lunedì 1 luglio 2013

Il Grano Duro tornerà a volare?

Vero, il Duro ha perso circa un paio di cent/kg rispetto alla chiusura della vecchia campagna ed il wheat di Chicago mostra segni di debolezza sempre più evidenti. Non c'è da essere particolarmente felici, tuttavia non tutto è perduto, il grano duro potrebbe riservarci più di qualche sorpresa positiva.

Il ribasso delle quotazioni di inizio campagna sembra essersi arrestato in Italia. A livello internazionale il duro invece è rimasto stabile, tanto che il calo che è stato da noi avvertito lo considero un movimento di assestamento rispetto alla discesa che aveva interessato precedentemente (da Gennaio 2013) i mercati internazionali del duro, e che invece stranamente non aveva investito il mercato nazionale, dove le quotazioni erano rimaste stabili ed al livello più elevato di tutto il mercato mondiale.
Qualche mese fa mi stupii infatti del mancato ribasso del mercato italiano che rimase su quotazioni imperturbabili rispetto a quelle internazionali.

Dunque una volta assunta l'amara medicina cosa attenderci per il futuro? 
Ho raccolto un pò di dati in giro per il Mondo e vi devo dire che le prospettive produttive specifiche del duro non sono affatto buone, anzi sembrerebbero abbastanza inferiori all'anno precedente.
Certo non potremo, molto probabilmente contare quest'anno sulla forza delle quotazioni del tenero e del mais, tuttavia il grano duro, a causa della sua relativa limitatezza e specificità di mercato, potrebbe intraprendere un percorso autonomo ascendente.

Vediamo i dati che mi rendono ottimista:

La stima (al 21-06-2013) del grano duro Europeo è in calo rispetto all'anno passato. Secondo il centro studi di Copa-Cogeca, la sigla che riunisce le associazioni di agricoltori a livello Europeo, la produzione dovrebbe calare del 3,5% a 7,86 milioni di t , principalmente a causa di un calo di superfici seminate (-6.8%).


































Tenendo conto delle informazioni aggiornate in nostro possesso tuttavia la stima delle produzioni (che trovate in tabella sopra) potrebbe essere anche troppo ottimistica visto che in Italia la produzione nazionale potrebbe risultare in netto calo anche del 20%.
Dalla Francia peraltro, il più importante paese esportatore in Europa, le produzioni si preannunciano anche lì in netto declino (almeno -20%) se non addirittura disastrose in alcune zone.
La production de blé dur est prévue à 7,86 Mt en 2013, en baisse de 3,5 %. (In Europa ndr). En France, elle est envisagée à 1,83 Mt (2,36 Mt en 2012)
Secondo alcuni articoli francesi, che rappresentano una situazione estremamente negativa in alcune aree, l'Italia dovrà rivolgersi a qualcun altro per reperire la materia prima per la produzione di pasta.

Negli Usa nel frattempo la situazione non è certo più rosea.
In North Dakota, the largest durum-producing state, sown area dropped to 850,000 acres, similar to the record low in 2011 when saturated fields limited seeding to only 750,000 acres. Even accounting for that disastrous year, the previous five-year average had been almost 1.5 million acres in North Dakota.

Cioè semina di durum in N. Dakota a 850.000 acri contro i 750.000 dell'annus orribilis 2011 e contro gli 1.5 milioni di acri della media quinquennale.

Ed ancora:
Desert durum" shortfall

U.S. durum is mainly produced in two separate regions, with the Northern Plains accounting for three-quarters of the crop and remainder coming from "desert durum" production in Arizona and California. Extensive drought has limited yields and area in both states. USDA estimates desert durum production around 15 million bushels, compared to a recent average of 25 million.
ovvero siccità per il duro della California ed Arizona. Produzione a 15 m di bushel contro i 25 milioni degli ultimi anni. Lì si sta raccogliendo o si è appena raccolto.

