Dopo alcuni mesi di effervescente dinamismo del mercato dei cereali, nelle ultime settimane la situazione sembra essersi stabilizzata, anche se in un contesto di lieve debolezza.
Debolezza si, perché sebbene negli ultimi tempi siano stati pubblicati vari report, riportanti una situazione aggravata delle rese e delle scorte di molti cereali negli USA e nel Mondo, le quotazioni di Chicago, dopo qualche sussulto immediatamente successivo all'uscita di queste stime, non hanno subito alcun rialzo significativo e permanente. Sostanzialmente i prezzi si aggirano poco sopra 8,5 e 7,5 $/bu rispettivamente per il wheat e per il corn, ormai da un mese circa.
Come mai dunque seppur in presenza di disponibilità sempre più sottili di cereali, le quotazioni non crescono (come è invece accaduto nei mesi precedenti) ?
Semplicemente perché il mercato fisico sembra essersi ingolfato. Le esportazioni USA settimanali, uno degli indicatori più affidabili degli scambi mondiali, hanno infatti fatto registrare dati, definiti dagli analisti, "imbarazzanti".
Le esportazioni di mais USA, ad esempio, hanno raggiunto nell'ultima settimana rilevata, appena 4.200 t, quando in condizioni normali si possono registrare livelli anche 100 volte più elevati.
Gli investitori dunque rimangono prudenti al momento, di fronte a questa situazione. Anche se intanto Goldman non demorde, e conferma previsioni di ulteriori tagli nelle scorte mondiali, soprattutto di grano, sulla scorta di raccolti deficitari nell'Emisfero Sud (si parla di -35% esportazioni di grano dall'Australia). Pronosticando così un aumento delle quotazioni dei cereali, e soprattutto del wheat, nei prossimi tre mesi.
Focalizzando sul duro, rilevo che le esportazioni di grano duro Usa non sono brillanti, seppur in aumento rispetto all'anno passato, caratterizzato tuttavia come sappiamo da una produzione nazionale statunitense molto esigua.
La prima settimana di Ottobre ha fatto tuttavia registrare addirittura delle cancellazioni di ordini pregressi per circa 100.000 bushel.
Le quotazioni del durum wheat si mantengono intorno ai 7.9 $/bu, senza sussulti, sui mercati fisici.
In Canada, il valore dei future del duro è sceso di qualcosa negli ultimi giorni, a 312,40 $CAN/t consegna Dicembre, probabilmente a causa delle ultime stime al rialzo sulle produzioni canadesi.
Durum production was estimated at 4,398,000 tonnes, up 3% from August and up 5% from 4,172,000 tonnes last year.(Commodity News Service Canada)Qui il dettaglio per singolo Stato.
In Francia quotazioni del blé dur stabili intorno ai 30 €/q franco arrivo nelle principali piazze.
France Agrimer ha pubblicato un completo rapporto sul mercato dei cereali, molto interessante qui. Se notate la produzione di duro 2012 (campagna di commercializzazione 2012-2013) sia nella UE che in Francia è in aumento rispetto all'anno passato. Importazioni europee in calo, esportazioni in lieve aumento.
Ottima pubblicazione di FranceAgrimer, l'ente pubblico francese, che si occupa di monitorare i mercati agricoli (oltre ad assolvere altre funzioni), riesce anche a fornire agli operatori rilevazioni giornaliere pubbliche dei prezzi agricoli, a cui peraltro anche io faccio riferimento.
In Italia siamo molto lontani per la qualità del servizio offerto, così l'Ismea sta provando ad imparare qualcosa, siglando una intesa con i transalpini. Speriamo che possa dare buoni frutti.
Intanto in Italia le rilevazioni settimanali del grano duro nei mercati locali appaiono al momento stabili, un pò dovunque.
Ed il futuro cosa ci riserva?
Signori, parliamoci chiaro, ma per quale motivo dovrebbe aumentare il prezzo del grano duro, vista la concretizzazione di buone produzioni italiane e di buone o ottime produzioni dei principali paesi esportatori (Canada, USA, Francia)?
Signori, parliamoci chiaro, ma per quale motivo dovrebbe aumentare il prezzo del grano duro, vista la concretizzazione di buone produzioni italiane e di buone o ottime produzioni dei principali paesi esportatori (Canada, USA, Francia)?
Per quanto mi riguarda, la possibilità che aumenti il prezzo del duro, da ora a Dicembre, in Italia, è quindi ragionevolmente molto risicata. A meno che il mercato dei cereali di Chicago non faccia davvero il botto, come non pochi analisti internazionali sostengono, e vi sia una impennata ulteriore e generale di tutti i cereali.
In condizioni normali, non ci sono motivi fondati per cui il prezzo del duro possa aumentare nei prossimi tre mesi, almeno sinché non cominceranno ad uscire i primi dati sulle prossime semine.
