martedì 15 ottobre 2013

Come la Germania è diventata anche una potenza agroalimentare


In questo post, con Granturco, anche lui molto curioso nello scandagliare i modelli agricoli stranieri che appaiono vincenti, vi proponiamo una breve disamina, tratta da alcune interessanti fonti, sul modello agricolo e agroalimentare tedesco. Qualche nostra doverosa considerazione alla fine.


Il primo articolo originale, del 7 ottobre 2013, si trova qui, ed è una analisi di un francese. Abbiamo stralciato alcune parti meno legate alla questione più propriamente agricola. Alcuni altri estratti di seguito:
....Il successo del made in Germania è dovuto principalmente alla forza dell'industria tedesca e alle riforme (agenda 2010) introdotte dal cancelliere Gerhard Schröder nei primi anni 2000, perseguite in seguito da Angela Merkel. Nel 2011 l'industria tedesca ha rappresentato il 26,2% del valore aggiunto totale contro il 12,5 % della Francia (Italia 18,6 % ndr). Questo successo industriale è dovuto alla specializzazione della produzione tedesca in prodotti di alta qualità di beni strumentali (macchinari, autoveicoli, prodotti chimici, apparecchiature elettriche) e al gran numero di PMI esportatrici di successo, ma anche alla competitività di cui le imprese tedesche hanno beneficiato, favorita dal ricorso ad una massiccia esternalizzazione delle loro attività, verso paesi con basso costo del lavoro, e dalla moderazione dell'aumento costo del lavoro ed oneri previdenziali nazionali, grazie alle riforme Schröder ed a un regime fiscale favorevole. Queste riforme hanno consentito di liberalizzare il mercato del lavoro e rivedere il sistema previdenziale, abbassandone il costo (riducendo nel contempo prestazioni e benefici, ad esempio con l'innalzamento dell'età pensionabile che sarà portata a 67 anni a partire dal 2017 pur con l'incremento dei contributi versati). Questo "modello " in contropartita ha provocato lo sviluppo sensibile della povertà, della precarietà e la disuguaglianza . 
Successo Agricolo  
Spesso si tende a dimenticare anche una altra componente del successo economico tedesco recente, quella che coinvolge la sua Agricoltura
L'idea in voga negli anni 50, secondo la quale la Germania rappresenta la grande potenza industriale d'Europa, mentre la Francia rappresenta la grande potenza Agricola, sembrerebbe sorpassata in quanto la Germania, negli ultimi anni è anche diventata, una potenza agricola di primo piano, rosicchiando una buona quota di mercato della Francia. Questo successo ha comportato negli ultimi anni un aumento netto delle esportazioni agricole e agroalimentari tedesche, con sorpasso nel 2007 sulle esportazioni francesi , in questi settori. Ciò nonostante, la Germania, rimane un importatore netto in termini agricoli, a differenza della Francia, ma pur sempre il secondo paese agricolo europeo.
Questo successo agricolo della Germania è determinato in particolar modo da 4 fattori.
In primis la specificità dell'economia tedesca. Il paese, data l'entità e solvibilità della sua popolazione, dispone di un consistente volume di mercato dovuto al consumo interno .
Un altro vantaggio per l'agricoltura tedesca risiede nella sua potente rete di distribuzione di discount posizionati all'estero (Aldi, Lidl), che si riforniscono in prevalenza di prodotti agroalimentari tedeschi (fa sorridere che la Francia si crucci di questo aspetto, quando lei è la Regina della GDO ndr). Il successo è legato anche all'applicazione all'agricoltura delle "ricette" che hanno funzionato sul piano industriale: specializzazione adattata all'evoluzione del mercato e costo del lavoro contenuto.
L'agricoltura tedesca è principalmente specializzata nell'allevamento, con 3 punti di forza: avicoltura, suinicoltura e produzione di latte.
La produzione suinicola tedesca è aumentata del 30% negli ultimi 10 anni. Il paese dei wurstel produce il triplo dei suini (primo produttore Europeo) e il 70% di avicoli, in più della Francia. La Germania è diventata un esportatore netto di carne ed è anche il primo produttore europeo di latte.
Il basso costo del lavoro agricolo tedesco, è dovuto all'assenza di salario minimo e al ricorso a manodopera a basso salario di provenienza est Europa. Ciò è particolarmente evidente nel settore della macellazione, il cui numero di addetti, è raddoppiato dal 2000 e ha anche suscitato molte polemiche perché, ad esempio, il salario orario è estremamente basso, da 3 a 5 € . Alcuni macelli sono stati anche oggetto di inchieste per evasione fiscale e contributiva. Il Belgio ha sottoposto alla corte di giustizia europea, la questione del Dumping sociale dei macelli tedeschi. Recentemente è stato diffuso un documentario sulle condizioni di lavoro in questo settore in Germania intitolato : "L'industria della carne: Schiavitù moderna" 
Il Successo agricolo in Germania deve molto alla sua specializzazione spinta, ovvero una forte concentrazione di aziende con servizi moderni, molte situate nella ex DDr, che sotto la pressione degli "hard discount", adottano (soprattutto le aziende suinicole e avicole) un modello di agricoltura produttivistica, con aziende di dimensioni eccezionali. Ad esempio , il macello di Wietze, città della Bassa Sassonia macella fino a 200.000 polli al giorno e potrebbe presto passare a 430.000 polli macellati giornalmente, il che lo renderebbe il più grande macello avicolo d' Europa.
Infine non è da sottovalutare il comparto delle energie da fonti rinnovabili di origine agricola. Gli agricoltori tedeschi beneficiano di aiuti europei e sovvenzioni nazionali per produzioni di biogas destinato alle produzioni energetiche, partendo da reflui zootecnici e cereali, questo dal 2000 con l'avvento della legge sulle fonti rinnovabile che garantisce un prezzo sovvenzionato e garantito del biogas. Sono circa 7500 le aziende in Germania dedite a queste produzioni.
Un altro articolo altrettanto interessante sulla Germania è il seguente: Germania-Italia: 3-0 nell'industria alimentare.
Alcuni brevi spunti:
Secondo una ricerca elaborata da Nomisma i tedeschi ci battono per l'esportazione dei prodotti alimentari, con un fatturato che è circa il triplo del nostro per formaggi, latticini, spezie ma anche per carni preparate e derivati del pesce.
Non sono vantaggi competitivi per l’Italia né la qualità, che grazie ad un clima migliore è innegabile, ma neppure la differenziazione dei prodotti molto più numerosi, o peggio ancora non porta concreti risultati quel tanto sbandierato Made in Italy che dovrebbe rappresentare il grimaldello di ogni attività commerciale
Dunque ricapitolando le differenze agricole tra Germania e Italia che noi ravvediamo potrebbero essere:

