domenica 9 settembre 2012

Il Mercato dei Cereali secondo la UE

Mi sono imbattuto qualche giorno fa in una recente (30 Agosto 2012)  pubblicazione della Commissione Europea sulla situazione dei mercati dei cereali nel Mondo ed in Europa.

I documenti sono tre e rigidamente in inglese (le stranezze Europee presuppongono che la lingua ufficiale di tutta l'Unione, con la quale vengono redatti i bollettini statistici, appartenga ad un popolo profondamente Euroscettico...mah!), corredati però da grafici e tabelle perfettamente comprensibili anche a noi "Euroinfinocchiati".
Nel primo "Situazione del Mercato dei Cereali" trovate dati sulla situazione cerealicola Mondiale molto aggiornati, incredibilmente anche sul grano duro.
Sono riportate le principali importazioni cerealicole Europee avvenute all'inizio della attuale campagna di commercializzazione.
Interessante il dato del Baltic Dry Index, che ci da un'idea di quanto la domanda mondiale di materie prime sia ancora molto flebile, sebbene i prezzi delle materie prime siano molto elevati! Ciò farebbe pensare che, se e quando, ripartirà la ripresa economica Mondiale, i prezzi delle materie prime potrebbero raggiungere vette sinora inesplorate.

Nel secondo documento "Bilancio dei Cereali nella UE 2011/12 e previsioni 2012/13", si affronta in dettaglio la situazione Europea.
Vi riporto una tabella con le stime dell'ultima raccolta cerealicola in Europa secondo i principali analisti pubblici e privati del settore.

Come vedete la produzione di duro Europea in questa annata è stimata in un intervallo tra gli 8 e gli 8,5 milioni di t. Il dato di 8,5 è stato pubblicato dal servizio statistiche agricole della Commissione Europea. Rivisto al rialzo dagli 8,3 di Luglio.
Le produzioni Europee di duro dell'anno passato e due anni fa, si sono attestate rispettivamente a 8,1 ed 8,9 milioni di t.
Le importazioni di duro previste in Europa si stimano, per la campagna di commercializzazione in corso, pari a 2 milioni di t.

Infine il terzo documento "Le prospettive di medio termine dei mercati agricoli" (sino al 2020), sviluppate con un modello di simulazione. Ecco alcuni risultati da prendere con le pinze naturalmente:
1) Gli addetti in agricoltura in Europa si ridurranno, ma il reddito per unità lavorativa salirà.
2) I prezzi delle materie prime agricole rimarranno elevati.
3) Robusta domanda di Biofuel e Carne.
4) La produzione Europea di grano duro, nei prossimi 10 anni, sarà in calo insieme ad orzo, avena, riso e cereali minori, in favore di grano tenero, mais, oleaginose e soia.

Aggiornamento: Comunque le variabili sono sempre in agguato, il Presidente Putin, infatti, dopo aver letto il mio post, ha dichiarato che le esportazioni russe di grano raddoppieranno entro il 2020!!!


Di seguito vi propongo un bel grafico che rappresenta, il trend storico dal secondo Dopoguerra, al netto dell'inflazione dei prezzi mondiali delle commodity agricole, dell'energia e dei fertilizzanti.
Direi che, almeno sino al 1972, fare l'agricoltore era molto redditizio.






6 commenti:


  1. non bisogna dimenticare che multinazionali e stati esteri negli ultimi anni hanno fatto una vera e propria corsa ad accaparrarsi i terreni agricoli sparsi per il mondo,qualcosa dietro pure doveva esserci per comportarsi cosi-e la corsa contnua ancora-

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    1. E dire che ho rimproverato mio padre perché ha comprato un po’ di terreno in passato “che era meglio se con quei soldi ci andava a puttane!”
      Non mi risultano però acquisti in Italia. Un motivo ci sarà.

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    2. salve Toni-come te la passi?
      bee,con i proventi di quel terreno può andarci lo stesso;in italia la proprietà terrriera è costituita prevalentamente da piccole aziende,quindi facilmente abbordabile da aziende medio grandi-superficie vaste dove solo grandi colossi finanziari possono intervenire cè nè sono poche-questo poi è il paese dove più di altri ,beni come la terra e la casa sono considerati sacri,e la storia degli ultimi 100 anni dell italia spiegano anche perchè ,questi beni fanno parte della nostra cultura,quindi qui non si vende,ma bensi si compera-e l italiano anche in tempo di crisi un gruzzoletto da destinare a terra e casa li trova sempre-

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  2. la desertificazione aumenta, la popolazione cresce ad un livello superiore alle produzioni, di conseguenza stati come la cina stanno acquistando terreni in tutto il mondo per sopperire all'aumento della domanda di generi alimentari. Se non si trova il modo di aumentare le rese ad ettaro, nei prossimi 20 anni, la situazione che si sta verificando quest'anno si ripeterà in forma molto più grave e si rischiano guerre per fame!

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  3. L'agricoltura Mondiale ha certamente prospettive ottimistiche davanti, quella italiana un pò meno, temo. La Terra è troppo facilmente aggredibile fiscalmente dalla banda di sciacalli che ci governa, e non la puoi delocalizzare.
    Insomma, io non comprerei terreno...in Italia in questa situazione economica.

    Conosco un tizio intraprendente che ha comprato duemila ettari in Egitto (zona Nilo), al prezzo di 200 ettari in Sicilia. Ha superato indenne, pur con qualche patema, la Primavera Araba ed a sentire lui, esporta ortaggi in mezza Europa (dell'Est).

    Il bello è che almeno parte di questa operazione, a sentire lui, gli è stata finanziata da un progetto di internalizzazione della UE.





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  4. Mimmo. Bene grazie. Domani trebbio la medica. Per la passione che ho condivido in pieno la scelta del Babbo.
    Che dire, fino l’anno scorso non c’era un metro di terra in vendita. Adesso parecchia, tra cui confinanti. Io non sono così ottimista come alcuni scrivono. Vivo in una zona ricchissima fino a pochissimi anni fa, solo chi era studente e un po’ sfaticato non lavorava. Tutti avevano reddito. Adesso il deserto. Considerando che gli agricoltori storicamente sono stati sempre in fondo alla scala non credo che proprio in un momento così difficile si possa ribaltare la situazione.

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