venerdì 25 ottobre 2013

L'accordo di Libero Scambio con il Canada

Come sicuramente saprete è stato firmato qualche giorno fa un accordo di libero scambio tra UE e Canada. E come giustamente temuto da un commentatore del blog, potrebbe essere una pessima notizia per noi produttori cerealicoli. Proviamo a capire di che si tratta.






Inizierei da quanto riportato sulla stampa specializzata nostrana. Un estratto da Agrinotizie:


Ue-Canada, siglato accordo di libero scambio

L'intesa sarà operativa dal 2015. Il Pil annuo dell’Eurozona aumenterà di 12 miliardi di euro e l'interscambio sarà potenziato del 23%. Soddisfatto Barroso: "Più crescita in Europa"

Storico accordo tra l’Unione europea e il Canada per aprire i rispettivi mercati: per l’Europa, significa aumentare il commercio di prodotti agroalimentari di alta qualità e vedersi riconosciute le denominazioni d’origine, mentre il Canada punta a esportare più carne di manzo e maiale. L’intesa, siglata il 18 ottobre, dovrebbe trasformarsi in realtà entro il 2015 e rappresenta un importante precedente per l’accordo di libero scambio con gli Stati Uniti, in corso di negoziazione.
Il Prosciutto di Parma sbarca in Canada insieme ad altre 38 indicazioni protette
Per oltre vent’anni, il prosciutto di Parma è stato venduto in Canada con la denominazione “The original prosciutto – le jambon original”: la società canadese Maple Leaf aveva registrato il marchio “Parma” nel lontano 1987 e a nulla sono valsi i tentativi del consorzio emiliano di far giustizia, proprio perché la questione non era regolata nelle relazioni bilaterali.
L’accordo raggiunto cambia completamente le carte in tavola: il Canada si è impegnato a riconoscere 145 indicazioni geografiche europee, tra cui 39 italiane. Si tratta di insaccati, come la bresaola della Valtellina e il lardo di Colonnata, frutta e verdura, come la mela dell’Alto Adige e il pomodoro di Pachino, e naturalmente molti formaggi, oltre a due varietà di riso e di aceto.
Buone notizie anche per i vini italiani
Già protetti grazie a un accordo del 2003, ci si aspetta che possano conquistare ulteriori fette del mercato – già ne coprono circa la metà. I dazi, oggi imposti in base al valore dei vini importati, saranno d’ora in poi calcolati sulla quantità, a tutto vantaggio dei vini pregiati dei maggiori produttori europei. L’accordo vale 12 miliardi di euro l’anno
L’apertura del mercato oltreoceano dovrebbe fruttare all’Europa 12 miliardi di entrate aggiuntive all’anno, grazie a un commercio bilaterale potenziato del 23%. Per il formaggio europeo, si parla di una quota d’export pari a 18.500 tonnellate – di cui 16.800 di alta qualità, e il resto di formaggio industriale – stimata intorno ai 150 milioni di euro e che si aggiunge alla quota attuale di 13.400 tonnellate. Il flusso nell’altra direzione porterà sul mercato comunitario 50mila tonnellate di carne di manzo senza ormoni, di cui 35mila tonnellate di fresca e il resto di surgelata.
Insomma, “l’inizio di una nuova era nelle relazioni tra Europa e Canada”, come ha sottolineato con orgoglio il presidente della Commissione europea José Barroso annunciando l’intesa.
“Un importante passo avanti – ha commentato invece Paolo De Castro, presidente della Commissione Agricoltura del Parlamento europeo – che apre nuove opportunità di crescita per le imprese agroalimentari europee e in particolare per le produzioni di qualità italiane”.
L'eliminazione di dazi e tariffe dovrebbe dunque aumentare le esportazioni delle nostre "eccellenze" come le chiama oggi la propaganda di Stato, mentre in cambio dovremmo subire soltanto la concorrenza delle carni di manzo e maiale canadesi (tra i primi produttori mondiali). 

Interessante a questo punto è andare a leggere cosa scrive invece la stampa Canadese sull'accordo CETA ( Canada-EU Comprehensive Economic and Trade Agreement).
L'accordo secondo i Canadesi, qui, sarebbe invece molto più articolato.

I Canadesi ritengono di aver fatto l'affare della vita ed enumerano i settori nel quale avranno dei vantaggi. A parte per i prodotti caseari quasi tutto il resto lo ritengono vantaggioso. Per i produttori di latte e formaggi canadesi, che potrebbero subire un danno dall'accordo già pronto un sistema interno di compensazione.


Ecco cosa l'accordo significa per una varietà di gruppi e settori in Canada (tradotto rapidamente, scusate eventuali imperfezioni, ma non ho molto tempo a disposizione):
Manzo, maiale e bisonte produttori in Canada: L'accordo darà agli agricoltori canadesi annualmente accesso in esenzione doganale nell'UE per un massimo di 50.000 tonnellate di carni (di cui 70% fresco, il 30% congelati), 80.000 tonnellate di carne di maiale, e 3.000 tonnellate di bisonte.

Settore automobilistico: Le tariffe saranno eliminati nell'arco di sette anni, in ultima analisi, il che significa prezzi ridotti per i veicoli provenienti dall'Europa. Su veicoli passeggeri, tariffa 10-per-cento dell'UE saranno eliminate, mentre le tariffe fino al 4,5% su ricambi auto sarà anche tagliato. L'accordo permetterebbe di fino a 100.000 veicoli passeggeri ad essere esportati in Europa, più di un aumento di 12 volte rispetto agli attuali esportazioni media di 8.000 a 10.000 vetture.
Appalti pubblici: molte grandi città canadesi hanno chiesto esenzioni dal CETA, preoccupati che potrebbe limitare la loro capacità di adottare politiche di "comprare locale" (Km 0)
Agricoltura e agroalimentare: Il settore impiega più di 585.000 canadesi. CETA eliminerà i dazi su quasi il 94% delle linee tariffarie agricole dell'UE, compresi il frumento duro, altro grano, e gli oli (compreso l'olio di canola), che sarà di grande beneficio per Alberta, Saskatchewan, Mantioba, Ontario e Quebec.

In pratica con l'accordo CETA sarà impossibile per la UE, dal 2015, l'applicazione di dazi alle importazioni di grano canadese che teoricamente con la legislazione attuale sarebbe ancora possibile adottare.
Il Canada teoricamente potrebbe portare il prezzo di produzione del grano a prezzi infimi (ed è in grado di farlo se avete visto i costi colturali), senza che l'Europa possa più neanche teoricamente proteggere i propri produttori.

La certezza di accedere al mercato cerealicolo Europeo senza dazi è stata salutata con grande enfasi dai Canadesi:
"Once ratified, this agreement will provide more certainty that Canadian wheat and durum will enjoy duty-free access to the European market."

Ancora altri settori interessati all'accordo:
Foresta e il valore aggiunto dei prodotti in legno: il Canada è il primo esportatore mondiale di conifere, carta da giornale e pasta di legno. L'accordo, una volta che ha effetto, eliminerà tariffe esistenti su tutti i prodotti forestali.
Pesce e prodotti a base di pesce:  quasi il 96% delle linee tariffarie comunitarie per i prodotti ittici e frutti di mare sarà duty-free, e tutte le linee tariffarie sarà duty-free dopo sette anni.
Protezione Proprietà intellettuale: accorciamento dei tempi di protezione dei brevetti farmaceutici in linea con gli standard internazionali.
CETA includerà un più ampio riconoscimento delle indicazioni geografiche UE per alcuni salumi e formaggi che porteranno i nomi regionali al momento della vendita (wow! ndr).
Gli investimenti esteri: CETA stabilisce norme per gli investitori stranieri che saranno trattati equamente e non meno favorevolmente di quelli stranieri.
Manufatti tecnologici (tra cui aerospaziale, prodotti ferroviari, macchinari, parti elettriche ed apparecchiature): CETA eliminerà le tariffe dell'UE.
Prodotti in metallo e minerali: L'accordo eliminerà attuali tariffe dell'UE sui prodotti in metallo e di minerali, come l'alluminio, nichel, ferro, acciaio e altri metalli.
L'accordo dunque è molto articolato e potrebbe avere ripercussioni in vari settori. Mentre il Canada sembra preoccuparsi dei (pochi) settori canadesi che potrebbero uscire danneggiati dall'accordo, qui in Europa i politici nostrani vedono solo vantaggi.


