Sto ancora seminando, se tutto va bene finisco domenica e poi mi prendo un periodo di riposo. Grande attività in campagna in questo momento, difficile trovare quest'anno terreni abbandonati in Sicilia anche per Report.
Il prezzo allettante del grano spinge fiduciosi, noi agricoltori, a seminare, sperando che il prossimo anno si possa vendere il prodotto ad un prezzo ancora conveniente. Bene, giusto, se non fosse che questo stesso pensiero corre nella mente di praticamente tutti gli agricoltori evoluti del globo.
Il prezzo allettante del grano spinge fiduciosi, noi agricoltori, a seminare, sperando che il prossimo anno si possa vendere il prodotto ad un prezzo ancora conveniente. Bene, giusto, se non fosse che questo stesso pensiero corre nella mente di praticamente tutti gli agricoltori evoluti del globo.
Così durante l'International Grain Forum di ieri, la FAO ha affermato che è previsto, nel Mondo, un aumento delle semine a grano il prossimo anno. Questo aumento dovrebbe essere particolarmente marcato negli USA, dove peraltro si liberano, da un vecchio programma ambientale, circa 3 milioni di ettari che PotashCorp (un gigante dei fertilizzanti) prevede possano essere investiti a grano per la maggior parte, portando la superficie complessiva a circa 24 milioni di ha.
Mentre in Europa, il Ministero dell'Agricoltura francese ha pubblicato un preciso rapporto, nel quale è riportato un aumento delle semine di molte colture tra le quali il grano che dovrebbe raggiungere il record del 2008. In particolare secondo i dati del Ministero, la semina del grano duro dovrebbe aumentare del 3,3% rispetto all'anno precedente, mentre un analista del settore citando un indagine su 1000 agricoltori francesi ritiene invece che il duro aumenterà di circa l'8%.
Sul fronte prezzi, la scorsa settimana mi ero illuso, ad un certo punto, sulla eventualità di una inversione di tendenza. Ma purtroppo c'è da arrendersi all'evidenza. Il prezzo del grano internazionale declina ancora. Il grano tenero di Chicago è sceso nuovamente sotto i 6$/bushel, mentre il durum wheat negli USA è oramai stabilmente sotto i 10 $/bushel, seppur in frenata rispetto alla rapida discesa di qualche settimana fa.
A sinistra un bel grafico del prezzo del duro negli USA negli ultimi mesi.Ultimo rilevamento 981,83 $cent/bushel.
Ultimamente peraltro come ben sappiamo grazie ai lettori pugliesi, sono giunte notizie di cedimento del prezzo del duro anche su alcune nostre piazze del Sud.
In Sicilia ultime rilevazioni Ismea lo danno stabile.
In tutto ciò l'aspetto ancora più negativo, oltre alle malefatte governative, è il continuo progresso del prezzo del petrolio (che ci fa lievitare tutti i costi), anche in presenza di un rallentamento economico globale.
Francamente qualche mese fa ero molto più ottimista.
Queste continue variazioni schizofreniche dei mercati ,ci han fatto passare ,nella considerazione generale e nel breve volgere di qualche anno ,da inutili produttori /inquinatori di surplus agroalimentare a pigri e tirchi imprenditori che vivono di sussidi .Considerazioni fatte sovente da persone totalmente incompetenti di agricoltura,o peggio presunti competenti che si vantano di esserlo e averne titolo .ma che in realtà hanno competenza , esperienza di gestione e operatività agricola limitata , in alcuni casi obsoleta . Chi si è trovato e si trova nella condizione di costruire un azienda da zero e dover fare i conti quotidianamente con la redditività degli investimenti fatti( ( fatica e impegno) ,ha ben presente cosa significa intaccare il capitale e senza il sussidio di studi di teorie economiche .Per contro chi il capitale non l'ha sudato o visto sudare dai propri affetti familiari e magari lo ha ottenuto guadagnato illecitamente o facilmente e in breve tempo con abili e fortunose operazioni finanziarie ,valuta le cose con un altro occhio e meno “pelle “.
RispondiEliminaNegli ultimi anni succede spesso che, scelte aziendali su cosa e se o non seminare , nel volgere di una sola stagione si rivelano infelici: è capitato a molti di seminare e di produrre in perdita o di non seminare e perdere un opportunità.
Personalmente ho retto per qualche anno lo scrutare continuo questa schizofrenia dei mercati e poi non ce l'ho fatta più.Mi toglieva energie e risorse al lavoro e all'apprendimento al miglioramento. Ne sono uscito (potendolo fare)cercando di impostare una rotazione sufficientemente elastica ,mediando tra esigenze agronomiche , richieste di mercato da parte di utilizzatori seri e solvibili ,vincoli normativi e opportunità offerte dalle misure dei psr.
