giovedì 10 novembre 2011

Rapporto USDA novembre 2011

Purtroppo tocca sciropparci il solito rapporto USDA sul mercato cerealicolo. Del resto una volta iniziata questa avventura del blog sul mercato del grano, non posso fare a meno di proporvelo, almeno per sommi capi.

Partendo dal mais non posso fare a meno di notare, che gli analisti australiani tre mesi fa erano nel giusto quando ritenevano le stime USDA troppo ottimistiche. Così come riporta il Sole24ore, alla fine, le rese del mais sono risultate inferiori alle aspettative e qualcuno sottolinea anche che le scorte sarebbero state sopravvalutate con banali trucchi contabili (dettagli nell'articolo).
L'USDA, dal canto suo, giustifica il continuo variare delle sue previsioni adducendo difficoltà nel valutare l'impatto dell'industria  dell'etanolo sul mercato del mais, che oramai negli USA conta per il 40%  della produzione (e con i prezzi del petrolio in continuo incremento giornaliero, ancora più preponderante).
Anche il grano duro subisce una revisione, alla luce dell'ultimissima indagine che arriva sino a ottobre. Ebbene rispetto alle ultime previsioni, in North Dakota (lo stato principale per la produzione del duro negli States) è andata ancora peggio. In termini di superficie vi è stata una perdita di ulteriori 5000 acri per una superficie totale raccolta di 715.000 acri (media decennale 1,85 milioni di acri), mentre in termini produttivi sono stati raggiunti i 18,2 milioni di bushel (-487.500 bushel rispetto alla stima precedente) contro una produzione media decennale di 53 milioni di bushel.
Ma allora direte voi il prezzo dovrebbe andare alle stelle negli USA? Ed invece no. Gli americani si sono fatti furbi, fanno la pasta con il tenero!!! I farmer, devastati dal maltempo, resistono e non vendono i loro raccolti di duro, ma i compratori li snobbano. Mercato bloccato.
Su 30 stoccatori (elevator), soltanto 2, ieri hanno fatto prezzo, ad un livello peraltro ancora più basso degli ultimi tempi (10,65$/bushel). Crisi nera per i farmer insomma.
Infine per l'anno prossimo, stante l'elevata superficie rimasta vuota nella stagione appena trascorsa,  secondo gli analisti locali si prevede che sarà seminato a duro ogni acro disponibile.

Intanto la rilevazione di Ager uscita oggi, conferma le quotazioni delle settimana precedentente.
In Sicilia sostanzialmente invariata anche Enna.

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7 commenti:

  1. andiamo bene,in che mani siamo finiti,questi sono peggio dei nostri burocrati,addirittura una produzione pari a 1/3 della media decennale senza che i prezzi ne risentano,ma!eppure sono degli esportatori,tamponano in casa propria con il tenero,ma gli altri?uno dei motivi dello stallo dei prezzi italiani e dato dal fatto che che tra domanda e offerta vi e un certo equilibrio,,se quel rapporto fosse attendibile ci sarebbe il panico non che l anarchia a livello di mercato eppure niente di tutto cio,addirittura si parla di grandi gestori che guardano gia al prossimo raccolto,(leggevo qualcosa su agricoltura 24)i contratti di filiera sono una spia,e a mio parere dicono anche che qualcuno si e stufato di brancolare nel buio grazie a questi tromboni.
    ultime notizie sui contratti,si sta uscendo anche dalla logica della varieta,si punta sulle proteine ed indice di giallo,appena so qualcosa di piu dettagliato scrivero.

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  2. Interessantissimo.... come al solito, ottimo post.

    In effetti le scorte mondiali di mais si sono assottigliate davvero tantissimo, mentre quelle di grano sono aumentate
    (lo potete vedere anche nell'ultimo report IGC, http://www.igc.int/downloads/gmrsummary/gmrsumme.pdf).
    La mia impressione è che in Nord America si tenderà ora a piantare più mais e meno grano (tenero intendo).... difficile dire che cosa succederà al duro (che comunque è di nicchia).

