Premetto: gli agronomi non stanno in cima alla scala delle professionalità che più stimo, anzi temo che il 90 % di loro, il più delle volte sia letteralmente deleterio per il settore agricolo, per varie ragioni. Tuttavia in quel 10 % che rimane, trovo delle personalità davvero in gamba (spesso sono agronomi-agricoltori, naturalmente). Corrado Vigo, senza dubbio è uno di questi.
Noi, agricoltori siciliani 2.0 (e non solo), lo conosciamo come blogger attivissimo ed instancabile (oltre che decano), ed agrumicoltore catanese appassionato, tuttavia nei ritagli di tempo (anche se sospetto che la sua giornata duri almeno 48 ore) svolge la professione di Agronomo, e con successo.
Ora parrebbe, dal comunicato stampa qui sotto, che abbia deciso di candidarsi per il Consiglio dell'Ordine degli Agronomi di Catania (pazzo è!?):
Voi forse non lo sapete, ma il Consiglio dell'Ordine degli Agronomi (un entità nella quale si raggruppano spesso i peggiori tra gli agronomi), ha un solo concetto dell'agricoltore: l'agricoltore è un pollo da spennare. O almeno questa è la mia spassionata opinione.
Vi potrei riportare vari casi concreti di questo atteggiamento, di cui sono stato più volte testimone. Ma in questo post preferisco soffermarmi su una vicenda che vede protagonista Corrado Vigo, e nella quale lui si è distinto per una battaglia al di sopra degli interessi della categoria degli agronomi ed in favore dell'agricoltura siciliana tutta.
I fatti, succintamente, sono questi: nel 2009, con decorrenza 1° gennaio 2010, anche in Sicilia, sulla base di un regolamento CE, si decise di richiedere la DIA (Dichiarazione Inizio Attività) alle imprese agricole, anche se già operanti da decenni (non so nel resto d'Italia come è andata, noi siamo a Statuto Speciale per tutte le "fisserie"). Un documento del tutto inutile e superfluo.
Naturalmente come sappiamo in questi casi, tutti ci devono guadagnare, a spese del produttore ovviamente. Morale, la DIA da presentare per ogni azienda agricola, era diventata un malloppone di svariati documenti in 6 copie. L'Ordine degli Agronomi, spingeva con i politici locali (contigui), per l'introduzione di una DIA complessa nella quale fossero necessari timbri, visti e relazione dell'Agronomo di turno, ovviamente per mero scopo di lucro corporativo.
Ebbene in questo contesto, Corrado Vigo, agronomo, lanciò una campagna blog martellante per la DIA semplificata, contro gli interessi della propria categoria professionale, ed in favore della semplificazione burocratica a carico delle aziende agricole. Alla fine incredibilmente vinse la battaglia, e noi agricoltori siculi potemmo risolvere la vicenda DIA con una semplice autodichiarazione generica inviata al Comune di competenza, senza aggravio di costi.
Mi piace linkarvi il suo post del 1° Dicembre 2009:
Come più volte preannunciato la DIA è stata del tutto semplificata, almeno per le imprese di produzione primaria, ovvero per i produttori agricoli. Alcuni colleghi per questa battaglia mi odiano, ma fa niente. C'è una sola e semplice riflessione: gli agricoltori, che sono quelli che professionalmente ci fanno "campare", sono senza soldi. Andare a fare un lavoro immenso, come quello che la DIA prima richiedeva e non averlo pagato, o peggio litigare con i propri clienti ... non era certo da auspicare. Oggi con "due righe" facciamo la DIA, ma è anche logico, considerato che fra AGEA, Camera di Commercio, IPA, FISCO, ecc., si sa tutto di ogni impresa. Lo ripeto e lo sottolineo: le occasioni di lavoro non sono queste, ovvero quelle (inutili) una tantum. Le occasioni di lavoro sono quelle che si ripetono nel tempo. Unica cosa che mi dispiace è che questi "alcuni colleghi" non hanno nemmeno sentito il bisogno di dirmi in faccia che mi odiano per la DIA (e che motivo per odiare....), ma lo dicono di dietro. Pazienza 2! Ci sono abituato.
Questo è Corrado Vigo.
Se siete Agronomi, e credete che l'agricoltore non sia un pollo da spennare, ma invece una professionalità con la quale collaborare ed integrare le proprie competenze per la crescita di tutto il settore agricolo, non potete che appoggiarlo alle prossime elezioni dell'Ordine.
Se preferite continuare a prendere in giro gli agricoltori, campare alla giornata, e rappresentare un ceto parassitario per i produttori, probabilmente non è il vostro candidato.
Si vota il 21 Settembre, vedremo se ogni tanto cambia qualcosa, addirittura fra gli agronomi.
P.S.: qualcuno dice che io sia anche un agronomo...non lo ricordo con certezza, ma certamente, se così è stato, non ne sono andato orgoglioso...almeno sinora.
Esco fuori tema risp alla candidatura di Vigo, oggetto del post (candidatura che cmq caldeggerò ai professionisti agronomi di mia conoscenza), dicendo (e in questo chiedo ai lettori eventuali riscontri) che risp alla DIA, oggi la situaz parrebbe peggiorata: resta il malloppo in 6 copie (SCIA+SCIA SANITARIA+Relaz tecniche+Planimetrie+dichiaraz varie).
RispondiEliminaSapete quanto costa in soldoni l'inizio attività per la produz primaria senza il requisito professionale?
Grazie Toni.
Eliminano, evidentemente è cambiato molto da quando ho iniziato io. Ma scusa quale ente richiede un requisito professionale per intraprendere una attività imprenditoriale agricola?
RispondiEliminaQualche anno fa, bastava apertura partiva IVA, iscrizione alla Camera di Commercio, poi subentrò la Dia, ma semplificata...per quel che so.
Su questo modello qui:
http://contessioto.blogspot.it/2009/12/chi-da-quaranta-anni-fa-il-produttore.html
Aggiornaci...
Oggi non si parla più di DIA ma di SCIA (Segnalazione Certificata di Inizio Attività), da presentare in 3 copie al SUAP del Comune di riferimento. Va inoltre allegata la DIA sanitaria, in 5 copie (è un malloppo di 18 pagine. Vanno inoltre allegate 5 planimetrie, un atto notorio, 5 copie della relazione tecnica a cura di un professionista, 2 versamenti da 12 euro cad.
RispondiEliminaNon è che ci siamo proprio semplificati la vita...
Dalla DIA semplificata alla SCIA complicata...
vedi un pò come semplificano la vita...tuttavia se ho capito bene leggendo in giro mi sembra che sia necessaria soltanto nel caso in cui si effettui vendita diretta al dettaglio.
RispondiEliminaPer cui almeno i granicoltori, in linea di massima, ne possono fare a meno.