loro grande consumo interno, noi calo del consumo interno;
loro GDO distribuita in tutta Europa, noi neanche in Italia;
loro costo del lavoro minimo (legalizzazione del lavoro nero?), noi costo del lavoro elevatissimo;
loro specializzazione, noi multifunzionalità (ma i dettami Europei li osserviamo solo noi?);
loro gigantismo aziendale ed economie di scala, noi parcellizzazione;
loro credito a basso costo, noi senza credito.

E qualcuno pensa di competere con questi, in un mercato globale senza barriere e soprattutto con la stessa moneta?
Si intravede un futuro a pane duro e crauti, innaffiati da una bella birra...zum Wohl

14 commenti:

  1. Granduro mi sfidi su un terreno a me famigliare (non per niente sono il Krukko). Ho lavorato nel settore commodities agricole in Germania per due anni e posso dirti che è un mercato veramente spietato. Sui cereali la competitività è spinta al massimo: grandi e grandissime aziende, poco mais e molto frumento e altri cereali (orzo ovviamente), costi ridottissimi e rese buone. Un'altra caratteristica della cerealicoltura tedesca è che lì ci mangiano in pochi (bene), da noi c'è una pletora di operatori spesso approssimativi e anche poco efficienti, per non parlare del sovraccosto politico, burocratico e sindacale (si fa per dire) che dobbiamo sopportare. Però voglio sottoporvi una chicca: in Germania centrale esiste una OP che coltiva esclusivamente grano duro! (http://www.agrar-gerbstedt.de/EZG/Golddurum.htm). La conduce un dottor Beer, che ha trovato nella zona dell'Harz un areale perfetto (poca umidità, poca pioggia, terreni sani), e hanno anche un marchio di qualità „Gold Durum “. Visto il deficit tedesco (consumo: 400mila ton, produzione si e no 25.000 ton) stanno pure avendo successo. Per non parlare poi dell'orzo da birra che è una filiera eccezionale. Basta sennò rifaccio le valigie.

