lunedì 26 agosto 2013

Il destino del Duro nel 2013 non è segnato...

Ho trovato una interessante carrellata di dati globali sul grano duro messi a disposizione dall'IGC il mese scorso qui. Produzione in lieve aumento, ma scorte globali quasi sui minimi storici, dovrebbero almeno metterci al riparo da crolli delle quotazioni (altri cereali permettendo).




Iniziamo da un grafico sulla situazione globale del wheat  che ne evidenzia (come già sappiamo) l'aumento consistente delle produzioni nella campagna 13-14, ma teoricamente in equilibrio con i consumi (pigiare per ingrandire le immagini).


Di seguito produzione ed uso di Duro nei principali Paesi esportatori


Produzione di Duro per macroRegione: su in Canada, Messico, ed Area del Mar Nero, stabile in Nord Africa (anche se della Tunisia ho letto notizie di ben altro tenore), giù in Europa ed USA.



Interessante mi sembra la situazione delle scorte, simili all'anno passato nella entità e quasi sui livelli dei minimi storici, ancor di più in Europa dove sono quasi azzerate. Date una occhiata al livello di scorte del famoso 2007-2008 (quell'anno tuttavia le scorte stavano a zero negli USA, da dove partì infatti la speculazione con valori sino a 22 $/bu, circa 80$/q, vedi ultimo grafico sotto...non illudiamoci quindi).







Dunque questa la situazione delle prospettive produttive globali del Duro a luglio 2013, secondo IGC (ma mancano gli ultimi aggiornamenti  Canadesi e Francesi, come vedremo per le news transalpine più avanti).

Due considerazioni generali invece sulle quotazioni, una buona ed una cattiva: la cattiva, purtroppo le quotazioni del duro, durante l'estate, non si sono sganciate dal prezzo del tenero come speravo, subendo un cedimento dei prezzi; la  buona invece, consiste nel fatto che le quotazioni del tenero, al mercato di Chicago, sembrano tenere intorno ai 6,5 $/bu ed anche il mais sembra aver terminato la corsa al ribasso sulla scorta di prospettive climatiche non ottimali negli USA (anzi stasera si va alla grande a +6 % per il corn, in pieno "massive panic buying").

Ma in concreto cosa sta avvenendo al momento?
Ancora debolezza sulle quotazioni del duro USA e Canadese, mentre la Francia sembra tenere tra un minimo di 264 €/t prezzo banchina ed un massimo di 273 €/t prezzo FOB.

Qui in articolo sulle prospettive del Duro secondo gli USA.

Le produzioni francesi 2013 di Duro (trebbiatura conclusa qualche giorno fa) intanto fanno segnare un consistente clamoroso calo a 1,7 MT contro le 2.4 MT del 2012, secondo France Agrimer.
A conclusione della Raccolta,  si è scoperto che gli agricoltori francesi si sono concentrati sulla semina del grano tenero, ritenuto più conveniente in autunno, riducendo del 22% (contro una previsione precedente intono al 10%) la superficie a Duro (vedi recentissimo articolo qui). Qualità su livelli buoni.

In Italia, Bologna ha riaperto dopo le ferie, in leggere calo (-3,-4 €/t), ma ancora su quotazioni di rilievo.
Il resto al Sud tace.
Facile pronosticare, in molte piazze alla riapertura, una discesa contenuta delle quotazioni, che probabilmente sul mercato reale già avete avvertito. 
Informatore Agrario nella sua nota settimanale sul grano duro è piuttosto negativo:
Dopo che le quotazioni avevano resistito su livelli elevati nel mese di luglio, si inizia a intravedere qualche segnale di cedimento anche per il frumento duro. A Bologna il frumento duro Nord ha ceduto 4 euro/t (281,50 euro/t il «fino», 269 euro/t il «buono mercantile»), il Centro 3 euro/t (290 euro/t il «fino», 280 euro/t il «buono mercantile» e 237 euro/t il «mercantile»). Si inizia perciò a intravedere la principale conseguenza della scarsa qualità del frumento duro nazionale appena raccolto: i frumenti di qualità bassa (sotto i 78 di peso specifico) non reggono la concorrenza estera, che ha quotazioni decisamente competitive con livelli qualitativi più elevati. Ad esempio il frumento duro spagnolo ha un peso specifico medio di 81 e viene sbarcato in Italia a meno di 275 euro/t CIF. Stessa cosa vale per il frumento duro dalla Grecia, che ha fretta di vendere per acquisire liquidità.
In Francia i 270 euro/t sono oramai un ricordo; il mercato ha iniziato ad adeguarsi e venerdì il frumento duro reso a Port-La-Nouvelle quotava 264 euro/t. Incidono negativamente sui prezzi soprattutto le previsioni del raccolto in Nord America, per via dell’andamento climatico ottimo in virtù del quale si prevedono rese unitarie elevate. In particolare in Canada l’Ufficio Statistico prevede un raccolto di 5,11 milioni di tonnellate, ovvero circa 500.000 tonnellate in più rispetto al 2012. I primi affari «in avanti» per il nuovo raccolto vengono chiusi anche a 360 dollari/t CIF porto italiano, ossia al cambio attuale circa 268 euro/t per un prodotto che si preannuncia di ottima qualità.
Si iniziano a concretizzare i primi, consistenti cali di prezzo, destinati probabilmente a proseguire nelle prossime settimane.
Dal canto mio nel medio periodo sono molto meno pessimista di qualche giorno fa. In Europa poco grano duro quest'anno, sia in Italia che in Francia a raccolta completata, mentre in America devono ancora raccogliere, sebbene le prospettive siano finora positive, soprattutto in Canada...chissà però che qualcosa non vada per il verso giusto, e/o Chicago prosegua in un trend rialzista.

