mercoledì 9 maggio 2012

Situazione del grano duro (maggio 2012)- Diamo i numeri!

Siamo oramai prossimi alla trebbiatura, almeno qui nel profondo Sud, e le quotazioni del grano duro sono stabili al momento, in tutti i mercati europei. 
La volatilità, dei mesi scorsi, è stata finalmente accantonata? Quali prospettive per il prezzo del duro nel prossimo periodo?
Proviamo a capirci qualcosa sulla base delle informazioni rintracciabili sul web.



1) Superfici seminate:
Dati sicuri: rispetto all'anno passato le superfici a duro sono aumentate, sia in Francia che in Italia, (in Italia del 13%). 
Negli Usa le semine procedono senza problemi e si prevede una superficie investita quasi doppia rispetto al 2011 (ma in termini assoluti non particolarmente rilevante e ben lontana dai record storici), mentre in Canada l'aumento dovrebbe consistere in un 25 % circa, di maggiore area dedicata alla coltura.

2) Prospettive produttive:
Negative in Spagna,  circa - 30 % per il duro rispetto alla produzione precedente. Le recenti piogge, nelle zone Andaluse, sarebbero giunte in una fase troppo avanzata del ciclo. 
Negative in Marocco, circa - 40% per il duro, ciò ha comportato la pronta sospensione dei dazi alle importazioni.

In Europa globalmente le prospettive produttive sono migliorate molto, negli ultimi tempi, per il grano in generale.
In particolare in Francia, secondo FranceAgrimer, le previsioni appaiono sempre più ottimistiche. Circa il 50 % dei seminativi a duro sono stimati con produzioni superiori alla media, mentre appena il 15% circa, inferiori.
Ed in Italia? ci affidiamo a quel poco che abbiamo.
Secondo il sondaggio casereccio del blog che trovate a lato, il 42 % dei lettori ritengono di raggiungere rese produttive superiori alla media. Mentre circa il 18 % si manterrebbero su risultati inferiori. Tutto il resto  nella  media storica.
cv Claudio, prossimo alla spigatura,
dalle Marche (foto Toni)
Dal web inoltre una agenzia Reuters, di qualche giorno fa, sembra corroborare il nostro dato, un anonimo trader italiano avrebbe dichiarato (ma senza distinzione tra tenero e duro):
ITALY
* Wheat prices in Italy, a major grain buyer in Europe, were little changed
on the week in a balance between modest milling demand and thinning supplies of
local grain. Traders expected prices to ease in the coming weeks on expectations
of a new crop hitting the market.
*"We are getting close to harvesting. There was some concern about a
drought, but recent rains have helped to improve the situation. There is a lot
of very good wheat in the fields
," one grain broker said.
In Sicilia, complessivamente, ritengo, che vi saranno rese sopra la media, un pò in tutto il territorio.


Negli Usa le prospettive produttive per il grano a semina invernale sono ottime. Ma ciò influenza principalmente il tenero. Il duro, a semina invernale, del deserto dell'Arizona e della California, occupa superfici modeste ma sembra, comunque, molto promettente. A fine mese si raccoglie.

3) Scorte
Secondo i Francesi, in Europa (e non solo), sarebbero globalmente, però, molto sottili.
Anche in Italia, dalle informazioni  della solita Reuters, dovrebbero risultare ridotte, 
Italy
* Wheat prices in Italy, a major grain buyer in Europe, were little changed
on the week in a balance between modest milling demand and thinning supplies of
local grain
. Traders expected prices to ease in the coming weeks on expectations
of a new crop hitting the market.



In Sicilia, dalle mie informazioni casereccie, si sta grattando il fondo del barile.


4) Quotazioni: negli States continua l'erosione. Al momento siamo a 7,26 $/bushel per il durum wheat (circa 20,5 €/q) sui mercati locali. Ma esportazioni ferme!
In Canada la quotazione si aggira intorno ai 300 $Can/t (circa 23 €/q) per il CWAD n.1 al 11,5 %, già stoccato al porto. Attenzione alle quotazioni FOB che sono generalmente più elevate.
Va ricordato che il mercato è qui fortemente influenzato dall'atteggiamento liquidatorio del CWB.

