Prosegue il negoziato sulla PAC. La posizione italiana è rappresentata dalla seguente dichiarazione del ministro Catania. In breve: maggiore definizione, in senso restrittivo, dello status di agricoltore attivo (ma con oneri a carico dell'agricoltore), e mantenimento, per più tempo, delle attuali sperequazioni, territoriali e colturali, PAC.
(ASCA) - Roma, 26 apr - ''La questione dell'agricoltore attivo e' fondamentale e molto sentita nel mio Paese. La proposta originaria della Commissione non era soddisfacente, mentre registro nel testo della Presidenza un piccolo progresso, ma dobbiamo lavorare ancora''. Lo ha detto il ministro delle politiche agricole alimentari e forestali, Mario Catania, partecipando ai lavori del Consiglio dei Ministri dell'Agricoltura e della Pesca dell'Unione europea, in Lussemburgo, che ha all'ordine del giorno la discussione sulla riforma della Politica agricola comune (PAC).
''Occorre approfondire - ha aggiunto Catania - l'ipotesi lanciata oggi dalla Commissione di una lista negativa, che lasci l'onere della prova a carico dell'agricoltore. E' una strada, purche' preveda una clausola che consenta al singolo Stato membro di lavorare ulteriormente sulla sua definizione.
Per quel che riguarda invece la redistribuzione degli aiuti e la questione della convergenza interna, si tratta di un punto per noi fondamentale: il livello italiano di aiuti e' estremamente diversificato. Non possiamo accettare un livellamento rapido come quello proposto dalla Commissione, abbiamo bisogno di piu' tempo. L'Italia non sarebbe in grado di arrivarci nell'arco di soli sette anni''.
''Mi pare intelligente, quindi - ha concluso Catania - la proposta di una 'forchetta' che stabilisca un minimo e un massimo''.
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