Nuova manovra economica del Governo. Una manovra che assomiglia tanto a quelle di un Paese in Guerra, e che non lascia indifferente il Mondo Agricolo, purtroppo.
Tipico dei Paesi in Guerra è infatti la limitazione della illuminazione notturna negli spazi pubblici (il cosiddetto coprifuoco), che è stata ribattezzata operazione "Cieli Bui" «per finalità di contenimento della spesa pubblica, di risparmio di risorse energetiche, nonché di razionalizzazione ed ammodernamento delle fonti di illuminazione in ambienti pubblici», si legge nella bozza del provvedimento.
Un altro aspetto che ricorda provvedimenti da economia di guerra potrebbe essere la nuova tassa sulle transazioni finanziare (Tobin Tax) che risparmierebbe soltanto i titoli di Stato.
Mentre per il Mondo Agricolo l'aspetto più pernicioso è rappresentato dall'aumento dell'IVA cosiddetta "agevolata". Dal prossimo Luglio si passerà infatti da una aliquota del 10% ad una dell'11%. Mentre quella ordinaria lieviterà al 22% dal 21 %. Va riconosciuto che rispetto all'ipotesi iniziale di aumento di 2 punti percentuali per entrambe le aliquote, questo è un passo in avanti. Tuttavia per le aziende agricole che godono del regime IVA speciale, che si avvalgono del calcolo forfettario piuttosto che analitico, o per quelle semplificate al di sotto del volume di affari (mi sembra di 7000€) ciò sembrerebbe tradursi in una tassa occulta non deducibile, soprattutto se i prodotti agricoli venduti dall'azienda rientrano tra quelli con IVA al 4%, come nel caso del grano.
In ogni caso con l'aliquota IVA intermedia ed ordinaria maggiorata di 1 punto percentuale, aspettatevi un conseguente aumento di gasolio agricolo (IVA si calcola anche sulle accise peraltro!!!), concimi, fitofarmaci, servizi, oltre naturalmente ad un aumento di tutti i beni di consumo.
Indirettamente ciò su larga scala si tradurrà in un ulteriore contrazione dei consumi, alimentando una spirale deflattiva per il produttore, ma inflattiva per il consumatore. Ovvero i prezzi alla fonte diminuiranno, ma quelli al consumo, in seguito all'aumento del prelievo fiscale, saliranno.
L'aliquota intermedia interessa tanti prodotti del settore alimentare quali: carne, latticini, ortaggi , miele, uva da vino, cereali minori, piante officinali, zucchero etc.
In tutto ciò la buona notizia è la riduzione dei primi due scaglioni di aliquote IRPEF, dal 23 al 22% e dal 27 al 26 %, accompagnate però da una riduzione, ancora poco chiara, delle detrazioni e deduzioni (che coinvolgono anche quelle per familiari a carico).
Inoltre torna sotto la gestione di Equitalia la riscossione delle multe per lo sforamento delle quote latte. E ciò prefigura che dovranno pagare le sanzioni anche gli agricoltori protetti sinora dalla Lega Nord.
Tutta la manovra comprensiva di molte voci dovrebbe consentire un incasso ulteriore per il Governo di circa 10 miliardi, mentre il prelievo fiscale dovrebbe rimanere invariato spostandosi dai redditi verso i consumi (almeno a leggere le note governative).
gira che ti rigira......le solite teste di c.....zo
RispondiEliminaLa situazione si fa veramente pesante. Non so come si fa a parlare di uscita dal tunnel della crisi. Per chi è in regime forfettario sarà una vera mazzata. Forse è il caso di farsi un pò di conti e cambiare regime.
RispondiEliminaCondivido, in linea generale converrà ancor di più il regime analitico anche se ciò richiede più adempimenti e costi di gestione. Nel mio caso conveniva già prima.
EliminaMi sorprende che nessun sindacato agricolo si sia accorto di questa ennesima e specifica polpetta avvelenata del Governo.
Un aumento secco dell'1% sui costi di produzione, che in molti casi non sarà recuperato.
Skandiski
RispondiEliminaLa notizia è di quelle che faranno ulteriormente arrabbiare coloro che si sentono tartassati dal governo. La Corte Costituzionale ha detto no ai tagli previsti dal decreto legge sulla manovra economica 2011-2012 per i dipendenti pubblici con stipendi superiori ai 90 mila euro lordi (-5% per la parte eccedente questo importo) e 150 mila euro (-10%).