Vi lascio con quanto dichiarato da Ben Harper, il Primo Ministro Canadese:
This trade agreement is an historic win for Canada
The elimination of approximately 98 per cent of all EU tariff lines on the first day of when the Agreement comes into force will translate into increased profits and market opportunities for Canadian businesses of all sizes, in every part of the country. For example, the elimination of EU tariffs in the agricultural sector and the fish and seafood sector will mean that lobster fishermen in the Maritimes, maple syrup producers in Québec, apple growers in Ontario, grain producers in the prairies, cherry growers in British Columbia and arctic char farmers in the Yukon who export to the EU will see their bottom lines improve.

In soldoni dice Harper, l'eliminazione dei dazi UE, garantirà l'esportazione verso la UE ed aumenterà i profitti dei produttori agricoli canadesi (che eccellono in molti settori), tra i quali i produttori di grano delle Pianure del Nord (i cosiddetti Prairies). 

Faccio fatica a capire che vantaggi ne avrà l'agricoltura UE, a meno che non si voglia credere che i Canadesi, peraltro appena 33 milioni di persone (contro 500 milioni di Europei), decidano di pasteggiare con prosciutti di Parma, lardo di colonnata e pomodori Pachino, innaffiati da italico vino, almeno due volte al dì. 
La UE ha fatto un accordo con uno Stato agricolo fortemente produttivo (primeggia in vari settori a livello globale) ma dotato di un mercato di consumo interno piccolo ed ostico (il "buy local" è molto forte dalle loro parti). Facile pronosticare che la direzione delle merci sarà unilaterale, naturalmente verso l'Europa.
I tecnocrati di Bruxelles sono dei delinquenti!


P.S.: ci si risente quando comincerà a piovere...





58 commenti:

  1. Uscire da questa europa e' diventata una priorita', prima usciamo,prima toccheremo il fondo,prima torneremo a galla.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. usciamo da questa europa? E dove andiamo? in un'altra europa? in africa? da qualche altra parte?

      Elimina
    2. L'Italia è un paese europeo ma questo non significa morire per le banche private europee o per dei politici il cui operato è sotto l'occhio di tutti. Eppure voglio sottolineare una cosa importante: il Parlamento Europeo (eletto da noi) è solo consultivo ossia non decide proprio niente, chi legifera e ci costringe a fare quello che vogliono è la Commissione Europea formata da persone non elette ma nominate da i politici (su ordine dei soliti amici....) siamo o non siamo in dittatura? Il nostro parlamento, dopo la ratifica degli ultimi trattati europei, conta, in termini legislativi, meno dell'assemblea del Condominio. Salute a tutti

      Elimina
  2. Praticamente sto accordo vieta eventuali dazi sul grano duro, che però non ci sono né ci sono mai stati, quindi secondo me per noi non cambia nulla, ai fini pratici.

    In compenso, non vedo l'ora di papparmi finalmente un'ottima bistecca di bisonte medium well, sono anni che aspetto!

    Hulled barley

    RispondiElimina
    Risposte
    1. veramente i dazi sul duro ci sono sempre stati...la CEE è stato un mercato iperprotetto dalla sua nascita......sino al 2009 erano anche operativi
      http://www.diariodelweb.it/Green/Articolo/?nid=20091105_111615

      attualmente sono già scattati sul grano tenero,
      http://durodisicilia.blogspot.it/2013/09/gia-scattati-i-dazi-allimportazione-sul.html

      mentre sul Duro, se l'Italia e le associazioni di categoria italiane non li invocano, Bruxelles è del tutto indifferente, trattandosi di un prodotto di interesse locale.

      I consumatori italiani son fatti così, per una bistecca di bisonte, che gli gonfi il ventre, a basso costo sono pronti ad impegnarsi il futuro...non mi stupisce...non saremmo arrivati a questo punto.

      Elimina
    2. spero che tu stia facendo facile ironia. in caso contrario sei un troll o un cret...

      Elimina
  3. quando si fa un accordo commerciale si sa che su qualcosa ci si guadagna e su altro ci si perde,è chiaro che noi cerealicoltori e produttori di grano duro siamo quelli meno tutelati e destinati a prenderlo sempre!!........p.s: ma perchè quando scrivete dei commenti non mettete il vostro nome di battesimo,come si fa a distinguere tra i vari anonimi!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. io direi che negli accordi di libero scambio stipulati dalla Ue ci sono nazioni europee che guadagnano e nazioni che perdono...le vicende commerciali Europee dell'ultimi 20 anni sono dense di accordi commerciali di libero scambio con mezzo Mondo...non mi pare che l'economia italiana nel suo complesso ne abbia tratto giovamento...anzi siamo stati l'economia peggiore di tutta l'Europa negli ultimi 10 anni...
      http://www.ilfattoquotidiano.it/2011/05/23/pil-istat-italia-fanalino-di-coda-delluecrescita-peggiore-di-tutti-nellultimo-decennio/
      difficilmente da soli (benchè il livello dei nostri politici sia infimo), avremmo potuto fare peggio.
      Comunque se il prezzo del grano scenderà a livelli mai visti dal 2015, almeno ci potremo consolare sapendo che qualcuno da qualche parte dell'Europa ne sta traendo un beneficio, oltre al fatto che i consumatori italiani potranno finalmente mangiare le originali bistecche di bisonte canadesi, senza subire l'aggravio dei dazi.

      Elimina
    2. Che i nostri politici siano incapaci è fuori dubbio, ma non lo imputerei a questo: ammesso e non concesso che in europa contino qualcosa, direi si sono preoccupati più di esportare le dop e igp che di salvaguardare noi produttori di grano duro.
      Notate che 3 su 10 delle "indicazioni geografiche europee" che il Canada si è impegnato a riconoscere sono italiane. Anche in altri paesi europei non credo che ne saranno proprio entusiasti.

      Comunque secondo me i dazi non sono così essenziali: se i produttori di pasta dovessero scrivere già solo il paese di provenienza della materia prima, ne vedremmo delle belle....

      orzo

      Elimina
    3. orzo
      scusami ma mi sembri ingenuo sulla etichetta...
      per come la vedo io, se dovessero un giorno scrivere l'origine della materia prima non cambierà quasi nulla...

      se vai in alcune catene commerciali troverai paste fatte con materia prima italiana certificate, eppure non mi risulta abbiano successo...la COOP lanciò in pompa magna una operazione "nazionalista" due anni fa che si sta rivelando fallimentare....come ho già scritto il principale pastificio siciliano coinvolto nell'operazione, è andato in cassa integrazione...

      se osserviamo il mercato agroalimentare troviamo tantissimi prodotti trasformati che recano l'etichetta "made in vattelepesca", e non mi pare che non siano accettati dai consumatori.
      Se vai in un hard discount le marche straniere la fanno da padrone...e la spesa negli hard discount è l'unica in crescita...
      oppure il pesce...quasi tutto il pesce che viene consumato attraverso la GDO viene dall'altro capo del Mondo ( e si trova scritto chiaramente) come anche che viene surgelato spesso sul peschereccio...costa meno di quello nostrano e la gente in massa lo compra....
      vogliamo parlare della Fiat? probabilmente ogni italiano 20-30 anni fa aveva almeno un parente che lì lavorava, quando fu aperto il mercato dell'auto in Italia, ci fu l'invasione delle giapponesi e delle coreane.
      Quasi nessuno si è fatto scrupolo di acquistare un prodotto dichiaratamente straniero, a scapito di quello nazionale.
      E' inutile che ti dica come è finita alla Fiat...

      Detto ciò credo sia giusto riportare in etichetta l'origine della materia prima per un fatto di correttezza...ma non cambierà granchè il nostro destino...è soltanto un argomento di distrazione di massa...è strategico per il Potere costituito che le masse abbiano qualcosa di inutile da invocare...

      Elimina
    4. Può essere che tu abbia ragione... e che io sia un po' ingenuo.
      Comunque in Francia la cosa funziona bene... è vero che loro sono nazionalisti, ma noi italiani non siamo mica poi così stupidi.
      (e funziona bene anche in svizzera, per quanto non siano così "appariscenti" nazionalisti... ma loro hanno soldi in eccesso, possono permettersi di spendere 4 volte tanto per il prodotto "locale"; ma mi chiedo: noi italiani faremmo lo stesso?)

