martedì 24 settembre 2013

Un bel respiro...si va giù!


Stasera si rifiata, scrivo qualcosa... è  la prima chiusura invariata del mercato FOB francese del grano duro dal 17 settembre. Complessivamente nella settimana si è andato giù di 2,3 €/q. Anche il Nord America sembra essersi calmato, già da giorni, intorno ai 6,7 $/bu. A questo punto cent più, cent meno questo calo toccherà anche a noi (i mercati internazionali sono allineatissimi al momento). E già in parte è stato rilevato la scorsa settimana nei listini locali.




Quotazione di giorno 16 settembre a 269,86 €/t


Quotazione di giorno 24 settembre a 246,86 €/t





Penso sia chiaro cosa è successo. Rileggettevi i post del mercato del duro partendo da questo del 21/08/2013 se volete una cronaca più puntuale.
Rispetto a quei primi giorni oggi addirittura si vocifera che la produzione Canadese sia ai massimi di sempre, a circa 6 milioni di tonnellate di Duro!!! L'anno scorso a 4.6 mt per darvi una idea.

Esultante  Neil Townsend, il direttore ricerca di mercato del CWB:
This is a level that we haven’t seen before. I mean it’s exceptional. We had pretty good weather, but the technology is also there to give people more yield, right. And you know we’re seeing that if the weather co-operates, the ability of the plant nowadays is to just give yields that you didn’t get before.

La notizia è rimbalzata in lungo ed in largo, anche tra i mercanti del Mar Nero. Tutti quanti gli esportatori contemporaneamente hanno deciso di svuotare i propri sili, sia per far posto al nuovo raccolto, sia nella speranza di anticipare il mercato.
Così al porto di Bari, nell'ultima settimana, sembra vi sia stato un via vai impressionate di prodotto estero proveniente da tutte le direzioni.
Il prezzo ovviamente è andato giù, tanto più che la domanda italiana di pasta (vedi indagine Ismea qui), ed a cascata di grano duro, langue.




Cosa succederà a questo punto, (fatto salvo il calo complessivo di circa 2-2,5 €/q che do per scontato e che ancora in parte va registrato nei nostri listini)?
Direi che da qui a Dicembre le possibilità che vi sia una ripresa delle quotazioni è davvero flebile (un rimbalzino tecnico al massimo, nel caso che qualcuno si sia fatto prendere la mano con le stime). L'unica possibilità (onesta) sarebbe legata ai mercati del grano dell'emisfero meridionale, dove la raccolta si effettua all'inizio del nostro Inverno. Se qualcosa andasse storto dalle loro parti vi potrebbe essere una ripresa del wheat. Ma è tutto da verificare.
In ogni caso il Duro proviene prevalentemente dall'emisfero Nord e le disponibilità in gioco sono ormai definite (più o meno), e sembrano ben al di sopra del consumo. Ancora peggio, considerare che il surplus produttivo è nelle mani di un Paese, il Canada, la cui unica vocazione è l'esportazione (loro il grano duro sostanzialmente non lo consumano). 
Probabilisticamente dunque il mercato potrebbe ristabilizzarsi sul nuovo livello raggiunto.

A questo punto però, va considerata anche l'ipotesi catastrofica (crollo deciso oltre i 3 €/q), ovvero il mercato dei wheat internazionale continua ad andare giù, sugli attuali livelli del mais per intenderci, e le nostre quotazioni del Duro sprofondano sotto i 20 €/q. Direi che non è una ipotesi da scartare, a priori. La produzione mondiale di cereali è su livelli elevatissimi. 
Per questa evenienza, comunque puntate gli occhi sulle quotazioni del wheat di Chicago. Se rompe i 6 $/bu, quota alla quale non scende da anni, vi consiglio di fare qualche telefonata al primo commerciante nei dintorni.