Impostando l'attività in questo modo dopo un inizio faticoso ,complicato da intricate vicende burocratiche,( purtroppo ancora attualmente spesso fonti di inutili perdite di tempo e danno economico) semino sempre e comunque e ho più tempo per occuparmi dell'aspetto agronomico ,economico e sociale del mio lavoro ,nella ricerca della produttività cercando di ottimizzare gli imput ( energia, fertilizzanti,prodotti fitosanitari,attrezzature e tecniche).
Nonostante questo ,tra recenti manovre governative ,incertezze della futura pac e volatilità dei mercati,non sono certo che nel breve termine convenga sempre lavorare e coltivare..sono un po più ottimista nel medio e lungo periodo . Credo che come agricoltori,non essendo in grado di conoscere e orientare le scelte future dei mercati , nonostante le difficoltà e i numerosi detrattori e parassiti che dobbiamo purtroppo anche mantenere, sia nostro compito operare nei migliore dei modi per il nostro interesse e quello comune di molte persone di buona volontà . affrontando con raziocinio quello che è il nostro compito: dar da mangiare e conservare il più possibile il ns territorio.
Dobbiamo però imparare a difenderci con intelligenza e soprattutto vincere quel nostro atavico individualismo,che ci rende molto più vulnerabili alle avversità di ogni sorta. Probabilmente non ce lo potremo più permettere con i tempi che ci aspettano .
Granturco, posso sottoscrivere ogni tua parola?
RispondiEliminaPerchè conosco diversa gente in gamba (non dico siano molti ma qualcuno c'è). Mentre il parlamento e il governo ne sono totalmente privi????
Oggi molte cose sono cambiate,il mercato è un enorme buco nero,ha cominciato con inghiottire i più deboli,e coloro che pensavano di essere intoccabili si sono risvegliati in un incubo,alcuni gestori,commercianti,mulini,si sono accorti che dopo gli agricoltori tocca a loro,e allora ecco che da qualche tempo a questa parte in questi comparti fanno capolino individui propensi al confronto e a partecipare alla vita produttiva,ti offrono conoscenze ,tecnologie e soluzioni,si cè gente che ha deciso di collaborare,ci sono gestori che promuovono corsi agronomi per dirottare le produzioni su atandard più qualitativi(il mio sconsiglia la concimazione pre semina prorprio per farci risparmiare ,e pensate che vende anche i concimi),ci sono molini che offrono i contratti di filiera con prezzi minimi garantiti,si sono accorti che se moriamo noi poi tocca a loro,il mercato ha fame,difficile resistergli,nò, la politica è prezzolata proprio dal mercato per agevolarla,figuriamoci se pensano a noi,tuttavia bisogna cercare di rimanere a galla ed è questo il problema Fino a quando ci saranno gli aiuti comunitari non saremo mai liberi,non posso aspettare che un tizio mi deliberi un foglio di carta fra 2 anni per aquistare un attrezzo che mi serve oggi,non posso aspettare dicembre per prendere i soldi pac,quando il mio vicino vuole vendere il suo fondo a fine raccolta cioè a luglio,il vero problema è la scarsa liquidità con la quale gestiamo le nostre aziende,e sè a gennaio dovesse saltare l euro che fine faranno i soldi pac?con che cosa ritirerò la cambiale in scadenza?qui il problema non è essere individualista o cooperato,nelle condizioni in cui operiamo è più facile salvarsi da soli che morire insieme,noi agricoltori abbiamo la cattiva abitudine di non fare i conti,e rifugiamo le nostre speranze negli aiuti,domanda, quanta gente sà quanto gli costa produrrere un qt di prodotto?io personalmente senza contratto non mi muovo,e un attrezzo lo acquisto con i soldi miei,da noi si è chiuso il psr,i trattori oggi vengono scontati tra il 25-30% aggiungici i costi della burocrazia ti avvicini ad un 35% se poi giochi con alcuni strumenti arrivi al 40% senza dare da mangiare a nessun parassito ti sei fatto il tuo psr,incentivano la coltivazione del favino e del pisello proteico con l art.68 ,quando questa roba non la vuole nessuno,anzichè buttare soldi così perchè non incentivano la trasformazione dei prodotti all interno dell azienda per raggiungere direttamente il consumatore,in molti comparti questo è possibile,zootecnico casearo,pasta pane legumi vino frutta e verdura,,ma niente, qualche bando per pochi eletti,il mio compito non è dare da mangiare e preservare l ambiente,il mio è un lavoro,si chiama agricoltore ,anzichè dentista o elettricista,ed io con quel lavoro conto di viverci dignitosamente insieme alla mia famiglia,però allo stato delle cose non è così.Poi se qualcuno mi vuole attribuire il compito di custode dell ambiente,be mi deve pagare,invece con queste frescate,mi rubano il prodotto e mi prendono pure per il culo,tanto hai gli aiuti,aiuti un cazzo,vuoi da mangiare? be allora paga,vuoi che io custodisca l ambiente ,devi pagare,altrimente fanculo chi ha fame e chi teme di morire per disastri ambientali e smog,perchè io dovrei lavorare gratis ?o meglio per un tozzo di pane ed una pezza al culo?l anno prossimo se i conti non tornano state fermi,sarete più in salute quando ricomincerete poichè la pensione ormai è un miraggio e quelli chè l avranno non sene accorgeranno nemmeno tanto essa sarà misera.
