Questa di Coldiretti, secondo me è una bella idea. Molto più facile e remunerativo vendere i prodotti agricoli, pronti per il consumo diretto, all'estero, piuttosto che da noi. Almeno in Sicilia, i mercati di prodotti locali non ricevono grande consenso o perlomeno pochi acquirenti sono disposti a spendere quel qualcosa in più necessario a ripagare i maggiori costi di un agricoltore che fa vendita diretta di prodotti tipici o di qualità.
All'estero invece, in alcune grandi città del Centro-Nord Europa, dove l'emigrazione italiana è sempre più cospicua, e dove si trovano italiani con minori problemi economici che apprezzano con nostalgia i sapori della Terra natia, anche per la mia esperienza indiretta, trovando i giusti canali, è abbastanza semplice piazzare prodotti agricoli, per il consumo diretto, a prezzi sostenuti.
Londra ad esempio sembra secondo alcune stime non ufficiali essere abitata da circa 400.000 italiani...ebbene lì è nato il primo negozio di prodotti di Agricoltori Italiani (Italian Farmers). Potrebbe funzionare se Coldiretti lo gestirà in maniera minimamente professionale...
In generale secondo me, alcuni produttori italiani potrebbero aggregarsi su base territoriale per aprire dei punti vendita all'estero, fornendo un ampio spettro di produzioni diversificate provenienti dal medesimo territorio. Ciò peraltro potrebbe anche fungere da straordinario volano di promozione turistica.
Ovviamente meglio sarebbe se non passassero dai soliti sindacati, o da agenti di vendita, in modo tale da ricavarne il massimo margine.
Ovviamente meglio sarebbe se non passassero dai soliti sindacati, o da agenti di vendita, in modo tale da ricavarne il massimo margine.
Tra emigrati italiani e stranieri curiosi di consumare direttamente prodotti provenienti da un Paese che bene o male è considerato ancora un luogo dove si sa mangiare, i conti dovrebbero girare. Peraltro nelle città Nordiche il prezzo del cibo, in particolare frutta e verdura ha prezzi esorbitanti, mentre più a Sud si va, dell'Europa e della Penisola, i prezzi tendono a ridursi significativamente.
Apre a Londra “Italian farmers”, cibo 100% italianoSotto il Big Ben prodotti freschi e conserve dalle campagne italianeLONDRA - Nel Paese Europeo dove piu’ facile imbattersi nel cibo e nelle ricette del falso Made in Italy, dagli spaghetti alla bolognese al parmesan fino ai wine kit, apre la prima Bottega Italiana di Campagna Amica che si chiamerà Italian Farmers ed offrirà prodotti rigorosamente italiani e a filiera corta garantita dagli agricoltori, ma anche la possibilità di degustare le prelibatezze appena acquistate in uno spazio dedicato, attraverso la somministrazione non assistita.Secondo una analisi della Coldiretti le esportazioni italiani di prodotti alimentari Made in Italy sono aumentate del 7 per cento nei primi sette mesi dell’anno insieme però alla presenza di prodotti taroccati, imitazione di quelli nostrano. A Londra a poche centinaia di metri dalla stazione della metro di Finsbury Park e vicino all’Arsenal Stadium, la Bottega Italiana “Italian Farmers” ha una posizione strategica, in un quartiere frequentato da molti nostri connazionali, dove l’italianità è chiaramente percepita come un valore nonostante finora si trovassero prevalentemente prodotti che di italiano hanno solo il nome.Ma la Bottega Italiana vuole incontrare soprattutto l’interesse dei consumatori inglesi per il buon cibo Made in Italy, che arriva fresco ogni giorno dal nostro Paese, lasciandone intatte le qualità organolettiche. Anche per questo, la bottega si proporrà come punto di riferimento per ristoranti ed alberghi, essendosi attrezzata per diventare loro fornitore. “Per me non è solamente questione di fare business a Londra ma di condividere una filosofia, un progetto: quello di portare il meglio del Made Italy nel mondo. Con orgoglio” afferma il giovane gestore Massimo Santoro. Finalmente il vero cibo italiano potrà farsi conoscere e apprezzare nella sua unicità e genuinità e verrà raccontato da chi sa valorizzarlo nelle sue mille storie di eccellenza
Attenzione però a non fidarsi troppo degli inglesi:
RispondiEliminahttp://www.avvenire.it/Economia/Pagine/inghilterra-ministro-salute-sconsiglia-dieta-mediterranea.aspx
o.v.
e chi si fida della perfida Albione? ,-)
RispondiEliminatuttavia centinaia di migliaia di Italiani all'estero, dotati di stipendio certamente superiore a quello medio in Italia, ogni tanto saranno presi dalla nostalgia gastronomica? si spera....anche se in effetti, si potrebbe innescare un meccanismo di repulsione per tutto ciò che è italiano, visto che sono stati costretti ad abbandonare il patrio suolo...
tuttavia in generale all'estero si vende...molto meglio che al Sud Italia...