      Riguardo alla pasta coop, c'è da dire che è un marchio legato ad una catena di distribuzione... io per esempio non ci vado mai, e non ci vado mica solo per comprare la pasta.... a prescindere dalla qualità e dal prezzo (che non conosco).

      Già, perché (soprattutto in periodo di crisi) il prezzo non può essere il doppio di quello del prodotto estero, oppure la qualità non può essere esageratamente inferiore (vedi auto fiat...).

      Comunque, qui forse sto andando un po' troppo OT.

      Alla prossima,
      orzo vestito

      PS. come avrai capito, Hulled Barley ero io in versione anglofona.... scusa per l'intervento un po' trollesco, ma storia della bistecca di bisonte era troppo divertente...

      Elimina
    5. in Francia funzionicchia in alcuni settori, tenendo conto però che sono dei ferventi nazionalisti...
      ma in molti settori non funziona proprio, vedi pollame e Bretagna
      http://www.italiaoggi.it/giornali/stampa_giornali.asp?id=1847036&codiciTestate=1&accesso=FA
      e le prospettive di successo della Le Pen mi pare che lo stiano a testimoniare.
      L'uomo mediamente è un soggetto economico, in linea di massima acquista ciò che ritiene più conveniente per se. Non si tratta di stupidità, quanto di mero individualismo. Ed in Italia siamo molto individualisti.

      In Svizzera per quel che so, c'è un regime protezionista vero e proprio (dazi e tariffe a go-go). Alla frontiera, addirittura ci sono forti limitazioni all'ingresso di prodotti alimentari per uso personale acquistati all'estero (dove i costi sono molto minori).

      Magari tu che ci vai spesso puoi dirci come funziona.

      Elimina
    6. Bisogna partire dal presupposto,che se tutto ciò che si fa fuori italia è dannoso e pericoloso,il resto del mondo si sarebbe estinto,invece vivono e si riproducono anche piu di noi,quindi è del tutto chiaro,che la vera differenza non è solo il livello qualitativo del prodotto,ma è la struttura paese che lo sorregge-Siccome le nazioni non sono tutte uguali,e magari in alcune nazione estere ci sono degli italiani puri a fare prodotti simili a quelli fatti in italia,è del tutto evidente che ci vogliono dei regolatori di mercati che tutelino il prodotto nazionale,essi sono le dogane con i dazi e una moneta nazionale che li renda competitivi,tutto il resto sono chiacchiere- I tedeschi l'anno capito da tempo,tanto che hanno avallato l'euro imponendolo all'intero continente europeo cambiandolo alla pari con il marco,e con questo strumento stanno cercando di allargare i loro confini fino ad inglobare nel loro interno tutta l'europa ,e quella meridionale sarà il loro bacino di manovalanza a basso costo-

      Elimina
    7. caro granduro,
      e' vero che io vado spesso in svizzera per lavoro, ma non ci ho mai esportato nulla, e non vorrei dire delle stupidaggini!

      Magari qualcuno più esperto in materia può intervenire....

      Da quel po' di materiale che ho trovato sul web, mi sembra però che i dazi non siano così elevati: qualcosa intorno al 10%, a cui si deve aggiungere l'IVA (dell'8%, mica del 20-22% come in Italia....)

      Credo che il deterrente maggiore all'esportazione in svizzera sia la burocrazia non proprio flessibile che ti trovi davanti, il fatto che devi comunque ricorrere ad un importatore... il dazio in sè è il meno.

      In realtà esiste un "contingente di importazione" (170 milioni di litri, che corrispondono praticamente a 21 litri a testa all'anno) al di là del quale i dazi sono decisamente più alti, ma la mia impressione è che, anche con tali dazi, un vino italiano (o anche francese) rimanga comunque mostruosamente meno costoso di uno svizzero di qualità paragonabile (anche se comunque è difficile fare paragoni...).

      Per me gli svizzeri rimangono sempre un mistero...

      orzo

      Elimina
    8. da wikipedia sull'agricoltura svizzera:
      La Svizzera ha un regime di forte protezione dell'agricoltura. Vi sono tariffe elevate sulle importazioni e ampi sussidi agli agricoltori locali per incoraggiare la produzione nazionale, che attualmente soddisfa circa il 60% dei consumi alimentari. Secondo l'Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico (OCSE), la Svizzera sovvenziona oltre il 70% della sua agricoltura rispetto al 35% nella UE. Nel 2009 lo Stato ha concesso sussidi agli agricoltori per 6,2 miliardi di dollari e si calcola che tali sussidi costituiscono quasi il 60% dei redditi dei contadini, molto meno del 75% degli anni '80, ma molto di più della media europea (poco meno del 25%)[3].
      http://it.wikipedia.org/wiki/Economia_svizzera

      Elimina
  4. In questi accordi cè sempre chi ci guadambia e chi ci perde-
    Il Canada è un paese sviluppato,con una economia al top,di cosa avranno mai bisogno?lusso,e tecnologia-per il lusso,non c'era problema neanche prima,poichè chi ha i soldi non bada a spese-In quanto a tecnologia,scommettete chi ci ha fatto l'affare? Si sono sempre loro i Krukki-I canadesi saranno ben felici di poggiare le loro chiappe su una BMW-Mercedes o AUDI-(casa WW)-o acquistare componentistica robotica -
    Se non l'avete ancora capito,l'euro insieme ai trattati Mastrhict e Lisbona,servono a creare l'egemonia Franco-Tedesca sull'intero continente europeo(i Francesi se lo prenderanno in quel posto pure loro),l'europa mediterranea è destinata a diventare un feudo tedesco,e come nelle migliori tradizioni medioevali,basta dare da mangiare a signori,vassalli e valvassori ,e la plebe è solo pecore da tosare-l'italia è diventata una provincia di questa europa ,non uno stato membro,ve ne siete accorti oppure no?L'euro è lo strumento con il quale ci compreranno e noi diventeremo manovalanza a basso costo per loro-

    Subito fuori da questa europa,ristampiamo la LIRA(e non vi azzardate a dirgli male ,perchè poi mi sentite) e rimettere le frontiere-

    Se non ve ne siete accorti,il rapporto debito-pil è al 133%,vi consiglio di lasciare tutto quello che state facendo e correte in banca a ritirare i vostri risparmi,poichè il prossimo passo sarà un prelievo forzoso sui vostri conti correnti-

    RispondiElimina
    Risposte
    1. come darti torto...
      qualche giorno fa, ho dato una occhiata ad un forum canadese che parlava dell'accordo Ceta, il commento medio dei canadesi era: finalmente avremo le BMW a prezzi ragionevoli, come anche champagne e Roquefort...i canadesi sono francofoni...hanno il mito dei prodotti alimentari francesi...

      concordo comunque con te, i francesi sono i prossimi della lista (del fallimento), ma loro al contrario di noi, in Italia, lo stanno capendo in tempo...penso che Marine Le Pen farà il pieno di voti alle prossime Europee...usciremo dall'Euro, soltanto se i Francesi lo faranno saltare (ma non sarà facile, però la Francia è una nazione capace di cambiare)...fosse per noi ci faremmo salassare allegramente sinchè avremo sangue ( e così ragionevolmente sarà).

      Elimina
    2. Non è importante cosa vogliono i Canadesi,quello che si deve capire,è come la Germania utilizzi le istituzioni europee per stipulare accordi internazionali che vanno a loro unico vantaggio,minando e mettendo in difficoltà le economie degli altri stati membri indebolendoli sempre di più,in modo tale che essa se ne avvantaggi sempre di più-è un gioco al massacro,loro puntano ad avere l'intera europa alle loro dipendenze,-Quando s'impuntano,fanno solo danni,e lo stanno facendo anche adesso-

      Se non si fermano.provocheranno una nuova tragedia,ormai sono in molti a odiarli,e i motivi sono validi-Bisognerebbe sottoporli a una DIASPORA e rimpiazzarli con 80 mln di persone presi da ogni parte del mondo -altro che noi Italiani-con tutti i difetti che abbiamo,stupidi ed arroganti come loro non ci diventeremo mai-Italiani brava gente-

      Purtroppo,noi una Le Pen non l'abbiamo,la politica è una cosa seria,e la signora la sà fare-noi abbiamo Grillo,meglio di niente,ma alquanto pare è una lancia spuntata-anche se ce da dire che in questo paese non è facile cambiare,tanto si è incancrenito il sistema,al contrario della Francia-certo che uno peggio di Holland è difficile trovarlo-comincio a capire chi è stato a fare le scarpe a T.K- e perchè-in fondo siamo cugini-

      Elimina
    3. tuttavia io non odio i tedeschi, ne ho motivo per farlo...fanno soltanto i loro interessi, e lo fanno molto bene. Anche noi lo vorremo fare, se solo ne fossimo capaci...