Un dato generale presentato dall'USDA vede il durum USA in calo del 28% circa, in termini di superfici complessive USA.

In Canada forse ci sarà un aumento produttivo del 4% (ma l'annata è appena iniziata), in ogni caso già stimato inferiore alle precedenti previsioni più ottimistiche.

Accidenti un bollettino di guerra, quasi quasi vado a fare scorta di pasta.

Vuoi vedere che l'analista "pazzo" canadese, di cui già parlammo in precedenti post, aveva ragione? Lui non demorde e scrive qui (il 4-06-2013):
Finally, just a reminder to our readers that we remain very very bullish about Durum's 6-12month price prospects.

Ed allora perchè il prezzo non sale?

Probabilmente per le seguenti cause:

1) a causa della debolezza del tenero e dei cereali in genere.

2) in Nord Africa, grande acquirente internazionale di grano duro oltre all'Italia, la produzione interna cerealicola sembra al momento molto positiva:
Produzione di cereali dell'Algeria nel  2013, tra 56 e 58 milioni di quintali, in aumento rispetto ai due anni precedenti, quando era 51 milioni di quintali nel 2012 e  46 milioni di quintali nel 2011. 
In Marocco, raccolti record in molte aree.

Così la domanda internazionale al momento langue, in attesa che si comprendano appieno le disponibilità interne (come anche in Italia del resto). I Paesi Nordafricani fanno acquisti centralizzati per lo più, gestiti da organismi pubblici. In questo modo sono in grado di avere un grande impatto sui prezzi di mercato.


In generale le scorte di grano duro mondiali rimarranno limitate, almeno sui livelli del 2012. Difficile ipotizzare un crollo delle quotazioni del duro, anche se rimane l'incognita Canada che converrà monitorare attentamente durante l'estate...dovesse girare al peggio per le foglie d'acero, non si può escludere qualche movimento rialzista ferragostano che negli ultimi anni sembra divenuto il periodo chiave del mercato internazionale...perché le commodity non vanno mai in vacanza, anche se in Italia i delegati al monitoraggio, sul più bello, vanno in ferie.

P.S.: è appena uscito l'ultimo report dell'IGC qui. Produzione mondiale di wheat in aumento ma anche consumi. Sostanziale equilibrio per la prossima campagna. Il timore maggiore per il mercato dei cereali deriva dal mais con produzioni previste a livelli record di tutti i tempi. Ed i cereali purtroppo tendono ad essere sostituibili l'uno con l'altro. La speranza è che il grano duro si sganci, come è già successo altre volte nella Storia.
Mais di Chicago sempre più giù, oramai prossimo ai 5 $/bu.













53 commenti:

  1. Tutto dipindera dal canada!!!

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  2. gino agricoltore pugliese3 luglio 2013 alle ore 09:58

    tutto lascia presagire che il tenero crolli e il duro chi lo sa.
    Il prezzo dell'oro è crollato, gli altri metalli sono ribassati, l'economia non riparte, ma tutta la liquidità dove è andata a finire??? Ci sono troppe notizie taroccate tempo qualche settimana e qualcosa succederà. Oggi non sta guadagnando nessuno è molto strano!!!!

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    1. però il prezzo del petrolio è ancora bello alto. Di solito vi è una buona correlazione tra petrolio e grano.

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    2. gino agricoltore pugliese3 luglio 2013 alle ore 11:44

      spero che il prezzo del petrolio sia un segnale di risveglio, e comunque è strano che il mais scende e il petrolio sale,con il mais a buon prezzo puoi fare il diesel senza acquistarlo dagli sceicchi . Cicago sembra risvegliarsi!!!!