Dalle mie parti la maggior parte degli agricoltori che ha ancora grano in deposito, non vende, convinta che il prezzo aumenterà (quasi nessuno segue i listini, né tanto meno i mercati). In Sicilia abbiamo avuto un raccolto modesto, così è difficile credere che il prezzo possa raggiungere valori infimi, eppure è molto probabile che accada. Chiamatela globalizzazione dei mercati, se volete..













28 commenti:

  1. gino agricoltore pugliese24 settembre 2013 alle ore 20:34

    aspettiamo i dati ufficiali delle produzioni del pianeta, io mi continuo a chiedere visto i consumi visto la produzione ma quanto è la rimanenza sommata a quella dello scorso anno? Leggevo dei dati su terra e vita che indicavano le rimanenzi in diminuzione se questo dato risultasse vero e la prossima campagna non fosse generosa il prossimo anno il grano potrebbe prendere il volo. Io ho venduto tutto ma per chi non ancora venduto non sarei così spaventato perche sotto l'albero di natale potrebbe esserci qualche sorpresa

    RispondiElimina
    Risposte
    1. l'analisi di Terra e Vita del 6 settembre sul grano duro diceva:
      "si percepisce una volontà di stabilizzare i mercati". E si è visto.
      Il dilemma è: non hanno idea di ciò che scrivono oppure fanno il gioco del loro editore (la Confindustria)?

      http://www.agricoltura24.com/cereali-prezzi-nazionali-e-mondiali-a-confronto-dal-30-agosto/0,1254,27_ART_7516,00.html


      Elimina
    2. vedrai l'aumento del grano da fine dicembre troppo grano sul mercato italiano troppo grano gia' venduto

      Elimina
    3. le mie previsioni si fermano a Dicembre 2013. Successivamente credo che l'andamento sarà influenzato anche da quanta superficie a grano sarà stata seminata.
      Per il resto, non ho dati, sul grano già venduto sul mercato italiano, potrebbe ancora essercene tanto da vendere....oppure no. L'unico dato certo è che da fuori ne arriverà tanto.

      Elimina
  2. gino agricoltore pugliese25 settembre 2013 alle ore 09:42

    il grano tenero in america lentamente continua a salire i futures di dicembre si stanno allineando al prezzo del duro americano. In un solo giorno l'Argentina ha avuto una gelata e ai cinesi è aumentato il loro appetito di frumento!!!!!!!

    RispondiElimina
  3. ieri comunque milano -10 €/t. vediamo oggi foggia. certo è che, fondamentali alla mano (compresi quelli di tenero e mais mondiali), con le notizie positive dal Canada, la situazione si prospetta decisamente ribassista, magari non da crollo verticale ma sicuramente da andare ben sotto i 250 €/t. questo almeno fino alle prime notizie sulle prossime semine.

    RispondiElimina
  4. Grano duro: Confagri Foggia propone lo stop delle contrattazioni

    http://www.conipiediperterra.com/grano-duro-confagri-foggia-propone-lo-stop-delle-contrattazioni-0925.html

    RispondiElimina
    Risposte
    1. grazie per la interessante segnalazione...molto preoccupante, direi

      Elimina
    2. Figurati!! dovremmo collaborare tutti per trarne benefici comuni...

      Elimina
  5. Sul sito della camera di commercio non lo hanno pubblicato....se sarà vero è una gran batosta!!!

    RispondiElimina
  6. Ma non si era detto che le produzioni in USA sarebbero state inferiori rispetto allo scorso anno? probabilmente il grano prodotto in più quest'anno in Canada andrà a compensare quello mancante degli Usa e alla fine si avranno gli stessi livelli produttivi dello scorso anno più o meno.
    Secondo voi è sbagliato?

    RispondiElimina
  7. http://www.ers.usda.gov/data-products/wheat-data.aspx#.UkLwtIZ7Ius

    qui trovi tutti i dati aggiornati USa.
    La produzione USa di durum non è comparabile a quella Canadese.
    Rispetto all'anno scorso il calo produttivo USa sarà di circa mezzo milione di t di duro, l'aumento Canadese potrebbe essere di 1.5 milioni di t. Saremmo con 1 milioni di t in più nel mercato mondiale.