      Elimina
    4. Quando,capirai bene che cosa hanno nella testa,vedrai come ti incazzi-non fanno i loro interessi,sono sadici,deviati,non sanno ancora che la loro arroganza sarà la loro stessa rovina-non appena l'euro salterà (ed è solo questione di tempo)saranno i più pezzenti d'europa-Noi siamo stati capaci e ne saremo ancora nel farci i nostri interessi,purtroppo i nostri feudatari ci hanno tolto gli strumenti e i nostri governanti ci hanno venduti -

      Elimina
    5. Eravamo già mezzi falliti all'inizio anni '90 Mimmo, questa è la verità. Così i nostri politici hanno pensato bene di legarci mani e piedi all'economia tedesca. Secondo loro ciò ci avrebbe consentito di gestire meglio il nostro mega debito...nel frattempo la globalizzazione e la crisi del Mondo occidentale ha richiesto una forte ristrutturazione della economia. Noi non la abbiamo fatta. Abbiamo continuato a fare debito, abbiamo svenduto beni, infrastrutture, banche ed aziende pubbliche italiane che valevano, mentre l'apparato statale ha continuato a mangiare i soldi delle nostre tasse, e se possibile con più inefficienza e corruzione di prima...per cui oggi ci troviamo messi peggio di ieri, senza neanche poter contare sulla leva monetaria. Comunque è inutile fare appelli, in Italia non cambierà nulla, sarà soltanto un lento declino. L'unica cosa seria è crearsi una via di fuga o una riserva per se o per la propria famiglia.
      Se mi incazzerò, ma non credo a questo punto, sarà soltanto contro alcuni connazionali.

      Elimina
  5. secondo me non ha senso la polemica contro la germania,i problemi e le colpe sono in larga parte le nostre,il debito pubblico lo abbiamo fatto noi con le pensioni date ai quarantenni,gli assegni di invalidità in cambio dei voti,lo scarso coraggio avuto in passato nell'ingrandire le nostre aziende agricole quando i prezzi dei terreni erano più bassi degli attuali e i guadagni maggiori di adesso,ci siamo fatti le case belle,abbiamo tenuto i figli all'università e magari oggi non hanno nemmeno il lavoro ..ma non abbiamo investito nelle nostre aziende,ora siamo troppo piccoli e i guadagni troppo limitati per poter continuare a fare agricoltura se non si hanno almeno 50 ettari di terreno o un doppio lavoro.la germania alla fine degli anni 90 era in crisi,hanno fatto le riforme ma sopratutto si sono messi a fare prodotti di alta qualità in tutti i campi ,dall'auto ai trattori,dai mezzi industriali ai robot x l'industria e li riescono a vendere anche se costano di più perchè sono i migliori e non si rompono mai,se non faremo anche noi le stesse cose non ci sarà futuro x gli italiani

    RispondiElimina
    Risposte
    1. condivido quanto dici...a parte la conclusione. Purtroppo noi italiani non siamo tedeschi, ne lo saremo mai. Sarebbe giusto prendere atto dei propri limiti e dei propri talenti. L'Italia si è arricchita nell'individualismo e nell'improvvisazione. Noi non siamo capaci di programmare alcunché a livello di sistema. Siamo stati competitivi in passato grazie alla nostra Liretta svalutata (cioè la debolezza del sistema diventava un vantaggio per le imprese), mentre non saremo mai strutturalmente competitivi come la Germania. In più il debito in Euro pesa come un macigno, mentre in Lire verrebbe svalutato.

      A livello aziendale è chiaro che l'approccio tedesco, nel contesto di concorrenza globale attuale è l'unico possibile. Tutto il resto, malgrado tutto, sarà fallimentare nei grandi numeri.
      Specializzazione estrema, meccanizzazione spinta e allargamento aziendale sono l'unica ricetta per la sopravvivenza.
      Devo dire che in Sicilia, a causa dei prezzi del grano storicamente molto più bassi del resto d'Italia, le piccole e medie aziende (non part time) hanno già chiuso, mentre non è difficile trovare ex contoterzisti che coltivano migliaia di ettari di terreno, in semplice uso (il proprietario prende l'art68 solitamente). Ma tutto è molto precario, senza coperture legali e fortemente condizionato dai mutamenti PAC. Insomma molto poco teutonico.

      Elimina
  6. Dai commenti testè esposti sempre più mi accorgo che non riusciamo a centrare i problemi e le relative soluzioni!!!!!!! L'Italia va male e il nostro debito pubblico aumenta perchè sul debito paghiamo interessi usurai sè rapportati al tasso d'interesse BCE dello 0,5% con cui si finanziano le banche affinchè a sua volta acquistino debito pubblico Italiano. ... A questo punto qualcuno si chiederà!! qual'è la soluzione? >Semplicemente quella di rinegoziare il Fiscal Compact e il trattato di Mastrich. ... L'agricoltura Italiana è al fallimento perchè i costi di produzione sono il doppio se non il triplo di chi esporta nel nostro paese Italia senza lacci e lacciuoli di cui sono vittima i produttori Italiani, vedi Brurocrazia, Politica incapace, Comunità Europea". ... E' ora di dire basta a questo stato di cose, come? Semplicemente non vatando più questa classe politica di opportunisti, incapaci, qualunquisti, truffaldini che hanno distrutto con la nostra complicità il nostro amato paese Italia in cui noi vorremmo continuare a vivere!!!!!!!!!!!

    RispondiElimina
  7. mario,hai ragione,il debito pubblico aumenta x colpa della incapacità politica di chi ci governa a tutti i livelli,dallo stato alle regioni ,sindacati ed organizzazioni agricole,ma la soluzione a mio avviso non è quella di ritornare alla lira come molti dicono e cioè fare le svalutazioni come nel passato(cosa che peraltro stanno facendo nell'ultimo anno sia gli stati uniti che il giappone e la cina a danno dell'europa)ma ricostruire,reinventare il nostro paese,assumerci ognuno di noi le proprie responsabilità,siamo un paese tecnicamente fallito ma se lo stato fallisse realmente a rimetterci sarebbero principalmente i risparmiatori italiani che investono nei bot e non i grandi investitori stranieri,in tutto questo il fiscal compact deve servire da stimolo x chi ci governa,non fatevi prendere in giro dai politici che dicono che bisogna fare più deficit,l'obiettivo è l'esatto contrario e cioè portare il bilancio dello stato in attivo come si fa in ogni famiglia normale,se si hanno dei debiti,si lavora di più x ripagarli ,non è che se ne fanno altri ,altre strade non ce ne sono a mio parere

    RispondiElimina
    Risposte
    1. ma qui si pone un altro problema, perché la nuova generazione dovrebbe lavorare per ripagare un debito che è stato contratto dalla vecchia generazione ed a suo totale vantaggio?
      Per come la vedo io, i cosiddetti risparmiatori sono in realtà degli speculatori italiani che percepiscono una rendita sulla pelle dei loro figli.
      Hanno gestito male l'Italia sinora, che ne paghino le conseguenze perdendo i loro risparmi. Il fallimento dell'Italia sarebbe l'unico atto di giustizia possibile.

      Elimina
    2. Egregio Sig.Giovanni,mai sentito parlare di-PROPRIETA DELLA MONETA?E DI SIGNORAGGIO BANCARIO?E DI SOVRANITA NAZIONALE?