In Sicilia intanto, è un altro Mondo. Qui le quotazioni sono già calate dalla trebbiatura (circa -2 €/q complessivi). Al momento i prezzi di scambio sono tra 22 e 23 €/q (sui minimi mondiali credo), portando il differenziale con il grano del Continente a -5,-6 €/q circa, come oramai avviene in alcuni mesi di ogni campagna di commercializzazione.
Se i corsi dovessero proseguire sulla linea di quanto accaduto durante le ultime annate, da qui a Dicembre, lo spread con l'Italia peninsulare dovrebbe ridursi intono ai -2-3 €/q. Per questo motivo mi sento di consigliare ai miei corregionali che avessero ancora da vendere grano, di attendere che si ristabilisca un differenziale con Foggia in linea con i costi di trasporto (evento inevitabile teoricamente visto le produzioni italiane, inferiori all'anno passato). 
Salvo imprevisti clamorosi, dovremmo trovarci già sui minimi o esserci molto vicini...dunque per noi siciliani il peggio potrebbe essere passato.

P.S.: a complicare lo scenario anche il possibile intervento militare in Siria, che potrebbe avere riflessi sul prezzo del petrolio e su quello del grano duro, visto che la Siria ne è un produttore-consumatore.
Vendere una partita di grano, al momento giusto, è diventato un po' come giocare alla roulette.



12 commenti:

  1. Informazioni molto interessanti.

    Sebbene la situazione sia difficilmente decifrabile, comunque non sono pessimista, e dopo la lettura di questo articolo sicuramente lo sono ancor meno.

    All'informatore agrario si potevano risparmiare il neretto, si sono veramente sbilanciati in senso estremamente negativo... consiglierei la prossima volta di consultare anche i tarocchi per cercare di fare una previsione un po' più equilibrata.

    Orzo

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  2. Gino agricoltore pugliese27 agosto 2013 alle ore 08:56

    cosa vi avevo detto? Tutto puo cambiare in pochi giorni vedrete che in caNAdA le rese per il capriccio del tempo potrebbero per mirColo mutare. Cosa succederâ qualcuno gia lo sa

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    1. a supporto della tua tesi, non si può escludere che alla raccolta come in Francia, anche in Canada ci si renda conto che la superficie a duro è minore del previsto a favore del tenero (visto che il tenero era più redditizio al momento della semina in Nord-America).
      Era la tesi dell'analista "pazzo" di qualche tempo fa, che prevedeva un aumento sostenuto del prezzo del duro.
      Ciò che è avvenuto in Francia sembra dargli ragione.

      Dissento sul fatto che qualcuno già sappia cosa accadrà.

      Il 4 Ottobre è atteso il primo report Canadese sulla raccolta 2013...proverò sul blog a seguire il meteo in Nord-America per avere una idea di ciò che ci aspetta.

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  3. info veramente interessanti. aggiungo che i forti rialzi a chicago ieri (sia grano, tornato ai massimi da inizio agosto) che mais che soia) sono stati dettati dai timori per in peggioramento delle condizioni delle piantagioni a causa delle temperature sopra la media e della possibilità che nelle prossime settimane si registrino piogge scarse.

    GP

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    1. vero...se pigi sul link azzurro nel testo:(anzi stasera si va alla grande a +6 % per il corn)...troverai un articolo di Agrimoney completo sulla seduta di ieri di Chicago...

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  4. Sulle ultime notizie di oggi si legge:

    "Aumenti significativi anche per i piccoli produttori di pane e pasta che nel passaggio da Tarsu a Tares sarebbero costretti a sborsare il 93,6% in più."

    Mi chiedo quali riflessi per l'agricoltura sulla produzione di materie prime.

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    1. aumento generalizzato dei prezzi degli alimenti al consumatore ed ulteriore contrazione dei consumi, probabilmente. Ma non credo saremo colpiti in maniera specifica, noi granicoltori.

      Intanto, tra le future vessazioni, viene rilanciato il Sistri:
      http://www.ansa.it/web/notizie/canali/energiaeambiente/rifiuti/2013/08/26/Sistri-parte-ottobre-gestori-rifiuti-pericolosi_9202434.html

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  5. ho appena visto la prima quotazione del borsino di altamura,prezzo dei cereali stabile ma crollo della quotazione dei cruscami sia di tenero che di duro,voi come lo interpretate questo?

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  6. interessante osservazione...calo notevole...solitamente al calo delle quotazioni dei cruscami corrispondono ritmi di molitura intensi con sovrapproduzioni di residui. Non dovrebbe essere un dato negativo.
    Mi riprometto appena posso di pubblicare un grafico con confronto dell'andamento di crusca e grano duro negli ultimi anni, per evidenziare eventuali correlazioni.

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  7. si,la correlazione inversa tra cruscami e prezzi del grano mi è nota,però se riesci a pubblicare quel tipo di grafico,sarà un importante approfondimento per capire gli scenari almeno a breve termine delle prossime quotazioni

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  8. una cosa però mi lascia perrplesso è l'aver letto nelle note della prima quatazione post ferie dellla borsa merci di foggia di una attività calma....sembrano due dati apparentemente in contrasto

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    1. possibilmente i molini si sono messi a lavorare il loro grano stoccato prima delle ferie.

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