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    3. se apri quel documento IGC vedrai che la prossima produzione di mais mondiale è molto elevata. La trasformazione in biocarburanti è legata a questioni politiche. Negli USA sembra abbiano deciso di puntare sul petrolio e si sono rimessi a pompare a più non posso...ricorrendo al fracking.
      http://www.lastampa.it/2013/05/29/economia/il-nuovo-petrolio-usa-spacca-il-fronte-opec-VVYD5HMidXBAmIhFdq1gcN/pagina.html

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  3. qui foggia........il prezzo cala di 10 cent...........
    lorenzo

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  4. 10 cent/quintale...non ci lasciamo impressionare per così poco

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  5. Il mercato è chiaramente in fase di attesa e di ulteriori notizie su raccolto nazionale (qualità mediocre? distinzione forte di prezzo tra il fino e le altre qualità, le voci saranno confermate?). Chissà se oggi Bologna quoterà...

    GP

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  6. Agricoltore Tarantino11 luglio 2013 alle ore 23:59

    Bologna ha quotato solo il fino...provenienza nord 280-284 E/t, provenienza centro 292-294 E/t!
    Leggendo quanto riportato nel listino...viene confermata la previsione sia in ordine alla riduzione delle superfici seminate che delle rese...con conseguente riduzione della produzione complessiva di un 10% rispetto a quella dello scorso anno.

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  7. Cosa succede adesso..qui a palermo i mulini comprano a 0.25 al kg....il prezzo non ne e sceso di niente dall inizio campagna...questo mi stranizza tanto. ..qui in sicilia tutti i commercianti nn hanno tanto grano a deposito....intanto il prezzo nn si muove..cosa succederà? ???

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    1. confermo, mi giungono addirittura notizie di commercianti che acquistano a 0.25 €/kg compreso IVA nel Palermitano. Il prezzo non è sceso, (mentre in altre provincie centro-orientali mi risulta di si).

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  8. Salve, visto il volgere a termine della raccolta nella mia regione (Marche) posso informarvi che la stagione si chiude con un crollo delle produzioni, da stime sulla mia azienda e sulle altre adiacenti posso tranquillamente confermare un calo delle produzioni di circa il 40% con rese attorno i 35 ql ha qualita' altalenante da fino a mercantile.Visto il disastro speriamo in quotazioni in aumento.

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  9. Sono davvero un disastro 35 ql per ha??

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  10. Qui in sicilia i 35 ql per ha nn li ha superato nessuno...quindi nn t lamentare perché t e finita bene

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  11. definire un disastro 35 q ad ettaro sembra esagerato anche a me. Ricordo (in passato) dalle mie parti produzioni da brivido a 5-6 q/ha (causa siccità) raccolte in perdita per non lasciare il grano in campo.

    un link sulle produzioni del ferrarese qui.
    http://www.telestense.it/agricoltura-produzione-di-grano-in-calo-0713.html

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    1. Non so di che parte delle marche è l'anonimo,ma ebbene sapere che piu a nord si và piu costa produrre 1qt di grano,in alcune zone si arriva fino a 20E il qt,cioè 700E ad ettaro come costo di produzione,capite bene che con 35qt di media è un disastro -

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  12. Sempre dalle Marche, le mie rese medie q.li/ha 22 p.s. 72. Ancora c’è moltissimo da fare all’interno. la quasi totalità, ma anche in tutto il centro nord della regione. Confermo i cali produttivi del 40/50% e oltre. Operazioni di trebbiatura fortemente rallentate da temporali molto estesi e anche grandine. Anche a causa delle semine effettuate a pezzi e bocconi, molto tardive, il grano è lontano dall'essere secco. Produzioni quindi destinate a non recuperare né quantitativamente che qualitativamente.

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  13. qui nell'agrigentino finita la trebbiatura,e incominciato a scendere anche il prezzo del frumento,cosa consigliate????? prendiamo i soldi ora o aspettiamo qualche aumento?????

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    1. Non ci sono segnali di movimenti di mercato al momento (ma sono oramai quasi due anni che il prezzo è molto stabile con oscillazioni di pochi cent/kg, e potrebbe continuare così).

      Sui mercati internazionali del duro il 21 Agosto usciranno le prime stime sui raccolti canadesi. Forse qualcosa si muoverà in quel periodo.