      Se no,la invito ad informarsi,non per fare polemiche,ma per aprire una discussione seria sul debito pubblico,perchè lo si crea e a quale scopo-
      La invito a non confondere il debito pubblico con le ruberie della casta,quelle sono ruberie e vanno perseguiti come reati,il debito pubblico,quello buono,viene programmato e sottoscritto da statisti diligenti tanto un padre di famiglia che fa debito per far progredire la propria famiglia,non da cialtroncelli impettiti-Il debito pubblico esiste in tutti i paesi avanzati,poichè il successo economico di un paese è un'alchimia ottenuta,tra finanziamenti pubblici(che devono servire da stimolo e da copertura economica )e da finanziamenti privati che servono a ad ottimizzare i profitti-poi ci sono interessi di carattere sociale,come l'istruzione,la sanità e la giustizia,che devono essere di competenza dello stato-
      Non avere piu la sovranità nazionale e una banca centrale nazionale,con i trattati di Mastrich e Lisbona siamo costretti a comprare soldi dalle banche private,una follia inaudita,uno stato che non puo emettere moneta nazionale ma la deve comprare da privati-

      Per spiegarmi meglio,la BCE stampa una banconota da 100E e lo presta alla banche private allo 0,5% d'interesse-alla BCE quella moneta costa,-la carta,l'inchiostro e la stampa-(si e no qualche centesimo di costo) lo presta alla banca privata la quale la presta al mio stato al 6-7% d'interessi-noi per ripagare questa moneta dobbiamo produrre beni per 100E reali piu gli interessi-da un costo infimo poche centinaia di centesimo si passa ad oltre 110E da restituire-se non ve ne siete accorti con questo sistema il debito non solo non si ripaga ma addirittura aumenta(e non ostante i tagli di Monti e C. esso è salito)l'europa è stata tradita ,l'italia è stata tradita,con quei trattati capestro finiremo in miseria -
      Vi ostinate ancora a criticare la lira,ma come ha fatto questo paese a diventare la 6° potenza industriale mondiale?come abbiamo fatto a diventare la 2° potenza manufatturiera europea?come facciamo ad essere proprietari della propria abitazione per l80% della poplazione?come facciamo ad avere una ricchezza nazionale di circa 9000MLD di euro?i depositi bancari in questo paese sono superiori all'intero debito pubblico,-Visto che da quando cè l'euro e la globalizzazione, abbiamo fatto solo passi indietro,mi sa che la tanto vituperata lira,ha dato non poche soddisfazioni a questo paesino appena visibile sul mappamondo,e forse gli italiani non sono cosi scriteriati come vengono descritti,e solo che sono stati traditi dalla loro classe dirigente a tutti i livelli-

      Si il fallimento è l'unica strada per salvarci-poi si torni alla lira con dogane e frontiere,se devo fallire lo voglio fare con i miei mezzi,non per imposizione terza-

      PS.dia un'occhiata anche al MES ,tanto per rendersi conto in mano a che razza di degenerati siamo-

      cordiali saluti-

      Elimina
  8. comBlotto!!! sono anni che si parla di signoraggio, pare che anche kennedy, e ancor prima lincoln siano morti per essersi messi contro il sistema bancario, ma qui si va oltre, ognuno fotte l'altro, è mera speculazione, ladrocinio perpetrato e continuativo a danno del prossimo. secondo me l'unico problema di fondo di noi italiani...è che siamo tutti in italia...mortacci loro o nostri, insomma brutta gente sotto tutti i punti di vista, bel paese un cappero.

    RispondiElimina
  9. l'unico atto eroico degli ultimi anni è stato quello dell'islanda, fanculo le banche e il debito.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Questo è un falso mito-l'Islanda ha pagato gran parte dei suoi debiti che ammontavano al 600% del pil,o se vogliamo non li ha pagati-lo ha fatto svalutando la propria moneta la corona,avessero avuto l'euro non avrebbero potuto farlo-tanto per dire cosa vogliono dire sovranità nazionale e proprietà della moneta-Fanculo l'euro e chi lo sostiene,le banche ci sono oggi e c erano anche quando le cose andavano bene-

      Elimina
  10. caro mimmo,quando avevamo la piena sovranità popolare abbiamo portato il debito pubblico dal 30% degli anni 60 al 120% degli inizi degli anni 90,con la lira svalutando il suo valore ,ci ritrovavamo per un po ad essere competitivi vendendo i nostri prodotti all'estero ma nel frattempo cio che acquistavamo costava sempre di più,vedi gasolio e concime nel nostro settore,con la lira lo stato pagava i bot il 7-8% all'anno e questo a me faceva comodo anche perchè mio padre li acquistava e ci guadagnava ottimi interessi,con l'euro x molti anni lo stato pagava i suoi debiti a tassi bassissimi,avremmo potuto utilizzare quei risparmi x ammodernare lo stato e ridurne i debiti invece chi ci ha governato se l'è mangiati con le ruberie ed il clientelismo politico,torno a dire ,se siamo italiani lo siamo anche quando dobbiamo pagare i debiti e non solo quando ci fa comodo!!se si fa fallimento alla fine ci perderanno solo i risparmiatori italiani che continuano a comprare i bot x pagare gli stipendi e le pensioni dei nostri genitori,se questa è la tua ricetta x risolvere i problemi,io non sono daccordo.se eravamo la 6 potenza economica è perchè si lavorava tanto e si facevano prodotti di qualità,perchè i nostri genitori hanno fatto tanti sacrifici,perchè non avevano vizi,non come adesso ............cordialmente

    RispondiElimina
  11. urge una medaglia di Napolitano per Giovanni...Mimmo, sei stato superato.

    RispondiElimina
  12. Amici del blog propongo un nostro cambio di qualifica ai nostri rappresentanti europei! La categoria agricola sarebbe ben disposta ad insediarsi come dipendenti europei e si impegna ad acquistare tutti i prodotti agricoli canadesi. Scusate per il disturbo di produzione arrecato in questi anni.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. difficile che accettino il cambio di qualifica...comunque il trattato dovrà essere ratificato da ciascun Governo Europeo, dunque anche i nostri rappresentanti Italiani saranno corresponsabili, dando per scontato che lo ratificheranno.

      Elimina
  13. perchè non esportiamo in Canada dei lavoratori che attualmente in sicilia sono in "leggero" esubero e da loro in cronica mancanza?
    avranno certo bisogno delle professionalità e competenza dei nostri addetti forestali!
    visto che là sono così pochi........

    RispondiElimina
    Risposte
    1. non ci crederai ma qualcuno ci ha già provato. La Repubblica Ceca qualche anno fa provò a sbarazzarsi dei suoi Rom, con un bel viaggio di piacere in Canada. La reazione del Canada fu di bloccare le frontiere, sottoponendo a visto l'ingresso in Canada dei Cechi.
      Questa vicenda di 4 anni fa, sta creando dei problemi per l'apporvazione del Ceta da parte della Ue, visto che il trattato deve essere ratificato da ciascun Paese. Diplomazie al lavoro.

      in Canada in generale l'immigrazione è molto regolamentata. Ottenere un permesso di lavoro è molto difficile ed anche costoso.
      Sembrerebbe che pur avendo enormi superfici forestali a fronte di un numero molto limitato di addetti, i forestali non siano necessari. Temo che ce li dovremo continuare ad "annacare", noi siculi.

      http://pensareliberi.com/2011/09/25/emigrare-in-canada-per-fuggire-dalla-crisi-rigidi-protocolli-ma-successo-assicurato/

      Elimina
  14. hehehe granduro,forse tu non sei daccordo con me, però la tua risposta ironica mi piace ed ,in tempi di crisi,una medaglia la prendo ben volentieri!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. sarebbe meglio dire che raramente mi sono trovato in così completo disaccordo come nel tuo precedente commento...dunque meglio una battuta ed amici come prima. 15 giorni di trattore da mane a sera hanno fiaccato la mia indole polemica.

