La finanza è generalmente popolata da individui dalla tenue moralità, mossi dal mero raggiungimento del traguardo economico di breve. Una commissione qua, una percentuale là ed ecco che l’operatore finanziario fa la bella vita, senza sostanzialmente rischiare, alle spalle di quanti hanno lavorato e risparmiato.
Ma anche in questo diabolico girone dantesco esistono figure brillanti, capaci di dare consigli utili e giusti per il raggiungimento non solo della propria soddisfazione economica ma anche di un obiettivo più generale che coinvolga più persone.
Jim Rogers è senza dubbio una di queste stelle, poliedrica personalità molto originale, usa rendere pubbliche, ed alla portata di tutti le sue previsioni, che per quanto ne sappia c’hanno sempre azzeccato, almeno sinora. Io lo ho seguito, con buona soddisfazione economica, quando previde un aumento delle materie prime (vedi oro, argento, petrolio etc.) che in effetti si è verificato e probabilmente non è neanche terminato, almeno per le prime due.
L’ultima previsione di Rogers? Interessa noi agricoltori. Nell’articolo “Vuoi diventare più ricco di un banchiere? Diventa agricoltore”, sono riportate sinteticamente le sue analisi, secondo le quali il reddito agricolo aumenterà “drammaticamente” nei prossimi decenni.
In effetti a Wall Street, dove vengono anche trattati terreni agricoli, oramai si assiste ad un vero boom delle contrattazioni.
Un ricercatore di politica rurale, Chuck Fluharty, prevede, addirittura, la rinascita delle cittadine agricole e dei borghi rurali, ed arriva ad affermare, udite udite, che “L’agricoltura influenzerà il futuro del Mondo”.
Bé, ora non esageriamo, però, tornando alla nostra dimensione italica (o almeno sicula), penso che non sia il caso di vendere il proprio terreno proprio ora, anche se girano tanti compratori allettanti per le campagne, dopo tanti sacrifici effettuati da voi o dai vostri genitori. Non sarebbe giusto che sia l’ultimo arrivato a godere del prospero futuro agricolo che molti accreditati analisti pronosticano. Non credete?
Ma è bellissimoooooooooooooooooooooooooo!!!!!!!!!!!!!!
RispondiEliminaIn un forum americano, dal quale ho appreso la notizia si sciupavano le battute sulle Lamborghini (ma intesi come trattori).
RispondiEliminaSi, teniamoceli stretti i nostri terreni, ed anzi acquistiamo dai nostri vicini che non li coltivano più per varie ragioni.
Sono cicli economici, in questo prossimo andrà bene a noi, dopo tanti anni di stenti. La Storia, come diceva Vico (non Vigo), è piena di corsi e ricorsi.
Ilmio parente lontano oggi avrebbe detto MORSI E RIMORSI STORICI!
RispondiEliminaRimorsi?
RispondiEliminaTi vendesti terreno?
A meno che sto Rogers preveda che, i banchieri diventino degli straccioni, non ci tengo proprio a diventare più ricco di un banchiere,
RispondiEliminami basterebbe poter far l'agricoltore in pace con me stesso , le persone e l'ambiente che mi stan intorno,
e che questo sia possibile, anche per chi verrà dopo di me.
Mio padre diceva che la campagna non ha fatto mai morire di fame nessuno, io aggiungo ma nessuno almeno per me ho visto farsi i soldi tranne alcuni casi sporadici o colpi di fortuna.
RispondiEliminaTemo che non morire di fame, non sarà un aspetto trascurabile nel prossimo futuro, anche in Occidente (non è pessimismo, ma sano realismo).
RispondiEliminaDel resto il termine "drammaticamente" (usato da Rogers)non è lì a caso.
E poi fare i soldi, non necessariamente coincide con la felicità e/o il successo personale.