RispondiEliminaDovrei dilungarmi di più sui vostri commenti.
RispondiEliminaMa al momento sono proprio al minimo.
Una cosa sola:
quando ho scritto la premessa del post, pensavo a quegli agricoltori che coltivano saltuariamente soltanto in presenza di prezzi discreti o buoni delle produzioni (in Sicilia non sono pochi). Ebbene questo comportamento, studiato ed approfondito in economia, è del tutto errato. Perché si andrà a produrre nell'annata successiva, insieme agli altri che hanno adottato il medesimo convincimento, determinando così un prezzo di mercato del prodotto basso. In più si avrà anche lo svantaggio di acquistare la semente ad un prezzo elevato.
Andrebbe invece adottato eventualmente l'approccio opposto se si decide di non seminare continuamente ogni anno.
Nella mia zona i terreni vengono sempre seminati; negli ultimi anni si è assistito solamente alla riduzione dei ringrani, che comunque alcune aziende di grandi dimensioni continuano imperterrite a praticare perché non sanno fare altro (a parte usare il roundup).
RispondiEliminaIo personalmente ho investito a grano duro solamente il 15% della SAU e niente grano tenero quest'anno. Ma la mia scelta è stata condizionata da un aumento della richiesta di foraggi e di orzo biologici.
X Granduro
visto che ti sei occupato di varietà di grano ed anche di concimazione, perché quando avrai tempo non imposti un post sulla densità di semina? (che ho l'impressione sia aumentata dismisura senza ragione).
Buona Domenica a tutti, e se andate a lavorare ricordatevi di staccare in tempo per la Santa Messa.
No, quelli non sono agricoltori,la mia zona essendo molto vocata all industria ne è piena di questi soggetti,quando li sento parlare mi viene solo da vomitare,la maggior parte di loro coprono i costi con i sussidi,altri con i proventi di pensioni e stipendi,sono gli inutili idioti che tanto piace al sistema il pecorame da recinto,la" medaia " è lo strumento di misura più efficace che cè,e vale per tutti,solo esercitando tutti gli anni stando attenti al mondo che ci circonda si riesce ad avere una media soddisfacente,se non ci fossero gli aiuti questi signori sarebbero belli e che spacciati,quest anno chi era attento ha cercato di diversificare il più possibile a danno del grano, proprio in virtù di quello studio economico,questo è un settore che lavora molto sulla emotività,quindi regola principe,andare contro corrente,sono già scattati i primi rincari per i concimi,il gasoglio sfiora quota E1,con l aumento dell iva e delle altre tasse dovrò aumentare il costo di trebbiatura in contoterzi,e per non finire nelle mani degli strozzini legalizzati,se fino ad oggi si chiudeva un occhio su qualcosa, da oggi non si puo più,quindi questi avventurieri prima di avventurarsi,farebbero bene a farsi 2 conti,aggiungo che dopo avermi fatto 2 conti forse l attività da conterzista là chiuderò,i mezzi non si possono ricomprare se quello che guadambio me lo ruba lo stato,allora meglio farli lavorare poco e solo per la mia azienda,purtroppo io penso che sia meglio rallentare,se si possiede un pò di liquidità continuare ad esercitare con fare parsimonioso il rischio è minimo,continuerò ad insistere con i contratti di filiera e con gestori seri e solvibili,le somme le tireremo a giugno,fine campagna,se i conti non tornano prenderemo provvedimenti,se vogliono rilanciare l economia lo facessero con i soldi portati all estero,non con le cambiali che vorrebbero far firmare a mè,tanto io non le firmo!!!!!
RispondiEliminaPS la prossima volta che metto piede in una chiesa lo farò impugnando una latta di benzina.
NO COMMENT
RispondiEliminaGranBio
RispondiEliminasulla densità sarebbe interessante, ma mi sembra troppo tecnico.
Quanti agricoltori sanno quanti semi germinabili/m2 (il parametro oggettivo) seminano?
Già poche risposta a sondaggi semplici.
La dose di seme in Kg/ha è poco indicativa, è influenzata troppo dal peso 1000 semi che dipende anche dalla varietà.
Io solitamente tra i 400 ed i 450 semi/m2, se può interessare.
