mercoledì 23 gennaio 2013

Le spese pazze del SIAN: l'ultimo scandalo del Ministero Agricoltura


Il SIAN (sistema informativo agricolo nazionale) è il braccio operativo informatico di AGEA. Tutti nostri dati aziendali, le nostre pratiche informatizzate, le mappe digitalizzate dei terreni e delle colture, oltre a centinaia di altri servizi  sono gestiti o passano dal SIAN. Non vorrete negare ai suoi dirigenti qualche botta di vita pagata con le carte di credito dell'ufficio? Ma che vi costa? Un altro giro di valzer sul Titanic, non si nega a nessuno.


Le spese folli dei capi
di Primo Di Nicola
Profumi, giocattoli, cinema e vacanze per due dirigenti. Tutto pagato con i soldi di Sian, società controllata e finanziata dal ministero. Insomma, a spese nostre. Ed esplode lo scandalo. Cosa c'entra l'acquisto di profumi o di giocattoli con la gestione dei servizi informatici per lo sviluppo dell'agricoltura? Per non parlare delle enoteche, dei ristoranti glamour, dei biglietti per traghetti e delle liste di nozze. Performance che richiamano le spese pazze con fondi pubblici che hanno tenuto banco negli ultimi mesi, dall'acquisto di diamanti dell'ex tesoriere della Lega Francesco Belsito agli investimenti immobiliari del non meno celebre Franco Fiorito, esponente Pdl alla Regione Lazio, pagati con i rimborsi elettorali e i finanziamenti ai gruppi regionali. Non c'entrano nulla con la mission societaria eppure sono lì, nero su bianco, sugli estratti conto delle carte di credito aziendali di Paolo Gulinelli e Francesco Baldarelli, ex direttore generale ed ex presidente di Sin, Sistema informatico nazionale per lo sviluppo dell'agricoltura, società mista pubblico-privata facente capo attraverso l'Agea (51 per cento delle azioni) al ministero delle Politiche agricole, che gestisce il sistema informatico (Sian) sul quale passano 6-7 miliardi di finanziamenti europei per le aziende agricole.

COPPIA CRITICA Davvero una brutta storia, l'ennesima per il ministero delle Politiche agricole, ancora sotto choc per la retata che un mese fa, insieme ad altri funzionari, ha portato in carcere per una lunga serie di comportamenti irregolari uno dei ras interni, Giuseppe Ambrosio, ex capo di dipartimento e capo di gabinetto del sottosegretario Franco Braga. Una storia che è già sbarcata in Parlamento con interpellanze e interrogazioni, ma soprattutto con le indagini avviate dalle commissioni Agricoltura di Camera e Senato. Baldarelli e Gulinelli (ex eurodeputato del Pds ed esponente del Pd marchigiano il primo, molto vicino al sindaco di Roma ed ex ministro delle Politiche agricole Gianni Alemanno il secondo) sono stati entrambi rimossi dagli incarichi, con Gulinelli che è tornato ad occuparsi a tempo pieno di quote latte pur rimanendo nei ranghi Sian e riscuotendo ancora, grazie a un contratto principesco, lo stipendio da direttore generale (circa 300 mila euro l'anno). Ma sul loro operato continuano a fioccare critiche e non solo. Almaviva spa, capofila del raggruppamento di imprese che detiene il 49 per cento di Sian, e il collegio sindacale della società, hanno spedito esposti alla Corte dei conti e alla procura della Repubblica denunciando non solo l'uso discutibile delle carte di credito, ma aprendo il fuoco anche sui contratti illegittimi e sulle assunzioni che hanno spalancato le porte a parenti e amici di Alemanno e dell'ex sottosegretario delle Politiche agricole (Pdl e poi Fli) Antonio Buonfiglio. Segnalazioni sulle spese allegre della coppia Baldarelli-Gulinelli sono state recapitate pure al ministro Mario Catania, che ha varato una commissione di indagine, mentre il nuovo presidente e ad di Sian Ernesto Carbone, candidato alla Camera dal Pd in Lombardia, è stato chiamato dal collegio sindacale a fronteggiare le «criticità» emerse e a prendere le misure necessarie per evitare il ripetersi delle «irregolarità e illegittimità riscontrate». 

CARTE FALSE Ma veniamo all'utilizzo dei fondi aziendali. Nel caso di Gulinelli la documentazione visionata da "l'Espresso" va dal 2007 al 2011. Scorrendo l'elenco delle spese della sua carta di credito si scopre che l'ex dg tiene molto alla profumeria, come dimostrano le incursioni ai negozi Estivi e Più Bella; che ama molto il cinema: biglietti del Warner Village docet. Con i soldi dell'azienda compra poi occhiali, merce varia in grandi magazzini, come El Corte Inglés di Madrid (300 euro), vini presso enoteche come "I colori del vino" (conti fino a 1.155 euro a volta). E non basta: Gulinelli si paga anche i biglietti dei traghetti verso la Croazia e la Turchia e ristoranti di ogni genere e lusso, festivi compresi, a Roma (Tullio), Milano e persino in località sciistiche come Roccaraso. E non è finita: Gulinelli, che ha un autista e una macchina a carico dell'azienda, riesce persino a pagarsi carburante, bolli auto e cartelle esattoriali (mille euro alla Gerit spa). Totale delle spese 42.398 euro, tanto, ma pur sempre poca cosa rispetto ai 105 mila caricati sulla carta aziendale da Baldarelli. Anche lui, come Gulinelli, mostra predilezione per profumerie, farmacie e articoli sportivi, enoteche, supermercati e grandi magazzini, ristoranti (oltre 34 mila euro) ed esercizi commerciali spesso della natìa Fano. Baldarelli è meticoloso e mette in carico all'azienda «importi in taluni casi risibili, anche inferiori a un euro per articoli per l'igiene personale». Ma dà il meglio di sé collezionando spese per orologeria, giocattoli, liste nozze, abbigliamento, hotel (Belgrado e Abu Dhabi), distributori di benzina (quasi 16 mila euro) e persino per prelievi di denaro contante (24.390 euro). E tutto ciò nonostante riscuotesse un compenso annuo di 130 mila euro e benefit di ogni tipo, dall'auto al cellulare al pc portatile.

Fonte

Si, aveva proprio ragione il procuratore aggiunto di Roma: "Quasi tutte le attività del Ministero delle Politiche agricole sono state inquinate da una corruzione diffusa variegata e circolare".


1 commento:

  1. mandateli a spaccare sassi a roccaraso cosi vedono i calli alle mani

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