L'agenzia Asca che riposta la notizia:
(ASCA) - Canelli (Asti) , 15 dic - La Gancia passa sotto il controllo russo. La Russian Standard Corporation, una delle principali compagnie private nel mercato al consumo, e principalmente di alcolici, ha infatti acquisito il 70% della societa' astigiana detenuta dalla famiglia Gancia.
L'operazione e' stata perfezionata ieri. Oggi nel corso dell'annuncio, non e' stato reso noto il prezzo della cessione. ''Si tratta di dati riservati'' , ha osservato il presidente Cesare Pavesio, il cui posto verra' preso dal nuovo azionista di controllo Roustam Tariko, mentre viene confermato l'amministratore delegato Paolo Fontana. ''Ma - ha aggiunto Pavesio - la transazione ha valorizzato in maniera corretta sia il fatturato dell'azienda che il marchio. ''La famiglia - ha dichiarato il decano Lorenzo Vallerino Gancia - ha privilegiato l'interesse dell'azienda su quelli propri.
Abbiamo avuto competitor che nel corso degli anni hanno cambiato pelle, Martini e Cinzano sono divenute multinazionali, i rapporti sono cambiati. Noi abbiamo accettato consapevolmente questa nuova sfida nella certezza di aver affidato l'azienda in buone mani''.
Cosa rappresenta Gancia al momento:
- 2000 ettari di vigneti controllati- 30 ettari di vigneti in proprietà per la produzione di vini rossi e bianchi piemontesi- oltre 5 milioni di kg di uva vinificata ogni anno- oltre 1000 barriques utilizzate per l'affinamento dei vini bianchi e rossi e per la preparazione delle cuvée per lo spumante- oltre 1 km di gallerie sotterranee storiche che collegano le varie cantine- oltre 600 metri quadri di suggestive cantine con volte in mattone a vista risalenti ad inizio Ottocento, dove avviene la pigiatura di uva in cassette di Chardonnay, Pinot Nero e Moscato per la produzione degli Spumanti Metodo Classico Gancia- 25.000.000 di bottiglie di spumanti, vini e aperitivi prodotte ogni anno
La presenza sui mercati internazionali iniziata a fine '800 è stata nel corso degli anni consolidata con oltre 60 paesi di esportazione.
L'ultima di una lunga serie di aziende agro-alimentari italiane oramai soltanto nel marchio:
Parmalat, Bertolli, Carapelli, Sasso, Buitoni, Perugina, Galbani, Cademartori, Locatelli...
L ARGENTINA è stata di lezione a questi signori,i quali non avevano calcolato chè sè ad un paese dopo averlo depredato delle sue ricchezze naturali,gli lasci integro il tessuto produttivo non riesci comunque a schiavizzarlo,dopo il default gli operai si impossessarono delle aziende e anno cominciato a produrre in proprio,l inizio di una nuova prospettiva futuristica che è molto importante sotto il profilo piscologico per affrontare le dissanventure,e ripartire-
RispondiEliminaDa noi è in atto una vera e propria espropriazone del tessuto produttivo del paese,per regalarla ad amici potentati della finanza, ed oligarca del momento,quando questo sciacallaggio terminerà non avremmo più neanche gli occhi per piangere,ed anche se facciamo come l argentina ci ritroveremo con ,capannoni vuoti,aziende agricole senza attrezzature,ed i servizi essenziali in mano a privati, il controllo dei mezzi produttivi in mano a pochi soggetti,eccoci ritornati al SIGNORAGGIO,e noi completamente esposti ai loro vizi,e alle loro bizze,si tornerà a lavorare per mangiare,no questi non sono delinquenti,sono tecnici professionistici dello sciacallaggio sociale,prezzolati dai poteri forti per fare il lavoro sporco.Però ebbene ricordarsi che i lori sostenitori sono nel parlamento PDL-PD-UDC-che con fare maramaldesco avvallano e sostengono questa vergogna,ebbene che ve ne ricordiate caso mai avremmo la possibilità di tornare alle urne,anche se penso che ormai è troppo tardi per fare qualcosa.