Mimmo
Il tuo post scriptum è stupido ed offende la sensibilità di GranBio. Una provocazione fuori luogo, del tutto estranea agli argomenti affrontati dal blog, peraltro.
a Granduro,
RispondiEliminagrazie.
a Mimmo,
un affettuoso saluto.
Per la dose di seme ritengo che tra le indicazioni obbligatorie che il cartellino ense deve riportare non dispiacerebbe che fosse indicato il peso dei mille semi e, sul retro magari, una tabella che presi per certi i dati relativi alla germinabilità indichi una corrispondenza tra kg di seme e piante per mq ottenute. Il dato potrebbe al peggio incuriosire gli utenti che potrebbero così prendere in considerazione il dato differente tra le varietà.
Il risparmio che si potrebbe ottenere non è indifferente, ed anche il beneficio agronomico; spesso si investe troppo seme.
premetto che sono cristiano(no cattolico)sono per la libertà di culto e per tutte le altre individuali,purchè esse si fermino dove iniziano le mie,non ho mai detto di voler entrare in una chiesa gremita di persone impugnando latte di benzina,li renderei vittime 2 volte,ma proprio perchè siamo sensibili,quanti di noi sanno cosa sta facendo la chiesa con i diritti enfiteusi appoggiato dai governi corrotti che si sono succeduti negli ultimi 50 anni?quanti di noi sanno di anziani e disabili sbattuti fuori casa perchè non anno riscattato l enfiteusi?vogliamo parlare dell ici che la chiesa non ha mai pagato e non vuole pagare,mentre noi dobbiamo pagare su 1°casa aquistata con mututo,su capannoni agricoli e industriali che servono a sfamare le nostre famiglie e quelli degli operai?vogliamo parlare dell ingerenza della chiesa nella nostra vita privata? anche di quelli che non sono credenti?tipo procreazione assistita o testamento biologico?lo sapete che le diocesi AMERICANE sono in bancarotta perchè stanno acquistando il silenzio di famigliari e vittime della pedofilia dei preti a suon di dollari,purchè ritirino le denunce ?comprese quelle contro il papa? e questo è uno dei motivi per cui la chiesa batte cassa con l enfiteusi. che cosa ci fanno con l 8 per 1000?perchè se non dichiaro a chi intendo dare l 8x1000 di rimbalzo vanno alla chiesa?perchè i servizi di cui gode il vaticano li dobbiamo pagare noi cittadini italiani?lo ior,banca vaticana,è il più grande riclitatore di soldi sporchi al mondo,le più grandi organizzazioni malavitose riciclano i loro proventi proprio grazie a lei, se tornasse gesù ripronuncerebbe le fatidiche parole,FUORI I MERCANTI DAL TEMPIO,non è in quei luoghi che alberga la parola del signore,mi spiace per la sensibilità di granbio,ma la parola di dio alberga in mezzo ai diseredati e ai poveri,agli onesti e ai giusti,agli uomini di buona volontà e timorati della parola di dio.Alla chiesa di questi soggetti non è mai importato nulla e non sono io a dirlo ma i fatti,su questo argomento esistono sensibilità diverse,e la mia rientra tra queste,liberi di rispettarla o nò,ma ebbene sapere che quello che dico lo penso con assoluta fermezza.Su questo argomento non intendo più tornarci ma le mie argomentazione non sono supportate da idealismi stupidi,ma da fatti concreti e riscontrabili.
RispondiEliminaFaccio di nuovo le mie scuse a chi si è sentito offeso,ma non sarà la vostra sensibilità ad impedirmi di esprimere il mio pensiero,liberi di replicare, ma con argomenti seri.
sulla densità di semina sono d accordo conentrambi,ma che ne dite di aprire una discussione meno tecnica?in fondo chi è quel matto che si mette a pesare 1000 semi,facendo la prova della germinabilità prima di seminare?eppure molti di noi differenziano la densità di semina a seconda di molti fattori..
RispondiEliminaLa presenza di terreni disciolti,anzichè duri,la preparazione del letto di semina,l esposizione geoclimatica dell areale,il potere di accestimento espresso dalla varietà,il periodo di semina,che tipo di prodotto si vuole produrre,tutti questi fattori se ci pensate bene ci fanno variare spesso la taratura della seminatrice,sarebbe interessante al di fuori dei tecnicismi conoscere le esperienze altrui.
PS idem per me granbio.
Gran Bio
RispondiEliminahai perfettamente ragione,
in effetti soltanto su alcuni cartellini di alcune ditte sementiere (troppo poche) è anche inserito il peso 1000 semi della partita.
Ma dovrebbe essere inserito per legge su tutti i cartellini.
Perchè non mi scrivi un post semplice sull'argomento densità di semina così da avviare la discussione?
Se lo fai,inviamelo alla mail che trovi nella colonna a destra.