      Nell'incertezza la vecchia saggezza contadina prevede vendite frazionate.


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  14. secondo me bisogna aspettare verso fine mese...anche perche ad agosto i mulini vanno in ferie e quindi nn cè mercato. al limite se puoi aspettare giocatela una carta a settembre.cmq nn credo che il prezzo scenda sotto i 23 euro. un prezzo equo in base alla nostre spese produttive dovrebbe aggirarsi intorno ai 30 euro.io sono dalla sicilia esattamente della provincia di enna.

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  15. ancora 10cent in meno per il duro alla camera di commercio di foggia...qualcuno ha preso contatti con qualche commerciante?

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  16. grano tenero sempre più giù,cosa dobbiamo fare?

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    1. che dirti, noi seguiamo il duro, che è un mercato a parte (e di nicchia)...per il tenero (che seguiamo di riflesso) le prospettive non sono ottimistiche(credo di aver letto vari analisti, tutti concordi, che davano per scontato questo ribasso, già parecchi mesi fa) ...non è detto che il ribasso sia terminato...ma non è detto neanche che prosegua...
      In Francia, molti agricoltori si sono coperti con i future del Matif.

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    2. già,anche l'anno scorso ci fu un ribasso in questo periodo e poi da agosto schizzò in sù a causa della scarso raccolto in russia ed arrivò,almeno qui da me in basilicata,ai 27 euro ,in pratica quasi lo stesso prezzo del duro,spesso che quest'anno accada una cosa simile o che almeni ritorni ai 22-23 euro di inizio mieittura,x quanto riguard i future non saprei,quelli sul duro in italia hanno fatto flop visto il disinteresse sopratutto dei mulini a partire da barilla..

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    3. L'anno passato, di questi tempi, il prezzo dei cereali internazionali era in netta crescita, quest'anno in fase calante.

      http://durodisicilia.blogspot.fr/2012/07/cereali-ancora-sugli-scudi-ora-tocchera.html

      Molto difficile che il prezzo del tenero risalga, io credo, nei prossimi mesi.

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  17. Secondo me è difficile che il prezzo possa scendere sotto i 22 centesimi, quindi è ragionevole aspettare fino alla fine di settembre per vendere. Però, non mi aspetterei grossi scostamenti dalle quotazioni odierne, e certamente non oltre i 25 centesimi.
    (parlo di Sicilia, ovviamente)

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  18. il mio commerciante di "fiducia" mi ha detto che secondo lui il tenero nei prossimi mesi dovrebbe recuperare il ribasso di queste settimane mentre per il duro non ci sono spazi per una salita delle quotazioni almeno fino a dicembre visti i contratti già fatti di merce estera,voi cosa ne pensate?

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  19. Che non esistono commercianti di fiducia...

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  20. simpatica battuta...oltre al fatto che spesso brancolano nel buio anche loro...

    sulle prospettive di prezzo io credo che il prezzo non dipende tanto dai contratti di fornitura, quanto dalle aspettative. Se per caso i grandi compratori si dovessero accorgere di non avere Duro a sufficienza per il resto della campagna di commercializzazione, il prezzo potrebbe già salire nei prossimi mesi, anche se le forniture sono già assicurate sino a Dicembre. Una possibilità del genere è legata al raccolto Canadese ed in generale ai raccolti di fine estate. Penso che dopo Ferragosto, qualcosa potrebbe muoversi (ovviamente, se arrivassero notizie produttive negative).

    Sul tenero pesa la prospettiva di una super produzione mondiale di mais. Chicago ancora calante.

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  21. sarebbe interessante capire le motivazioni alla base del rialzo di ieri a milano. parliamo di un prezzo che è sui 305-310 €/t, in linea con la seconda parte della scorsa campagna...mah...