Se volete sapere la quotazione del Messicano, che secondo alcuni rappresenta una mina vagante del mercato, pigiate qui e mandate una mail (poi mi fate sapere).

In Francia quotazioni stabili da molti giorni, come in Italia e Sicilia.


5) Attenzione! Considerazioni personali statisticamente errate (da maneggiare con cautela):

Tenendo conto del dato delle scorte e del comportamento delle quotazioni nell'ultimo periodo, sono propenso a pensare che il prezzo del duro, sino ad inizio trebbiatura, manterrà i valori attuali.
Ritengo addirittura che noi siciliani, soprattutto delle zone precoci, potremmo spuntare dei prezzi discreti alla trebbiatura. Poi, probabilmente un declino delle quotazioni, anche in funzione delle prospettive produttive, più o meno ottimistiche, del duro primaverile Nord-Americano.
Tutto ciò si dovrebbe inserire in un contesto di riduzione del prezzo del grano a livello Mondiale, ancor più rilevante se le quotazioni del barile di petrolio dovessero continuare a scendere come sta accadendo in questi giorni.
Tuttavia, come sempre, molti fattori difficilmente prevedibili sono in agguato. Certamente tra i tanti, la fine del monopolio del CWB, potrebbe sconvolgere il prossimo mercato del grano.
Non è detto infatti che il libero mercato sarà capace di garantire ai Canadesi, come sinora ha sempre brillantemente assicurato il CWB, la penetrazione del loro prossimo raccolto nel mercato mondiale del grano duro.

Chi volesse seguire gli aggiornamenti del blog sulle quotazioni grano duro clicchi QUI.



11 commenti:

  1. Ecco una visione distolta della realtá....solo propaganda. Cosa ne pensate voi?

    http://www.georgofili.info/detail.aspx?id=895

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  2. Penso, che al di là del messaggio promozionale un po' troppo gonfio di retorica, ci dovresti spiegare perché noi produttori italiani dovremmo essere critici verso questo tipo di iniziative?

    Sono davvero curioso di ascoltare le tue ragioni.

    al link sotto trovi un mio post sull'argomento

    http://durodisicilia.blogspot.it/2012/04/difendiamoci-produciamo-e-consumiamo.html

    A presto

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    1. Che ben vengano le iniziative di questo genere, ma per sfortuna non è tutto vero quello che viene detto. 100% grano di Sicilia? non è vero!! Il grano siciliano non ha delle caratteristiche omogene che rendono impossibile la lavorazione. Mangano in Sicilia i grandi ammassatori che forniscono prodotto omogeno. Perché poi in etichetta non viene messo che grano con qui viene realizzata la pasta é grano di Sicilia 100%? Perché non è vero!! Io la considero semplice propaganda

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    2. Al pastificio Cerere fanno lo stoccaggio differenziato da anni. Perché non dovrebbero avere partite omogenee?
      Conosco tanti agricoltori che conferiscono presso di loro.
      Se il grano non raggiunge certe caratteristiche torna indietro in azienda, non lo ritirano.

      Non so dirti esattamente cosa riporti l'etichetta di questa nuova pasta, visto che è appena uscita.
      Nella etichetta peraltro credo non sia possibile evidenziare la provenienza della materia prima.
      Per quello che so, sul pacco è riporta la dicitura generica: "fatta con grano italiano 100 %" ed è prodotta da un pastificio siculo in provincia di Enna, che ritira grano dai nostri produttori.
      Se poi, per migliorare la qualità, viene tagliata con grano dell'Italia Centro-Settentrionale, la cosa non mi scandalizza affatto. Anzi ben vengano le sinergie tra le varie regioni d'Italia.

      http://www.e-coop.it/portalWeb/stat/docPortaleCanali/doc00000102940/true/true/.dhtml

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  3. da agricoltore pugliese:

    sulle aflatossine leggete il dossier del progetto quacom.
    Produrre in Italia non significa che TUTTI producono alta qualità.