Grazie a te e Saluti
@Gran bio
RispondiEliminaNon lo so se in Francia sia obbligatorio su tutti i cartellini, ma i sacchi del loro seme base riportano quello che tu chiedi :
peso dei mille semi e, sul retro una tabella che presi per certi i dati relativi alla germinabilità indica una corrispondenza tra kg di seme e piante per mq ottenute.
Pessime notizie
RispondiElimina- 1,5 €/q su tutte le piazze in Francia
vedi blé dur
http://www.terre-net.fr/cours_marches_agricoles/cotations.html
Venduto appena in tempo allora, stamane, 25,6bio.
RispondiEliminaa lume di naso, hai fatto bene.
RispondiEliminaHo consegnato questa mattina a 30+iva un lotto di 400 qli
RispondiEliminaBiologico naturalmente, allora mi sa che Zblob dovrebbe prendere contatti con te.
RispondiEliminaAncora giù il blé dur.
RispondiElimina-0.5 €/q
giù ancora anche negli USA.
Deprimente...
Come si prendono contatti con GranBio? GranBio hai venduto in Sicilia o dove i prezzi sono significativamente diversi?
RispondiEliminaZBlob
RispondiEliminanon ho un contatto diretto con GranBio.
Aggiornamento duro
Ancora male negli USA.
I valori minimi sono scesi sotto 9$/bushel (prezzo medio intorno a 9,5$/bushel).
In euro/quintale circa 25 (e siamo aiutati dal dollaro che si rafforza).
Aggiornamento duro
RispondiEliminaAncora giù negli USA. Valori medi intorno ai 9$/bushel.
In Sicilia, piazza di Catania, secondo ISMEA ancora stabile.
da agricoltore pugliese:
RispondiEliminaContinuano i ribassi anche in Italia, compreso l'estero sia spagnolo che australiano. Siamo sotto fuoco incrociato.Nonostante il dollaro si rafforzi!!! Foggia e altamura nuovamente in ribasso..
BOLOGNA in flessione , signori è ufficiale,nonostante la rivalutazione del dollaro il grano perde quota a causa del fatto che noi siamo già in recessione quindi meno consumi a partire già da settembre scorso e con super mario a lavoro le cose non possono che peggiorare,
RispondiEliminaGrande Camera di Commercio di Enna, nei momenti topici, per evitare problemi, come Ponzio Pilato, non quota N.Q.
RispondiEliminaCamera di Commercio di Catania invece è sempre ferma alla quotazione di fine Novembre.
Se penso che io lavoro per pagare questi inetti!
Ancora giù, negli States.
RispondiEliminaOramai è un Mantra.
x ZBLOB
RispondiEliminaho venduto in sicilia;
avevo contrattato un mese fà e adesso ho consegnato; il mercato attualmente è in flessione e per nuove consegne mi hanno offerto 27 iva compresa ma non ho accettato.
Un saluto a voi.
RispondiEliminaFaccio l'architetto, sono cittadino. Si sa che la campagna e coloro che la coltivano sono da sempre stati sfruttatti dalla città. A questo storico sfruttamento, si è aggiunto negli ultimi 150 anni - con l'acuirsi esponenziale degli ultimi 30 anni - quello portato dalla finanza.
Ma non sono qui per fare teoria.
Vi chiedo: si può immaginare e realizzare un sistema per cui il nostro grano - sono siciliano - e quindi la nostra farina ( preferibilmente integrali, penso alla fantastica tumminìa, e ricorrendo a tecniche di coltivazione rispettose dell'ambiente ) arrivino direttamente da chi li produce a chi li trasforma in pane o pasta per venderli ai cittadini? Il tutto con una ripartizione equa dei compensi, infischiandosene del prezzo del grano alla borsa di Chicago o simili.
Sicuramente mi sfugge qualcosa ma a me sembra un progetto sano e sensato per la nostra comune sopravvivenza, per la nostra giusta convivenza, il nostro benessere e piacere, il nostro ambiente.
Alberto
Il pane del dittaino non si avvicina al sistema che proponi, in fondo?
RispondiEliminaPer la ottima tumminia, si complicano alcuni aspetti, però certo il prodotto trasformato è eccellente.
L'aspetto remunerativo è più complesso.
In un sistema di libero mercato, il prezzo del grano generico, influirà anche sul prodotto molto particolare. Sempre di pane si tratta, quanti consumatori sono disposti ad acquistare un prodotto, sapendo che uno, un pò meno buono, costa, per ipotesi, 1/3 dell'altro? Pochi, io credo.
Soprattutto quanto più ci si trova in una fase economica recessiva.
A mio avviso, con il libero mercato, c'è poco da fare, i margini sono spinti sempre al minimo.
Con il mercato globale, poi i margini sono spinti al minimo delle economie più competitive, ciò vuol dire che i sistemi economici inefficienti, come il nostro, andranno fuori mercato.
Io sono pessimista, come avrai capito, se l'economia continua a funzionare in questo modo.