    GP

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  22. Buongiorno a tutti, vi invito a leggere l'articolo riportato nel link e ci terrei a conoscere le vostre valutazioni. Saluti dalla Puglia.


    http://www.informarexresistere.fr/2013/07/22/il-raccolto-cinese-va-ko-guai-in-vista-per-litalia-secondo-importatore-mondiale-di-grano/

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  23. Non credo a questi allarmismi,o per meglio dire ho una mia idea su questi allarmismi-se cosi fosse io mi frego le mani,poichè altro che guaio per l'italia,potrebbe essere una buona occasione per mettere nelle tasche degli agricoltori qualche euro,il quale sarà prontamente reinvestito,con benefici per tutti-

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  24. Articolo scritto da persone che non sanno niente di quello che stanno scrivendo.

    Mi sembra faccia un gran casino tra grano duro e grano tenero, mescolandoli assieme
    (l’Italia il secondo importatore mondiale di grano??? quale grano?)

    Per qualcosa di più vicino alla realtà consiglierei di leggere questo:
    http://www.agrimoney.com/news/china-wheat-output-dips-for-first-time-in-a-decade--6014.html

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  25. bene, buone notizie...salito anche il prezzo FOB francese di circa 0,5 €/Q negli ultimi giorni....mentre in Nord-America nessun segno di risveglio.

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  26. Per favore, una spiegazione.........
    L'Associazione granaria di Milano non quota il grano del sud.
    Analogamente la borsa merci di Bologna.
    La spiegazione dovrebbe essere che non sono stati stipulati e depositati contratti di compravendita di grano duro tra operatori del NORD e produttori del sud.
    E' mai possibile?

    CONSIDERAZIONI
    Il grano francesa viene quotato per le varie zone del territorio.
    I prodotti petroliferi delle Multinazionali vengono quotatigiornalmente nel Mondo.
    In Italia il grano duro trova quotazione a Milano e Bologna, solamente per il NORD ed Il CENTRO.

    Datemi una spiegazione.
    Ditemi a quale Autorità mi devo rivolgere per avere spiegazioni.

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    1. Giuste considerazioni...a mio avviso è un modo per mantenere oscuro (e quindi consentire manovre speculative locali) il mercato del Sud Italia (in Sicilia si raggiunge l'apice di questa strategia, qui quotazioni ufficiali regionali sospese dai primi di luglio).

      Penso che potresti scrivere alla Borsa Merci di Bologna, anche se non so quali risultati potresti sortire (se lo fai ti prego di inviarmi copia della missiva, in modo da poterla pubblicare).

      In teoria se ne potrebbe occupare qualche deputato della Repubblica, almeno con una interrogazione parlamentare, ma si tratta di questioni troppo serie per loro.

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  27. Trebbiatura alla fine anche da me. Confermo quanto anticipato nel precedente commento con ammanchi produttivi attorno al 50% rispetto l’anno scorso. Bruttissime notizie anche dalla vicina Umbria, quantomeno nel nord-est. Intendo segnalare in quest’annata orribile le buone performance del tenero e dell’orzo che hanno superato bene le intemperie dimostrando ottime resistenze alle malattie, specialmente con le nuove varietà. Così non è stato per il duro, dove a mio modestissimo avviso le nuove varietà si sono dimostrate addirittura più suscettibili.

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    1. ...credo che l'aumento (di 0,5 €/q) del duro di questi ultimi giorni, su al Nord Italia, sia dovuto alla presa di coscienza di questi pessimi risultati.

