venerdì 7 ottobre 2011

Politiche nazionali e mercato dei cereali

Dopo il Marocco, intento a sospendere i propri dazi per favorire l'importazione di grano, assistiamo  all'Ucraina che spinta dalle proteste dei propri agricoltori, ha eliminato le tariffe all'esportazione su grano e mais.
L'impatto di questo secondo provvedimento (che interessa da 13 a 25 milioni di t di granelle varie) ha avuto un immediato riflesso al ribasso sulle quotazioni dei due cereali, nel timore che  le politiche aggressive di vendita delle produzioni da parte dell'Ucraina (e della Russia) possano portare ad ulteriore indebolimento del prezzo di mercato.
Il duro non dovrebbe esserne direttamente interessato, o almeno, nessun analista ne fa riferimento. 
Al contrario in merito alla vicenda marocchina, i Canadesi già si fregano le mani. Il Marocco è per loro il secondo mercato di esportazione (dopo l'Italia) con 600.000 t, e la decisione di eliminare i dazi (pari a 0,8 $/kg) dichiara il Canadian wheat board, darà una scossa alla domanda globale di duro.
Sperando che i canadesi siano più affidabili dell'USDA, vi segnalo il simpatico premio del governo algerino dedicato agli durogranicoltori che superano i 50 q/ha di resa (Club50). Per la cronaca ha vinto Abdelkrim Salmi, con una resa di 85 q/ha (però, questi arabi!). La dichiarazione del vincitore è stata: "non ho avuto alcun sostegno statale".
Bravo Abdelkrim! 
In Sicilia, solitamente questo genere di premi, li vincono quelli che rastrellano più contributi pubblici, ed il tenore delle loro dichiarazioni, post premio, è improntato ai sussiegosi ringraziamenti, dall'Assessore sino all'ultimo usciere dell'Ispettorato.

P.S. Intanto la Tunisia compra grano duro tra i 43 ed 44 $/q per circa 50.000 t, e potrebbe essere grano siciliano, visto che il venditore è Eurograni.


16 commenti:

  1. a questo punto io decido di vendere, penso che il duro non sfonderà il tetto dei 32€/q che ha raggiunto la settimana scorsa (quotazione camera di commercio di foggia)anzi, con i dazi ridotti o eliminati alle esportazioni ucraine e russe, nelle prossime settimane saranno dolori per le quotazioni italiane
    che ne pensate?
    lorenzo foggia

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  2. se vendi a 32 €/q è un ottimo prezzo allo stato attuale, io credo. Auguri. E poi come si dice "del doman non v'é certezza".

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  3. da agricoltore pugliese:

    Ieri ho chiesto il prezzo al mio grossista.
    31 euro ivato, trasporto a carico suo dal mio magazzino fin direttamente al mulino.
    Non credo vi saranno forti ribassi nell'immediato.....ma nemmeno rialzi.
    Ormai il prezzo delle sementi è stato determinato (vedasi il rialzo di 50 cent della scorsa quotazione foggia seguito dal ribasso di 1 euro di questa quotazione).
    Ormai siamo in ottobre. Adesso le quotazioni rispettano il prezzo dei mulini e non dei contratti di conferimento per il grano da seme o quello iperproteico.

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  4. domenica sera su raitre al programma 'presa diretta' si parla della speculazione sul grano.

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  5. grazie per la news molto utile per i lettori del blog, proverò a seguire la trasmissione.

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  6. In Sicilia la situazione e' un po diversa! E noi produttori non sappiamo mai come comportarsi. Prezzi poco chiari. Forse ora siamo sui 26€/q .pensate possa arrivare a 30 o conviene vendere??? Grazie
    ARCANGELO

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  7. Nessuno di noi ha la sfera di cristallo, sia chiaro.
    Ma come ho già riferito ad un lettore che mi ha scritto privatamente, tenendo conto della situazione siciliana (prezzo tra 25 e 27€/q ma soltanto se lo hai in magazzino), almeno due euro in meno se lo hai in conto deposito, io rischio ed attendo ancora.
    Se stessi a Foggia evidentemente potrei ragionare in maniera diversa.

    Si, quest'anno in Sicilia il problema della poca trasparenza del prezzo sta diventando eclatante (di solito al massimo 2 €/q di differenza con il Sud-Italia). Inoltre alcuni agricoltori mi riferiscono di pastifici siciliani che acquistano direttamente dai produttori, grano buono mercantile, anche a 30 €/q, compreso il trasporto. Ma le rilevazioni ufficiali sono sempre nettamente inferiori e rispecchiano quello che ti offre il commerciante.

    Il fatto che nessuno parli sui mezzi di comunicazione regionali, dell'anomalo prezzo siciliano rispetto a quello italiano, mi fa pensare, ogni giorno di più, che ci stanno fottendo proprio per bene.