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    1. mi guardo bene dallo sfidare un tedesco ;-)
      anzi contavo su un tuo intervento informato sulla questione.

      No, pure il Duro riescono a fare...incredibile...la pasta venduta da Lidl, però fa veramente pena...

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    2. La pasta di LIDL è 100% made in Italy (non dico i pastifici). Con il grano duro i tedeschi ci fanno soprattutto semole per panificazione o alimentazione per gli infanti (tipo semolino), micotossine permettendo. Aggiungo però che presso i pastifici tedeschi (tipo Birkel: http://www.birkel.de/) hanno iniziato a fare pasta all'italiana (100% semola, prima facevano solo pasta all'uovo), che non ci crederete ma fa meno schifo di molta pasta made in Italy.

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    3. si, lo so che è italiana, ma qualcuno che fa controllo qualità alla LIDL?
      Secondo me è squalificante, principalmente per i tedeschi, vendere un prodotto di così evidentemente infima fattura.

      Non mi stupisce...in Alsazia, fanno pasta di grano duro all'uovo e la vendono in mezza Europa.

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    4. Lidl&Schwarz è stato votato più volte come "il peggior datore di lavoro" della Germania (non scherzo). Sono delle bestie affamate. Fanno le aste online dove si vince per 0,01 cent/kg. I loro capitolati sono ridotti all'osso e al limite minimo della legalità.
      Niente a che vedere con le tagliatelle alsaziane (Bandnudeln) che ti assicuro che come contorno con un filetto al pepe verde e una bottiglia di rosso della Mosella non sono niente male :) (mi direte: de gustibus ...)

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  2. Il successo tedesco è dato da più fattori cardini-
    1-una forte domanda interna,e questa è stata possibile alimentarla mantenendo stipendi ,salari e pensioni alti,in effetti è l'unico paese europeo ad averceli,ma le riforme Schroder mano a mano che entreranno a regime cominceranno a fare danni anche li-

    2-il meccanismo dell'euro li ha praticamente graziati,riescono a finanziarsi a costo zero,quindi la crescita è garantita,poichè i tassi d'interesse per finanziarsi sono infimi,ed è logico che il denaro investito crei plusvalenza,quindi ricchezza aggiunta-

    3-i conti pubblici tedeschi,sono truccati,lo sanno tutti,ma ormai questi hanno in mano il pallino e fanno bello e cattivo tempo,ma il patto di stabilità europeo,costringerà anche loro ad abbattere del 20% il debito pubblico a partire dal 2017,allora finirà l'espansione finanziaria dovuta agli investimenti pubblici e cominceranno i guai anche per loro,in piu le LAND BANK,sono pieni di titoli tossici,prima o poi verranno fuori, e allora si che i Krukki,scopriranno per l'ennesima volta di essere mortali come gli altri,e saranno guai seri-(a quel punto ci sara la fine dell'euro)-
    4-in realtà,non sono migliori di noi,e neanche piu ricchi,sono solo più furbi,e se noi fossimo un pochino intelligenti,li manderemmo a fare in culo su 2 piedi,ci ristampiamo la lira,e poi vediamo se importano piu BMW, WW,e Mercedes a da 70,milioni di lire in sù-col cazzo che li venderebbero a quei prezzi-idem per gli altri paesi,a quel punto ciao ciao modello economico tedesco basato tutto sulla egemonia tedesca sul continente europeo-
    Quando siamo cretini,ci siamo fatti fregare come polli-e ben ci stà-tièè-