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  28. vi pongo un quesito che spesso dibatto coi miei amici e colleghi agricoltori:noi quasi sempre ci lamentiamo di qualcosa,tempo,produzione,prezzi,acquisto dei prodotti etc..,oggettivamente guardando i conti della mia azienda negli ultimi 3 anni e guardando il saldo del mio conto corrente non posso lamentarmi sopratutto facendo il confronto con gli anni dal 2003 al 2009 dove,ad esclusione del 2007 quando ho venduto il grano a circa 50 euro\q, ho venduto il grano duro,l'orzo e l'avena anche a 11-12 euro il quintale....magari se guardiamo le cose con un po più di oggettività ci rendiamo conto che negli ultimi anni, almeno x noi cerealicoltori, le cose non stanno andando poi tanto male...questa almeno è la mia considerazione,non so voi cosa ne pensate

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  29. gino agricoltore pugliese27 luglio 2013 alle ore 18:15

    Caro giovanni tu forse non hai buona memoria, negli anni 80 il grano si vendeva a 40 - 45 mila lire il quintale e lo stipendio medio di un operaio era di un milione e mezzo, Oggi dopo 30 anni il prezzo del grano è di poco superiore, ma il costo della vita si è triplicato!!!!

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  30. skansiski. carissimi, basterebbe confrontare l'indice dei prezzi al consumo delle famiglie pubblicato dall'istat con il prezzo di una singola materia prima (in questo caso il grano duro) per constatare che il duro é rimasto a palo..... di parecchio. Oppure ancora piu` semplicemente confrontare il prezzo del duro con quello della pasta negli ultimi sessant'anni.... direi che é quasi inversamente propozionale, esagerando un po`. Vogliamo confrontarlo con il petrolio, con il concime? Facciamo cosi`: ditemi Voi una cosa che é aumentata in maniera propozionale al duro...,che non sia un prodotto agricolo, ovviamente, io ancora non la trovo.

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  31. caro gino,io ricordo bene le 45mila lire degli anni 80 o le 300mila lire x mille litri di gasolio ed altro ancora...,ma quelli erano dei prezzi dettati da politiche economiche europee che ci tutelavano rispetto ai mercati mondiali e che adesso non ci sono più, il punto del mio ragionamento è un altro e cioè che rispetto ai primi anni duemila,negli ultimi 3 anni abbiamo dei prezzi di vendita del grano duro stabili e su livelli decenti,attenti che se dovessero rimettere i premi comunitari riaccoppiati come i mulini ed i sementieri stanno spingendo in questo periodo in cui si inizieranno a scrivere le norme applicative della nuova pac,potremmo ritrovarci di nuovo con produzioni elevate e prezzi molto più bassi degli attuali

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    1. credo anche io, che questo sia un periodo relativamente positivo per il nostro settore.

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  32. gino agricoltore pugliese30 luglio 2013 alle ore 18:28

    tutto sommato in tempo di crisi e di licenziamenti il nostro settore si difende ancora..... ma l'agricoltura è un settore che in periodi di vacche grasse non ha molti benefici e nei periodi di vacche magre resiste molto meglio di altri settori

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    1. sarà il periodo...ma io credo che le vacche grasse in Italia non torneranno tanto presto, per cui, appunto, dando una occhiata a quel che abbiamo intorno, non va malissimo per noi al momento.

      Aggiungerei anche che 30 anni fa, coltivare era più impegnativo per varie ragioni. Per cui credo sia normale che a parità di superficie, oggi il margine economico, sia diminuito.
      Coltivare 10 ettari di seminativo, oggi è una passeggiata, 30 anni fa molto meno, per come la vedo io. Normale che i redditi per superficie diminuiscano. La reazione (opportuna) dell'agricoltore è stata di aumentare la propria base aziendale (almeno a leggere le statistiche).

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  33. già,io penso che l'aumento della superficie media aziendale sia un fattore ineludibile,il mio rammmarico è che in italia non ci sono più strumenti che aiutino noi giovani agricoltori ad acquistare terreni a prezzi equi,la situazione è bloccata e chi ha tanti soldi provenienti da altre attività continua ad acquistare terreni aumentandone i prezzi ,mentre noi coltivatori diretti non riusciamo a farlo ,ci dovrebbero prendere delle iniziative al riguardo ma su questi temi le organizzaioni agricole sono inconcludenti

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    1. ma il prestito trentennale Ismea, per gli under 40, non lo finanziano più?

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