    RispondiElimina
  8. io non ho venduto niente e visti i cali generalizzati di oggi a foggia su tutto,non solo grano duro,a questo punto ritengo sia meglio non vendere visto che i mulini sono concentrati solo sull'acquisto di grano estero e quello italiano lo prenderebbero solo al di sotto delle quotazioni ufficiali,ed aspetto a gennaio,non penso possa aumentare di nuovo ma se noi agricoltori entriamo nel panico e corriamo tutti a vendere qua si rischia realmente di scendere al di sotto dei 20 euro x il duro e dei 15 x il tenero

    RispondiElimina
    Risposte
    1. potresti chiedere un consiglio al direttore della tua cooperativa. Mi sembrava avesse le idee chiare.

      Elimina
  9. la colpa è sempre dei cattivi speculatori, non sia mai, che non sia così.

    COMUNICATO STAMPA DI COLDIRETTI
    PREZZO DEL GRANO: SIAMO DI FRONTE ALLE SOLITE SPECULAZIONI

    “Proprio nei giorni in cui oltre 1.500 autotreni stanno scaricando da una nave nel porto di Bari ben 40.000 tonnellate di grano duro proveniente dal Canada, le quotazioni del grano duro del Tavoliere diminuiscono di quasi 2,5 euro in due settimane, riducendosi a 24 euro/quintale o poco più! Di questo passo la cerealicoltura della provincia di Foggia rischia di scomparire!” Questo l’amaro sfogo del Presidente di Coldiretti Foggia Pietro Salcuni nell’apprendere della ulteriore riduzione di 1,50 euro sul prezzo del grano duro operata stamattina dalla Commissione prezzi della Camera di Commercio. E prosegue “Siamo assolutamente lontani dal breakeven, cioè da quel punto di equilibrio fra costi di produzione e ricavi che richiederebbe un prezzo non inferiore a 30 euro; la campagna era partita con una quotazione di circa 27 euro e negli agricoltori covava un certo ottimismo di un progressivo avvicinamento del prezzo a quel punto di equilibrio; oggi che siamo a 24 euro e, come si dice, con ulteriori prospettive di ribasso, le aziende devono chiudere. Il mio sfogo – conclude Salcuni – è soprattutto verso le Istituzioni che non danno seguito all’applicazione della legge sulla etichettatura obbligatoria dell’origine dei prodotti agroalimentari, perché vorrei vedere se le nostre industrie della pasta che si stanno approvvigionando a piene mani di questo grano canadese, invece di mettere sulla busta immagini della nostra Puglia con tanto di bandiera tricolore, fossero costrette a caratterizzare i loro pacchi di pasta con immagini delle Montagne Rocciose piuttosto che dei Laghi dell’Ontario!”
    “Che siamo di fronte ad una speculazione lo dimostra il fatto che i dati sulla produzione italiana e mondiale di grano duro sono incontrovertibilmente in controtendenza rispetto ad una riduzione dei prezzi – riferisce il direttore di Coldiretti Donnini – infatti, in primis, la stima sui consumi del 2013 si attesta sui 36,2 milioni di tonnellate, mentre la produzione dovrebbe attestarsi sui 35 milioni di tonnellate. E per una elementare legge della economia, questo dovrebbe significare equilibrio fra domanda e offerta e, quindi, stabilità dei prezzi. Le scorte mondiali, inoltre, stanno toccando il minimo storico degli ultimi 6 anni, attestandosi sui 6 milioni di tonnellate, rispetto agli oltre 10 milioni del 2009. D’accordo – conclude Donnini – forse la qualità del grano di quest’anno è leggermente inferiore a quella della scorsa raccolta, che fu un’annata eccezionale, ma questo non giustifica assolutamente riduzioni di prezzo di questa portata”.
    “A questo punto – conclude Salcuni – attiveremo tutto quanto è nelle nostre possibilità per evitare una “debacle” delle nostre imprese agricole e spero che le Istituzioni ascoltino questo grido di dolore: la valorizzazione del vero Made in Italy, l’unica risorsa che in questo momento ha la nostra economia per potersi riprendere, passa necessariamente per la trasparenza nei rapporti interprofessionali. E la etichettatura dell’origine sui prodotti non può che essere l’arma con la quale perseguire questo obiettivo nell’interesse del nostro Paese, di chi ci lavora seriamente e correttamente e dei cittadini consumatori”.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Gino,Salcuni è un tuo caro amico?Complimenti per la bella amicizia- fattene pure un vanto,manco fosse BELEN, bene allora non appena lo vedi mandalo a fare in culo da parte mia-,tanto,ma tanto tanto per come si sono impegnati a fare chiarezza sulla reintroduzione dell'obbligo del cartellinato,cosi oltre ad avere acquistato il seme ad un bel prezzo corposo ora vendiamo anche il raccolto ad un prezzo stracciato,peggio di cosi si muore,veramente un bell'affare,si un bell'affare del caxxo-
      e quell'altro illuminato di Donnini?ma come la reintroduzione del cartellinato non doveva garantire maggiore qualità?e adesso si scopre che quest'anno con l'obbligo del cartellinato la qualità è inferiore all'anno precedente senza l'utilizzo del cartellinato?altro cialtrone,trovati un bel burrone e buttatici dentro -Vogliono fare qualcosa di serio per il mondo agricolo?be un consiglio.la smettano di occuparsi di agricoltura,chiudano i battenti e si togliessero pure tra i piedi-parassiti-