      Elimina
  15. ciò che ho detto è oggettivo e facilmente verificabile,poi è chiaro che ognuno di noi ha le proprie idee.... ma quello che dico io è:ma perchè non dobbiamo avere l'ambizione di migliorarci e di migliorare cio che facciamo?invece di pensare sempre a trovare le scorciatoie x risolvere i problemi??perchè se i canadesi fanno il grano 15 di proteine noi non ci dobbiamo impegnare seriamente a fare altrettanto?perchè invece di fare la polemica sull'obbligo del cartellino,non pretendiamo invece dalle ditte sementiere maggiore impegno nel trovare nuove varietà di grano più produttive e che fanno qualità migliore rispetto alle attuali??perchè invece di fare polemica sugli eccessivi costi di produzione non adottiamo nuove tecniche colturali tipo la semina su sodo che abbatte i costi di produzione?e perchè ci lamentiamo dei bassi guadagni e poi continuiamo seminare sempre grano su grano senza fare adeguate rotazioni?in ultimo:ma se col grano guadagniamo poco o ci perdiamo soldi non pensiamo a produrre qualcos'altro??i canadesi ad esempio non utilizzano il loro grano ,ma lo producono e lo vendono,è mai possibile che noi non possiamo produrre altro e venderlo all'estero?io penso questo,x il resto amici come prima.la mancanza di piogge che mi impedisce di lavorare bene i miei terreni invece favorisce la mia indole polemica ;)

    RispondiElimina
    Risposte
    1. non è oggettivo...per niente, è una summa della propaganda di Stato....
      e chi non vuole migliorarsi?
      ma la scorciatoia è l'Euro caro mio....una scorciatoia che si è rivelata un vicolo cieco...
      perchè le proteine non sono tutto...non le fanno più neanche i canadesi...ma poi tu stesso hai affermato di non riuscire a farle...dacci l'esempio....
      perchè ogni agricoltore deve essere libero di potersi seminare la propria semente, se lo reputa vantaggioso....come fanno i canadesi....
      perchè la semina su sodo non si adatta in qualsiasi ambiente...
      io le rotazione le faccio...il grano duro almeno lo comprano...il resto neanche
      lo vogliono dalle mie parti...
      io non ho alternative...chi le ha le metta in atto...
      non è possibile, visto che non siamo competitivi neanche per quello che consumiamo in Italia, figurati se dovessimo esportarlo...
      con il terreno asciutto io invece preparo i terreni al meglio...ma tu non fai la semina su sodo?
      se sei soddisfatto di come vanno le cose, buon per te...secondo me, le cose vanno malissimo ed il futuro è tetro...magari mi sbaglio ed invece le cose vanno benissimo, ma ahimè i numeri sulla economia italiana che ogni tanto vengono pubblicati dagli istituti di statistica non sembrano particolarmente ottimistici...poi è chiaro che in Italia c'è chi in passato ha accumulato parecchie risorse e può permettersi di vivere la crisi in maniera meno drammatica.

      Elimina
  16. be,se la situazione è questa caro amico mio,allora non abbiamo speranze,non abbiamo futuro,ma non abbiamo nemmeno motivo di lamentarci,dobbiamo comportarci come i buoi di una volta che lavoravano i campi:testa china e tirare l'aratro x un po d'acqua e di fieno...io non ho valide alternative da proporre ma sono sicuro che ce ne sono...cito dal tuo ultimo post:

    Chi sono gli imprenditori?

    "È un momento creativo: è gente intraprendente che emerge dal ceto dei contadini.

    Svegliamoci dal torpore in cui siamo avvolti e ritorniamo ad essere imprenditori,cordialmente.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Giovanni
      la mia tesi di fondo è che lo Stato ci sta mettendo nelle condizioni economiche che porteranno molti di noi al fallimento...per te è una inutile lamentela e dovrei invece inventarmi qualcosa (più o meno quanto ripetono i sindacati ed i politici).
      Può anche darsi che sia come dici tu, se così è, il mercato mi eliminerà dal gioco economico e trionferanno gli imprenditori creativi, suppongo quelli come Marinetti, Berlusconi e compagnia danzante...assicurando prosperità al nostro Paese ed alla nostra progenie...nell'attesa che si realizzi questo Paradiso in Terra (al quale io non parteciperò), consentimi almeno di continuare a lamentarmi sul mio blog...se ti da fastidio, sei libero di rivolgere la tua attenzione verso altri siti a te più confacenti...

      Quanto scrive l'anonimo delle 19.19 (ma perchè non vi firmate in qualche modo?) è molto corretto e sarebbe la via da percorrere...tuttavia siccome ne sento parlare da tanto ed ho ormai qualche anno di esperienza sono convinto che mai si realizzerà alcun cambiamento in tal senso, finchè almeno non avverrà la certificazione ufficiale del fallimento del sistema attuale.
      Motivo per cui la mia unica speranza è il parziale (o totale) default del debito pubblico, il ritorno ad una moneta sovrana e la rifondazione di uno Stato sano, con deportazione della classe dirigente che ci ha ridotto in questo Stato.
      E' impossibile...forse...intanto.. i mercati finanziari quotano il fallimento dell'Italia al 20% nei prossimi 5 anni....non è male in termini probabilistici...
      Papà ed i suoi Bot avranno una sforbiciata? Pazienza, tenendo conto che il grosso del debito pubblico italiano è stato creato dagli interessi pagati sullo stesso debito, mi sembra anche giusto...chi ha avuto comode rendite di posizione senza investire "creativamente" i propri soldi, è giusto che ne restituisca una bella fetta a chi ha tirato avanti la carretta sinora, ha prodotto, ha reinvestito ed ha creato ricchezza in questo Paese.

      due ultime considerazioni:
      1) "io non ho valide alternative, ma sono sicuro che ci sono"...è una frase stupidamente fideistica...suppongo tu sia molto giovane...altrimenti dovrei considerare o che giochi a fare l'agricoltore, oppure che il torpore ha del tutto obnubilato la tua mente.

      2) la frase sull'imprenditore non la ho scritto io, ma lo ho soltanto riportata, evidentemente nel periodo storico in cui regnò Federico II si affermò una imprenditoria creativa, ciò non vuol dire che essa può sempre affermarsi ( e su grandi numeri, il guru che fa tutti fessi lo troverai quasi sempre), se le condizioni economiche e politiche non lo consentono...in URSS ad esempio gli imprenditori creativi li mandavano in Siberia.

      In conclusione io non ho alcuna intenzione di aiutare questo Stato, sleale, corrotto ed ingiusto in tutte le sue manifestazioni, a tirarsi fuori dai guai...ne ho alcuna intenzione di fare il creativo per ripagare un debito di cui non ho beneficiato...preferirei piuttosto comprare qualche credit default swap speculativo, qualora mi rimanesse qualcosa dopo i versamenti dei tributi, per accelerarne il fallimento finanziario.
      Spero di essere stato chiaro.

      Elimina
  17. Hahaha,caro giovanni chi lavora con la terra ha sempre vissuto di speranza,ma la speranza oggi non basta.Imprenditori... certo ci proviamo eccome , ma alla fine questo per il gasolio,concimi sementi, guasti e spese varie ti resta ben poco da intraprendere possibile che questi governanti non si accorgono che piu accordi fanno piu ,il declino avanza,a nessuno balena l'idea di fare il contrario.Ricordo il tempo che il grido degli imprenditori era la manodopera italiana costa troppo, le anime belle hanno riempito l'italia di nuovi schiavi....risultato...alle mense dalla caritas si ritrovano ex padroni e ex operai Alternative....certo fare esattamente il contrario di quello che fanno,,,quindi togliere lacci e lacciuoli, dazi , dogane, blocco di arrivi di nuovi schiavi e favorire il consumo di italianita fottendocene dell'europa.

    RispondiElimina
  18. X Giovanni-avrei alcune cose da dirle,mi occorrerebbero un paio di giorni per scriverle,dovrei parlare di un certo MARX,del perchè esiste il credito al consumo,a che cosa serve la globalizzazione e perchè ci hanno dato l'euro-Ma una persona intelligente,non stà ad aspettare che glielo dica io,sarebbe gia informato dei fatti,e scommetto che lei lo è,però,lei per convinzione o convenienza,recita un copione che è fuori dalla grazia di dio,allora,ho deciso di scriverle niente,nulla,-Si una volta si lavorava di piu,è vero,ma è anche vero che c'era da lavorare,oggi,i giovani di questo paese passano il tempo contando le mattonelle delle piazze dei loro comuni e no perchè sono sfaticati,e solo che in questo paese non cè piu un cazzo da fare,perchè la classe dominate di Marx ha deciso che dobbiamo tornare tutti ad elemosinare ai loro piedi-e se lei continua a fare questi discorsi,le garantisco che ci torneremo-

    cordiali saluti

    RispondiElimina
  19. io ho 39 anni,ho preso il diploma a 19 anni senza essere mai stato ne bocciato ne rimandato,la prima volta che mi hanno fermato i carabinieri su di un trattore avevo 13 anni,sono 20 anni che pago i contributi agricoli,lavoro i terreni da solo,semino da solo,sono da poco ritornato da raccogliere le olive da solo,l'unico lavoro che non faccio io ma mi avvalgo di altri è la mietitura ,quindi ,se prima mio padre ed ora io abbiamo qualche risparmio da parte è perchè ci facciamo un "mazzo" a lavorare,non certo perchè siamo dei delinquenti che andiamo a svaligiare le banche......il mio unico e grande difetto è quello di ragionare con la mia testa e di esprimere le mie idee mentre altri parlano x slogan e ripetendo frasi sentite da altri,finche vorrai esprimerò le mie idee su questo blog,se la mia presenza da fastidio,sono sicuro granduro che hai la possibilità tecnologica di impedirmi di dialogare con voi,cordiali saluti.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. ...nessun problema, la massima di Voltaire mi è cara, purtroppo al momento sono troppo impegnato e dunque non posso interagire a dovere sul blog...