Facendo una media a spanne delle ipotesi meno improbabili dunque il mio voto al sondaggio sulla previsione del prezzo del duro al 15 dicembre è: "in calo", ovvero, salvo imprevisti, mi aspetto un mercato cedente da 1 a 3 €/q rispetto ad oggi, più o meno in linea con quanto verificatosi l'anno passato (nel grafico sotto, duro buono mercantile quotato a Roma).
In ogni caso vi consiglio sempre di seguire Chicago, per seguire ed anticipare le tendenze. Per quest'anno ci si muoverà ancora a rimorchio dei mercati internazionali.
LA QUOTAZIONE DEL GRANO DURO IN ITALIA AL 15 DICEMBRE 2012, RISPETTO ALL'ATTUALE, SARÀ:
30 (24%)
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29 (23%)
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41 (32%)
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17 (13%)
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8 (6%)
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Voti fino a ora: 125
Sondaggio chiuso
Sondaggio chiuso
RISPETTO ALL'ANNO PASSATO, QUANTO GRANO DURO SEMINEREMO?
8 (8%)
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15 (16%)
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50 (56%)
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12 (13%)
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4 (4%)
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P.S.: lancio un nuovo sondaggio sulla situazione delle scorte aziendale. Il tuo ultimo raccolto di grano duro è stato già venduto?
Tutto o quasi
circa 1/3
circa 1/2
circa 2/3
Ancora a vendere
Io credo che i prezzi resteranno stabili ancora per poco perchè prima o poi i candesi inizieranno a monetizzare la loro produzzione e non sò cosa accadrà. La qualità delle nostre produzioni in questa annata è stata ottima in media, quindi i mulini posso tranquillamente usare il grano duro nazionale in percentuali più alte rispetto ad altre annate, questo potrebbe essere un nostro punto a favore ma anche avere un effetto contrario sulle quotazioni del candese che per vendere il loro prodotto abbassano i prezzi!!! vedremo!! buona semina a tutti.
RispondiEliminavedo che c'è meno interesse fra gli utilizzatori del blog per ciò che riguarda il mercato, forse ci siamo stancati di sperare, o abbiamo venduto, e comunque forse è meglio che continuiamo a fare gli agricoltori e cerchiamo di produrre di più senza far lievitare troppo i costi. Quest'anno la vedo dura: il gasolio è alle stelle, il seme è caro, i concimi sono proibitivi....
RispondiEliminaOttimo report: grazie per il lavoro che svolgi. Comunque, personalmente, nonostante l'attuale stabilità e la precedente leggera flessione aspetterò ancora. Non vedo elementi che possano determinare una discesa dei prezzi a breve, anzi le indicazioni potrebbero invece influire positivamente. Comunque Bari ieri era invariata, vediamo domani Foggia, ma sopratutto Bologna giovedì se segnala qualche inversione di tendenza anche lieve.
RispondiEliminaFoggia oggi è tutto invariato
EliminaVero, al momento mercato stabile, non ci sono elementi che presuppongo discese nel breve. Il mio è un semplice pronostico.
EliminaSkandiski
EliminaSolo Milano ha segnato un piccolo aumento:
+0,10 cent/ql....mah!
Contribuisco per l'aggiornameto dei prezzi - Grano duro fino p.s.80 Kg/hl e oltre - bianc.fino al 25% - imp.1+1% f.co partenza magazzino - s. iva -a tonn/€ 272,00 - 275,00 Mercato di Macerata. Da qui i CAP tolgono 1 euro. Non andiamo bene.
RispondiEliminaSkandiski
RispondiEliminaDall'informatore:
MERCATO ITALIANO - Grano Duro
Sul mercato è stata notata una certa resistenza a vendere e quindi apparentemente il mercato poteva sembrare un po’ più rafforzato, ma in realtà i prezzi si spostano di poco lasciando le quotazioni invariate.
In effetti tutti i listini (Milano, Bologna e Foggia) sono rimasti fermi. La merce estera è offerta nei porti e magazzini Pugliesi attorno a 320-325 euro/t franco partenza e quindi molto al di sopra del valore del nazionale (circa 290-300 euro/t) per cui il mercato non ha subito variazioni. Bene o male la domanda viene coperta e pertanto non si segnalano situazioni di «stress».
I mercati esteri non danno segni né al ribasso né al rialzo e il mercato continua a procedere invariato.
MERCATO ESTERO - Grano Duro
Il report Usda dell’11 ottobre ha influenzato poco il mercato del grano duro, riducendo infatti la produzione a 2.231.000 t (rispetto a 2.340.000 dell’Usda di settembre).