Tenete conto che Rogers, per quanto illuminato, è comunque un investitore finanziario di matrice protestante, nel suo Mondo la quantità di denaro prodotta durante la vita è indice di realizzazione personale, oltre che funzionale a schiuderti le porte del Paradiso.
Per non morire di fame non è mica necessario coltivare ,tanta terra e ammazzarsi di lavoro.fare investiment ecc.in teoria dovrebbe bastare un orto e una piccola stalla..
RispondiEliminaDiventa necessario oggi,con il sistema attuale.
Quante calorie ,energia ,consuma una famiglia di agricoltori per il suo fabbisogno.?
E quante ne deve produrre ,invece per stare in piedi come azienda?
Se valuti l'ipotesi di smettere di coltivare scopri che vi sono spese fisse che non si riesce comunque a eliminare. Contributi,tasse consortili,canoni irrigui,assicurazioni,registri,camera di commercio,ici.ammortamenti affitti etc
O cessi l'attività o continui a lavorare..é per questo che coltiva chi è avviato e chi è solo possessore di terra, la fa coltivare,
Questi che investono sulla terra ,sperano poi che noi ci si ammazzi per andargliela a coltivare,o comprargliela..Due cose ci possono fregare l'ingordigia..e la troppa passione..
Proverò ad essere didascalico, nonché esauriente.
RispondiElimina1) Dipende dagli obiettivi che ti poni.
Per raggiungere i miei, servono tanti soldi.
E solitamente sono bravo a farli.
L'importante è che i denari siano uno strumento e non un fine.
2)Io non lavoro per passione e quindi il rischio che mi ci ammazzo è molto scarso.
3) Sei troppo pessimista sugli investitori, esisterà pure qualche anima buona in cerca del suo pezzo di terra? Io ne ho conosciuti, per dirti la mia.
4) ci può fregare soltanto la paura, a mio avviso.
@Granduro ,
RispondiEliminaovviamente non mi riferivo a te e alla Sicilia che non conosco.
Sono d'accordo ,chi l'ha la terra ,dovrebbe pensarci bene prima di venderla ,soprattutto ora.
Il mio pessimismo sugli investitori,dal mio punto di osservazione è ,per altri aspetti. realismo.
Al nord la vedo dura ,per l'anima buona , il giovane (che deve avere ,anche fame e buona volontà)cercare il suo pezzo di terra e incominciare da zero.
In molte zone si è scatenata,tra chi non ne possiede a sufficienza,secondo i suoi obbiettivi( la maggioranza) ,una corsa alla terra ,che ha portato il suo costo a erodere il guadagno della coltivazione,a volte anche di quella che già possiedi o affitti.
Se i soldi che servono sono tanti ,non sei abbastanza bravo ,fortunato,o non vuoi /riesci a farli in un altro modo ,i tempi diventano cosi dilatati , da far si che a volte lo strumento diventa il fine,senza magari rendersene conto.
In questa corsa alla terra ,negli ultimi anni si sono inseriti gli investitori finanziari ,gli unici,oltre alle grandi aziende con allevamenti ,che possono comprare a quei prezzi e lo fanno in primis, perché gli serve per poter smaltire i reflui.
Sto vedendo inoltre , molte aziende già avviate , attratte dal business del rinnovabile ,ma non in grado di esser autonome. che si sono legate in diversi modi a investitori e finanziarie,consorzi,etc.per impianti fotovoltaici a terra ,o di biomasse.
In alcun casi le ditte sono fallite ,l'impianto non è finito ,la terra inutilizzabile,spesso non hanno ,nemmeno più a che fare con la prima finanziaria ,con cui han fatto il preliminare ,ma con una seconda una terza, si ritrovano ad avere a che fare con persone diverse dalle prime. ,gli ci vuole un buon avvocato per districarsi tra i vari contratti.. e dove son partiti gli impianti producono al di sotto del previsto..segue
continua
RispondiEliminaPer quanto riguarda le biomasse, c'e chi ha messo in cantiere l'impianto ,in società ,con finanziarie
che, generalmente ,vogliono mantenere il controllo attraverso la maggioranza societaria ,
A diversi agricoltori che han provato a tener duro e mantenere la maggioranza della società è successo che gli impianti dopo 3 anche 5 anni ,pur in costruzione ,non sono ancora partiti,,per diversi motivi
: burocrazia,ritardi,confusione normativa etc
a quel punto gli agricoltori ,che non hanno più una lira cedono la quota e diventano minoranza..
