lunedì 8 dicembre 2014

Il grande Buco Nero dei soldi pubblici destinati all'agricoltura in Sicilia

Il nuovo Assessore all'Agricoltura della Regione Siciliana Nino Caleca svela un retroscena clamoroso sull'intervento pubblico in agricoltura nell'ultimo decennio di spese pazze: "negli ultimi anni l’assessorato ha finanziato milioni di euro di progetti, ma non ho nessuno strumento per controllare a chi vanno questi soldi e come vengono utilizzati”. Dallo slogan  trionfalista precedente Coltiviamo Sviluppo, al "forse finanziamo la Mafia" o quantomeno "non abbiamo la minima idea di come siano spesi i soldi pubblici" il passo è breve.




“Con l’agricoltura abbiamo finanziato
anche la mafia? Impossibile saperlo”

La denuncia è del neo-assessore Nino Caleca, che rivela: “Negli ultimi anni l’assessorato regionale ha concesso milioni di euro per progetti per le campagne, ma non c’è nessun strumento che permetta di controllare a chi vanno questi soldi e come vengono utilizzati”. GUARDA IL VIDEO




“Posso finanziare progetti da milioni di euro, ma non ho nessuno strumento per controllare che questi fondi non vadano a Cosa Nostra”. La denuncia arriva direttamente dalla viva voce dell’avvocato Nino Caleca, che da un mese esatto è l’assessore all’Agricoltura del governo regionale guidato da Rosario Crocetta. “Cosa nostra – spiega Caleca – è sempre stata interessata all’agricoltura, perché nasce nelle campagne: il rapporto di Cosa Nostra con l’agricoltura è ancestrale. Non dimentichiamoci che il maggiore latitante mafioso, il boss Provenzano, è stato preso in campagna e non in città. Mafia e agricoltura continuano ad essere legate a doppio filo, ancora oggi che l’agricoltura è un mondo d’imprese e non di semplici contadini”.
- Assessore Caleca, a un mese dalla nomina che situazione ha trovato in assessorato?“Ho trovato un’impossibilità nel controllare fino in fondo i meccanismi di spesa. Negli ultimi anni l’assessorato ha finanziato milioni di euro di progetti, ma non ho nessuno strumento per controllare a chi vanno questi soldi e come vengono utilizzati”.
- In pratica, c’è il rischio fondato che fondi europei siano finiti ad aziende vicine a Cosa Nostra?Io mi auguro che non sia successo, ma non ho gli strumenti per verificarlo, nonostante sia l’assessore all’Agricoltura”.
- Come mai?“Perché ciò che è successo negli altri settori economici non ha coinvolto l’agricoltura. Negli settori altri settori abbiamo assistito allo sviluppo del diritto penale sociale: codici etici, rapporti preventivi con le prefettura. Tutta una serie di passaggi che aiutano a controllare i finanziamenti dopo che vengono erogati”.
- E invece nel mondo dell’Agricoltura che cosa è successo?
“Nulla. Tutto quello che è successo nel mondo delle imprese, non ha coinvolto il mondo dell’agricoltura: io non ho rapporti con i prefetti, posso sapere a quanto ammontano i finanziamenti erogati dal mio assessorato negli ultimi anni, ma non so a chi sono finiti e come sono stati utilizzati. Per questo da assessore ho due obiettivi”.
- Quali?“Da una parte punto a poter controllare l’eticità. Pensiamo al rating di legalità dell’Antitrust del professor Giovanni Pitruzzella: oggi riguarda solo al mondo degli appalti e difficilmente è compatibile con il mondo dell’agricoltura. Bisogna capire, però, che il mondo dell’agricoltura non è più un mondo fatto da piccoli contadini: ci sono anche i coltivatori diretti, ma è soprattutto un mondo di grandi imprese. Per questo vorrei ci fosse una certificazione etico sociale”.
- Cioè?
“Io vorrei rivolgermi ai prefetti: vorrei interloquire con le prefetture per capire chi sono i soggetti chi chiedono accesso ai finanziamenti”.
- E il secondo obiettivo?“È quello di estendere la pubblicità della certificazione della spesa. La cittadinanza deve sapere a chi vanno i fondi pubblici”.


4 commenti:

  1. se l'assessore all'agricoltura non sa come sono stati spesi i fondi e a chi sono andati andiamo bene così c'è il rischio che i soldi entrino in vie preferenziali e vadano non solo alla mafia ma anche ai "burocrati"in senso lato nonchè agli stessi politici(abbiamo scordato il sistema Cuffaro). Questo per ribadire che se i soldi sono previsti per il settore agricolo il più dovrebbe finire nelle mani dell'agricoltore come aiuto al reddito e aggiungerei allo sviluppo( magari controllandoci un business plain che abbia la stessa durata della pac al termine della quale se hai "creato sviluppo"continui a percepire l'aiuto se no avrai delle decurtazioni .-utopia-
    cerealicolo

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  2. Vorrei far sapere all'assessore che prima ancora di pensar male degli agricoltori, dovrebbe pensare ad indagare sulla burocrazia preposta al servizio dell'agricotura e prendere atto di come si adopera per boicottare le buone intenzioni degli agricoltori che vorrebbero crescere e far crescere l'economia.

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  3. “Io vorrei rivolgermi ai prefetti: vorrei interloquire con le prefetture per capire chi sono i soggetti chi chiedono accesso ai finanziamenti”. Roba da chiodi. Prima tartassano le imprese con le certificazioni anti-mafia da rinnovare ogni 3-6 mesi (e ogni qualvolta cambia qualcosa nell'assetto societario del beneficiario), poi dichiarano che non sanno a chi stanno dando i soldi. Propongo all'assessore di fare la pace ... con il suo cervello però.

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    1. concordo con Krukko
      la Mafia, almeno quella con la lupara, è l'unica che probabilmente non li prende. Farei un giro attorno ai CAA che politici e sindacati locali hanno fatto diventare dei veri comitati d'affari, dove si accumulano ricchezze illecite enormi.

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