      Elimina
    2. Caro Giovanni,sospetti che granduro ti voglia censurare per quello che dici? e allora a me cosa dovrebbe fare,mandarmi 2 picciotti con la fiat 1100 sotto casa?siamo quasi sempre in disaccordo,e ogni tanto mi cancella pure i commenti,(dice che in quel caso ho esagerato) eppure ,non ostante tutto,ancora non mi manda a fare in culo-
      Bravo datti da fare-occhio però,che quelli ora puntano ai tuoi risparmi,e stai tranquillo,se non ti fai furbo,te li fregano-

      PS-quando costa l'ulivo dalle tue parti?

      Elimina
    3. ok...qui piove...bé non mi sembra che fai chissà cosa...direi che è il minimo per sopravvivere...ma dipende da quanto terreno gestisci il farti il mazzo o meno. A seminativo, conosco gente qui giù che gestisce da sola almeno 300 ettari di terreno...ecco da questa quota, cominci a farti il mazzo sul serio...sui Bot, voi non avete rubato, ma avete finanziato un sistema di incapaci e ladri (tu stesso hai affermato che il debito è aumentato per questo) dunque visto che sembri essere consapevole di ciò, sei corresponsabile di quanto è avvenuto. Assumersi le proprie responsabilità dicevi, no? Dunque è giusto che chi ha finanziato il disastro, paghi.

      Elimina
  20. Cari lettori,
    quì si rasenta l'impossibile dello sfogo.
    Analizziamo una cosa.
    La globalizzazione è iniziata non ieri ma nel lontano 1870 o giù di lì, quindi di che cosa ci lamentiamo?
    Il trasporto merci allora avveniva con le navi a vapore,per le trasmissioni oltre oceano abbiamo dovuto aspettare Marconi, quindi le notizie e gli scambi avvenivano molto lentamente e con costi molto elevati. con l'avvento del telegrafo le cose sono andate cambiando, gli ordini commerciali si facevano via trasmissioni e la merce arrivava dopo circa un mese nei porti, da un capo all'altro del mondo. Oggi internet è il mezzo di divulgazione per eccellenza, commercio online e offline e chi non è al passo con i tempi scrive sui blog lamentandosi, invece di rimboccarsi le maniche. Questa è la cruda verità che ci vogliate creder o no. Descritta in maniera rozza ma con un grande messaggio. Saluti a tutti

    RispondiElimina
    Risposte
    1. ah,ah...ricostruzione fantasiosa...vatti a studiare la politica agricola della Cee dalla sua creazione sino alla riforma McSharry...
      oppure sei troppo impegnato a rimboccarti le maniche?

      Elimina
    2. La globalizzazione ha inizio esattamente 100 anni dopo-primi anni 70(1970),quando la moneta abbandona come criterio di riferimento le riserve auree dei rispettivi paesi che la emettono,e in concomitanza negli stati uniti viene introdotto -IL CREDITO AL CONSUMO-con la fine della guerra fredda,occasione ghiotta per smembrare l'europa ,eliminando frontiere e limitando le sovranità nazionali espropriandoli della proprietà della moneta ,con l'introduzione dell'euro-ecco detto rozzamente piu o meno le cose stanno cosi-

      Ora spiegami come faresti a vendere qualche migliaio di qt di grano con internet -beato tè-

      Elimina
    3. Il virtuoso e consolidato rimboccarsi le maniche del singolo produttore agricolo,ha la stessa incidenza sul suo reddito , del gioco d'azzardo ; quando va male hai perso, quando va bene ,ha comunque vinto il gestore dei giochi.
      Se giochi l'esito della tua puntata lo sai subito ,se ti rimbocchi le maniche in campagna, minimo l' anno dopo le fatiche e i capitali anticipati.
      Quando la popolazione era in gran parte dedita all' agricoltura , se andava male una stagione agricola, era una tragedia di miseria e fame per tutta la comunità locale, ora solo per gli agricoltori di quella comunità.
      Per cercare di porre rimedio agli effetti nefasti di aleatorietà stagionale e volatilità economica , sul reddito del produttore, sono sorti i nuovi strumenti:assicurazioni , finanziarizzazione della produzione, politiche di sostegno ..ma anche li, i gestori dei servizi non ci perdono mai.Siccome la coperta globale, contrariamente alle promesse, si è rivelata essere corta..facile immaginare a chi tocca di restare con il cerino (online e offline)in mano.
      Questa mia personale opinione ,non ha la pretesa di essere la cruda verità assoluta.

      Elimina
  21. Caro anonimo delle 11 12 solo per dovere di cronaca ti correggo, quello del 1870 non era globalizzazione, ma spogliamento delle colonie da parte delle potenze europee.Sono solidale con te perche in questo dibattito sei un pesce fuori dall'acqua.Ti vorrei far notare che a causa di questa globalizzazione selvaggia,ogni giorno chiudono migliaia di imprese (internet o non internet) ti pare normale che una decina di persone decidono se il mercato del grano deve salire o scendere,mettendo sul lastrico migliaia di famiglie,e loro arricchendosi.Possibile che non ti accorgi che la poverta' e la fame aumente in tutto il mondo, mettiti al passo con i tempi tu io per quello che posso compattero' questo schifo.Ho 60 anni e le maniche me le sono rimboccate tante di quelle volte ,ogni volta che lo facevo i politici hanno fatto un accordo con qualcuno che lo rendeva in'utile.Adesso nell'era di internet fallo tu , prova a vendere 2000 quintali di grano ad un cinese e mi dici quanto guadagni. senza rancore.......MASSARO CICCIO

    RispondiElimina
  22. La globalizzazione che cos’è e come nasce.
    Perdonatemi non voglio mettermi in rottura con nessuno ma a mio avviso dopo quello che avete risposto mi preme replicare. Una cosa, non ho detto che bisogna vendere il grano su intenet, Attenzione, ma internet è un mezzo per raggiungere un capo del mondo all’altro e avviare trattative con un rappresentante di un consorzio o di che dir si voglia, chiusa parentesi.
    Gli arditi marinai che componevano l'equipaggio delle tre caravelle che in un giorno soleggiato di circa 500 anni fa approdarono su quella terra sconosciuta che oggi noi chiamiamo America non immaginavano minimamente che avevano appena dato inizio ad un processo praticamente irreversibile che è la globalizzazione.
    Con la scoperta dell'America infatti è cominciata la globalizzazione cioè l'unificazione sociale ed economica del nostro pianeta.
    Allora procediamo con ordine>:
    Con il termine Globalizzazione sta ad indicare la crescita progressiva delle relazioni e degli scambi a livello mondiale in diversi ambiti, il cui effetto principale è una decisa convergenza economica e culturale tra i Paesi del mondo.
    Il termine globalizzazione, di uso recente, è stato utilizzato dagli economisti, a partire dal 1981, per riferirsi prevalentemente agli aspetti economici delle relazioni fra popoli e grandi aziende. Il fenomeno invece va inquadrato anche nel contesto dei cambiamenti sociali, tecnologici e politici, e delle complesse interazioni su scala mondiale che, soprattutto a partire dagli anni ottanta, in questi ambiti hanno subito una sensibile accelerazione.
    Sebbene molti preferiscano considerare semplicisticamente questo fenomeno solo a partire dalla fine del XX secolo, osservatori attenti alla storia parlano di globalizzazione anche nei secoli passati. Ma erano tempi diversi in cui la globalizzazione si identificava, pressoché essenzialmente, nell' internazionalizzazione delle attività di produzione e degli scambi commerciali.
    Questo fenomeno ha avuto origine nel ‘500, periodo in cui avvennero le grandi scoperte geografiche; è però a partire dall’800, con la prima rivoluzione industriale, che ha apportato un cambiamento radicale nelle relazioni tra i vari Stati del mondo, che si è sviluppato. Ma è soprattutto nella seconda metà del Novecento che ha subito un impulso fondamentale, grazie a rivoluzioni che hanno coinvolto mezzi e sistemi di trasporto e di comunicazione. Tra i fattori alla base della globalizzazione troviamo la rivoluzione dei trasporti, l’evoluzione del sistema delle telecomunicazioni e lo sviluppo di telematica e settori produttivi.