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  8. Questo fatto del prezzo del grano duro in Sicilia è veramente incredibile... sicuramente un problema in più rispetto a quelli (non pochi) che già affliggono agli agricoltori del settore.

    Beninteso, anche in Puglia se lo lasci a conto deposito i grossisti cominciano a fare i furbi e a toglierti subito 1 o 2 euro rispetto al prezzo della camera di commercio.... e anche il prezzo stabilito dalla camera di commercio non è che sia il massimo della "trasparenza": mai conosciuto uno dei rappresentati degli agricoltori che ne dovrebbero far parte.

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  9. Si, ma appunto in Sicilia, si sta davvero esagerando e senza nessuna apparente giustificazione.
    Qualche mese fa, pensavo fosse l'effetto raccolto, molto buono da noi invero, e che col tempo si sarebbe riallineato. Speranza vana.

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  10. Allora può essere che da voi ci sia stato un buon raccolto e quindi i commercianti cerchino di lucrarci sopra... una specie di applicazione della "legge della domanda e dell'offerta" su base regionale/insulare insomma....

    Sto scherzando ovviamente: ma il problema dei grossisti che hanno il coltello dalla parte del manico e ti pagano il prezzo che vogliono è un problema reale.... che non avete solo voi.

    Bisognerebbe pensare a qualcosa per cercare di arginare il fenomeno (cosa che penso non potrebbe prescindere da un maggiore corporativismo da parte dei coltivatori). Chissà che in futuro non si riesca a fare qualcosa....

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  11. il problema non sono i grossisti,fanno solo il loro lavoro...stoccano il prodotto per renderlo utile alle industrie agroalimentari trattenendo il giusto guadagno dal prezzo all'agricoltore...sono i mercati che non hanno piu' un andamento stabile,troppe oscillazioni che destabilizzazono sia l'agricoltore che il grossista...non e'facile come sembra vendere ad un industria un quantitativo ragionevole di prodotto nel momento giusto al prezzo giusto.L'unica soluzione per prendere capre e cavoli e' la media,bisogna fare piu' vendite nell'arco dell'annata agraria e non cercare a tutti i costi di prendere il massimo prezzo,nell'attesa di questo si perde il treno..

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  12. Dici che "il problema non sono i grossisti": ma nessuno sta buttando la colpa di tutto addosso ai grossisti. Sto solo presentando le cose così come stanno.

    Faccio solo presente che in qualsiasi settore del commercio, quando tu consegni un bene ad un intermediario, questo di dice qual è il costo di stoccaggio e quanto spenderai per tenerlo in deposito presso di lui: tutto qui.

    Coi grossisti questo non succede: una volta che il grano gliel'hai consegnato, nessuno ti dice quali sono i costi o le spese che ti verranno addebitate... lo vieni a sapere al momento della vendita. E poi chi decide il prezzo di vendita? Loro.

    Credo che lavorare in questi termini quantomeno illegale, mi stupisce un po' che nessuno se ne sia mai lamentato.

    Visto che non è possibile pensare di riuscire a regolarizzare il mercato mondiale dei cereali (attenzione: non è che al coltivatore stia bene così com'è, è che non può farci nulla), io cerco di mettere a fuoco quelli che sono i punti deboli del nostro sistema: e la figura del grossista penso che sia uno di quelli.

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  13. Il costo di stoccaggio da noi (in Sicilia) viene pattuito alla consegna, di solito 2€/q. Abbastanza pacifico per la mia esperienza.

    I mercati sono volatili ed è un problema per tutti, vero. Sono volatili in ogni settore peraltro. Il prezzo medio è una soluzione. Anche da noi si può fare.

    Per quanto mi riguarda, l'aspetto intollerabile è la differenza di prezzo (ingiustificata al momento) tra Sicilia e resto d'Italia. Chi può determinarla se non i compratori che fanno cartello? In questo senso i grossisti fanno il loro lavoro "sporco".

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  14. non bisogna fare di tutta erba un fascio....i disonesti sono ovunque...basta solo parlare chiaro e affidarsi quanto meno a gente onesta o quasi...del resto ognuno fa' il proprio lavoro..date a cesare quel che di cesare

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  15. Scusami, ma tu sei siciliano?
    Non trovi inaccettabile che io abbia gli stessi costi di un granicoltore italiano e poi venda il mio prodotto, a parità di qualità, il 20 % in meno rispetto a tutti gli altri.
    Le rilevazioni ufficiali dicono questo.
    Io in assenza di spiegazioni logiche, ma sono pronto ad ascoltare se qualcuno le fornisce,
    credo che i compratori (commercianti ed agroindustriali vari) che controllano le deputazioni degli uffici Prezzi delle Camere di Commercio sicule, e basta vedere la loro composizione per capirlo, deprimono dolosamente il prezzo del prodotto nell'isola.
    Certo fanno il loro lavoro, ciò non toglie che se così fosse, sarebbe uno "sporco" lavoro.

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