale importanza e spero tanto che non finisca con un buco nell'acqua perchè le sorti nostre e dei nostri eurofratelli iberici dipendono molto da esso.
    Poi c'è tutta la questione della sovranità nazionale e della sua cessione all'europa, su cui tanti ci stanno ripensando, come se non avevano capito dove era il capolinea del treno partito ufficialmente 20 anni fà. Ma non credo che sia questa la sede giusta per parlarne.

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  4. Nell’elenco blog personale qui a lato “ComeDonChisciotte – RAFFINERIE ITALIANE. E’ COLLASSO?” è riportato un articolo sulla raffineria Api di Falconara, la cui situazione avevo già anticipato in un commento su questo Blog. L’Italia vive in gran parte sul petrolio, sulla sua raffinazione, non ha caso la più grande azienda nazionale che rappresenta oltre la metà del valore di borsa è l’ENI. Non c’è più lavoro in Italia, stanno chiudendo tutti, questo governo doveva cercare di sterzare in questa direzione, di preservare il lavoro in Italia, il lavoro con il valore aggiunto, quello che produce ricchezza. E’ stato fatto? No, decisamente no. Ormai la strada è segnata, la storia sarà sempre la stessa, quale? Vedi Grecia.

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  5. Purtroppo Si, Pil in calo ulteriore (-2.4 %) peggio alle previsioni (-1.6%), e rapporto debito/PIL in crescita al 125.7%.
    Ma non ci voleva una Laurea alla Bocconi, per capire sei mesi fa, all'indomani del decreto Salva-Italia che sarebbe finita così.

    Ora molti sperano nell'Europa e nello specifico dei tedeschi (perché gli altri europei non possono aiutare nessuno). Ma non vedo un solo motivo sensato per il quale i crucchi dovrebbero venirci in aiuto.
    Se non sono ancora pronti a mollarci, ci terranno a bagnomaria sintanto che ciò non danneggi troppo la loro economia (come con la Grecia), e poi tireranno lo sciacquone.
    Ma non mi sento di biasimarli.

    http://borsaitaliana.it.reuters.com/article/businessNews/idITMIE85R01L20120628

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