    Per mimmo 70: secondo me i prezzi non ne risentono (neanche localmente, in N Dakota) per vari motivi
    1) ne hanno già risentito...
    2) 18 milioni di bushel sono 0,5 milioni di tonnellate.... il N Dakota contribuisce alla produzione mondiale di grano duro per circa il 2%.... poca roba....
    3) loro appunto hanno dei grani teneri super proteici.... al limite mescolano tutto e via....

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  3. Grazie Orzo, troppo buono.

    Mi era sfuggito il rapporto IGC, non è che ti ispirerebbe un post? vedi tu con calma.

    Si, ne hanno già risentito (oramai è storia vecchia la debacle produttiva USA, che il blog ha seguito come fosse una telenovela). La notizia nuova è l'ulteriore revisione al ribasso (ed il dato direi che ha questo punto è molto attendibile). Ma per i vari motivi che cita Orzo, nessuno effetto sui prezzi (di nuovo stabili dopo la leggera discesa di qualche giorno fa).

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  4. Lo faccio volentieri!
    Anzi, visto che il 24/11 esce il prossimo rapporto mensile IGC, potremmo puntare direttamente su quello.... così abbiamo i dati aggiornati.

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  5. Lavorare all'usda non deve essere da tutti..Ce ne vuole del coraggio per collegare l'impatto dell'industria del metanolo ,con la stime produttive e pure per classificare il venduto tra le scorte .

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  6. si, lavorare in questi organismi non e da tutti,ma quale funzione svolgono oggi questi?IN passato erano autorevoli controllori delle attivita agricole,ma erano altri tempi,si veniva dalla fame e la miseria del medio evo fino alla guerra fredda,e in questi periodi controllare le scorte e le produzioni agricole era prioritatrio (,basti pensare che la nostra economia fino agi anni sessanta era rurale,) ma oggi con la globalizzazione,con l enorme apporto tecnologico e la forte meccanizzazione produrre cibo non e un problema,se non si fa politica delle scorte (come in europa)a cosa serve se qualcuno dice quando si e prodotto o no?,secondo me a niente.Pero siamo nell era della speculazione selvaggia,allora ce bisogno che qualcuno =autorevole=giustifichi alcune porcherie.tipo?
    quando il petrolio schizzò a 150$ cominciammo a usare il cibo per fare carburante(IMMORALE)anche se non e questo il motivo della fame nel mondo,qualcuno giustifico l aumento dei prodotti agricoli sfornando dati insensati"i cinesi che avevano cominciato a mangiare pasta,la popolazione che cresceva ,il quasi azzeramento delle scorte ,tutte bugie per non ammettere che noi occidentali di fronte a chi moriva di fame compivamo un atto IMMORALE,poi e inutile che aggiunga che i report di questi organismi condizionano i mercati, favorendo le speculazioni,in un settore dove questo dovrebbe essere vietato per legge,insomma io in questi rapporti ci credo poco.
    Il picco massimo di petrolio estratto e stato nel 2006,da allora queta materia costera sempre di piu,e questo dato da solo sara indicativo per il prezzo dei cereali poiche una parte di loro tornera ad essere usata per bio carburanti,piu cresce il prezzo del petrolio piu costeranno i cereali questo a mio modesto pare,aggiungo che se agli agricoltori viene proposto un prezzo equo (tipo i contratti di filiera,che sono ancora in rodaggio)il problema di produrre questo o quello non ci sara,poi per quando riguarda le cattive annate ,ci sono state,ci sono e ci saranno sempre e con una giusta politica delle scorte l impatto sarebbe minimale,non voglio demonizzare del tutto questi organismi,ma la situazione attuale richiede molta attenzione quando si parla di questi organismi,basti pensare che i nostri burocrati riunitosi in conclave tramite l invocazione di tutti i santi, in anticipo sulle semine europee sanno gia quanti ettari si seminera a duro,come disse il grande pricipe DE CURTIS ma ci faccia il piacere .

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  7. Grazie orzo, attenderemo il nuovo aggiornamento di fine mese. Se intanto scovi qualcosa di interessante sai cosa fare.

    Lavorare all'USDA è diventato molto complesso. Un tempo le sue pubblicazioni erano vangelo.

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