Ciao
Conosco il pane integrale del Dittaino o di Monreale che ho comprato più volte ai supermercati Sisa e Carrefour: sono buoni. Anche la pasta , ma quella è più rara e credo la producano altrove.
RispondiEliminaPoi sono passato al pane nero di castelvetrano con farina di tumminia e lievito naturale che è secondo me superiore. Lo vendono al Sisa di via palagonia a palermo e posso dirti - nota positiva nel pessimismo generale che condivido con te - che stanno progressivamente aumentando le forniture e vanno a ruba.
Io ho delle idee in questo campo che proveró a raccontarti quando avró studiato a sufficienza - a partire da questo ottimo tuo blog.
Quanto al libero mercato globale è chiaramente una solenne fregatura e chiaramente non è libero. Peró credo che i tempi siano maturi per ridare la giusta importanza ai lavori e alle cose che valgono.
P.s.
Ho fatto un calcolo da principiante e ho quantificato in circa 350.000 ettari, la porzione di terra da destinare a seminativi alimentari ( per l'uomo ) per soddisfare il fabisogno di pasta e pane per un anno di noi siciliani. Credo che coincida più o meno con la terra siciliana effettivamente coltivata a seminativi alimentari umani.
Mi sono sbagliato?
Ciao
Secondo il censimento 2010 dovremmo essere a circa 320.000 ha a cereali in Sicilia (in prevalenza grano duro ovviamente).
EliminaHo l'impressione che l'ottimo pane nero prodotto a Castelvetrano e similari siano prodotti solo in minima parte (20% circa) con la semola (meglio definirla farina) di tumminia o timilia.
RispondiEliminaLa timilia è l'unica varietà di grano duro a ciclo alternativo che storicamente è stata oggetto di produzioni agricole in sicilia; l'unico vantaggio della sua coltivazione è proprio la possibilità di essere seminata a marzo e giungere a maturazione nei tempi (di un tempo) in cui si è soliti raccogliere la granella dei cereali; per il resto il contenuto proteico sembrerebbe scarso così come il glutine. Un mio fidato amico mi ha fatto notare che colore nero è dato dalle ceneri eccessive che inquinano le farine nel processo di molitura; di per sè la farina che si ottiene da una perfetta molitura della timilia bene mondata dai semi estranei è bianco molto simile a quello dei grani teneri; non a caso molti confondono la timilia con il grano tenero.
Spesso la si trova fortemente inquinata da orzo, ed a detta sempre del mio amico è proprio la presenza di orzo che rende la farina particolare.
Storicamente la timilia non era accettata dai commercianti e pertanto gli agricoltori la tenevano in serbo come ultima possibilità nelle semine ritardate dal maltempo, e poi se non riuscivano a vendere il prodotto perchè non accetto lo impiegavano per ottenere farine per uso casa o azienda (tanto i braccianti non potevano scegliere).
Non vorrei sembrare contrario all'uso della timilia, solo che vorrei sapere di più e dare il merito di un buon prodotto alla sua vera ragione.
Sulla timilia in base alle mie esperienze.
EliminaSi, è miscelata quando panificata, ma non saprei dire le percentuali.
La timilia è a ciclo primaverile-estivo, mentre tutte le altre varietà oggi coltivate in Italia sono alternative, se proprio dobbiamo essere precisi.
Contenuto proteico ed indice di glutine scarso, ma ciò vuol dire poco. Collegare la qualità al contenuto proteico è un espediente dell'agroindustria.
La farina ha un elevato indice di giallo, ed è simile in qualche modo al tenero più che al duro.
Quella dell'orzo è una bufala. Esistono ottime produzioni in purezza nella mia zona che riforniscono il mercato di Castelvetrano.
Il Pane di timilia è un prodotto realmente unico, concordo con Alberto. Ma il prezzo a cui si vende non è poi così elevato, da giustificare le produzioni minori e più rischiose che da la tumminia.
GranBio
prima dell'avvento dei diserbanti la tumminia veniva bulata con la sulla, e dava ottimi risultati, dovresti provare (tu che fai Bio) a mio avviso.
Ho coltivato la timilia e non mi ha entusiasmato.
EliminaAdesso coltivo altre varietà di grano antico ed effettuo la bulatura della sulla con ottimi risultati.
Giusto per sapere, ma in quale periodo la buli la sulla sulle varietà di frumento, presumo a semina autunno-vernina?
EliminaSi un paio di giorni dopo la semina del grano e poi passo il rullo costipatore.
EliminaMa seminandola a novembre-dicembre non rischi che la sulla cresca troppo e ti crei problemi alla trebbiatura del frumento?
