Il blog sta sul pezzo, Hollande dopo aver vinto le elezioni francesi, cambierà i destini d'Europa? Consentitemi di essere scettico, tuttavia non è questo il tema del post. Ci occupiamo invece di Stephane Le Foll, nuovo Ministro dell'Agricoltura Francese, già europarlamentare socialista esperto di PAC.
Siamo, infatti, giunti alla fase cruciale della negoziazione per la prossima politica agricola europea, e come ben sappiamo, il peso dei francesi su di essa è sempre stato preponderante. Cosa aspettarci, dunque, dal nuovo ministro transalpino?
Le Foll, attualmente membro della Commissione Europea per l'Agricoltura e lo Sviluppo Rurale, nel 2009 fu relatore di una relazione per il Parlamento Europeo, sul ruolo della nuova PAC. Qui trovate la relazione integrale in italiano con il Le Foll-pensiero.
Di seguito invece l'estratto conclusivo della relazione che rappresenta la sue idee guida sulla prossima PAC:Siamo, infatti, giunti alla fase cruciale della negoziazione per la prossima politica agricola europea, e come ben sappiamo, il peso dei francesi su di essa è sempre stato preponderante. Cosa aspettarci, dunque, dal nuovo ministro transalpino?
Le Foll, attualmente membro della Commissione Europea per l'Agricoltura e lo Sviluppo Rurale, nel 2009 fu relatore di una relazione per il Parlamento Europeo, sul ruolo della nuova PAC. Qui trovate la relazione integrale in italiano con il Le Foll-pensiero.
Implicazioni per il modello agricolo europeo
14. sottolinea che la PAC dovrà rispondere alla crescente domanda dell'opinione pubblica a favore di una politica agricola più sostenibile, tenendo conto del fatto che il riscaldamento climatico può rimettere in discussione la capacità di produzione e di alimentazione della popolazione nel mondo, compresa l'Europa;
15. ritiene che le "nuove sfide" come il cambiamento climatico, la gestione idrica, le energie rinnovabili e la biodiversità sono state insufficientemente considerate all'atto della redazione del "bilancio della salute" della PAC e che dovrebbero essere affrontate con l'insieme degli strumenti di tali politiche e non solo con sussidi del "secondo pilastro";
16. nota che l'attuale sistema di eco-condizionalità basato su un obbligo di mezzi più che di risultati è molto complesso per gli agricoltori, senza essere in grado di rispondere alle sfide ambientali; ritiene che occorra passare a un altro approccio che si basi su un riorientamento verso modelli di produzione sostenibili, il che necessita di aiuti di compensazione per coprire i sovraccosti connessi a tali obiettivi (contratti locali di ecocertificazione) e assicurare la remunerazione dei servizi resi alla società attraverso la fornitura di "beni pubblici" (manutenzione degli spazi rurali, preservazione della biodiversità, ritenzione del carbonio, sicurezza alimentare, ecc.) che il mercato non retribuisce;
17. ritiene che il riscaldamento climatico costringa l'Unione a reinventare un modello di sviluppo; invita pertanto la Commissione a prevedere, nella sua futura comunicazione sulla riforma della PAC dopo il 2013, un'evoluzione della PAC verso una politica agricola, alimentare e ambientale dotata di sistemi d'aiuto ai produttori che siano più sostenibili, più giusti e più legittimi agli occhi dell'opinione pubblica, ridando così senso al mestiere di agricoltore;
18. chiede anche alla Commissione di riflettere su nuovi sistemi d'aiuto che valorizzino la fissazione di carbonio nei suoli e la biomassa agricola;
19. giudica necessario rafforzare e adeguare gli strumenti di gestione dei rischi e delle crisi alla crescente volabilità dei mercati e all'espandersi dei rischi climatici, nonché instaurare un'autentica politica europea di prevenzione e di risposta ai disastri naturali;
20. sottolinea, alla luce dell'entità della sfida climatica e degli investimenti necessari da parte del mondo agricolo per modalità di produzione più sostenibili, la necessità di mantenere una PAC forte dotata di un bilancio appropriato al di là del 2013 e di rafforzare i mezzi destinati alla ricerca agricola cui devono essere associati gli agricoltori.