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    1. non ho mai creduto che fossimo capaci a prescindere di produrre ALTA qualità (anche se sarebbe giusto prima mettersi d'accordo sul concetto di qualità).
      Però è indubbio che il grano in Nord-America venga raccolto ad inizio autunno, in periodo molto umido. Mediamente avrà un tenore in micotossine maggiore di un grano maturato nel periodo secco estivo, io credo (sebbene almeno i canadesi abbiamo macchine tali che lo ripuliscano a dovere, chicco per chicco in linea di massima).
      Va però anche rilevato che i farmers hanno così tanti problemi di umidità, in N.America, da dover ricorrere spesso all'uso di glifosate come disseccante, prima di poter raccogliere la produzione.
      Va anche ricordato che il loro prodotto è costretto ad attraversare Oceani prima di giungere a destinazione, con tutte le conseguenze del caso.
      Questi fattori non mi sembrano collimare con il concetto di qualità che il consumatore medio si immagina, io penso.
      E' giusto che queste informazioni siano diffuse. Poi ogni consumatore fa la sua scelta in piena consapevolezza.
      E se in etichetta ci fosse anche l'origine della materia prima sarebbe anche meglio, per essere ancora meglio informati.

      Certo poi dal punto di vista della qualità merceologica sono spesso eccezionali alcune granelle importate(quelle canadesi almeno).
      Ma per quello che so, una buona pasta si può fare anche con granelle locali al 12% di proteine.

      Con il canadese ci fai la super pasta, lavorata a bassa temperatura, che tiene la cottura anche dopo 1/2 di bollitura e non scuoce nel piatto senza limiti di tempo.
      E non voglio neanche entrare nel terreno minato dell'alto contenuto in glutine (una proteina di scarso valore biologico) presente in questi prodotti di "Alta qualità", che secondo molti nutrizionisti starebbe contribuendo a diffondere l'intolleranza al glutine (che è molto più diffusa della celiachia).
      Insomma sono pronto a rinunciarci a questa cosiddetta "alta qualità", preferisco aiutare me stesso e le produzioni locali. Consumo solo pasta derivante da materia prima locale, tagliata quando non abbiamo abbastanza proteine, con granelle dell'Italia continentale (perché da noi in Sicilia produrre granelle con alto contenuto proteico è antieconomico, e lo sarà sempre per vari motivi).

      Il prodotto iperproteico straniero lo lascio agli amanti della globalizzazione.

      P.S.: Credo che non potremo mai essere d'accordo su questi aspetti, Agricoltore Pugliese. Ma comunque apprezzo sempre il tuo apporto al dibattito, scevro da luoghi comuni.

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    2. da agricoltore pugliese:

      Io condivido la tua tesi al 100%!!!!
      Appena possibile ti faccio vedere la differenza tra il claudio-Saragolla ed alcune varietà proteiche (Quadrato-Pietrafitta).
      Secondo me la rincorsa alle proteine nel nostro aerale non è attuabile con questi prezzi.
      Secondo me sul discorso aflatossine serve un monitoraggio serio, perchè se risultano contaminati i nostri grani non oso immaginare la contaminazione dei grani esteri.
      Anche io credo che bisognerebbe comprare solo pasta italiana al 100%,però vedo che spesso chi parla di italianità possiede tutti mezzi stranieri.
      Perchè non facciamo un sondaggio sul parco macchine?
      spesso i più intransigenti sono i primi esterofili.
      Io finora ho seminato le varietà che hanno avuto la miglior resa in ql e non in proteine.
      se vogliono da me le proteine devono pagarmele come ad un canadese.

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    3. Sottoscrivo A. Pugliese, siamo pienamente d'accordo. Non ti avevo capito in precedenza. Scusami...

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  4. Sale di un euro il prezzo del duro al quintale sulle piazze francesi.

    Un rapporto sulle scorte di duro le stima al ribasso, più delle previsioni:
    118.000 t contro le 305.000 t dell'anno scorso.

    http://www.lafranceagricole.fr/actualite-agricole/bilan-cerealier-2011-12-hausse-des-stocks-de-report-ble-et-mais-franceagrimer-57213.html

    Bologna al momento stabile

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  5. Noto che in Francia e' quasi dimezzata la coltura del, grano, saprebbe darmi una motivazione plausibile?

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    1. Non ci risulta che in Francia si sia dimezzata la coltura del grano.

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