      Elimina
  10. gino agricoltore pugliese25 settembre 2013 alle ore 20:43

    e intando in america il tenero riprende a risalire avranno ascoltato il nostro caro presidente salcuni, mio caro amico

    RispondiElimina
  11. calma e gesso, qui nessuno è fesso, diceva Lino Banfi. I consumi sono crollati, il grano non manca, la congiuntura mondiale (per non parlare di quella europea) fa schifo, ERGO i prezzi calano. PERO': i consumi zootecnici saranno in ripresa, il tenero aumenterà ecc. per cui non vi preoccupate che anche il grano duro avrà una sua ripresa. Nel frattempo vi raccomando di seminare un po' di tenero o di orzo, che male non fa.

    RispondiElimina
  12. gino agricoltore pugliese26 settembre 2013 alle ore 10:20

    X mimmo 70 In agricoltura e nei sindacati c'è molta politica e interessi non propriamente agronomici, in tutti i patronati agricoli si è sempre dato un colpo al cerchio e uno alla botte, possiamo buttare giù dal burrone tutta la classe dirigenza attuale ma la musica non cambierà mai. Salcuni quantomeno fa finta di gridare e denunciare il malcontento, altri manco ci provano

    RispondiElimina
    Risposte
    1. denuncia il malcontento ma individua responsabili fantomatici, gli speculatori, categoria vaga, difficilmente perseguibile.
      Io credo invece che se ci troviamo in questa situazione sia colpa anche dei nostri sindacati ed in particolare di Coldiretti.
      Su Coldiretti grava un conflitto di interessi enorme, gestisce ammassi di grano, agro-industrie, sementifici e costitutori di varietà...Coldiretti gestisce la PAC, i contributi e la burocrazia agricola, oltre che fungere da Ministero Ombra....perchè dovrebbe tutelare i nostri interessi di produttori? Infatti non lo fa minimamente, come ogni buon parassita ci lascia in vita quel tanto che basta per non soccombere e quando la situazione si fa più difficile, scarica la responsabilità sugli biechi speculatori.

      Elimina
    2. Skandiski
      Anche quì....azzeccato!

      Elimina
  13. haahhahahah hai ragione granduro!!! ci siamo incontrati in questi giorni e lui non aveva dove mettere la faccia!! a vabbè,come disse eros ramazzotti in una sua canzone:sono cose della vita!