Magistrati: niente tagli - Anche i tagli sulla retribuzione dei magistrati previsti dal decreto legge sulla manovra economica 2011-2012 sono incostituzionali. Lo ha stabilito sempre la Corte Costituzionale, con decisione depositata oggi. In particolare, la Corte ha stabilito l'illegittimità del decreto nella parte in cui dispone che ai magistrati non vengano erogati gli acconti 2011, 2012 e 2013 e il conguaglio del triennio 2010-2012 e nella parte in cui dispone tagli all'indennità speciale negli anni 2011 (15%), 2012 (25%) e 2013 (32%).
La decisione dei magistrati sui tagli ai dipendenti pubblici - Il decreto legge n. 78 del 2010, convertito in legge, che detta "Misure urgenti in materia di stabilizzazione finanziaria e di competitività economica", stabilisce - nella parte censurata dalla Consulta - che "in considerazione della eccezionalità della situazione economica internazionale e tenuto conto delle esigenze prioritarie di raggiungimento degli obiettivi di finanza pubblica concordati in sede europea, a decorrere dal 1 gennaio 2011 e sino al 31 dicembre 2013 i trattamenti economici complessivi dei singoli dipendenti" delle amministrazioni pubbliche "superiori a 90.000 euro lordi annui sono ridotti del 5 per cento per la parte eccedente il predetto importo fino a 150.000 euro, nonché del 10 per cento per la parte eccedente 150.000 euro". Secondo la Consulta questa parte della norma è incostituzionale perché, come hanno sostenuto i vari Tar che hanno investito della questione la Corte, non consiste in una mera riduzione del trattamento economico, ma introduce un vero e proprio prelievo tributario a carico dei soli dipendenti pubblici. Qui non si è in presenza, infatti, semplicemente di una "modificazione (peraltro unilaterale) del contenuto del rapporto di lavoro", affermano i supremi giudici, ma sicuramente di un tributo, cioé di "un prelievo a carico del dipendente pubblico", stabilito "in via autoritativa", il cui ricavato è destinato al bilancio dello Stato, con l'obiettivo finale di raggiungere "la diminuzione del debito pubblico".
La conclusione della Consulta - La Corte costituzionale conclude, dunque, che "la normativa non può considerarsi una riduzione delle retribuzioni, come sostiene l'Avvocatura dello Stato", ma è "un'imposta speciale prevista nei confronti dei soli pubblici dipendenti". E questo "viola il principio della parità di prelievo a parità di presupposto d'imposta", poiché "il prelievo è ingiustificatamente limitato ai soli dipendenti pubblici". A questo riguardo la Consulta nota anche che il risultato sul bilancio "avrebbe potuto essere ben diverso e più favorevole per lo Stato laddove il legislatore avesse rispettato i principi di eguaglianza dei cittadini e di solidarietà economica, anche modulando diversamente un 'universale' intervento impositivo. L'eccezionalità della situazione economica che lo Stato deve affrontare è, infatti - scrivono i giudici - suscettibile senza dubbio di consentire al legislatore anche il ricorso a strumenti eccezionali... Tuttavia, è compito dello Stato garantire, anche in queste condizioni, il rispetto dei principi fondamentali dell'ordinamento costituzionale, il quale, certo, non è indifferente alla realtà economica e finanziaria, ma con altrettanta certezza non può consentire deroghe al principio di uguaglianza". In conclusione, sentenzia la Consulta, "il tributo imposto determina un irragionevole effetto discriminatorio".
Stanno scherzando col fuoco....., è un periodo durissimo e la gente sta perdendo la pazienza, il 2013 si preannuncia peggio del 2012, non mi meraviglierei che prima o poi inizi una stagione gravi disordini sociali anche con il ricorso alla violenza.
RispondiEliminaTanto non succede nessuna rivoluzione o disordine sociale perchè siamo una massa di pecoroni chi dovrebbe incavolarsi di più sono i giovani senza futuro ma la maggior parte sono dei mammoccioni e pensano solo ad ipad internet, divertimenti ecc.ecc. , per non parlare dei sindacati agricoli ma vi rendete conto che ormai non sono più rappresentativi del mondo agricolo ma rappresentano solo se stessi, vanno in cerca di poltrone e di soldi da spillare a noi agricoltori da quel poco che ci resta della PAC....riflettete gente riflettete......
RispondiEliminadifficile darti torto...
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