    RispondiElimina
  23. Segue...
    La rivoluzione dei trasporti è avvenuta dagli anni Cinquanta con l’affermarsi di nuovi mezzi e tecniche: il container ha reso possibile il trasporto intermondiale basato sull’integrazione di più vettori, con un conseguente vantaggio su tempi e costi. Di conseguenza a questa innovazione sono nati i landbridge: percorsi ferrovieri che attraversano i continenti per trasferire i container da un porto all’altro. Un altro mezzo di trasporto sempre più di crescente utilizzo è l’aereo; gli aeroporti, infatti, rappresentano un’infrastruttura importante nelle scelte di localizzazione industriale. Tutte queste nuove tecniche hanno agevolato un decentramento produttivo delle imprese.
    Per quanto riguarda la telematica, l’informazione oggi è il motore economico del modo industrializzato, per questo la nostra società è detta società dell’informazione. La diffusione di mezzi telematici rende facile l’organizzazione di imprese lontane e un flusso immateriale di informazioni e denaro da una parte all’altra del pianeta. Internet è il sistema più diffuso di comunicazione e di scambio culturale.
    Telecomunicazioni sempre più veloci ed efficienti hanno portato ad una notevole diminuzione delle distanze globali, determinando una domanda di beni e servizi su scala mondiale e non più nazionale. La libertà di movimento di capitali, l’abolizione delle barriere doganali e la liberalizzazione degli scambi commerciali sono la causa dell’aumento della produzione di ricchezza e allo stesso tempo della riduzione dell’occupazione in molti Stati. Tutto ciò ha imposto che sulla scena mondiale facessero la loro comparsa organizzazioni internazionali, istituti specializzati e società multinazionali, che agissero in modo svincolato dalle politiche dei singoli stati.


    Gli arditi marinai che componevano l'equipaggio delle tre caravelle che in un giorno soleggiato di circa 500 anni fa approdarono su quella terra sconosciuta che oggi noi chiamiamo America non immaginavano minimamente che avevano appena dato inizio ad un processo praticamente irreversibile che è la globalizzazione.
    Con la scoperta dell'America infatti è cominciata la globalizzazione cioè l'unificazione sociale ed economica del nostro pianeta.
    Auguro un buon lavoro a tutti

    RispondiElimina
    Risposte
    1. EEEE quindi?cioè?maledetto il giorno in cui partì Colombo e le 3 caravelle?aveva ragione Benigni nel film-non ci resta che piangere-quando voleva impedire la partenza di Colombo?la colpa di tutto cio è di Colombo? o dell'ispettore Colombo?

      Aaaaa anonimo,ma dove vivi?non vedi ,non ti sei accorto,che il mondo sta per crollarti addosso,per un sistema truffaldino iniziato 40 anni fà?non 500,ma bensì 40 anni fà-
      Su una cosa hai ragione,senza Colombo,non ci sarebbero gli USA,dove appunto 40 anni fà ha origine questa grande truffa finanaziaria-
      Tutto il resto sono chiacchiere-GLOBALIZZAZIONE= nuova forma di schiavismo moderno-
      Buon lavoro pure a te-

      Elimina
    2. Interessante quanto scrivi ed apprezzo l’impegno che hai messo nello spiegare le tue ragioni.

      Io ho un’altra prospettiva: l’unico fulgido esempio di globalizzazione (seppur limitata all‘Europa ed al bacino del Mediterraneo) che vi sia mai stato fu l’Impero Romano, stessa lingua ufficiale, stesse leggi, stesse unità di misura, stessa moneta e prosperità per secoli…

      Attualmente invece, la cosiddetta globalizzazione non è altro che competizione commerciale globale. Ogni Stato mantiene le proprie leggi ed i propri ordinamenti, l’unica cosa comune a tutti, è il prezzo delle merci scambiate.
      I prodotti di massa come le commodities (ad esempio) vengono scambiate più o meno allo stesso valore in tutto il globo…tuttavia per produrre questa commodity che appunto ha il medesimo valore in ogni parte del Mondo (prima non era così), i costi variano, tra Stato e Stato, e di molto, e non tanto per questioni climatiche o geografiche (solo in parte) ma quanto per questioni politiche, legislative o sociali.
      E’ evidente che se per raccogliere un quintale di olive si utilizza un operaio specializzato occidentale con le rispettive coperture lavorative e previdenziali si avrà un costo di raccolta X, mentre se per lo stesso lavoro, in un territorio limitrofo, si utilizza uno schiavo, si avrà invece un costo molto minore di X.
      Tuttavia il prodotto, che lo schiavo o l’operaio specializzato raccolgono, sarà venduto sul mercato globale esattamente allo stesso valore…motivo per cui l’azienda che opera con gli schiavi potrà avere un margine molto maggiore di un occidentale che opera nella legalità, oppure come più spesso accade, potrà sbatterla direttamente fuori mercato..

      In misura minore questo meccanismo si avverte per l’energia (in alcuni Stati Occidentali essa ha un costo molto basso legato soltanto al costo del petrolio, mentre in altri come l’Italia essa ha un costo molto elevato a causa dell’imposizione fiscale), ma anche per altri aspetti (ambientali, sanitari, legali etc..).

      Come ovviare a queste storture?
      Nei riguardi del costo del lavoro potremmo:

      1) attendere che negli Stati schiavisti la schiavitù venga eliminata…e che vi sia un adeguamento ai parametri previdenziali e contrattuali occidentali

      2) reistituzionalizzare la schiavitù nel Mondo Occidentale ed operare alle stesse condizioni dei paesi emergenti

      3) evitare che beni prodotti in modalità così differente possano raggiungere sul mercato lo stesso prezzo.


      La prima ipotesi era quella promessa, quando il libero scambio globale fu teorizzato, ma ahinoi mai realizzata o solo in minima marte o troppo lentamente.
      La seconda ipotesi, è quella che di fatto invece si sta realizzando (suppongo che Mimmo parli di globalizzazione schiavista anche per questo)
      La terza ipotesi, quella che io auspico, e che è stata adottata nei lunghi anni del benessere occidentale, sino a che gli accordi GATT e WTO degli ultimi anni non sono progressivamente entrati in funzione, si determina reintroducendo dazi e tariffe sui prodotti importati ed esportati (nel caso dell‘Europa anche le monete nazionali, per ridurre le sperequazioni tra gli Stati UE), semplicemente per dare pari opportunità (non per istituire privilegi o rendite di posizione) ai produttori, come anche ai nostri industriali.

      Dunque si alle relazioni commerciali globali, ma si anche ad una regolazione degli scambi…sinchè almeno in ogni parte del Mondo non vi saranno le stesse leggi che regolano le attività umane…

      Buon lavoro

      Elimina
  24. Buongiorno,
    in tempi non sospetti, ero pressochè spensierato, non avevo problemi di nessun genere, se non quello di guadagnare qualche spicciolo per la domenica da consumare con gli amici. Poi il tempo anche con me non si è fatto attendere, e, come si suol dire, me li ha suonati, anche abbastanza bene. Ritornando alla mia di quando ero teeneger, mio nonno (buonanima) mi lanciò un messaggio, che ho rispolverato nella mia mente e sulle mie spalle all'età di circa 30 anni, mi disse: "Vuoi crearti un nemico? Insegna come si guadagnano i soldi".
    Secondo voi il guadagno delle banche su che cosa è fondato?
    Il guadagno delle banche è fondato sulla mia ignoranza, perchè non capisco niente di finanza. E quante persone sono come me e dicono che loro i conti li sanno fare. Obiettivamente, chi mi sa rispondere?
    Il mio obiettivo qual'è?
    E' quello di proteggere il mio denaro e farlo lavorare, e se non sono preparato, cosa faccio?
    Vado in guerra senza armi.
    Quindi i miei post di cui sopra, non sono stati postati a caso.
    Ci vuole educazione, si ma quella finanziaria per non essere inghiottiti sempre dai soliti noti.
    Queste raccomandazioni ultimamente lo ha fatto anche L'OCSE
    buona giornata a tutti e buon lavoro

    RispondiElimina