    Questo post,non mi piace,non voglio togliere nulla a nessuno,noi siamo un popolo disgraziato,e su questo non ci piove,ma non è possibile che in un intero continente,solo una nazione sia diligente e responsabile,mentre gli altri tutti cialtroni e deficenti,ma se gli altri danno questa impressione,vuol dire che qualcuno ci sta lucrando sopra,e sono proprio loro-e certo che sembrano i primi della classe,ma qui il conto della scuola lo pagano gli altri,cioè noi,e loro ne beneficiano,e questo non và bene-ridatemi la lira,ridatemi le frontiere,e ognuno a casa sua-e poi ne riparliamo-ripeto,siamo disgraziati,ma non accetto lezioni da questi signori che fanno la cresta sul mio sudore-sono dei ladri a tutti gli effetti-

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    1. Mimmo, il post era dedicato al settore agroalimentare, e non alle questioni macroeconomiche o politiche. La verità è che loro fanno sistema, mentre noi stiamo a discutere di Roma e Lazio.

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    2. Saluti krukko,-e no,è facile far sistema quando si rischiano i soldi altrui,infatti in Germania il primo finanziatore economico è lo stato,il quale grazie al meccanismo dello SPRED riesce a finanziarsi a costo zero-quindi puo investire senza problemi-dal 2008 al 2013,ha messo 1 punto di pil annuo(circa 19 mila mld di euro) in sviluppo e ricerca,e tutti ad abbeverarsi a quella fontana-bello vincere facile eee come dice quella pubblicità-
      Poi che siano piu efficienti e seri su questo non cè dubbio,ma alla fine tutto il mondo è paese,-perchè BMW ha dato 700.000,00E al partito della Merkel?giusto per dirne una-io,non ho mai usato un riferimento calcistico in un mio commento ,sono contrario a questo sport ,fatto da bambini per deficenti-Purtroppo per spiegare il nostro disastro non occorreva distrarsi solo con la lazio e la roma,è proprio il fattore macro-economico ad essere sfuggito di mano,perchè chi guida il paese è del tutto inadatto a ricoprire quell'incarico-
      ciao-

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  3. Non sono affatto dei ladri. Certo non sono dei Santi, ma chi lo è?
    Né sono gli unici diligenti in Europa, gli Scandinavi lo sono molto di più, ad esempio.
    Nessuno ci ha obbligati ad accettare le regole del gioco tedesche (Europee), assolutamente chiare e trasparenti (ma che si sono costruiti oggettivamente su misura). Certo qualcuno all'italiana pensava, va bé tanto poi si cambiano (ed in parte lo sono state), ma quelli sono tedeschi per l'appunto.
    Eravamo entusiasti un tempo, non ricordo partiti o movimenti anti Euro, allora, come non ce ne stanno adesso, per la verità.
    Era prevedibile che sarebbe andata così. Gli inglesi, che lo avevano perfettamente capito non aderirono all'Euro...come altre 7-8 nazioni Europee...
    Noi abbiamo fatto le nostre scelte sbagliate e ne stiamo pagando le conseguenze. Nella competizione globale, pochi vincono, gli altri perdono, noi siamo tra i primi ad uscir fuori dalla contesa. E ci resteremo vista la nostra incapacità di analizzare oggettivamente la Storia e cercare di scaricare le nostre responsabilità sugli altri.

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    1. Mimmo, prendiacemola con i ladri di casa nostra e smettiamola di piangere sulla lira. Con la nostra liretta eravamo già in questa situazione 10 anni fa, l'euro ci ha dato una opportunità per rimediare, per fare le riforme degne di un paese avanzato abitato da persone serie. Non ce l'abbiamo fatta. Adesso faremo un moneta unica con il nord Africa, con loro ce la potremmo fare, forse. Sconsiglio accordi con i paesi dell'Est, come stanno tentando di fare in questi giorni, per esperienze personali posso dire che anche loro sono più avanti di noi.