Chi ha scelto la formula del contratto di fornitura ,adesso
consegna il trinciato comparato a prezzi dei cereali di 150/ max 200euro la tonn,con il gasolio alle stelle ,i concimi raddoppiati, gli attuali. prezzi delle commodities
In molti casi ti devi ancora smaltire il digestato,dove è prevista la restituzione ,senza contare i problemi del calpestamento del suolo e una valanga di altri problemi.
Nei casi di controversie parafrasando e semplificando i contratti riportano:
Articolo 1 : l'acquirente ha sempre ragione ,e gli altri articoli fanno sempre riferimento all'articolo 1.
Si son create tante promesse e illusioni ma
ll businness fino ad ora è stato per chi ha fatto progetti ,compravendite,intermediazioni con i
i soldi di altri.
Le idee ,l'esperienza ,sono molto poco agricole ,(di agronomi ve ne sono pochi e non sempre competenti ,con i piedi per terra,ma tutti vogliono essere pagati) ,te metti il tuo lavoro i mezzi e la terra ,se gira male , resti con gli impianti
sul tuo terreno ,se lo hai messo a disposizione,i debiti ,le ipoteche. Oppure con contratti,in questo momento svantaggiosi ,ma vincolanti.
Se gira bene, il bilancio e il coltello dalla parte del manico lo han sempre gli altri.
.tutto questo è stato messo in moto da una gestione un po" distratta" degli incentivi alle rinnovabili,
, dall'aspettativa di fare business, viziata da pressapochismo e valutazioni condizionate da decenni di prezzi delle commodities ,non remunerativi.
Ultimamente le terre che sono state vendute privatamente o a aste , sono state acquistate da chi si vuol liberare della carta e investire sul” solido”. Una volta in possesso di terra ,puntano
sulle rinnovabili..ma non gli è conveniente coltivare loro, cercano per questo terzisti o agricoltori con cui mettersi in società ,o fare contratti di coltivazione,
la cui convenienza non è stata valutata attentamente da chi coltiva. anche perché ,ha delegato e sta delegando troppo queste valutazioni, ad altri. che spesso si giustificano,dicendo che sono cambiati clima,e contesti in maniera inaspettata.
intanto questa aspettativa futura ,fa a pugni con la drammatica situazione dele aziende zootecniche sarde,messe all'asta a un decimo del oro valore reale...e la stessa sorte spetterà ad atri comparti agricoli,perche fino al giorno prima che cambierà il vento in campagna per l'agricoltore le cose per lui andranno sempre peggio
RispondiEliminaVero,
RispondiEliminanoto in atto una manovra di espoliazione dei terreni, ai danni chi ci se è sacrificato per danni.
Non cediamo alle facili lusinghe ed ai guadagni di breve durata, ce ne pentiremo amaramente.
Più o meno come ci pentiremo di aver fatto entrare i cinesi a casa nostra.
errata/corrige
RispondiEliminaper anni, non per danni
Anche George Soros acquista terreni:
RispondiEliminahttp://www.comedonchisciotte.org/site/modules.php?name=News&file=article&sid=8799
Oramai è di moda: anche Panorama ne parla.
RispondiEliminahttp://blog.panorama.it/economia/2011/08/26/linvestimento-perfetto-in-tempi-di-crisi-una-fattoria/
Tra un pò anche Berlusca si metterà a comprare terreno, se già non lo fa.