Insomma direi che si avverte una connotazione fortemente ambientalista e dirigista. Al netto dei paroloni e delle solite asserzioni fumose, molti osservatori (e lo stesso Le Foll sembra confermarlo in questa recente intervista prima delle Presidenziali) ritengono che la posizione Francese nell'attuale dibattito Europeo sulla PAC spingerà verso l'implementazione del greening, le energie rinnovabili, lo spostamento di risorse verso il 2° pilastro dello sviluppo rurale, il mantenimento dei riferimenti storici per i pagamenti diretti e la conferma di un budget sostanzioso per la nuova PAC.
Staremo a vedere...però che nostalgia, in Francia eleggono un Capo del Governo, con una squadra ed programma discusso davanti agli elettori. Da noi la politica sembra morta, ridotta ad un mero servizio di esazione d'imposta...meglio stendere un velo pietoso.
massaro ciccio.le intenzioni come le idee sono condivisibili.Ma come si fa ha dire che i cittadini europei vogliono una agricoltura sostenibile, dopo che li si ha impoverito con tasse e recessione,e ci hanno costretto ha mangiare pomodori cinesi arance del sud africa,si importa grano dal kazakhistan,si fanno accordi col marocco,perche'costano meno,oltre ad avere una agricoltura sostenibile,con costi non sostenibili,gli europei mangeranno lo stesso spaghetti al "glifosate" con pomodoro al"rogor"
RispondiEliminaE del tutto evidente,che nei paesi dove oggi,si subisce meno la crisi,e dove si prospettano idee futuristiche a sostegno della propria società,la differenza l ha fatta la classe dirigente che ha amministrato quei paesi negli ultimi 20 anni.
RispondiEliminaEleggere una classe dirigente cialtrona e corrotta,ha comportato il disagio che viviamo,noi Italiani,Greci Spagnoli Irlandesi Portoghesi,non ha caso ci sono problemi uguali per tutti questi paesi,L enorme debito pubblico,all insegna dello sperpero e del clientelismo,senza sortire alcun beneficio per i cittadini di questi paesi,ma solo guai.
Sulla pac,ci sarebbe molto da dire,speriamo solo che i soldi non continuino ad andare a chi con l agricoltura non c entra niente(come i campi da golf),tuttavia,se non si risolve il problema Greco,tra qualche anno,l euro non ci sarà più,e con esso l europa,quindi,.....
La situazione Greca viene tenuta in sordina per non spaventare la gente,ma la situazione è veramente drammatica,rischiamo il botto.
Per chi non se ne fosse accorto,il tasso di cambio E-$ è prossimo alla parità,poiche la parità non è 1-1,ma bensi $1.25-E1,se dovesse intervenire la fed,e l euro non torna sopra $1.30,vuol dire chè la Merkel tanto danno all europa non l ha fatto,anzi avremmo riaquistato competitività,e questo farebbe ben sperare anche per i prezzi del duro,(Grecia permettendo).
http://agronotizie.imagelinenetwork.com/attualita/2012/05/17/greening-cauta-apertura-della-commissione-europea/15659
RispondiEliminaMassaro
RispondiEliminala penso come te,
se i nostri prodotti costeranno di più, la stragrande maggioranza dei consumatori, soprattutto in tempi di crisi, consumerà prodotti di qualsiasi provenienza senza farsi domande.
Se non saremo competitivi con i prodotti globalizzati o non metteremo dei limiti alle importazioni perderemo sempre più quote di mercato.
Molti si illudono di risolvere il problema agricolo nazionale con il marketing e la caratterizzazione del prodotto, vedi prodotti italiani, biologici, locali, tipici e quant'altro.
Io credo che non funzionerà (o funzionerà solo per pochi produttori al massimo) nel contesto della crisi e del mercato globale.
Mimmo
tra oggi e domani pubblico una interessante analisi dei francesi sul prossimo mercato cereali (e del duro). Si parla anche di Grecia e problemi dell'Euro. Penso che ti interesserà.
Ciao