    RispondiElimina
  14. Oggi a foggia offerti 23 euro quintale per grano in conto deposito. A questo punto non vendo aspetto dicembre e vediamo

    RispondiElimina
    Risposte
    1. grazie per la segnalazione...penso che fai bene ad aspettare, però continua a seguire il mercato...Dicembre è ancora lontano..

      Elimina
  15. Scandiski. Sembra che il tred si stà invertendo.

    Conseils et analyses avec Agritel

    Les produits agricoles rebondissaient hier sur Euronext, malgré la fermeté de l'euro. Cette hausse était notamment entraînée par la tension actuelle qui règne sur le marché du blé. En effet, les inquiétudes qui persistent face à la situation Argentine où le froid et le sec pourraient indéniablement mettre en péril la récolte de blé, et la demande toujours aussi ferme de la part du Brésil et surtout de la Chine permettent de tirer les prix à la hausse, cassant ainsi les 190 €/t sur Novembre 13. Le climat sur l'Amérique du Sud sera ainsi suivi de près dans les semaines à venir. Le maïs, lui, rebondissait également malgré un bilan toujours peu porteur, mais la céréale profitait du rebond du blé pour se rapprocher de la résistance sensible des 170 €/t. Néanmoins, l'analyste Lanworth, rehaussait hier ses estimations de production au niveau mondial, limitant ainsi le potentiel de hausse des prix. Le cours des oléagineux profitait également de cette séance haussière sur le blé, pour s'apprécier. Ainsi, même si des pluies abondantes sont observées sur la Corn Belt américaine et même si la production de soja mondial était encore relevée par Lanworth, les cours du soja et du colza clôturaient en hausse sur la séance.

    RispondiElimina
  16. Mongiello deputato PD della Commissione Agricoltura, ancora sui biechi speculatori (forse diffondono anche la peste), ma solo sul Tavoliere, nel resto del Mondo il prezzo non è sceso secondo la Mongiello.

    A me sti speculatori stanno diventando simpatici. Come diceva un vecchio saggio: i nemici di sindacati e politici sono i miei amici.

    http://www.statoquotidiano.it/26/09/2013/grano-mongiello-produttori-del-tavoliere-nel-mirino-degli-speculatori/164208/

    Foggia – “GLI speculatori hanno preso di mira il grano del Tavoliere deprimendone il prezzo sotto la soglia del costo produttivo mettendo così a rischio decine di aziende agricole”. Lo ha affermato l’on. Colomba Mongiello, componente della Commissione Agricoltura della Camera, intervenendo nella seduta odierna dell’organismo che ha deciso, su richiesta della stessa Mongiello, l’audizione dei rappresentanti delle organizzazioni agricole, dei pastai e della Borsa merci di Foggia, riferimento nazionale per questo prodotto, che si svolgerà giovedì 3 ottobre.
    “In un solo mese la quotazione di un quintale di grano duro è calato di oltre il 10% rispetto al prezzo già basso con cui sono state avviate le contrattazioni – continua Mongiello – A provocare il crollo è la massiccia importazione di grano dal Canada e dall’Est Europa che sarà poi utilizzato dai pastifici per produrre pasta solo parzialmente Made in Italy. Ancora una volta i produttori pagano i ritardi o le ritrosie della burocrazia ministeriale, ormai da quasi 3 anni alle prese con la redazione del regolamento per la etichettatura dei prodotti agroalimentari, decisa dal legislatore per valorizzare commercialmente anche ciò che si produce integralmente nella filiera cerealicola italiana.

    La qualità è un valore economico ed un presidio di salubrità che va affermato e difeso – conclude Colomba Mongiello – e sarà mia cura sollecitare il ministro delle Politiche agricole ad accelerare l’attuazione delle norme per l’etichettatura a partire proprio dalla pasta”.

    RispondiElimina