EliminaFino ad ora non è accaduto, anche perchè io sto forzando un pò i miei terreni a produrre sulla; sono presenti poche colonie di simbionti per la sulla, ma io continuando nell'assullamento osservo che stanno aumentando nel tempo. Adesso dove ho notato che la sulla comincia a vegetare discretamente sto rigorosamente usando grani antichi che hanno una taglia di circa m 1,80 e non temono la concorrenza.
EliminaUso anche il trifoglio alessandrino con buoni risultati consistenti in un effetto pacciamante che oscura il terreno, lo mentiene più umido, e non fa crescere ulteriori infestanti. Dopotutto se il terreno lo inerbisci bene, esso non sente l'esigenza di vestirsi spontaneamente. A tal fine la trasemina a spaglio del trifoglio è efficace perchè copre bene.
Mi sembra che hai ponderato molto bene le tue scelte, nelle condizioni in cui ti trovi.
EliminaSi, se riesci ad insediare il Rhizobium della sulla, ne trarrai un gran vantaggio nel medio-lungo periodo.
Grazie davvero per queste importanti notizie che anche io per parte mia approfondiró. Peraltro il p. N. di Castv è un presidio slow food, possiamo informarci da lì. Anche io so che la tumminia è solo una percentuale dell'impasto. Speravo, spero che la farina fosse fatta con mulini in pietra in modo da preservrne il valore nutritivo ( integrale appunto ).
RispondiEliminaIo so una cosa: il pane di città con farine raffinate e lieviti sintetici mi ha stancato, non nutre e non valorizza il nostro grano. Penso anche all'ottimo pane tedesco ( sì, quelli che ci vogliono strozzare con l'euro come ben dice l'ottimo Mimmo con la complicità di tutto il finanza- capitalismo anglosassone ) di segale o avena. Penso ci sia un buon mercato per questi prodotti e se mai riusciró a fare qcosa in questo campo lo faró a stretto contatto con voi agricoltori. Siete bravi, lavoratori e informati, così conservate la vera cultura. Vi seguo con interesse e attenzione. Alberto Monaco
A palermo al supermercato sisa lo vendono a 3,20 eur al kg.
RispondiEliminaGranduro, l'8 Marzo ci sarà un incontro con Carlo Petrini di slow food presso la facoltà di agraria di Palermo. Io non sono ancora iscritto a slow food ( sto per farlo )ma sarò invitato. Non so bene qual'è il programma dell'incontro ma se ti interessa potrei provare a farti invitare e magari in quest'occasione potresti farti porta voce delle giuste istanze di voi agricoltori siciliani che animate questo blog.
RispondiEliminaAlberto Monaco
Alberto, ti ringrazio per l'interesse che nutri per il blog, e spero che in futuro vorrai continuare ad intervenire.
RispondiEliminaSul convegno però io personalmente preferisco declinare il potenziale invito per varie ragioni.
Forse GranBio potrebbe essere interessato. Lui peraltro è più affine di me alla cultura di slow food. Io sono un tipo abbastanza dozzinale. Spero intervenga per dire la sua.
Ciao e grazie ancora.
Ah ah! concreto forse, dozzinale mai. Come vuoi, vediamo se Granbio è interessato. Io so poco di Slow food, sto leggendo "buono, pulito, giusto" e parte proprio dall'agricoltura e per questo mi piace. Ciao
RispondiEliminaNon riesco a spiegarmi il motivo, ma Slow food non mi attira molto. Forse perchè ho intravisto in alcuni suoi esponenti locali gente che ha approfittato per ottenere vantaggi esclusivi.
EliminaIo sono per il Bio per tutti, a prezzi accessibili; ed è possibile attuare un sistema del genere a condizione che tutti gli operatori del Bio operino con coscienza.
Facciamo così, vado in avanscoperta e poi vi racconto :)
RispondiEliminaOk, chissà che non mi possa ravvedere. :)
RispondiEliminaPerfetto Alberto, attenderemo un tuo post con le tue impressioni(puoi anche mandarmelo alla mail se lo riterrai utile, in modo da pubblicarlo e renderlo più visibile a tutti).
RispondiEliminaSono stato alla conferenza di Carli Petrini, sabato allo Steri. Mi è sembrata una persona seria. Ha iniettato dosi utili di entusiasmo, portando esempi virtuosi di produzioni agricole nel mondo e di commercializzazione diretta produttore-utente. Ha insistito sul fatto che il cibo è agri-cultura, quindi nutrimento, cultura, salute, piacere, rispetto per l'ambiente. Ha chiesto quanti, tra gli studenti - la conferenza era nell'ambito di un master di agraria - erano pronti ad andare nei campi e hanno risposto positivamente soltanto in pochi. Lui ha invitato i giovani a tornare a fare gli agricoltori. Mi sembra sia consapevole delle gravi condizioni in cui versa - meglio, in cui è stata condotta - la nostra agricoltura ma, non ho ben capito perchè, mi è sembrato nutrisse fiducia nel nuovo ministro dell'agricoltura.