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    2. Caro Toni,per quelli di casa nostra,ormai io mi affido nelle tue mani-

      No Toni,tu questo ragionamento non lo devi fare,io ricordo ,metà anni 80,nella tua regione,non c'era uno scantinato,un sottoscale,ove non si facessero calzature,e oggi,quando vengo l'ha,vedo solo volti tristi e rassegnati-avete una disoccupazione regionale che fà spavento-
      La tanta vituperata lira,ha permesso a questo paese di diventare la seconda potenza manufatturiera europea,la settima potenza industriale mondiale,ha permesso all'80% degli italiani di possedere la propria abitazione(unico in europa)ha permesso a questo paese di accumulare una ricchezza che ammonterebbe a circa 9mila mld di euro,(forse siamo anche più ricchi della Germania)-l'euro è stata una fregatura ,studiata a tavolino(leggiti il trattato di Mastricht,e quello di Lisbona) siamo stati venduti agli eurocrati,prima Prodi,poi Silvietto,ho per incapacità,o perchè ricattati,hanno permesso agli stranieri di mettere le mani sull'italia,e oggi ,noi siamo diventati una provincia europea(,altro che nazione ) dove gli eurocrati prendono quello che più gli aggrada,lasciandoci in braghe di tela-i nostri guai,niniziano alla fine degli anni 90(scellerato fu quel patto)quando prendeva corpo il progetto euro,e si decise di far pagare ai lavoratori di tutti i settori l'abbattimento del debito pubblico-la recente vicenda degli USA dovrebbe insegnare qualcosa sul debito pubblico,il debito pubblico Giapponese è il doppio del pil e quello cinese il triplo,la nazione piu indebitata del mondo è la Gran Bretagna,eppure a nessuno gli passa per la testa di mettere
      in ginocchio la nazione-per ridurlo-solo in questo continente scriteriato si sta distruggendo intere nazioni in nome del debito pubblico,e il vero scopo di tale operazione è che alla fine ne resterà solo una che comanderà su tutti (Germania)-ma qualcuno si ricorda che siamo una nazione?no una provincia della Germania?

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    3. Mimmo, che l’euro sia la causa di tutto, non credo. La colpa è nostra, intendo chiaramente della nostra classe dirigente e di vizi e malattie vecchie e mai curate. Indipendentemente dalla fede calcistica, in un paese normale, Maradona che fa il gesto dell’ombrello in una TV pubblica, starebbe già al fresco.
      A dirla tutta, nella mia regione, non solo scarpe, ma di tutto, con un pizzico d’orgoglio, dalla cartamoneta alle medicine, con alcune eccellenze che tra l’altro ancora esistono e, se non sbaglio è ancora una delle prime nell’export.

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  4. Skandiski
    CRISI DI MERCATO GRANO DURO: INDISPENSABILI INTERVENTI URGENTI PER REGOLARE I MERCATI.



    La crisi nel settore dei cereali resta acuta. Confagricoltura Foggia evidenzia, ancora una volta, la tendenza al ribasso che non sembra arrestarsi, ieri la commissione prezzi della CC.I.AA. di Foggia, nonostante il parere contrario di Confagricoltura e delle altre Organizzazioni agricole ha quotato il grano duro €. 245,00 la tonn, con ulteriore ribasso di 0,50 rispetto alla scorsa settimana, ciò causa gravissime conseguenze ai bilanci delle aziende, che sono ormai al collasso.

    Anche in una recente audizione in Commissione Agricoltura della Camera dei Deputati, il Presidente Onofrio Giuliano ha sottolineato la gravità della situazione del comparto e come quest’anno i cereali nazionali non si vendano; ciò perché non vi è interesse da parte dei compratori ad approvvigionarsi sul mercato interno, in quanto il frumento è offerto in abbondanza, e a prezzo inferiore, nel resto d’Europa e nel mondo.

    Indispensabile, pertanto, impostare nuove relazioni tra operatori della filiera cerealicola nel segno di una tangibile valorizzazione dei servizi connessi alla logistica, al trasporto e alla qualità dei prodotti. Inoltre non è più rinviabile un intervento coordinato tra Governo e Camere di Commercio per uniformare i criteri di rilevazione dei prezzi, oggi troppo spesso esposte a manovre speculative da parte dei compratori.

    Al Governo e al Parlamento, Confagricoltura Foggia chiede di farsi concretamente carico della gravissima situazione della cerealicoltura italiana, attraverso urgenti misure di regolazione del mercato da attuare a livello sia comunitario che nazionale.

    Quando cakkio chiederanno i dazi?

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