lunedì 19 dicembre 2011

Considerazioni e News mercato mais (Dicembre 2011)


Se le prospettive di prezzo del rimanente raccolto mais 2011 sembrano stabili seppur con tendenza al ribasso, quelle per il prossimo raccolto 2012 sono molto più incerte, caratterizzate da elevata volatilità (purtroppo!) con variazioni possibili del 50% in più o in meno.


Un mezzo per l'agricoltore di ridurre i rischi derivanti dalla volatilità è, come ben sappiamo, di vendere la produzione sulla base di un prezzo medio annuale (una media delle rilevazioni periodiche durante l'anno) o ad un prezzo fisso remunerativo garantito, ove possibile, che copra almeno i costi di produzione.
Altra strategia di difesa visti i tempi (tristi) che corrono, per chi è costretto ad acquistare i mezzi tecnici a credito, è di farlo, a parità di efficacia e di costo, presso i centri di stoccaggio /cooperative a cui si conferisce la produzione aziendale, in modo da evitare di trovarsi a fine stagione con mezzi tecnici da pagare a un fornitore diverso, con il rischio di onerosi e fastidiosi scoperti di valuta o peggio di insolvibilità totalmente a carico dell'agricoltore.
Anche il ricorso alle rotazioni programmate, solitamente poco utilizzate dai maiscoltori anche se l'anno scorso han dedicato una parte maggiore della superficie aziendale ad altre colture in particolare soia (circa 250.000 ettari nel 2011, + 95.000 ettari rispetto al 2010), consentiranno un risparmio questa primavera con minori costi di concimi azotati e minori lavorazioni nella successione con il mais.
Ricordate che il vantaggio economico di un sistema produttivo che prevede la rotazione va valutato nel medio periodo e non sulla singola plv annuale, in un contesto di coltivazione pluriannuale, considerando che procedendo con la rotazione si potrà disporre dei suoi benefici (diversificazione produttiva, vantaggi agronomici) anche le campagne successive, determinando gradualmente un più elevato livello di fertilità del terreno.
Per chi invece ha già seminato cereali foraggeri (triticale ed orzo) senza contratti, la destinazione più opportuna (granella o trinciato per biogas) è meglio prenderla in prossimità della maturazione cerosa. A maggio, infatti, le prospettive economiche e climatiche potrebbero essere radicalmente diverse dalle attuali e /o dalle previsioni e quindi potrebbe convenire, in determinati areali, optare per la semina di soia o di un'altra coltura in secondo raccolto, piuttosto che un ulteriore coltura (mais /sorgo) da trinciato.

Infine dall'ultima newsletter dell'Informatore Agrario vi riportiamo quanto segue:
MERCATO ITALIANO - MaisSe si vuole dare un giudizio complessivo sulla settimana si può dire che il mercato è molto confuso: non si capisce che direzione possa prendere. Da un lato i prezzi raggiunti non possano scendere ulteriormente, ma dall’altro incombe la notevole produzione del nostro Paese e delle nazioni vicine, che fa presumere valori che difficilmente potranno salire. Il grano foraggero è abbondante in tutti i Paesi, incluse Ucraina e Russia, ma per il momento su questa merce, che è concorrenziale al mais, non si sono sentiti prezzi particolarmente aggressivi.Il mais dalla Francia, dall’Austria e dall’Ungheria non si è ancora presentato sul nostro mercato in modo deciso come è successo negli anni scorsi (soprattutto dall’Ungheria), per cui gli operatori oscillano tra il timore di avere concorrenti esteri e la possibilità di resistere con quello che è conservato nei silos/magazzini. D’altra parte «resistere» quando si ha alle spalle una produzione record non ha senso.Potrebbe anche darsi che, come è successo per gli altri cereali si stia andando incontro a mercati che mantengono i prezzi per le prossime settimane senza più le forti oscillazioni delle settimane passate mantenendosi attorno a 180-190 euro/t partenza un po’ dappertutto nella Pianura Padana.MERCATO ESTERO - MaisLa settimana è stata dominata dall’attesa delle consuete importantissime stime mensili che il Dipartimento dell’agricoltura Usa (Usda) ha rilasciato lo scorso 9 dicembre. Le cifre hanno rilevato gli stock finali degli Usa quasi invariati rispetto a quelli di novembre:  21,55 milioni di tonnellate contro i 21,42 milioni di novembre. Molto alte invece sono state quelle mondiali: 127,19 milioni di tonnellate, contro 121,57 milioni di tonnellate del mese scorso. Questa variazione è dovuta alla stima del raccolto cinese che è passato da 184,50 a 191,75 milioni di tonnellate.Le cifre relative alla Cina erano già circolate in settimana, emesse da un agenzia di informazione di fonte governativa, ma non ci si aspettava che anche l’Usda le confermasse. Visti i quantitativi in questione il Cbot avrebbe potuto reagire con un ribasso ben più forte, ma è probabile che le cifre cinesi siano state prese con un po’ di scetticismo.Il Cbot ha infatti chiuso la settimana scorsa a 218,60 dollari/t contro i 215,10 dollari/t del 9 dicembre.Il Matif è stato quotato venerdì 2 di dicembre a 183,50 euro/t e a 184,75 venerdì 9. Il «fisico» valeva 182 euro/t e ha chiuso la settimana a 183 euro/t (base luglio - consegna pronta – fob Bordeaux).I certificati di esportazione rilasciati dall’Ue sono stati solo per 15.000 t ma il totale, da inizio campagna, è a 1.529.000 t contro le 545.000 t di quella passata: le cifre indicano che, nonostante la concorrenza del mais Ucraino e del grano foraggero, le esportazioni ci  sono.








Nessun commento:

Posta un commento