Ha mantenuto invariate le esportazioni a 680.0000 t e ha ridotto gli stock di fine campagna a 1.061.000 t (contro 1.197.000 ). Nel contesto delle produzioni internazionali (che si aggirano attorno ai 36-37 milioni di tonnellate) e delle esportazioni internazionali (che si aggirano attorno a 7-8 milioni di tonnellate) è comunque chiaro che le cifre dell’Usda non possono determinare alcuna variazione di mercato. Pertanto le quotazioni internazionali continuano ad essere invariate.
Il mercato del grano duro in Francia ha continuato ad essere quotato ? come le settimane precedenti ? a 300 euro/t (arrivo Port La Nouvelle – merce pronta/base luglio).
I certificati di esportazione richiesti nell’Ue dall’8 al 12 ottobre sono stati 271.170 contro 299.901 t. Le esportazioni sono pertanto circa il 10% in meno della scorsa campagna.
Se il tempo continua così sulla costa ionica della Calabria non seminerà nessuno,nel crotonese non c'è stata una pioggia di oltre 10 mm dal mese di maggio e nessuno dice niente . Speriamo che succede qualcosa entro la fine del mese altrimenti saranno quai seri.
RispondiEliminaAnche nel foggiano la situazione idrica non è delle migliori, da maggio ad agosto non si era vista una goccia d'acqua e poi a settembre è venuta un po' di pioggia, ma le scorte idriche dei terreni sono di gran lunga sotto la norma. Se non pioverà abbondantemente, sarà dura.
EliminaSi attende fiduciosi l'intervento di giove pluvio.
Giù le importazioni di cereali in Italia
RispondiEliminaCereali: import -14,2%, export -12%
I dati Anacer si riferiscono ai primi sette mesi del 2012 a fronte dei dati dello stesso periodo dello scorso anno
Anacer. Il saldo valutario netto è pari a -889,2 milioni di euro
Import ed export dei cereali in diminuzione. Le importazioni in Italia nel settore dei cereali, semi oleosi e farine proteiche nei primi sette mesi del 2012 sono diminuite del 14,2% rispetto al 2011 (-1,4 milioni di tonnellate).
Sono risultati in diminuzione gli arrivi dall’estero dei cereali in granella, in particolare il granturco (-571.000 t), l’orzo (-235.000 t), il grano duro (-322.000 t) ed il grano tenero (-211.000 t). Tra gli altri prodotti in esame si registra l’aumento delle importazioni dei prodotti trasformati/sostitutivi (+34.000 t) e dei mangimi a base di cereali (+4.000 t). Le importazioni di riso (risone, riso semigreggio, riso semilavorato e lavorato a fondo e rotture di riso) risultano diminuire di 12.500 tonnellate rispetto al 2011.
Nel settore dei proteici diminuiscono le importazioni di farine proteiche vegetali (-3,9%) e aumenta invece quelle dei semi e frutti oleosi (+1,5%).
Le esportazioni dall’Italia dei prodotti del settore cerealicolo nei primi sette mesi del 2012 sono diminuite di circa 300.000 tonnellate rispetto allo stesso periodo del 2011 (-12,0%).
La riduzione è dovuta in particolare alle esportazioni dei cereali in granella (-304.000 t, di cui -231.000 t di grano duro e -48.000 t di mais) e in misura minore ai prodotti trasformati (-11.000 t) e alla semola di grano duro (-3.200 t). Risultano invece aumentare le vendite all’estero di pasta alimentare (+8.300 t), della farina di grano tenero (+6.800 t) e dei mangimi a base di cereali (+6.500 t). Per quanto riguarda il riso considerato complessivamente tra riso lavorato a fondo, semilavorato, semigreggio e risone, le esportazioni si confermano a circa 450.000 tonnellate (-0,6%).
I movimenti valutari relativi all’import/export del settore cerealicolo hanno comportato nei primi sette mesi del 2012 un esborso di valuta pari a 2568,1 milioni di euro (2962,9 nel 2011) e introiti per 1678,9 milioni di euro (1698,2 nel 2011). Pertanto il saldo valutario netto è pari a -889,2 milioni di euro, contro -1264,7 milioni di euro nel 2011.
Fonte: Anacer - Associazione nazionale cerealisti
si sta muovendo qualcosa di grosso.
RispondiEliminaSembrerebbe a causa del blocco delle esportazioni ucraine.
il wheat di Chicago come vedete è arrivato a 8,8 circa.
Anche il duro guadagna qualcosa nei mercati internazionali.
Entro lunedì pubblicherò un post sull'argomento.
Grano duro, pubblica qualcosa di esplosivo :-)....non ho venduto ancora niente.
RispondiEliminaSei uno che ama il rischio....
Eliminaeh,eh...simpatico il tuo commento.
RispondiEliminaNo, esplosivo no...a meno che non vuoi essere preso in giro.
Tuttavia certamente ci sono alcuni spunti positivi, anche sul duro. Attendo ancora qualche altro dato, per capire effettivamente quanto lo siano.