RispondiEliminaNel frattempo peró - come per tempo si è detto in questo blog e che voi conoscete sulla vostra pelle - i risultati sono quelli ben descritti dall'articolo che trovate sul sito del "fatto quotidiano", su nuove tasse indirette ( che accelerano recessione, sono inique e porteranno molti a non poter pagare le tasse e quindi a perdere i diritti di proprietà sui propri beni )
Vi chiedo, se vi è possibile, di indicarmi sinteticamente e puntualmente i provvedimenti urgenti che, secondo voi,
dovrebbero prendere - o magari ritirare - il presidente della regione sicilia e il ministro dell'agricoltura per difendere la nostra agricoltura. La risposta mi servirebbe urgentemente.
Grazie, saluti
Alberti Monaco
P. S.
Ho fatto registrazione sul cellulare della conf. Di Petrini ma per qualche priblena tecnico - che spero di risolvere- non sono riuscito a scaricarla e quindi inviarvela.
Grazie dell'intervento, Alberto, pensavo a te.
RispondiEliminaAlcuni miei contatti facebook, hanno inserito parti di video del convegno, così anche io ho ascoltato la viva voce del Carlin.
Che devo dire già avevo ascoltato dal vivo parecchi anni fa. Gli anni passano per tutti, ed io continuo a concordare soltanto su alcuni aspetti, minoritari, del suo pensiero.
Se tu hai dell'altro materiale sarò ben contento di pubblicarlo.
Ma non è questo il punto:
Se vogliamo restare nel mercato globale, così com'è, dobbiamo recuperare competitività, ciò può essere realizzato in due modi principalmente.
O riducendo il carico, fiscale, amministrativo, previdenziale sulle imprese in modo da abbassare i costi di produzione
O favorendo innovazione, investendo in processi che aumentano l'efficienza del processo produttivo.
Per come la vedo io, più efficace la prima strada. Ma lo Stato ha le pezze nel sedere, non è disposto a recedere di un passo. D'altro canto non ha neanche i soldi per investire, e se lo fa, lo fa male, vedi PSR, e prima tutti i vari interventi con fondi UE.
Oggi a Roma proprio una manifestazione delle varie sigle sindacali agricole unite per la riduzione delle imposte, ma è già evidente come finirà.
Ci sarebbe anche l'altra strada, ovvero respingere il mercato globale, e tornare a dazi e tariffe, e magari una moneta propria ma capisco, che di questo non si può neanche parlare.
Poi ogni settore ha le sue piccole problematiche,
alcuni interventi, minori, richiederebbero peraltro soltanto buona volontà, neanche tanti investimenti.
Per esempio a noi del grano duro siciliano piacerebbe un servizio di rilevamento prezzi delle produzioni che funziona. Le Camere di Commercio siciliane, solo alcune peraltro, lo gestiscono male, senza trasparenza. Spesso si interrompono per mesi, senza dare alcuna giustificazione. Nei comitati di gestione mancano gli agricoltori, o sono molto minoritari rispetto alle altra componenti (acquirenti).
Se siglo un contratto di vendita, devo almeno avere un riferimento di prezzo chiaro e trasparente. Questo manca, mentre al centro-Nord sembrano funzionare.
Non sarebbe difficile realizzare questo miglioramento, poco costoso.
Altro aspetto, trasparenza sulle importazioni, vogliamo sapere quanta roba arriva, da dove ed a quali analisi le derrate vengono sottoposte.
Io voglio capire il mercato con cui mi confronto, qui ad un certo punto assisto a cali di prezzo sul mercato, e gira la voce che è arrivato la nave carica di frumento chissà da dove, Ma è vero?
Non si potrebbe rendere pubblico questo traffico mercantile, in molti altri paesi ci sono dei bollettini settimanali che ti danno una idea chiara della situazione.
Anche sulle analisi di laboratorio sulle importazioni, sarebbe importante capire, quali sono, e se ci sono. Noi agricoltori siamo soggetti a mille divieti fitosanitari, qui in Italia, all'estero extra UE, non sembra da quello che leggo.
Il mercato esige trasparenza se deve minimamente funzionare. Qui è tutto oscuro.
Sui PSR, che vengono gestiti dalla Regione, le proposte sarebbero miriadi per snellirli, renderli trasparenti e più efficaci.
Per ora mi fermo qua, ma secondo te, i sindacati tradizionali non le sanno ste cose? L'interesse generale delle Istituzioni è quello di mantenere confusione, oscurità, ignoranza, altrimenti come si governano le masse?
Per ulteriori chiarimenti puoi anche scrivermi alla mail.
http://www.asca.it/newsregioni-Agricoltura__Imu__gasolio_e_aumento_costi__domani_agricoltori_in_piazza-1133280-.html
RispondiEliminaMolto chiaro, grazie.
RispondiEliminaAlberto